Storia del finanziere, del vuotabotte, degli occupanti e di due fiaschi di vino
Quante ne avrò raccontate, anche qua dentro, di storie sentite da mia madre e mia zia Clara. Avevo una famiglia che era, letteralmente, una tribù; se ne sono andati quasi tutti. Stanotte è toccato proprio alla zia Clara, mentre dormiva; le mancava un mese esatto a compiere ottantasette anni e mi sarà scusato un breve ricordo. Nel portafoglio, che porta di tutto fuorché soldi, tengo sempre una vecchia fotografia di quando avevo due anni, in collo a lei, davanti alla vecchia casa di Marina di Campo; e in quella casa c'è rimasta fino alla fine dei suoi giorni. Da qualche tempo stava, però, oramai in qualche altro mondo; l'ultima volta che l'ho vista, poco più di due mesi fa, mi aveva riconosciuto quasi allegra, ma subito dopo mi aveva domandato come andava con una fidanzata che avevo circa trent'anni fa. E così rimangono tutte le storie che mi ha raccontato fin da quando ero bambino, assieme... (continuer)
Riccardo Venturi 13/7/2014 - 11:40
Carissimo Riccardo, credo che ogni volta che ci siamo visti ti sia accaduto prima o poi di parlarmi della tua zia. Sapendola così connessa a te, lasciami dire che un po' del tuo dolore arriva anche a me. Poco importa se la vita di chi se ne è andato è stata lunga, se nell'andarsene lascia tanto vuoto. Ti abbraccio, Riccardo, e sta' molto vicino alla tua mamma.
Gian Piero Testa 13/7/2014 - 21:13
Un abbraccio forte, Rick
Ho fatto del mio meglio, e anche se la esecuzione scarseggi, una melodia c'è, da stornello, almeno così era concepita : D
Stammi bene
Salud!
Ho fatto del mio meglio, e anche se la esecuzione scarseggi, una melodia c'è, da stornello, almeno così era concepita : D
Stammi bene
Salud!
Krzysiek Wrona 14/7/2014 - 21:41
Il sogno di Piero
Caro Gian Piero Testa, sono capitato da queste parti con anni di ritardo e quindi forse, anzi sicuramente, il mio intervento è inutile, comunque la voce femminile che ti ronzava in testa dev'essere proprio quella di Milly, io ho quel 45 giri (solo nel formato perchè in realtà funziona a 33 giri) dei Dischi del Sole, uscito nel febbraio 1965. E' riportato nell'interno della copertina che la canzone di Mario Pogliotti è del 1963 e consiste in un collage di frasi originali dello scrittore piemontese unite a versi inventati dallo stesso Pogliatti. I capoversi sono tolti da pagine de La Luna e i Falò e La Bella Estate. Vorrei aggiungere che è davvero canzone indimenticabile che rende perfettamente onore a quell'immenso, struggente autore che fu Cesare Pavese.
Flavio Poltronieri
P.S. Riccardo è sempre geniale!
Flavio Poltronieri
P.S. Riccardo è sempre geniale!
Flavio Poltronieri 6/7/2014 - 11:56
Grazie, Flavio. Non sei assolutamente in ritardo, Era Milly, vero? E il collage (o, più pomposamente, il centone) era quello che iniziava così: "un paese vuol dire non essere soli" ? Amarcord...
Gian Piero Testa 6/7/2014 - 22:17
Hōyla hōyla [Em gedărk to hadōnāi nă to plen]
Che emozione guardare la parata per la Festa della Repubblica! in prima fila gli insegnanti, con in mano le matite: sono quelli che educano i cittadini di domani, sono i custodi del futuro della Repubblica. subito dopo arrivano gli infermieri, simbolo di tutte le professioni sanitarie, alcuni smontano direttamente dalla notte; poi ci saranno le altre categorie, in testa allo spezzone degli operai ci saranno probabilmente quelli della Lucchini...chiuderanno il corteo i volontari e i ragazzi del servizio civile.
No, eh? dite che sto guardando un'altra parata? sì, forse. un'altra parata, un'altra Repubblica, un altro futuro.
Cecilia Strada
No, eh? dite che sto guardando un'altra parata? sì, forse. un'altra parata, un'altra Repubblica, un altro futuro.
Cecilia Strada
adriana 2/6/2014 - 18:15
Muri a secco
Dedicato a Lucien Lane, Marco Valdo e a tutti gli asini del sito
Dédié à Lucien Lane, à Marco Valdo et à tous les ânes de ce site
Mi è capitato, in questo sito, di raccontare a volte delle storie della mia famiglia, oppure sentite raccontare da mia madre e da mia zia. Gli asini ci sono non di rado.
Poche sere fa, a mia madre è venuta la voglia di cavar fuori qualche vecchia fotografia da un cassetto; ed è venuta fuori anche quella che si vede sopra.
Isola d'Elba, anno 1948. In piena estate su un sentiero ripidissimo da qualche parte sopra una spiaggia deserta. Bisogna tutti coprirsi la testa, il sole non è uno scherzetto in quelle pietraie.
Da sinistra: mia nonna, Maria, nata il 19 aprile 1911 a Marina di Campo. Accanto a lei una bambina che neanche mia madre si ricorda chi sia. La bimba è a capo scoperto.
Poi mia zia Clara, nata il 14 agosto 1927 a Marina di Campo. Accanto a lei, altissima,... (continuer)
Dédié à Lucien Lane, à Marco Valdo et à tous les ânes de ce site
Mi è capitato, in questo sito, di raccontare a volte delle storie della mia famiglia, oppure sentite raccontare da mia madre e da mia zia. Gli asini ci sono non di rado.
Poche sere fa, a mia madre è venuta la voglia di cavar fuori qualche vecchia fotografia da un cassetto; ed è venuta fuori anche quella che si vede sopra.
Isola d'Elba, anno 1948. In piena estate su un sentiero ripidissimo da qualche parte sopra una spiaggia deserta. Bisogna tutti coprirsi la testa, il sole non è uno scherzetto in quelle pietraie.
Da sinistra: mia nonna, Maria, nata il 19 aprile 1911 a Marina di Campo. Accanto a lei una bambina che neanche mia madre si ricorda chi sia. La bimba è a capo scoperto.
Poi mia zia Clara, nata il 14 agosto 1927 a Marina di Campo. Accanto a lei, altissima,... (continuer)
Riccardo Venturi 26/1/2014 - 02:26
Chanson italienne – Muri a secco – Riccardo Venturi – 2009
Texte de Riccardo Venturi
Paroles et musique du prolétariat, quand il y en aura.
Mon bisaïeul maternel, Menotti Dini, était né le jour où était mort Giuseppe Garibaldi : le 2 juin 1882. Son père était expert dans l'art de fabriquer les murs à sec pour les vignes en terrasse où on faisait le vin aleatico; et ces vignes veulent un terrain sec comme les murs, pietraie (cailloutis), et de l'air. Les meilleurs étaient sur le Seccheto, qui le nom dit déjà tout, sur le Cavoli, sur le Pomonte et le Chiessi ; et ceux encore meilleurs étaient les plus en hauteur. Il fallait prendre des sentiers raides à pic et monter jusqu'à six ou sept cents mètres.
Les enfants étaient précieux pour ce travail. Agiles, petits, avec les doigts qui s'enfilaient dans les crevasses. Quand il eut cinq ans et demi, mon aïeul dut aller travailler avec son père,... (continuer)
Texte de Riccardo Venturi
Paroles et musique du prolétariat, quand il y en aura.
Mon bisaïeul maternel, Menotti Dini, était né le jour où était mort Giuseppe Garibaldi : le 2 juin 1882. Son père était expert dans l'art de fabriquer les murs à sec pour les vignes en terrasse où on faisait le vin aleatico; et ces vignes veulent un terrain sec comme les murs, pietraie (cailloutis), et de l'air. Les meilleurs étaient sur le Seccheto, qui le nom dit déjà tout, sur le Cavoli, sur le Pomonte et le Chiessi ; et ceux encore meilleurs étaient les plus en hauteur. Il fallait prendre des sentiers raides à pic et monter jusqu'à six ou sept cents mètres.
Les enfants étaient précieux pour ce travail. Agiles, petits, avec les doigts qui s'enfilaient dans les crevasses. Quand il eut cinq ans et demi, mon aïeul dut aller travailler avec son père,... (continuer)
MURS SECS
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 28/1/2014 - 21:25
...et vous avez vu comment s'appelle ma mère. Elle s'appelle Luciana, c'est-à-dire Lucienne. Serait-ce par hasard? Sais pas. Mais, en tout cas, c'est elle qui se trouve juste à côté de l'âne Gustavo, dans la photo. Lucienne l'ânesse!
J'espère que ma mère ouvre encore son tiroir. J'aimerais bien retrouvér une photo de mes aïeuls, et les images racontent des histoires qu'il faut savoir raconter. Je le ferai jusqu'au dernier moment de ma vie.
J'espère que ma mère ouvre encore son tiroir. J'aimerais bien retrouvér une photo de mes aïeuls, et les images racontent des histoires qu'il faut savoir raconter. Je le ferai jusqu'au dernier moment de ma vie.
Riccardo Venturi 29/1/2014 - 00:02
Canzone delle reti invisibili
Ieri sera su Rai3, inchiesta di Iacona a Presa Diretta intitolata "Morti di stato"...
Per chi se lo fosse perso.
Per chi se lo fosse perso.
DoNQuijote82 7/1/2014 - 15:08
Non me lo sono perso; non l'ho guardato perché le storie mi erano già note e non ero in condizioni di spirito per reggere la vista delle immagini. Ben vengano comunque trasmissioni di questo tipo, in controtendenza con l'informazione che passa normalmente in TV
Silva 8/1/2014 - 11:22
Χρυσό Αυγό
L'arresto degli assassini
L'assassinio freddamente premeditato del trentaquattrenne rapper antifascista Pavlos Fyssas, che, sulle prime, la stampa e gli scoliasti politici greci avevano cercato di banalizzare, presentandolo come la conclusione di uno scazzo tra tifosi di squadre calcistiche rivali, è venuto alla luce per quello che è stato, cioé un agguato organizzato con forze e tempistica tali da non lasciare scampo all' "obiettivo". Dall'uovo d'oro di cui parla il testo di Riccardo non potevano non nascere che serpenti velenosi: il problema è però di sapere chi l'abbia covato, quell'uovo. Che sia stato cacato dal sistema capitalistico, è cosa che va da sè. Ma il sistema è un Briareo dalle molte mani, che usa via via a seconda delle circostanze e delle fasi che attraversa. Usa la mano che sa blandire, quella che sa indicare la via, quella che tiene il timone, quella che copre gli occhi... (continuer)
Gian Piero Testa 1/10/2013 - 16:22
L'ARRESTATION DES ASSASSINS
Gian-Piero Testa
Version française - L'ARRESTATION DES ASSASSINS – Marco Valdo M.I. – 2013
de "L'arresto degli assassini" di Gian Piero Testa
L'assassinat froidement prémédité du rappeur antifasciste Pavlos Fyssas (34 ans), que, dans les premiers moments, la presse et les commentateurs politiques grecs avaient cherché à banaliser, en le présentant comme la conclusion d'une algarade entre des supporters d'équipes de football rivales, s'est révélé pour ce qu'il était, c'est-à-dire un guet-apens organisé avec des forces et un minutage qui ne laissaient aucune chance à la « cible ». De l’œuf d'or dont parle le texte de Riccardo ne pouvaient naître que des serpents venimeux ; le problème est cependant de savoir qui l'avait couvé, cet œuf. Qu'il soit pondu par le système capitaliste, la chose va de soi. Mais le système est un Briarée ( dans la mythologie, Briarée... (continuer)
Marco Valdo M.I. 3/10/2013 - 21:22
Stasera c’è stato un agguato mortale ad Atene.
A morire crivellati dai colpi di un kalashnikov sono stati due giovani militanti di “Alba Dorata”, due “camerati” che sostavano davanti ad una sezione del partito neonazista greco. Una terza persona risulta gravemente ferita.
Se ad essere colpiti fossero stati due giovani di sinistra, o di un centro sociale, due “compagni”, probabilmente avrei subito postato un commento al fulmicotone contro fascisti & polizia...
In questo caso, siccome si tratta invece di “camerati”, mi sono sorpreso istintivamente più cauto: chissà che non si tratti di criminalità comune, di un regolamento di conti - mi sono detto - oppure di una provocazione per far ricadere la colpa sulla sinistra...
Sbagliavo.
Questa è una feroce esecuzione di due giovani di vent’anni ed è molto facile che si tratti proprio di un omicidio politico e, se sono dei “compagni” ad aver... (continuer)
A morire crivellati dai colpi di un kalashnikov sono stati due giovani militanti di “Alba Dorata”, due “camerati” che sostavano davanti ad una sezione del partito neonazista greco. Una terza persona risulta gravemente ferita.
Se ad essere colpiti fossero stati due giovani di sinistra, o di un centro sociale, due “compagni”, probabilmente avrei subito postato un commento al fulmicotone contro fascisti & polizia...
In questo caso, siccome si tratta invece di “camerati”, mi sono sorpreso istintivamente più cauto: chissà che non si tratti di criminalità comune, di un regolamento di conti - mi sono detto - oppure di una provocazione per far ricadere la colpa sulla sinistra...
Sbagliavo.
Questa è una feroce esecuzione di due giovani di vent’anni ed è molto facile che si tratti proprio di un omicidio politico e, se sono dei “compagni” ad aver... (continuer)
Bernart 1/11/2013 - 23:50
Io penso che in casi del genere bisognerà aspettare un pochino prima di giudicare quel che è avvenuto; tutte le ipotesi sono aperte. E sono aperte proprio perché Alba Dorata, oramai è appurato, è un'associazione a delinquere che ha precisi riferimenti sia nel padronato (armatori) che nella criminalità comune. Proprio stasera, al CPA Firenze Sud, il giornalista Dimitris Deliolanes, corrispondente di RaiNews 24, presentava il suo libro su Alba Dorata: un quadro assolutamente impressionante. Senza contare che i martiri, ai fascisti, hanno sempre fatto un gran comodo. E comunque, anche in caso di omicidio politico, che ci si aspetta in una Grecia dove i neonazisti hanno scorrazzato liberi e protetti dalla polizia, aggredendo e ammazzando a dritta e a manca? Caramelline? Dolcetto o scherzetto? Violenza chiama violenza, caro Bernart, e non ci sarebbe da stupirsi. Che lo si voglia ammettere o meno,... (continuer)
Riccardo Venturi 2/11/2013 - 01:27
Il tuo è precisamente l'atteggiamento che ho ritrovato in me stesso e che ho rifiutato...
La Grecia, l'Italia non sono attualmente sotto occupazione straniera nè sotto una sanguinaria dittatura e allora i fascisti si devono combattere a viso aperto, nelle strade, nelle piazze, nella vita di tutti i giorni...
Coloro che pensano di farlo nascondendosi dietro ad un casco da motociclista e ad un kalashnikov, secondo me, non sono solo "compagni" che sbagliano ma assassini, gente che fa il gioco proprio dei fascisti...
Perchè noi non siamo come loro, non siamo delle bestie...
La Grecia, l'Italia non sono attualmente sotto occupazione straniera nè sotto una sanguinaria dittatura e allora i fascisti si devono combattere a viso aperto, nelle strade, nelle piazze, nella vita di tutti i giorni...
Coloro che pensano di farlo nascondendosi dietro ad un casco da motociclista e ad un kalashnikov, secondo me, non sono solo "compagni" che sbagliano ma assassini, gente che fa il gioco proprio dei fascisti...
Perchè noi non siamo come loro, non siamo delle bestie...
Bernart 2/11/2013 - 09:16
Concordo con tv. Sono in questo momento ad Atene e i primi commenti non televisivi non ignorano i torbidi affari in molti esponenti di X.A. sono implicati. Stiamo a vedere. Peraltro, anche la molotov che bruciò diversi mesi fa alcuni impiegati di una banca durante uno sciopero generale, secondo le prime due sentenze, veniva da questo genere di manine.
gian piero testa 2/11/2013 - 09:48
Bernart, hai già deciso da solo che ad ammazzare i due di Alba Dorata siano stati dei "compagni"? E chi te l'ha detto, il sor ministro dell'interno? Tu mi sembri, perdonami, molto preoccupato di mantenere la tua "correttezza politica", ma dovresti a mio parere evitare di essere più realista del re. Quando Alba Dorata ha ammazzato si è immediatamente che era stata lei, e con la polizia greca (come nell'ultimo caso di Pavlos Fyssas) che stava a guardare; qui, per ora, ci sono due tizi su una moto, molto professionali stando alle testimonianze, che hanno fatto fuori due di Alba Dorata fuori da una loro sezione, con l'appoggio di un'automobile, e che sono poi svaniti nel nulla. Mi sembra che tu abbia già deciso che siano "compagni" o roba del genere. Leggiti anche il commento di Gian Piero, che le cose greche le segue giornalmente (e che si trova in Grecia in questo momento). A me, sinceramente,... (continuer)
Riccardo Venturi 2/11/2013 - 12:31
Post scriptum. Come riporta un noto giornale sovversivo, si parla chiaramente di omicidio compiuto da professionisti, e le armi proverrebbero da equipaggiamenti militari. Invito tutti, e non solo Bernart, a leggere questo articolo dove tra l'altro si nomina un film prossimo e forte "candidato" ad entrare nella sezione dei "Film contro la guerra" (se lo trovo completo sul Tubo).
Riccardo Venturi 2/11/2013 - 12:43
Riccardo, io non ho deciso proprio niente ed il 15 ottobre 2011 a Roma non c'ero e non so nemmeno cosa è successo...
Rileggiti il mio primo intervento: è pieno di "se" e di virgolette...
Chiedo comunque venia, perchè mi rendo conto che quel che ho scritto era più che altro una riflessione personale sulle reazioni a caldo di fonte alla violenza politica, molto condizionate dal "colore" di vittime e/o carnefici...
Avrei comunque dovuto tenermela per me in quanto di scarso interesse per la collettività...
Rileggiti il mio primo intervento: è pieno di "se" e di virgolette...
Chiedo comunque venia, perchè mi rendo conto che quel che ho scritto era più che altro una riflessione personale sulle reazioni a caldo di fonte alla violenza politica, molto condizionate dal "colore" di vittime e/o carnefici...
Avrei comunque dovuto tenermela per me in quanto di scarso interesse per la collettività...
Bernart 3/11/2013 - 19:19
La rivendicazione è arrivata: l’attacco mortale ai militanti di Alba Dorata è ufficialmente da attribuirsi ad una sigla finora sconosciuta, le “Squadre rivoluzionarie popolari combattenti”. Sarebbe stato un atto di rappresaglia per l’assassinio del rapper Pavlos Fyssas. I responsabili apparterrebbero quindi ad una nuova organizzazione armata di estrema sinistra o piuttosto - secondo gli investigatori - al risultato di una fusione di gruppi armati già operanti all’interno della sinistra radicale, a partire dalla “Setta dei Rivoluzionari” che ha già firmato nel 2009 l’omicidio di un poliziotto dell’antiterrorismo, di scorta ad una pentita, e quello del giornalista Sokratis Giolias nel 2010 (in entrambi gli assassinii furono usate pistole di costruzione serba Zastava simili a quella utilizzata nell’esecuzione dei neonazisti di Alba Dorata).
E intanto Alba Dorata vola nei sondaggi: secondo alcuni,... (continuer)
E intanto Alba Dorata vola nei sondaggi: secondo alcuni,... (continuer)
Bernart 19/11/2013 - 00:55
Infatti sto traducendo integralmente la rivendicazione sul mio blog, caro Bernart. Così tanto perché non amo particolarmente giocare con le "ipotesi investigative" -sennò sarei entrato in polizia. Prima mi premuro quantomeno di vedere cosa dicono. Saluti!
Riccardo Venturi 19/11/2013 - 09:42
Bene. Ed io che il greco non lo cognosco, lascio a te questa "lourida" storia e mi dedico a cercare qualche altra canzone del compianto Lou Reed, tipo There Is No Time...
Bernart 19/11/2013 - 10:17
Credo, caro Bernart, che sia la Storia intera ad essere generalmente assai "lourida", e che niente -e sottolineo niente- vada rifiutato a priori. Si commetterebbe un grave errore, a mio insignificante parere. Fornire degli strumenti diretti per formarsi un giudizio è, se ci pensi bene, una delle caratteristiche principali di questo sitarello qua. Se poi i giudizi che ci formiamo, ognuno di noi, saranno difformi è nella natura delle cose. Saluti!
Riccardo Venturi 19/11/2013 - 11:36
I nazisti greci di Alba Dorata domani sono ospiti di Casa Pound a Roma...
Così, ancora una volta, i "ragazzi" di Iannone si disvelano per quello che sono: nazifascisti.
In Grecia i nazisti sono stati (tardivamente) espulsi dalle istituzioni e perseguiti per essere un'organizzazione criminale... E Casa Pound?
Così, ancora una volta, i "ragazzi" di Iannone si disvelano per quello che sono: nazifascisti.
In Grecia i nazisti sono stati (tardivamente) espulsi dalle istituzioni e perseguiti per essere un'organizzazione criminale... E Casa Pound?
Bernart 28/11/2013 - 09:42
E Casaclown (o Cagapound) viene coccolata, blandita, "sdoganata a sinistra" e, soprattutto, finanziata. Un mare di quattrini, soprattutto nella Roma di Alemanno. Mijoni de mijoni. E di che cosa sia capace Casapound lo ha disvelato tale camerata Casseri Gianluca in piazza Dalmazia, a Firenze, giusto due anni fa. Senza disdegnare l'aggressione a tre ragazzi del PCL pochi giorni fa, sempre a Firenze, e così via. Ma, non per niente, a Firenze hanno trovato sede esattamente a 20 metri dalla Questura. Sarà un caso?
Riccardo Venturi 29/11/2013 - 01:05
La carta d'identità
Raccontino natalizio di Riccardo Venturi
La fila cominciava poco prima dell'angolo tra la via Georgiou e il corso Lambrakis; ed era proprio quel Lambrakis, il deputato socialista ammazzato dai fascisti nel '62, quello di “Z-L'orgia del potere”. A quell'ora, verso le nove della sera del ventiquattro dicembre, la coda non solo non accennava a diminuire, ma si era addirittura ingrossata. Del resto, da giorni e giorni tutte le principali piazze e strade del Pireo erano state tappezzate di manifesti con quel simbolo inconfondibile, il Meandro di Alba Dorata, e la bandiera ellenica: Grande distribuzione gratuita di cibo, giocattoli e farmaci di prima necessità per i bisognosi Greci – Un Natale Greco per i Greci cristiani – Alba Dorata aiuta la Patria in difficoltà. Nei manifesti, in caratteri notevolmente più piccoli, era contenuta la condizione necessaria per il Natale greco... (continuer)
Raccontino natalizio di Riccardo Venturi
La fila cominciava poco prima dell'angolo tra la via Georgiou e il corso Lambrakis; ed era proprio quel Lambrakis, il deputato socialista ammazzato dai fascisti nel '62, quello di “Z-L'orgia del potere”. A quell'ora, verso le nove della sera del ventiquattro dicembre, la coda non solo non accennava a diminuire, ma si era addirittura ingrossata. Del resto, da giorni e giorni tutte le principali piazze e strade del Pireo erano state tappezzate di manifesti con quel simbolo inconfondibile, il Meandro di Alba Dorata, e la bandiera ellenica: Grande distribuzione gratuita di cibo, giocattoli e farmaci di prima necessità per i bisognosi Greci – Un Natale Greco per i Greci cristiani – Alba Dorata aiuta la Patria in difficoltà. Nei manifesti, in caratteri notevolmente più piccoli, era contenuta la condizione necessaria per il Natale greco... (continuer)
Bellissimo, Riccardo! Questo sì che è un regalo di Natale. Ho incominciato a segnalarlo a destra e a manca (più a manca che a destra). Sarebbe bello tradurlo in greco.
Gian Piero Testa 23/12/2013 - 10:02
Dico la mia, come sempre...
Bello il racconto, fino al pestaggio di Yosef... L'epilogo sanguinoso e sanguinario, con la strage di nazi a colpi di mitraglia mentre una folla è assiepata, mi è piaciuto soltanto dal punto di vista cinematografico, ricordandomi pulp tarantiniani tipo "Le jene" o "Djiango"...
D'altra parte ho la senzazione che proprio nell'epilogo traspaia un tuo "tentennamento", Riccardo, quando scrivi "I colpi erano cessati [...] con tre persone che continuavano a sparare..."
Ma tant'è... Merry Christmas (I Don't Want To Fight Tonight), come cantavano i mitici Ramones...
Bello il racconto, fino al pestaggio di Yosef... L'epilogo sanguinoso e sanguinario, con la strage di nazi a colpi di mitraglia mentre una folla è assiepata, mi è piaciuto soltanto dal punto di vista cinematografico, ricordandomi pulp tarantiniani tipo "Le jene" o "Djiango"...
D'altra parte ho la senzazione che proprio nell'epilogo traspaia un tuo "tentennamento", Riccardo, quando scrivi "I colpi erano cessati [...] con tre persone che continuavano a sparare..."
Ma tant'è... Merry Christmas (I Don't Want To Fight Tonight), come cantavano i mitici Ramones...
Bernart Bartleby 23/12/2013 - 11:58
Che dirti, Bernart; la discrepanza che hai segnalato è vera e credo proprio che la correggerò in qualche modo, immediatamente, dato che si tratta di un'incongruenza e non le amo in quel che scrivo. Del resto, ho scritto questa cosa dopo giorni che me l'ero costruita in testa e stanotte ho pestato sulla tastiera come un folle, dalle una di notte fino a quasi le cinque. Scrivere di getto può comportare questi problemi.
La tua fai ovviamente bene a dirla, ed hai probabilmente ragione anche sul finale "tarantiniano" (un paragone che non mi spiace affatto! :-P); poi compaiono le nostre ben note divergenze riguardo al trattamento da riservare agli albadoristi. Diciamo poi che, in quel frangente del racconto, non vedevo proprio altra soluzione per salvare il povero Yosef, visto che i "ragazzi" di Alba Dorata non ci hanno mai pensato due volte a ammazzare immigrati come cani. E che si deve sempre... (continuer)
La tua fai ovviamente bene a dirla, ed hai probabilmente ragione anche sul finale "tarantiniano" (un paragone che non mi spiace affatto! :-P); poi compaiono le nostre ben note divergenze riguardo al trattamento da riservare agli albadoristi. Diciamo poi che, in quel frangente del racconto, non vedevo proprio altra soluzione per salvare il povero Yosef, visto che i "ragazzi" di Alba Dorata non ci hanno mai pensato due volte a ammazzare immigrati come cani. E che si deve sempre... (continuer)
Riccardo Venturi 23/12/2013 - 14:41
Una curiosità: nel testo del racconto sono inseriti di peso (in traduzione italiana, ovviamente), alcuni versi di una canzone di Georges Brassens. Concorso Natalizio: vediamo chi è bravo a trovarli e a dire di quale canzone si tratta (che è presente nel sito). Salud!
Riccardo Venturi 23/12/2013 - 14:56
"Quanto alla fauna che ci viveva, era la crema, l'élite del lastrico di questi anni: poveracci, straccioni, emarginati, accattoni che facevano a gara di tare e di storie schifose." tratto da La princesse et le croque-notes. Non è che l'abbia capito leggendolo la prima volta, ma poi ho capito di che canzone si doveva trattare e ho trovato subito la descrizione corrispondente...
Lorenzo 23/12/2013 - 23:23
Complimenti al güebmastèr! E' stata una specie di "colonna sonora" per tutta la notte scorsa, quella canzone che è una specie di tristissima e dura "favola" autobiografica (Brassens aveva abitato, appena arrivato a Parigi, in una "zone", facendo la fame nera). Spero sia, perché no, un'occasione per riascoltarsela; non ci fu corruzione di minorenne, no, però vent'anni dopo, passando da quelle parti...il a le sentiment qu'il le regrette.
Riccardo Venturi 23/12/2013 - 23:58
Ghe diroo mi i reson de sto spuell
chel tira a man el nost Bartolamee
contra la scèna de sang e de macell
che l'ha infilaa el Ventura in del mestee
del poer Isepp giudee de Pallastina
stravestì de grècch per no giugass la pell
cont i fascista de la Rabbiadura
che ministren el pan domà ai cristian
e ai alter gent ghe fan tastà el tarell.
El nost amis el gha da vess di quej
che poden no vedé coppà el porscell
quand che Natal l'è chì e i gent fan festa
ma poeu se neghen no ala raspadura
di codegh di costin e di salamm
ch'i gòd anca quij che van senza cortell
e paccen a crepapanscia comè can
basta che veden no l'ambaradan.
(Primo mio tentativo assoluto di scrittura in dialetto più o meno lombardo. Con mille scuse a Bernart Bartleby per il maltrattamento: ma i dialetti si sa sono un po' ruvidi)
chel tira a man el nost Bartolamee
contra la scèna de sang e de macell
che l'ha infilaa el Ventura in del mestee
del poer Isepp giudee de Pallastina
stravestì de grècch per no giugass la pell
cont i fascista de la Rabbiadura
che ministren el pan domà ai cristian
e ai alter gent ghe fan tastà el tarell.
El nost amis el gha da vess di quej
che poden no vedé coppà el porscell
quand che Natal l'è chì e i gent fan festa
ma poeu se neghen no ala raspadura
di codegh di costin e di salamm
ch'i gòd anca quij che van senza cortell
e paccen a crepapanscia comè can
basta che veden no l'ambaradan.
(Primo mio tentativo assoluto di scrittura in dialetto più o meno lombardo. Con mille scuse a Bernart Bartleby per il maltrattamento: ma i dialetti si sa sono un po' ruvidi)
Gian Piero Testa 24/12/2013 - 16:48
Vabbè, prendo atto che voi due del team greco siete più bellicosi (belli così) del sottoscritto e più antifascisti del Raid (che li ammazza stecchiti)... Resta il fatto che l'immagine degli innominati che spezzonano gli albadorati a colpi di mitra mentre tutto intorno si assiepa una torma di affamati la trovo anche più ripugnante della sequenza - quella vera - dell'esecuzione dei nazi fuori della loro sede ad Atene... Almeno lì non ha rischiato di andarci di mezzo nessun altro che i porci...
Io il racconto l'avrei finito con qualche decina di disperati che, inorriditi e rinsaviti dal gratuito pestaggio, prendono le difese del povero Yusef... Dopo di che, nel giro di qualche secondo, la scena si trasforma in una rissa epocale in cui i nazi populisti prendono mazzate feroci dal "populo" che pretendevano di irretire... Prima che gli amici poliziotti possano intervenire è già tutto finito...... (continuer)
Io il racconto l'avrei finito con qualche decina di disperati che, inorriditi e rinsaviti dal gratuito pestaggio, prendono le difese del povero Yusef... Dopo di che, nel giro di qualche secondo, la scena si trasforma in una rissa epocale in cui i nazi populisti prendono mazzate feroci dal "populo" che pretendevano di irretire... Prima che gli amici poliziotti possano intervenire è già tutto finito...... (continuer)
Bernart Bartleby 25/12/2013 - 00:03
Non mi avrai preso seriamente, Bartleby: guarda che quanto a mitezza, non so chi di noi due possa vincere in un confronto. E non lo dico perché questa è la notte di Natale. Credo che entrambi - dico Riccardo ed io - ci siamo lasciati condurre dai nostri rispettivi istinti...letterari. Certo, Riccardo poteva magari salvare il suo Giuseppe (non poteva farne a meno) facendo intervenire il Piccolo Eroe del popolare fumetto greco resistenziale (in qualche pagina qui c'è una canzone di Kilaidonis che lo rievoca, se ben ricordo) e allora patapim patapam tutto si sarebbe risolto in una azione meno cruda, perché spostata dalla attendibilità della cronaca all'inverosimile dell'invenzione. Io mi sono lasciato prendere dal primo verso che la lingua, come di per se stessa mossa, mi ha dettato: e ho provato a vedere se mi sarebbe riuscito di compiere un'impresa per me inedita, mentre aspettavo l'ora di... (continuer)
Gian Piero Testa 25/12/2013 - 02:22
Beh, la cosa dei "finali alternativi" in fondo può essere anche valida e significa che il racconto, pochi giorni essere stato scritto, ha già una specie di "vita propria" -il che è, peraltro, il sogno di chiunque scriva qualcosa. Fermo restando che, per quel che mi riguarda, non riconosco nessuna "graduatoria" né nell'antifascismo, né in nessun'altra cosa, avrei comunque trovato altamente improbabile che gli albadoristi fossero stati linciati proprio dal "populo" che si era messo in fila per la distribuzione di cibo e altri generi. Non credo molto, ultimamente, nella cosiddetta "giustizia popolare" -la quale, casomai, si esplica negli incendi dei campi Rom, nelle spedizioni punitive ai danni di intere comunità immigrate eccetera; e lo dice uno che non ha avuto bisogno di Alba Dorata. Gli è bastato il signor Casseri Gianluca di Casapound, che meno di due anni fa ha seminato morte tra i senegalesi... (continuer)
Riccardo Venturi 25/12/2013 - 04:38
Integrazione a quanto sopra.
A differenza di Gian Piero, io non ho da fare dichiarazioni di "mitezza" o roba del genere, così come non ne ho da fare di "bellicosità". Ho conosciuto e conosco tuttora persone dall'indole apparentemente assai mite e disponibile che, nella loro vita, hanno preso sul serio le armi in mano e le hanno puntate addosso a qualcuno (facendosi poi numerosi anni di galera, peraltro); così come ho conosciuto e conosco tuttora persone dall'indole apparentemente "bellicosa" che in mano non sarebbero capaci di prendere nemmeno una cerbottana. Personalmente, di carattere sono piuttosto "cazzoso", come si dice dalle mie parti; ma se non sono certamente un agnellino, non credo di essere nemmeno un lupo. Non è questo il fatto. E' questione, invece, di assumersi delle responsabilità di fronte ai fatti. A mio parere la cosa si esaurisce qui, ed è semplicissima. Ci sono dei fatti,... (continuer)
A differenza di Gian Piero, io non ho da fare dichiarazioni di "mitezza" o roba del genere, così come non ne ho da fare di "bellicosità". Ho conosciuto e conosco tuttora persone dall'indole apparentemente assai mite e disponibile che, nella loro vita, hanno preso sul serio le armi in mano e le hanno puntate addosso a qualcuno (facendosi poi numerosi anni di galera, peraltro); così come ho conosciuto e conosco tuttora persone dall'indole apparentemente "bellicosa" che in mano non sarebbero capaci di prendere nemmeno una cerbottana. Personalmente, di carattere sono piuttosto "cazzoso", come si dice dalle mie parti; ma se non sono certamente un agnellino, non credo di essere nemmeno un lupo. Non è questo il fatto. E' questione, invece, di assumersi delle responsabilità di fronte ai fatti. A mio parere la cosa si esaurisce qui, ed è semplicissima. Ci sono dei fatti,... (continuer)
Cari Riccardo e GPT, solo due cose...
- Non credo che mi abbiate mai sentito invocare la censura su queste pagine (a parte quando ebbi un battibecco con tal Don Curzio, che però Riccardo gestì egregiamente). E anche in questa occasione non ho chiesto affatto la rimozione del "maltrattamento" in lombardo che mi ha riservato GPT e che ritengo molto bello e unico... Mai mi era successo che qualcuno mi dedicasse una poesia, tanto meno in "verzee"!
A questo punto urge però una spiegazione in privata sede.
- Evidentemente non conosco bene come voi la realtà greca di questi ultimi anni. E' chiaro che i metodi siano più crudeli se (davvero?) sono alla guerra civile... Resta il fatto che nessun "vendicatore" armato dotato di un minimo di stategia politica e militare si metterebbe - io credo - a sparare raffiche di mitragliatore dove c'è una folla radunata: tanto varrebbe lanciare delle granate!... (continuer)
- Non credo che mi abbiate mai sentito invocare la censura su queste pagine (a parte quando ebbi un battibecco con tal Don Curzio, che però Riccardo gestì egregiamente). E anche in questa occasione non ho chiesto affatto la rimozione del "maltrattamento" in lombardo che mi ha riservato GPT e che ritengo molto bello e unico... Mai mi era successo che qualcuno mi dedicasse una poesia, tanto meno in "verzee"!
A questo punto urge però una spiegazione in privata sede.
- Evidentemente non conosco bene come voi la realtà greca di questi ultimi anni. E' chiaro che i metodi siano più crudeli se (davvero?) sono alla guerra civile... Resta il fatto che nessun "vendicatore" armato dotato di un minimo di stategia politica e militare si metterebbe - io credo - a sparare raffiche di mitragliatore dove c'è una folla radunata: tanto varrebbe lanciare delle granate!... (continuer)
Bernart Bartleby 25/12/2013 - 11:47
Della mitezza non ci si fa medaglie, Alessandro: è un'indole, non una virtù, con la quale pigramente ma volentieri viene scambiata. E' una compagna segreta che condiziona il ragionare e soprattutto l'agire, ritardandoli, riducendo il ventaglio delle loro opzioni, impedendoli addirittura. Spesso preserva dalle sciocchezze estreme, ma di per sé non ne è l' antidoto. Il mite è facilmente considerato amabile semplicemente perché è comodo e non disturba la pigrizia mentale, così diffusa. E' comodo come il silente, l'indulgente, il consenziente. Se rischia di disturbare, si mette quietamente ai margini. Essendo io di indole mite, queste cose le so piuttosto bene. Spesso la lucida testa suggerisce kattiveria; ma l'indole, maledetta lei, la avvolge come il ragno la mosca. Per questo anch'io mangio il culatello, ma non mi va di vedere accoppare il porco.
Gian Piero Testa 26/12/2013 - 11:23
Caro Gian Piero, ho apprezzato moltissimo i tuoi versi in lombardo. Se posso permettermi, da quello che scrivi, da ciò che contribuisci su queste pagine ho l'ardire di affermare che un po' ti conosco e non ho mai pensato che il tuo "maltrattamento" fosse una sbruffonata. La mia risposta stava nel solco di una discussione su Riccardo su - potremmo dire - il senso di certa violenza politica.
Rispetto alla tua poesia, avevo solo qualche timore, forse infondato, circa la mia privacy, ma ho chiarito la cosa con lo Staff e provvederanno loro, se vogliono e se si ricordano...
Ciao!
Rispetto alla tua poesia, avevo solo qualche timore, forse infondato, circa la mia privacy, ma ho chiarito la cosa con lo Staff e provvederanno loro, se vogliono e se si ricordano...
Ciao!
Bernart Bartleby 26/12/2013 - 13:28
A Bernart-Bartleby. Era davvero una sorta di "nuga" quella che volevo comporre, assumendo la parte di quel duro che non sono: di quello che sa come vanno le cose della vita e della Storia e le accetta senza contorcimenti. Perché lo so benissimo anch'io che vanno proprio così; ma, quando mi tocca registrarle - e tu stesso hai notato che non me ne astengo nello scegliere le canzoni da postare - entro in conflitto con la mia connaturata mitezza e sempre temo di farne in qualche modo l'apologia. Poi mi convinco che la guerra alla guerra è pur sempre una guerra, di una della quali anche le nostre generazioni, la mia e la tua, hanno colto qualche beneficio e hanno da esser grate a chi l'ha fatta, colpendo e venendo colpito. "La bontà al passo dei lupi", definiva Elytis, la sua guerra contro i nazifascisti invasori. "Per dignità non per odio", scrisse Calamandrei nella sua famosa epigrafe. "Pietà... (continuer)
Gian Piero Testa 26/12/2013 - 18:24
Due notizie in rapida successione dal GR2 delle 19,30 del 30 dicembre 2013.
«Italia, povertà a livelli record. Dal 2005 i poveri in senso assoluto sono raddoppiati, triplicati nelle regioni del nord. Colpito quasi il 30% della popolazione, soglia superata solo dalla Grecia. Nel 2012, si legge nel rapporto su lavoro e coesione sociale redatto dall’ISTAT, INPS e Ministero del Welfare, nel 2012 si trovava in condizione di povertà relativa il 12,7% delle famiglie residenti in Italia e il 15,8% degli individui: sono i valori più alti dal 1997. A tinte fosche anche la situazione del lavoro: posto fisso sempre più un miraggio e disoccupazione giovanile in aumento del 14% dal 2008 ad oggi. Retribuzioni praticamente ferme dal 2011: l’aumento medio è stato di 4 (quattro) Euro. Quasi un pensionato su due ha un reddito da pensione sotto i 1.000 Euro (lordi) al mese, solo il 15.1% supera i 2.000 Euro.
Situazione... (continuer)
«Italia, povertà a livelli record. Dal 2005 i poveri in senso assoluto sono raddoppiati, triplicati nelle regioni del nord. Colpito quasi il 30% della popolazione, soglia superata solo dalla Grecia. Nel 2012, si legge nel rapporto su lavoro e coesione sociale redatto dall’ISTAT, INPS e Ministero del Welfare, nel 2012 si trovava in condizione di povertà relativa il 12,7% delle famiglie residenti in Italia e il 15,8% degli individui: sono i valori più alti dal 1997. A tinte fosche anche la situazione del lavoro: posto fisso sempre più un miraggio e disoccupazione giovanile in aumento del 14% dal 2008 ad oggi. Retribuzioni praticamente ferme dal 2011: l’aumento medio è stato di 4 (quattro) Euro. Quasi un pensionato su due ha un reddito da pensione sotto i 1.000 Euro (lordi) al mese, solo il 15.1% supera i 2.000 Euro.
Situazione... (continuer)
Bernart Bartleby 30/12/2013 - 22:37
Grazie Gian Piero, ottima soluzione. La praìvasi è salva e la NSA, ancora una volta, se l'è preso nel gnau.
E' sempre la poesia che vince.
Ricambio l'abbraccio
Ciao!
E' sempre la poesia che vince.
Ricambio l'abbraccio
Ciao!
Bernart Bartleby 30/12/2013 - 22:45
Luoghi comuni (Una cantata irrisolta)
"Luoghi Comuni - Cantata irrisolta" risolta da Riccardo Venturi con quasi 20 minuti di canto a cappella
6/12/2013 - 00:29
Troppo incredibile...un grazie è troppo poco...comunque ...grazie.
Un abbraccio nel vento del Nord.
Un abbraccio nel vento del Nord.
Krzysztof Wrona 6/12/2013 - 01:19
Grazie a te Krzysiek, e di cuore. Faccio presente che questa "cosa" ha trent'anni suonati, e che in questi trent'anni sarà soltanto la quarta o quinta volta che la canto integralmente. Forse, nelle feste natalizie mi toccherà rifarlo, e addirittura in pubblico; ma se ne riparlerà. Tutto questo, va da sé, mi fa un gran piacere per Juan Rodolfo Wilcock.
Riccardo Venturi 6/12/2013 - 11:02
La versione castigliana di tre strofe di Luoghi Comuni, di Jorge Aulicino
Dal blog Otra iglesia es imposible - Museo de poesía antigua y contemporánea, Buenos Aires, Primavera 2013. A dire il vero, la mia "famosa" identificazione coi Luoghi Comuni di Wilcock ha rischiato di avere, a suo tempo, anche una versione castigliana; ma, naturalmente, mi sono arenato per le evidenti difficoltà dell'impresa, del tutto al di là delle mie possibilità. Particolarmente contento sono, quindi, di aver trovato almeno tre strofe del poemetto tradotte da un argentino. Ai tempi in cui, ragazzo, iniziava la mia avventura in compagnia di Juan Rodolfo Wilcock, avrei pagato oro per trovare quel che oggi si trova in rete con un semplice "clic"; ma non c'era praticamente nulla. Nel bisunto volumetto Adelphi delle "Poesie" (che si apre proprio con "Luoghi Comuni") conservo gelosamente, ancora, il ritaglio di un vecchio... (continuer)
Dal blog Otra iglesia es imposible - Museo de poesía antigua y contemporánea, Buenos Aires, Primavera 2013. A dire il vero, la mia "famosa" identificazione coi Luoghi Comuni di Wilcock ha rischiato di avere, a suo tempo, anche una versione castigliana; ma, naturalmente, mi sono arenato per le evidenti difficoltà dell'impresa, del tutto al di là delle mie possibilità. Particolarmente contento sono, quindi, di aver trovato almeno tre strofe del poemetto tradotte da un argentino. Ai tempi in cui, ragazzo, iniziava la mia avventura in compagnia di Juan Rodolfo Wilcock, avrei pagato oro per trovare quel che oggi si trova in rete con un semplice "clic"; ma non c'era praticamente nulla. Nel bisunto volumetto Adelphi delle "Poesie" (che si apre proprio con "Luoghi Comuni") conservo gelosamente, ancora, il ritaglio di un vecchio... (continuer)
3. [Alma y cuerpo]
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 8/12/2013 - 19:38
Les oiseaux de passage
Alessandro Valli canta durante un suo spettacolo Uccelli di passo, la versione italiana di Riccardo Venturi
4/12/2013 - 13:40
Una casa in riva al fiume
È uno di rari casi quando si può consultare l'autore, allora ne approfitto; La parola "cappellacci" dovrebbe significare qualche specie di copricapo che nasconde gli strumenti da lavoro, oppure un semplice "vecchio sacco" per gli attrezzi da giardino?
Krzysiek Wrona 27/8/2013 - 23:43
I "cappellacci" qui sono intesi come copricapi, Krzyiek, ma non che nascondono gli strumenti da lavoro bensì come caratteristica dei vecchi contadini, che non se li toglievano (almeno d'inverno) nemmeno per lavorare. In pratica, qui, la caratteristica dell'abbigliamento indica i vecchi contadini tout court. Si tratta di una vecchia, cara figura retorica, ma non mi ricordo come si chiama :-)
Riccardo Venturi 28/8/2013 - 06:13
Era abbastanza difficile tradurre questa bellissima canzone, come del resto prevedeva Riccardo, ma ce l'ho messa tutta per riuscire a farla suonare in polacco, una lingua che è condannata a essere molto meno orecchabile nei confronti con italiano. Grazie per la dritta sui "cappellaci" che dovrebbe essere una metonimia o perfino una sineddoche? Ho cercato di renderla con "la gente del posto incappellata affila le falci inutili"...dai, mi è venuta così :-D. Su Guccini ci farò un pensierino, ma prossimamente avrò meno tempo per far le traduzioni, allora mi limiterò a far qualche proposta, oppure a sistemare un po' la sezione polacca, vediamo. Volevo ringraziare un altra volta Riccardo per questo testo e tutto il lavoro che dedica a mantenere in buono stato di salute codesto sito. Spero che con la mia traduzione potrà avere almeno la soddisfazione di essere cantato in tutto mondo (o comunque in Francia e in Polonia)!
Krzysiek Wrona 28/8/2013 - 23:10
Sono letteralmente esterrefatto, Krzysiek, per il tuo lavoro. La questione della lingua polacca, che conosco abbastanza per riconoscere come viene maneggiata, non è di "orecchiabilità" (perché, anzi, la ritengo foneticamente assai melodiosa e particolarissima per via delle consonanti nasali), bensì della sua struttura totalmente diversa da quella dell'italiano. Da qui il mio profondo sbalordimento. Quando scrivo qualcosa di persona, una volta scritto cerco di pormi nei confronti del testo da osservatore esterno, come fossi davanti a qualcosa scritto da un altro; e, oggettivamente, si tratta di un testo in gran parte endofasico (come mio solito...) e, proprio per questo, parecchio impervio. Lo hai davvero piegato alla lingua polacca, e non mi resta che alzarmi in piedi e togliermi il cappellaccio; cercherò, ti giuro, di imparare a cantarla in polacco almeno un po'. Mi sembra il minimo. Quanto... (continuer)
Riccardo Venturi 29/8/2013 - 00:31
Il aggetivo "endofasico" a qualcosa da vedere con "avvitamento su se stessi"? O forse di nuovo mi invento i significati fantastici? In qualsiasi caso ho tradotto la canzone di Riccardo, perchè ho trovato in essa una carica universale. Altrimenti non lo farei, la fatica sprecata.
E poi, con la filastrocca ho pensato di aver sparato una (ma propio enorme) cazzata. La ragione per qui a volte cerco di esprimermi in dialetto romanesco (che non sempre viene digerito in resto d'Italia) si deve al fatto che fu Roma la città in cui ho passato gli anni della mia gioventù da immigrato esteuropeo e propio là, nelle borgate di Roma, apresi i rudimenti della lingua italiana. In ogni caso, seguendo da un anno il vostro sito, sono riuscito ad apprendere molte cose sia sull'italiano che sull'Italia, nonchè sul mondo musicale e la storia dei canti. Dunque, vorrei cogliere l'occasione, e ringraziare ugualmente... (continuer)
E poi, con la filastrocca ho pensato di aver sparato una (ma propio enorme) cazzata. La ragione per qui a volte cerco di esprimermi in dialetto romanesco (che non sempre viene digerito in resto d'Italia) si deve al fatto che fu Roma la città in cui ho passato gli anni della mia gioventù da immigrato esteuropeo e propio là, nelle borgate di Roma, apresi i rudimenti della lingua italiana. In ogni caso, seguendo da un anno il vostro sito, sono riuscito ad apprendere molte cose sia sull'italiano che sull'Italia, nonchè sul mondo musicale e la storia dei canti. Dunque, vorrei cogliere l'occasione, e ringraziare ugualmente... (continuer)
Krzysiek Wrona 30/8/2013 - 21:39
"Endofasico" significa "con un linguaggio proveniente dal fluire libero del proprio pensiero e delle proprie parole" (dal greco: "linguaggio interno"). Quello che Joyce chiamava "stream of consciousness", con le strutture "normali" del linguaggio (morfosintattiche e lessicali) totalmente stravolte. Un caso di linguaggio endofasico si ha nella famosa affermazione di un internato di un manicomio ("un operaio fonditore, intelligentissimo") riportato da Alessandro Bausani nel suo fondamentale libro "Le lingue inventate". Questo intelligentissimo pazzo inventava nuove parole, cosicché la sua definizione della parabola della vita umana era la "Conquitescenza mirtica dell'alveatico". Io, che sono notoriamente molto più pazzo di quello là, mi sono spinto oltre: ho inventato, fin da bambino, una lingua intera. La puoi vedere qui, anche su questo sito: si chiama kelartico. Saludos!
Riccardo Venturi 31/8/2013 - 00:07
Se ricordo bene, non è unica lingua che ti sei inventato!
Questa cosa di Joyce non fu per caso lo "stendardo" dei poeti
surreali? Stavo propio pensando che ogni poesia dai tempi molto remoti deve passarte la prova...come chiamarla? "La prova del vino"? (Inteso come la verità). Non è qello che ci permette di parlare TUTTE LE LINGUE?
Como esempio delle altre inventate lincue la "Mylo" dal evergreen "Ching"
Questa cosa di Joyce non fu per caso lo "stendardo" dei poeti
surreali? Stavo propio pensando che ogni poesia dai tempi molto remoti deve passarte la prova...come chiamarla? "La prova del vino"? (Inteso come la verità). Non è qello che ci permette di parlare TUTTE LE LINGUE?
Como esempio delle altre inventate lincue la "Mylo" dal evergreen "Ching"
Krzysiu Wrona 31/8/2013 - 01:06
No, è l'unica che ho inventato ma ha una storia oramai molto lunga (ho cominciato che avevo 8 anni) e ha avuto una sua "evoluzione storica". Si è semplificata molto, ad esempio: all'inizio aveva le declinazioni come il polacco, ora è rimasto solo l'accusativo ed è pure facoltativo (nel senso: lo usi se ti va, e se non ti va non importa). Eccomi qui mentre canto l' "Internazionale" in kelartico, la cosa incredibile è che il video ha avuto 67 visualizzazioni!
Riccardo Venturi 31/8/2013 - 08:48
Adesso mi ricordo, avevo già sentita su tuo blog. Però, tu inventasti tutto il sistema linquistico nuovo, con la sua grammatica etc. In caso di "Milo" Waglewski creò solamente una canzone fatta di parole inventate, ma con uno scopo di altissime intenzioni, cioè, per far cantare insieme tutto il collettivo che partecipava alla registrazione dell'album "I Ching". Oggi ho trovato un altro curioso esempio del canto
con il testo in parole fantasiose, la "Warszawa" di David Bowie dalla sua opera "Low" del 1977. Questo pezzo ha tutta la sua storia
Ecco le parole di Bowie:
e l'ispirazione
con il testo in parole fantasiose, la "Warszawa" di David Bowie dalla sua opera "Low" del 1977. Questo pezzo ha tutta la sua storia
Ecco le parole di Bowie:
Mmmm-mm-mm-ommm
Sula vie dilejo
Mmmm-mm-mm-ommm
Sula vie milejo
Mmm-omm
Cheli venco deho
Cheli venco deho
Malio
Mmmm-mm-mm-ommm
Helibo seyoman
Cheli venco raero
Malio
Malio
Sula vie dilejo
Mmmm-mm-mm-ommm
Sula vie milejo
Mmm-omm
Cheli venco deho
Cheli venco deho
Malio
Mmmm-mm-mm-ommm
Helibo seyoman
Cheli venco raero
Malio
Malio
e l'ispirazione
Krzysiek Wrona 2/9/2013 - 22:37
Qui mi becchi in un mio...punto debole, vale a dire che mi piace immensamente parlare di queste cose. Sì, è vero, l'invenzione linguistica (che tutti, e ribadisco tutti, abbiamo, specialmente da bambini) in me si è manifestata fin da subito con la creazione di un sistema linguistico del tutto diverso da quello della mia lingua materna. Quando, molto tempo dopo, ho letto "Le lingue inventate" di Alessandro Bausani, mi ci sono ritrovato completamente, praticamente affratellato. L'autore, uno dei più grandi orientalisti italiani, all'età di undici anni, per gioco, aveva inventato la "sua" lingua, il markuska, che usava con gli amichetti ai quali la insegnava. La lingua era nata strutturata in una certa maniera, e si era poi "evoluta" via via che le conoscenze linguistiche del ragazzo erano aumentate, fino ad assumere una "sintassi alla turca" (per la quale, ad esempio, "io dico che Carlo è venuto"... (continuer)
Riccardo Venturi 3/9/2013 - 12:32
Riccardo! Sei una fontana inesauribile di pura sapientia! Farei però un altra piccolissima distinzione. Spinto dalla tua disputa con Bernart, il mio offuscato cervello ha lampeggiato e mi ha ricordato la mia scoperta di qualche mese addietro fatta nella biblioteca del quartiere. Era la "Johan Padan a la descoverta de le Americhe" di Dario Fo, data alle stampe nel 1998 da una casa editrice di Cracovia. Questo monologo è stato tradotto in maniera congeniale, secondo me, da Anna Wasilewska (non credevo che fosse possibile!):
Nel caso delle canzoni di Fabrizio De André il termine grammelot sarebbe più appropiato, secondo me.
Lo so che lo sapete a memoria, quest'altro grammelot del Maestro, ma non riesco a trattenermi è lo vorrei ricordare qua:
Salud!
Nel caso delle canzoni di Fabrizio De André il termine grammelot sarebbe più appropiato, secondo me.
Lo so che lo sapete a memoria, quest'altro grammelot del Maestro, ma non riesco a trattenermi è lo vorrei ricordare qua:
Salud!
Krzysiek Wrona 3/9/2013 - 23:13
"Fontana inesauribile di pura sapientia" ancora non mi era mai capitato di sentirmelo dire; di solito, quando faccio una delle mie tirate linguistiche, la gente scappa via oppure mi tirano una secchiata tratta dalla fontana inesauribile di pura cacca...vabbè! Fa piacere comunque, davvero tanto, credimi. Comunque non mi stupisco che una traduttrice polacca abbia saputo rendere il monologo "ruzantesco" di Dario Fo; in ogni paese esiste un manipolo di traduttori votati all'impossibile, e che ci riescono pure molto bene. Penso a chi ha tradotto in italiano il Finnegans' Wake di Joyce, o a Sergio Solmi che ha affrontato alla perfezione la "Petite cosmogonie portative" di Quéneau. Vale anche per cose più "leggere", come i polizieschi di Camilleri tradotti in francese da Quadruppani, e penso a chi ha dovuto tradurre Gadda in una qualche lingua...
Per quanto riguarda De André, il grammelot vale... (continuer)
Per quanto riguarda De André, il grammelot vale... (continuer)
Riccardo Venturi 4/9/2013 - 00:44
Che dibattito, ragazzi. Che posso dire io? Zavarakatranemia, ileos ileos!
Gian Piero Testa 4/9/2013 - 05:30
Eh, Gian Piero, hai constatato cosa succede con me quando...si invita la lepre a correre :-)
E, fra parentesi, hai aggiunto acqua al mare, o portato carbone a Newcastle come dicono gli inglesi. Nominando "Zavarakatranemia" sei andato a toccare un ulteriore aspetto dell'invenzione linguistica, quella fatta ad arte per dire qualcosa che non si può dire senza farsi capire dalla censura. Le assonanze, i significati reconditi nascosti "sotto il velame de li versi strani". Cose antichissime di cui, peraltro, in Toscana ci intendiamo. Conosci le "burchiellate", vale a dire le composizioni di Domenico Burchiello (1404-1449) che creò tutto un genere chiamato appunto, "poesia alla Burchia" ?
Nominativi fritti e mappamondi,
E l’arca di Noè fra due colonne
Cantavan tutti chirieleisonne
Per l’influenza de’ taglier mal tondi.
La Luna mi dicea: “Ché non rispondi?”
E io risposi: “Io temo di Giasonne,
Però... (continuer)
E, fra parentesi, hai aggiunto acqua al mare, o portato carbone a Newcastle come dicono gli inglesi. Nominando "Zavarakatranemia" sei andato a toccare un ulteriore aspetto dell'invenzione linguistica, quella fatta ad arte per dire qualcosa che non si può dire senza farsi capire dalla censura. Le assonanze, i significati reconditi nascosti "sotto il velame de li versi strani". Cose antichissime di cui, peraltro, in Toscana ci intendiamo. Conosci le "burchiellate", vale a dire le composizioni di Domenico Burchiello (1404-1449) che creò tutto un genere chiamato appunto, "poesia alla Burchia" ?
Nominativi fritti e mappamondi,
E l’arca di Noè fra due colonne
Cantavan tutti chirieleisonne
Per l’influenza de’ taglier mal tondi.
La Luna mi dicea: “Ché non rispondi?”
E io risposi: “Io temo di Giasonne,
Però... (continuer)
Riccardo Venturi 4/9/2013 - 12:03
Saluti a te, Riccardo. Sì, li ricordo i nominativi fritti e i mappamondi, troppo sottovalutati dai nostri professori, e da noi, quando a nostra volta lo fummo. Eppure ci si sarebbe potuti tutti divertire un po' di più. E magari oggi avere un italiano più vivo e duttile di quello in uso.
Gian Piero Testa 4/9/2013 - 14:26
Incredibile...bella quanto l'originale se non di più e non me ne voglia Ricky Gianco. Sono piacevolmente esterrefatta...
Lavinia 6/11/2013 - 13:59
Ho aspettato qualche giorno, Krzysiek, per scrivere qualcosa sulla tua versione polacca di questa strana, strana canzone. Da quando l'ho scritta una sera di qualche mese fa, quasi non me la sono più riguardata; è una sorta di atavico pudore che ho nei confronti di qualsiasi cosa che faccio. Nella canzone c'è una parola che mi definisce interamente: “disassato”. Io sono un disassato cronico, non mi sono mai sentito adeguato a nulla e, a un certo punto, ho pure smesso di cercare di adeguarmi. Scrivo delle cose, per poi chiedermi che cosa io abbia fatto, e dirmi che sarebbe stato meglio andare a farmi un giro -magari proprio alla casa in riva al fiume. Però, per questa canzone che non è una canzone, innestata su un'altra, ho cominciato a percepire da quali dei miei abissi sia provenuta; e questo me la rende sorella. E' una cosa rarissima per le cose da me scritte, forse mi era capitato una sola... (continuer)
Riccardo Venturi 6/11/2013 - 15:25
Un amore (Una giovane signora)
Di Ricky Gianco
Una giovane signora , un’amica affascinante
Una donna strana, con un viso interessante
Un po’ per aiutarmi, un po’ per essere tranquilla,
con la propria coscienza casalinga progressista
che è sensibile all’amore, all’amore di un bel fiore,
che non vuole sapere quando muore il tuo dolore ,
che non vuole sapere quando nasce in te la vita,
tanto tutto finisce, basta crederla finita
mi ha detto: “Vuoi un consiglio, vuoi conoscere il tuo destino?
Vai in via Arzaga a mio nome, c’è un bravissimo indovino,
peserà il tuo dolore, ti sentirai sicuro,
guarderà tra le tue chiappe e leggerà nel tuo futuro”.
Un amore che non sai,
forse non hai saputo mai,
il dolore che mi dai
quando ti guardo e non lo sai.
Certo insistendo presso amici a Busto Arsizio
Potrei conoscere il suo nome, il suo indirizzo
E pagando molto il tuo dentista gentilmente
Mi... (continuer)
Di Ricky Gianco
Una giovane signora , un’amica affascinante
Una donna strana, con un viso interessante
Un po’ per aiutarmi, un po’ per essere tranquilla,
con la propria coscienza casalinga progressista
che è sensibile all’amore, all’amore di un bel fiore,
che non vuole sapere quando muore il tuo dolore ,
che non vuole sapere quando nasce in te la vita,
tanto tutto finisce, basta crederla finita
mi ha detto: “Vuoi un consiglio, vuoi conoscere il tuo destino?
Vai in via Arzaga a mio nome, c’è un bravissimo indovino,
peserà il tuo dolore, ti sentirai sicuro,
guarderà tra le tue chiappe e leggerà nel tuo futuro”.
Un amore che non sai,
forse non hai saputo mai,
il dolore che mi dai
quando ti guardo e non lo sai.
Certo insistendo presso amici a Busto Arsizio
Potrei conoscere il suo nome, il suo indirizzo
E pagando molto il tuo dentista gentilmente
Mi... (continuer)
Riccardo Venturi 6/11/2013 - 15:30
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