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Auteur Duke Ellington

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Johnny Guitar

Johnny Guitar
[1954]
Parole di Peggy Lee
Musica di Victor Young, ispirata ad una delle "12 danzas españolas" del compositore ottocentesco Enrique Granados
Scritta per la colonna sonora del film di Nicholas Ray "Johnny Guitar"

Peggy Lee (1920-2002) è stata una cantante, autrice, compositrice ed attrice gigantesca, di grande eleganza. Di lei Duke Ellington ebbe a dire: "Se io sono il Duca, allora Peggy Lee è la Regina".

Victor Young (1900-1956) è stato un grande compositore di colonne sonore per Broadway e per Hollywood, vincitore di un Oscar e di altri premi prestigiosi.

Nicholas Ray (1911-1979) è stato un grande regista hollywoodiano, autore di film crepuscolari e non convenzionali, amatissimo da registi come Godard, Truffaut, Scorsese e Wenders, il quale ne ritrasse gli ultimi giorni di vita in "Lightning Over Water" ("Lampi sull'acqua – Nick's Movie")

"Johnny Guitar" è un film monumentale, che... (continuer)
Play the guitar, play it again, my Johnny
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 3/11/2019 - 23:04
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Come Sunday

Come Sunday
[1942]
Scritta da Duke Ellington e divenuta subito uno degli standard assoluti della musica jazz.
Nella sua opera forse più ambiziosa, "Black Brown And Beige (A Duke Ellington Tone Parallel To The American Negro)", pubblicata nel 1946, sorta di storia in musica dei neri d'America, parallela a quella allora ancora ufficiale, e bianca, fatta di segregazione, razzismo, soprusi, miseria, linciaggi.
Il brano fu composto per il primo concerto di Ellington alla Carnegie Hall di New York, nel gennaio del 1943, ma non mi pare che poi si trovi in quella registrazione, almeno, come traccia visibile.
La prima interprete della versione cantata (di cui riporto qui il testo), struggente, paradossalmente quasi totalmente priva di accompagnamento musicale, fu Mahalia Jackson nel 1958
Ripresa da una sfilza lunghissima di grandi artisti.
Lord, dear Lord I've loved, God almighty
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 3/4/2019 - 14:06
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Self Evident

Self Evident
[2001]
Album: "So much shouting, so much laughter" (2002)


Più di una canzone, una lunga poesia contro la guerra.

Per questa canzone Ani di Franco è stata accusata di "sputare sulle vittime dell'11 settembre" ed ha avuto seri problemi negli USA. Così vanno le cose nella "più grande democrazia del mondo".

«Well it's difficult to be part of the problem... this song is about the sorrow and the rage to have a goverment that export wrongness»
(Ani's introduction to the song in a concert)

«Beh è difficile essere parte del problema... questa canzone parla del dolore e della rabbia per avere un governo che esporta l'ingiustizia»
(Presentazione di Ani a questa canzone durante un concerto)

Per capire tutti i riferimenti nella canzone possono essere utili alcune note esplicative


AUTOEVIDENTE
L'America fuor di metafora, finalmente
di Monica Pintucci
dalla rivista on-line Segreti di Pulcinella

[...]... (continuer)
Yes,
(continuer)




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