grazie di cuore, in primo luogo, per la traduzione dei testi di questo album e di tutto il ricchissimo materiale che avete raccolto, a beneficio mio e di tutti quelli che passano di qua.
Specialmente per quanto riguarda la Grecia e la sua cultura, questo sito è così generoso nell'offerta e nella contestualizzazione del materiale, che quasi supplisce gli strumenti mancanti - in questa isolata penisola - per farsi un'idea complessiva della tradizione letteraria e musicale dei nostri vicini di casa.
Volevo togliermi la soddisfazione di avanzare un suggerimento - probabilmente inopportuno oltre che cavilloso - sulla resa di "Megara."
Nella seconda terzina, Gian Piero Testa traduce scrivendo che, mentre ad Atene gli uomini stanno davanti ai giudici, a Megara "gli stranieri raccolgono le olive come ladri." Se l'obiettivo di questi stranieri non è quello... (continuer)
Prisca 19/5/2014 - 16:52
Carissima Prisca,
Ho letto la tua interpretazione del verso di "Megara"; naturalmente non ho fatto io la traduzione, e spero che l'attualmente letargico Gian Piero Testa legga. In linea di massima, credo che la tua resa ci possa davvero stare, anche per il fatto che, in greco, ελιά è sia l'albero che la pianta, sia l' "oliva" che l' "olivo".
Ma, ovviamente, lascio la questione a Gian Piero, che spero vorrà intervenire.
Per quanto riguarda il fatto che, da un po' di tempo, ci siano poche cose in greco, credo che risenta almeno un po' dell'autentica "iperattività" che abbiamo avuto negli scorsi anni. In pratica, abbiamo davvero preso tutto o quasi (specialmente Gian Piero) e lo abbiamo tradotto, commentato, glossato, annotato, sviscerato e quant'altro. Sinceramente credo che neppure in Grecia stessa sia mai stata fatta una cosa del genere a proposito della canzone d'autore e della poesia... (continuer)
Carissima Prisca,
ovviamente tocca anche a me di darti una risposta; ma prima lascia che ti ringrazi per l'apprezzamento che esprimi per il nostro del tutto gratuito lavoro, che avrà molti difetti, ma non quello della fredda spocchia accademica e dell'autosufficienza. E approfitto della circostanza per chiedere anche scusa ai visitatori e agli amministratori del letargo in cui sono caduto da qualche tempo. Niente di grave: nonostante l'età sono ancora abbastanza vegeto, ma, nonostante l'età e la saggezza che dovrebbe conseguirne, mi sono come "incartato" nei miei progetti. Insomma mi sono messo troppa carne al fuoco, e, cuoci di qua e friggi di là, i progetti sono ancora tutti in corso, e nessuno si è concluso. Ma tra poco ritorno con alcuni contributi di buon peso.
Rispetto alla tua osservazione sulla mia traduzione di quel verso, ti dico subito che le tue ragioni sono ottime. Avevo... (continuer)
Sono dunque riuscita nel mio scopo principale, cioè farmi dire che, più o meno presto, potrò leggere ancora tanti vostri contributi :)
Scorrendo Google nel pomeriggio, credo di aver raggiunto mio obiettivo secondario, cioè poter dire che, purtroppo, c’è proprio ragione per utilizzare la traduzione più “sanguinaria.”
Lo dico perché, da un documentario del 1974 (di Y. Tsemperopoulos e S. Maniatis), sembra che il testo di F. Ladis si riferisca ad un fatto specifico dell’aprile del 1973.
Nel 1968 la famiglia Onassis aveva “acquistato” dal governo della Giunta un’enorme area agricola nei pressi di Megara, allo scopo di costruirvi un grosso polo petrol-industriale. L’area agricola veniva espropriata, con un piccolo indennizzo, alla popolazione locale. Nel 1971 il contratto con gli Onassis venne ricusato dal governo ed il terreno nazionalizzato, per venir poi rivenduto... (continuer)
Colpisco ancora ma lascio a metà le introduzioni :-)
Sarà bene quindi ripigliare questa pagina e terminarla...come dire, un po' di autocritica ci sta sempre bene, e fa parecchio bene alla salute...
grazie di cuore, in primo luogo, per la traduzione dei testi di questo album e di tutto il ricchissimo materiale che avete raccolto, a beneficio mio e di tutti quelli che passano di qua.
Specialmente per quanto riguarda la Grecia e la sua cultura, questo sito è così generoso nell'offerta e nella contestualizzazione del materiale, che quasi supplisce gli strumenti mancanti - in questa isolata penisola - per farsi un'idea complessiva della tradizione letteraria e musicale dei nostri vicini di casa.
Volevo togliermi la soddisfazione di avanzare un suggerimento - probabilmente inopportuno oltre che cavilloso - sulla resa di "Megara."
Nella seconda terzina, Gian Piero Testa traduce scrivendo che, mentre ad Atene gli uomini stanno davanti ai giudici, a Megara "gli stranieri raccolgono le olive come ladri." Se l'obiettivo di questi stranieri non è quello... (continuer)