Bellissima anzi ottima discussione, almeno qualcuno si accorge che prima dei piemontesi eravamo uno dei popoli più sviluppati in europa con la prima ferrovia italiana(la Napoli-Portici) un livello industriale maggiore del nord italia e un fondo economico invidiabile a molti stati europei e soprattutto avevamo un re che parlava napoletano ed era molto vicino al popolo, anche se nelle zone più limitrofe esisteva il latifondo come ci dimostra il Gattopardo ma i piemontesi non sono certo venuti per togliercelo. ho fatto questa lunga premessa per dire che voglio credere che il testo di Brigante se more sia scritto da Eugenio Bennato ma non bisogna dimenticare il retroterra culturale di questo cantante e sopratutto i luoghi in cui ha vissuto. Secondo me questa canzone non è altro che l'epilogo di una minuziosa ricerca nei comportamenti, nelle tradizioni, negli usi e costumi del popolo meridionale.... (continuer)
4/10/2007 - 23:05
ho 16anni e mi chiamo "fiestina".abito a siena ma la mia famiglia materna è lucana compreso il mio ragazzo.ho sempre ascoltato fin da piccola questa canzone con grande gioia ma nn avevo mai capito perfettamente cosa volesse dire fino a oggi.questa canzone mi da ogni giorno k passa sempre nuove emozioni..ank perchè adoro sentir parlare il lucano.è una grande composizione.
SONO FIERA DI ESSERE LUCANA!
io mi chiamo liuda e mi piace un ragazzo che si chiama francesco
Io ho un fratello che si chiama Francesco ma ha 52 anni e è sposato con due figli. Gli passo comunque il tuo nome casomai ti garbassero un po' stagionati. Saluti! [RV]
Maldigo del alto cielo
L'altra faccia di "Gracias a la Vida"
Ho trovato sul blog Nuevas Luces questa canzone della Parra, "Maldigo del alto cielo"... Anche questa non è propriamente una canzone contro la guerra, sebbene alcune strofe siano abbastanza esplicite in questo senso ("Maldigo... también la paz y la guerra", "Maldigo la solitaria figura de la bandera, maldigo cualquier emblema"...)
Come sottolinea, mi pare giustamente, il curatore del blog, sembra quasi trattarsi de "la otra cara de Gracias a la Vida"... Posto qui il testo, vedete voi se includerlo o meno fra le CCG, se conservarlo come commento o se non c'entra proprio nulla...
Maldigo del alto cielo
la estrella con su reflejo
maldigo los azulejos
destellos del arroyuelo
maldigo del bajo suelo
la piedra con su contorno
maldigo el fuego del horno
porque mi alma está de luto
Maldigo los estatutos
del tiempo con sus... (continuer)
Alessandro 8/10/2007 - 15:18
Più che una canzone contro la guerra, una canzone contro, punto.
E' una canzone contro tutto e contro tutti, uomini, animali, cose, elementi, contro il mondo e l'universo intero, maledetti dal furore di una donna tradita. Bellissima, una delle mie preferite; come dice giustamente Alessandro, è l'altra faccia di Gracias a la vida... Grande Violeta!
Salve a tutti,
mi sto occupando in questo periodo di sapere qualcosa in più su questa canzone stupenda, sul significato e sulle origini. Devo dire che siete eccellentemente esaustivi.
L'interesse in me lo ha suscitato il gruppo di canzoni popolari "MATTANZA" di Reggio Calabria, il quale esegue una versione "vitti na crozza" di altissima qualità artistica, ripulendo inoltre il pezzo dal ritornello "tirullallero ecc". Vi invito vivamente a fornirvi di questa versione e non ve ne pentirete davvero.
Per quanto riguarda le origini e la paternità mi sento di poter dire, alla luce delle testimonianze da parte delle persone più anziane, di essere in piena sintonia con Bafurno ed in più aggiungo che, secondo me, Li Causi ha attribuito degli accordi ad una melodia. In pratica ha armonizzato una melodia preesistente su una poesia preesistente.
Pasquale Mercuri
La canzone è stupenda...gli argomenti trattati valevano in quel periodo ma mai come oggi...i problemi sono aumentati e l'alienazione della società è diventata omologazione.
Cari compagni che consultate il materiale storico su SILVIO CORBARI E IRIS VERSARI dovete sapere che esiste un particolare che rappresenta una mostruosa VERGOGNA: sul lampione dove furono appesi i corpi degli eroi della resistenza SILVIO E IRIS,in piazza Saffi a Forlì, è stato lasciato il macabro simbolo del fascismo. Sì, sul lampione di SILVIO E DI INES, oltre alla lapide che ricorda il loro eroico sacrificio c'è ancora lo stemma del fascio e nessuno, nè l'ANPI nè altri si sono adoperati per toglierlo. A me pare un oltraggio alla memoria dei nostri due eroi. (Potete constatare di persona recandovi in piazza Saffi a Forlì sotto al lampione posto nell'angolo nord-ovest verso via Diaz.)
BRUNO FUSARI - RAVENNA 4/10/2007 - 16:35
Carissimo compagno Bruno Fusari,
Hai fatto bene a segnalare questa cosa. Ma molto, molto bene. Posso permettermi di dare un suggerimento assai pratico e spiccio?
Qualcuno prenda due rotoli di scotch da pacchi, di quello bello spesso. Si rechi in piazza Saffi, a Forlì, e lo avvolga ben bene a coprire quei simboli di oppressione e di morte.
Porti con se un cartello, con scritto questa cosa:
A questo lampione, il 18 agosto 1944, furono appesi i corpi di Iris Versari e Silvio Corbari, partigiani, una donna libera e un uomo libero. Su questo lampione si trovano ancora i simboli del fascismo assassino. Noi oggi li copriamo in modo da non danneggiare minimamente il lampione. Chi voglia rimuovere il nastro adesivo e riportarli alla luce, se ne assuma la responsabilità politica. Dei cittadini forlivesi e romagnoli antifascisti.