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Parcour Le génocide arménien

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Emmenez-moi

Emmenez-moi
[1968]
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Charles Aznavour
Musica / Music / Musique / Sävel: Georges Garvarentz

Giovedì 11 aprile 2024 esce nelle sale il nuovo film di Robert Guédiguian, E la festa continua!. In questo film, come in quelli meravigliosi che lo hanno preceduto (di cui alcuni sono attualmente visibili gratuitamente sulla piattaforma Arte Tv) si parla di resistenza e di futuro. Nella colonna sonora c'è una canzone, Emmenez-moi ed è per questo che propongo al sito di pubblicarla. Aggiungo alcune righe di commento estratte dalle recensioni sul film. [Paolo Rizzi]


E la festa continua! inizia con il ricordo di una tragedia vicina. Nel quartiere L’Estaque di Marsiglia il 5 Novembre del 2018 crollano due palazzine. Ora lì c’è un vuoto che Guédiguian inquadra più volte, come una boa narrativa per non farci perdere la rotta del suo discorso. Orientando la sguardo del presente con... (continuer)
Vers les docks où le poids et l'ennui
(continuer)
envoyé par Paolo Rizzi 9/4/2024 - 18:08
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Մախմուր Աղջիկ

Մախմուր Աղջիկ
Makhmur Aghjik
[1960]

բանաստեղծություն / Poesia / A Poem by / Poème / Runo:
Silva Kaputikian [Սիլվա Կապուտիկյան]

Երաժշտություն / Musica / Music / Musique / Sävel :
Khachatur Avetisyan [Խաչատուր Ավետիսյան]

Կատարող / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
1.Arpi Alto [Արփի Ալտո]

2. Varduhi Khachatryan[ Վարդուհի Խաչատրյան]

3. Ani Kharatyan [Անի Խառատյան]

I versi che seguono sono della poetessa armena contemporanea Tatev Chakhian . La traduzione in inglese è di Lucille Janinyan.



italiano
english
լեզու

RETROSPETTIVA

Un tempo vivevamo lentamente
in tempo di pace.
Ciò che era perduto alla fine fu ritrovato
la vita era un posto sicuro in cui vivere,
e anche svanire volontariamente.
Dio veniva ricordato nelle occasioni importanti,
nella sfortuna, lo invocavamo
per tenerci presenti... e Dio lo ha fatto!

La nostra vita -
un'ora guadagnata in un tempo... (continuer)
Մախմուր աղջիկ,[1]
(continuer)
envoyé par Riccardo Gullotta 30/9/2023 - 22:42
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Y

Y
2021
Green Line

Ora questa cantante e compositrice nata in Libano pubblica (dopo il precedente Manifesto Anti-War del 2015 per Rosa Selvaggia (Obscure Label) il suo secondo disco intitolato Green Line. La Tekeyan in realtà è di origini armene e ha sempre avuto particolare attenzione al tema del genocidio armeno. Non a caso l’album è uscito il 24 aprile in occasione dell’anniversario dei 106 anni di questo tragico massacro. Il titolo “Green Line” si riferisce invece alla “linea verde” che divideva cristiani e musulmani nel corso della guerra civile in Libano. C’è un aspetto biografico nel suo insistere sull’argomento della guerra in quanto ha coinvolto lei e la sua famiglia. Si può dire che quello di Rita Tekeyan sia un tributo alle vittime di qualsiasi genocidio ed orrore perpetrato dalla guerra. Così la musica contenuta in Green Line cerca di dar voce alla memoria di eventi drammatici... (continuer)
Bare foot, walking in the desert naked
(continuer)
envoyé par Dq82 27/2/2023 - 17:34
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Impressions d'Arménie

Impressions d'Arménie
Una composizione per ricordare il Grande Male, ossia il genocidio degli Armeni.
2/2/2023 - 13:54
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Բինգյօլ

Բինգյօլ
Bingyol
[1941]

բանաստեղծություն / Poesia / A Poem by / Poème / Runo / Şiir:
Avetik Sahak Isahakyan [Ավետիք Սահակի Իսահակյան]

Երաժշտություն / Musica / Music / Musique / Sävel / Müzik :
Anonimo

Կատարող / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulavat / Tarafından gerçekleştirilen :

1. Element Band
Album: Oo

2. Haig Yazdjian
Album: Garin

3. Lusik Koshyan [Լուսիկ Քոշյան ]

4. Sarine Sagherian [Սարինա Քրոս]

5.Sona Rubenyan [Սոնա Ռուբենյան]]

6. Seven Eight Band

La canzone è la trasposizione in musica di una poesia struggente dell’armeno Avetik Sahak Isahakyan [Ավետիք Սահակ Իսահակյան]. Questa, come tante altre sue composizioni, ha come tema centrale il genocidio armeno. La popolazione di Bingöl fu deportata nel 1915 anche a marce forzate verso zone desertiche, gran parte morirono di stenti.

Isahakyan visse in pieno la persecuzione turca culminata nella tragedia del genocidio.... (continuer)
Երբ բաց եղան գարնան կանաչ դռները, [1]
(continuer)
envoyé par Riccardo Gullotta 20/10/2022 - 09:52
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Yes kou aperet

Yes kou aperet
Եքու ափերէդ...
Yekʿu apʿered...

2015
Manifesto Anti-War EP

Original Armenian poem by Avedis Tekeyan (Extracted from his book Behesnihayut'yan koġkotan 1914-1918 – The Tragedy of Armenians of Behesni 1914-1918, published in Beirut 1956)

“Yekʿu apʿered...” è un testo poetico scritto dal nonno paterno di Rita, Avedis Tekeyan, anch’egli artista, che qui è stato messo in musica: la raffinata base formata dal piano e dal synth, le voci sommesse in lontananza, il canto accorato e partecipe, tutto questo concorre a disegnare lo scenario di un dolore senza speranza.
Ես քու ափերէդ բռնի հեռացած, [1]
(continuer)
envoyé par dq82 16/9/2021 - 21:58
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Պիտ պաշտպանեմ

Պիտ պաշտպանեմ

Pit Pashtpanem

2015
Hay Mna
Մանուկ հասակից լսում եմ պապերիս ձայնը*
(continuer)
envoyé par Dq82 3/5/2021 - 11:43
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Ապրելու Ապրիլ

Ապրելու Ապրիլ
Aprelu April
[2015]

Performers: Inga and Anush Arshakyans
Lyrics by Avet Barseghyan
Music by Mané Hakobyan
Arranged by Martin Mirzoyan
Չեն սպիանում անցած դարի վերքերս,
(continuer)
envoyé par Dq82 3/5/2021 - 11:26
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Ախ Ինչ Լավ Են

Ախ Ինչ Լավ Են
Ax Inčʻ Lav En
[1902]

Խոսքեր և Երաժշտություն / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
Hovhannes Tumanyan [Հովհաննես Թումանյան]

Կատարող / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulavat :
1. Hakob Babayan, Alin Demirdjian

2. Alina Manoukian
ալբոմ / Album: Na Mi Naz Ouni [2012]

3. Live

4. Live in Naregatsi Art Institute, Yerevan

1915: il genocidio degli Armeni

Dal racconto di Anny Romand, autrice di Mia nonna d’Armenia, basato sul diario della nonna Serpouhi Hovaghian
Aveva 22 anni, Serpouhi, quando una mattina accade l’irreparabile. Guardie turche bussano alla porta, intimano a tutti di uscire, saccheggiano la casa. Lei viene separata dal marito Karnik, che non rivedrà mai più, sarà massacrato insieme agli altri uomini. In braccio Aïda (appena nata), stretto a lei Jiraïr (quattro anni), Serpouhi si ritrova tra le carovane di donne in... (continuer)
Ա՜խ, ի՜նչ լավ են սարի վըրա [1]
(continuer)
envoyé par Riccardo Gullotta 2/5/2021 - 22:50
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Կանչում եմ, արի, արի

anonyme
Կանչում եմ, արի, արի
Kanchoum em ari ari
[ tradizionale ]

Խոսքեր և Երաժշտություն / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
anonimo

Կատարող / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulavat :
Vigen Hovsepyan

È una ballata tradizionale armena, di origine Hemşin[ Համշինի ], databile tra il XVII e XVIII secolo.
Da notare nell’esecuzione di Vigen Hovsepyan l’assolo di Harutyun Chkolyan al duduk , un legno presente nella musica folk armena. Lo si può vedere nella foto seguente; tra i tre rom armeni due suonano il duduk.
Կանչում եմ արի, արի [1]
(continuer)
envoyé par Riccardo Gullotta 8/10/2020 - 21:48
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Millions of Lives

Millions of Lives


24 April 2015 was the 100th Anniversary of the extermination of Armenians by the Turks of Ottoman Empire. Unfortunately, on the eve of the centennial many countries haven’t yet recognized the fact of Genocide.

Being confident that our duty to our nation and to the whole humanity in general is the struggle against such violence, representatives of Armenian culture, the three friends Karen Margaryan, Tigran Petrosyan and Grisha Aghakhanyan, together with KMsounds Production and under the patronage of Armenian First Lady Rita Sargsyan, have initiated a musical project, in which outstanding representatives of international culture to remind once again the World about the verity of the Genocide and to call upon to stop coercion and any kind of violence in the world.

On April 19, 2015, the premiere of the “Millions of Lives” video clip took place, in commemoration of the 100th anniversary of... (continuer)
Come and sit with me a while
(continuer)
envoyé par Dq82 22/8/2020 - 10:13
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Nagorny Karabach

Nagorny Karabach
Da più di trent'anni esiste, nel Caucaso meridionale, un conflitto armato "congelato", che insanguina la regione del Nagorny Karabakh, lascito dell'imperialismo russo e del caos seguito alla crisi dell'URSS.

Le ragioni storiche del conflitto risalgono alla prima metà del diciannovesimo secolo, quando l’impero russo mise in atto un processo di cristianizzazione del Caucaso meridionale, dopo la sconfitta della Persia e il conseguente trattato di pace di Turkmenchay (1828), trasferendo in maniera coatta 50.000 armeni provenienti dalla Persia nella regione, in particolare nei khanati azeri di Karabakh e Erevan.
A questa ondata migratoria seguirono altri flussi migratori favoriti dal governo russo, che cambiarono definitivamente gli equilibri demografici dell’area, con scontri su base etnica nel 1905 e nel 1919, prodromici al conflitto del Nagorny Karabakh iniziato nel 1988.

Dopo anni di... (continuer)
Die Stadt liegt unter Nebel
(continuer)
envoyé par Gianfranco Causapruna 12/9/2019 - 23:20
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Giorni senza memoria

Giorni senza memoria
25 aprile 2019
Giorni senza memoria

Nabil Bey: voce, bouzouki, chitarra acustica, bendir
Michele Lobaccaro: basso elettrico, contrabbasso elettrico, chitarre acustiche, cori
Mirko Signorile: pianoforte
Pippo Ark D’Ambrosio: batteria, percussioni a cornice
Adolfo La Volpe: chitarra elettrica, oud, basso elettrico
Special Guest: Massimo Zamboni: chitarra elettrica

Il brano intende essere un invito a riflettere su questi temi superando visioni parziali colonialistiche ed “eurocentriche” per contribuire alla costruzione attiva di una memoria viva e sempre in dialogo con l’attualità, Il tutto in un’ottica di speranza come suggerisce il ritornello: “Per leggi incomprensibili dopo il buio sai nascerà una luce”, che forse è rappresentata proprio da quella linea che collega il cervello al cuore e che viene tracciata da una bambina nel videoclip.
Nel testo si ricordano una serie di genocidi... (continuer)
Storni in aria attraversano
(continuer)
envoyé par Dq82 + adriana 10/6/2019 - 20:35
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Pour toi Arménie

Pour toi Arménie
Aida, Alberto Radius, Alberto Solfrini, Alessandra Mussolini, Angelo Giordano, Antonella Bucci, Antonella Roggero, Bernardo Lanzetti, Bravo, Christian, Contourella Family, Cristiano Malgioglio, Daiano, Dario Baldan Bembo, Decibel, Dori Ghezzi, Enrico Musiani, Enzo Jannacci, Eugenio Finardi, Fabioelisa, Francesco Baccini, Franco Simone, Franz Di Cioccio, Gazebo, Gepy, Gianfranco Manfredi, Gianni Bella, Gianni Dei, Gigliola Cinquetti, Gilda Giuliani, Gino De Stefani, Gino Paoli, Camaleonti, Iva Zanicchi, Strana Società, Lara St. Paul, Lorella Cuccarini, Luciano Rossi, Manuel De Peppe, Maria Pia Fanfani, Maria Scicolone, Marina Barone, Mario Castelnuovo, Mark Fontaine, Massimo Boldi, Mauro Lusini, Meccano, Memo Remigi, Mia Martini, Michele Pecora, Mietta, Milva, Mimmo Cavallo, Mino Reitano, Nilla Pizzi, Orietta Berti, Pierangelo Bertoli, Pino D'Angiò, Ricky Gianco, Rodolfo Grieco, Sabrina, Scarlet, Scialpi, Sergio Conte, Sergio Endrigo, Stefano Rosso, Tony Dallara, Tullio De Piscopo, Vittorio Gassman, Vivien Vee
PER TE ARMENIA
(continuer)
envoyé par Dq82 23/4/2017 - 21:15
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Elle reste là

Elle reste là
[1997]
Parole e musica di Aram Sédèfian (1944-), autore, compositore, interprete francese di origine armena, della regione di Erzurum, Anatolia orientale.
Nel disco intitolato “Ces moments là”
Testo trovato sul sito dell’autore

La famiglia di Aram Sédèfian era originaria di Erzurum (Karin, nella traslitterazione dall’armeno), una provincia dove tradizionalmente risiedeva una consistente comunità armena. Ma nel 1894–96 e poi nel 1915, nel periodo dei "Tre Pascià", il triumvirato retto Ismail Enver, Ahmed Djemal e Mehmed Talat Pasha, proprio Erzurum divenne uno dei luoghi dove gli armeni furono maggiormente perseguitati e massacrati dagli ottomani. E nel 1915 i “Giovani Turchi”, autori della rivoluzione nel 1908, erano già saldamente al potere, nucleo originario di quella che, dopo la Grande Guerra, sarebbe diventata la nuova Turchia kemalista.

Una donna sola e disarmata, nel giardino... (continuer)
Elle reste là, à les attendre
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 13/6/2016 - 13:57
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Anatolienne

Anatolienne
[1997]
Parole e musica di Aram Sédèfian (1944-), autore, compositore, interprete francese di origine armena, della regione di Erzurum, Anatolia orientale.
Nel disco intitolato “Ces moments là”
Testo trovato sul sito dell’autore

La famiglia di Aram Sédèfian era originaria di Erzurum (Karin, nella traslitterazione dall’armeno), una provincia dove tradizionalmente risiedeva una consistente comunità armena. Ma nel 1894–96 e poi nel 1915 proprio Erzurum divenne uno dei luoghi dove gli armeni furono maggiormente perseguitati e massacrati dagli ottomani, che nel 1915 erano già quei “Giovani Turchi” autori della rivoluzione nel 1908 e consolidatisi al potere come “İttihat ve Terakki Cemiyeti” (Comitato per l’Unione e il Progresso) a partire dal 1912-13, l’abbozzo di quella che, dopo la Grande Guerra, sarebbe diventata la nuova Turchia kemalista.
C'est une musique anatolienne
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 13/6/2016 - 11:36
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De l'autre côté de la mer

De l'autre côté de la mer
[2012]
Parole e musica di Aram Sédèfian (1944-), autore, compositore, interprete francese di origine armena, della regione di Erzurum, Anatolia orientale.
Nel disco intitolato “Instants Volés”, con Jean-Pierre Auffrédo
Testo trovato sul sito dell’autore

La famiglia di Aram Sédèfian era originaria di Erzurum (Karin, nella traslitterazione dall’armeno), una provincia dove tradizionalmente risiedeva una consistente comunità armena. Ma nel 1894–96 e poi nel 1915 proprio Erzurum divenne uno dei luoghi dove gli armeni furono maggiormente perseguitati e massacrati dagli ottomani, che nel 1915 erano già quei “Giovani Turchi” autori della rivoluzione nel 1908 e consolidatisi al potere come “İttihat ve Terakki Cemiyeti” (Comitato per l’Unione e il Progresso) a partire dal 1912-13, l’abbozzo di quella che, dopo la Grande Guerra, sarebbe diventata la nuova Turchia kemalista.
Je sais qu'il me faudra partir
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 13/6/2016 - 11:20
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Du côté d'Erzeroum

Du côté d'Erzeroum
[1997]
Parole e musica di Aram Sédèfian (1944-), autore, compositore, interprete francese di origine armena, della regione di Erzurum, Anatolia orientale.
Nel disco intitolato “Ces moments là”
Testo trovato sul sito dell’autore

La regione di Erzurum (Karin, in armeno traslitterato) fu epicentro sia dei massacri di armeni ed assiri di fine ottocento (1894-96), sia del genocidio armeno del 1915, entrambi ad opera dei vertici dell’impero ottomano. Quando i sovietici occuparono l’area nel 1916, dei 20.000 armeni che componevano la comunità di Erzurum non ne rimanevano che poche centinaia...
Deux vieux passeports
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 12/6/2016 - 21:56
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Le papier d'Arménie

Le papier d'Arménie
[2012]
Parole e musica di Erwan Séguillon, dit R.wan
Nel suo disco intitolato “Peau Rouge”
Testo trovato sul sempre interessante l'histgeobox, cui rimando per la lunga e approfondita introduzione.
Ricordo che “l'histgeobox” è una risorsa didattica francese per gli insegnanti di storia e geografia nelle scuole superiori.

Una canzone sul massacro degli armeni ad opera dei turchi ottomani, avvenuto 100 anni fa, il primo genocidio del XX° secolo.

Curiosa l’assonanza tra il nome bretone dell’autore e quello della capitale dell’Armenia, Erevan...

La “carta d’Armenia” è oggi una delle superstiti, insieme alla “carta d’Eritrea”, tra le cosiddette “carte medicinali”, ossia quei deodoranti sanificanti molto diffusi tra il XVII° e l'inizio del XX° secolo, i quali si presentano sotto forma di carta da bruciare senza fiamma.
Le papier d'Arménie, le passeport d'Aznavour (1)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 5/6/2016 - 21:50
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Գինի լից

anonyme
Գինի լից
Gini lits
[1921?]
Canzone armena che celebra l’assassinio del Gran Visir dell’impero ottomano Mehmed Talât Pasha, avvenuto a Berlino il 15 marzo 1921 ad opera di Soghomon Tehlirian (Սողոմոն Թեհլերեան), militante rivoluzionario armeno, con la determinante collaborazione logistica dei servizi segreti britannici.

Mehmed Talât Pasha era stato uno degli uomini politici più influenti dell’impero ottomano durante la Prima guerra mondiale ed il mandante del genocidio armeno. Gli inglesi, alla fine della guerra, avrebbero voluto arrestarlo e processarlo per i suoi crimini, e non solo per il massacro della popolazione armena, ma poi, per motivi di opportunità diplomatica (Talât Pasha si era rifugiato a Berlino dove godeva di piena protezione), preferirono lasciarlo alla vendetta dei perseguitati. Mehmed Talât Pasha era infatti considerato dagli armeni come l’ “Hitler turco”, il n° 1 nella lista... (continuer)
Աշխարհ սարսափ հայի ահը,
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 19/1/2015 - 13:39




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