La recensione di antiwarsongs.org mandata in onda da RSI-Rete Due (Radiotelevisione Svizzera Italiana) il 3.5.2024.
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Riccardo Venturi 16/10/2024 - 06:43
Aremu rindineddha
[pubbl. / publ. 1900]
Poesia di Giuseppe Aprile
A poem by Giuseppe Aprile
(Calimera, 1878 /1864?/ - 1944)
Musica / Music: m.o Costanzo (?)
Raccolta / Collection:
Alan Lomax / Diego Carpitella, 1954
Martano, Salento, Italia
Non ci può essere alcun dubbio sul fatto che questo (peraltro assai celebre) canto in griko salentino appartenga al medesimo "filone" storico e psicologico italiano meridionale di Riturnella: la rìnnina del canto calabrese e la rindineddha del canto salentino sembrano parenti strette. Così come il canto calabrese, anche Aremu rindineddha è generalmente percepito come un canto di emigrazione, e su questo -immaginiamo- avrebbe avuto molto da dirci il nostro scomparso amico Franco Corlianò, il cui Klama è oramai diventato, nella coscienza di molti delle sue zone e in Grecia, un canto popolare. Ma poiché Franco Corlianò (al quale va il nostro ricordo) non può dirci,... (continua)
Poesia di Giuseppe Aprile
A poem by Giuseppe Aprile
(Calimera, 1878 /1864?/ - 1944)
Musica / Music: m.o Costanzo (?)
Raccolta / Collection:
Alan Lomax / Diego Carpitella, 1954
Martano, Salento, Italia
Non ci può essere alcun dubbio sul fatto che questo (peraltro assai celebre) canto in griko salentino appartenga al medesimo "filone" storico e psicologico italiano meridionale di Riturnella: la rìnnina del canto calabrese e la rindineddha del canto salentino sembrano parenti strette. Così come il canto calabrese, anche Aremu rindineddha è generalmente percepito come un canto di emigrazione, e su questo -immaginiamo- avrebbe avuto molto da dirci il nostro scomparso amico Franco Corlianò, il cui Klama è oramai diventato, nella coscienza di molti delle sue zone e in Grecia, un canto popolare. Ma poiché Franco Corlianò (al quale va il nostro ricordo) non può dirci,... (continua)
Aremu rindineddha-mu
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" 1/3/2018 - 22:01
Lili Marleen
(2016)
Singolo, inedita in album
Singolo, inedita in album
La Lili Marleen dei Baustelle non è una cover della famosissima canzone, ma il riferimento alla guerra, nel testo, è palese. Si parla di Parigi, città occupata dalle SS e negli ultimi anni presa di mira dallo Stato islamico. Si parla di Allah e di Dio, di kalashnikov e kamikaze. Si cita David Bowie: pensando a Heroes, con l’immagine del muro di Berlino sullo sfondo, il riferimento appare tuttaltro che casuale. E poi Joseph Kosma, Jacques Prevert (il primo ha messo in musica alcune poesie del secondo), Michel Houellebecq (scrittore accusato prima di “islamofobia” e poi di essere un simpatizzante dell’Islam) e il poeta Guillaume Apollinaire.
La Stampa
La Stampa
Siamo bambini rapiti sepolti in un bar
(continua)
(continua)
inviata da Letizia 28/2/2018 - 23:42
Sarajevo
(2014)
All You Can Do
feat. Dia Frampton
Interpretata dal vivo anche con Raquel Rodriguez
All You Can Do
feat. Dia Frampton
Interpretata dal vivo anche con Raquel Rodriguez
This song is about the story of Admira and Bosko, a couple killed in Sarajevo during the Bosnian Civil War in 1994. One was Muslim and one was Christian and they were shot trying to flee the city. My mom comes from a Christian family and my dad is Jewish and I wanted to write a song about the transcendental power of love. - Watsky
*
La canzone parla della storia di Admira e Bosko, una coppia uccisa a Sarajevo durante la guerra civile nel 1994. Lei era musulmana e lui cristiano e furono uccisi mentre cercavano di scappare dalla città. Mia mamma viene da una famiglia cristiana e mio papà è ebreo, e volevo scrivere una canzone sul potere trascendente dell'amore. - Watsky
*
La canzone parla della storia di Admira e Bosko, una coppia uccisa a Sarajevo durante la guerra civile nel 1994. Lei era musulmana e lui cristiano e furono uccisi mentre cercavano di scappare dalla città. Mia mamma viene da una famiglia cristiana e mio papà è ebreo, e volevo scrivere una canzone sul potere trascendente dell'amore. - Watsky
And they wonder what our parents say
(continua)
(continua)
28/2/2018 - 23:15
Percorsi:
Guerre nei Balcani negli anni '90
Raskrsnice Sarajeva
Dall'album "Zaboravljeni grad" del 1993.
Srušena su draga mjesta, moja ulica,
(continua)
(continua)
inviata da Monia 28/2/2018 - 22:36
Percorsi:
Guerre nei Balcani negli anni '90
Campesino
2015
Foc!
A “Campesino” hi apareixen fragments de veu de José Mújica, Che Guevara, Rigoberta Menchu i Fidel Castro.
Foc!
A “Campesino” hi apareixen fragments de veu de José Mújica, Che Guevara, Rigoberta Menchu i Fidel Castro.
"Yo soy campesino puro
y no empecé la pelea,
pero si me buscan ruido
la bailan con la más fea"
Cançó popular dels guerrillers del sud de Tolima (Colòmbia)
y no empecé la pelea,
pero si me buscan ruido
la bailan con la más fea"
Cançó popular dels guerrillers del sud de Tolima (Colòmbia)
Cau el sol, cau el món als cerros invisibles
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 28/2/2018 - 17:44
Il mare di Valona
2014
Fuori dal pozzo
Fuori dal pozzo
E fu mio padre a farmi scendere
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 28/2/2018 - 15:45
Conformismo e resistencia
2000
The punks are alright
The punks are alright
Colocamos correntes
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 28/2/2018 - 12:11
Percorsi:
Genocidio dei Nativi Americani
The Civil War
2014
เกิดได้งัย กับสังคมไทย ฆ่ากันตายเพราะปัญหาของการเมือง
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 28/2/2018 - 12:00
Marseljeesi
anonimo
No, this is not a translation of the Irish Marseillaise or the German »Reveille«. Nor is it a Finnish version of the French national anthem, but one of its offsprings, numerous songs of freedom, struggle, and labor, inspired by the French revolution. In Finland, the Marseillaise in its different versions was one of the most popular workers songs of the early 1900s. The author of the Finnish lyrics is unknown.
The song (1st and 3rd stanza) was performed by KOM-teatteri on their 1972 album »Kansainvälinen« (The Internationale)
The song (1st and 3rd stanza) was performed by KOM-teatteri on their 1972 album »Kansainvälinen« (The Internationale)
Jo nosta pääsi, köyhä kansa.
(continua)
(continua)
inviata da Juha Rämö 27/2/2018 - 23:36
The Band: The Weight
1968
Probabilmente la più famosa delle canzoni della band canadese, una canzone evocativa, costantemente in equilibrio tra il sacro e il profano, tra versi evocativi, biblici. In continue allegorie, narra la storia di un uomo partito per portare qualcosa di buono, di portare un peso da togliere agli altri, ma trova ciò che no si aspetta: la diffidenza e la rassegnazione altrui. Così stanco decide di tornare a casa dove può sollevare questo suo peso, necessita di cambiamento. Per una lettura più attenta e dettagliata vedere questo link La filosofia della donnola
The Weight è una canzone del 1968 del gruppo canadese The Band, pubblicata come singolo, ed estratta dal loro album di debutto Music from Big Pink.
The Weight è una delle canzoni più conosciute del gruppo, e una fra le più celebri della controcultura della fine degli anni sessanta.
L'importanza del brano è stata testimoniata... (continua)
Probabilmente la più famosa delle canzoni della band canadese, una canzone evocativa, costantemente in equilibrio tra il sacro e il profano, tra versi evocativi, biblici. In continue allegorie, narra la storia di un uomo partito per portare qualcosa di buono, di portare un peso da togliere agli altri, ma trova ciò che no si aspetta: la diffidenza e la rassegnazione altrui. Così stanco decide di tornare a casa dove può sollevare questo suo peso, necessita di cambiamento. Per una lettura più attenta e dettagliata vedere questo link La filosofia della donnola
The Weight è una canzone del 1968 del gruppo canadese The Band, pubblicata come singolo, ed estratta dal loro album di debutto Music from Big Pink.
The Weight è una delle canzoni più conosciute del gruppo, e una fra le più celebri della controcultura della fine degli anni sessanta.
L'importanza del brano è stata testimoniata... (continua)
I pulled into Nazareth, was feelin' about half past dead
(continua)
(continua)
inviata da Dave21 27/2/2018 - 00:27
Another Day in Paradise
Album: ...But Seriously - 1989
Così come il brano Man on the Corner, scritto da Collins ai tempi in cui faceva parte dei Genesis, Another Day in Paradise affronta il tema dei senzatetto, con uno stile musicale completamente diverso da quello utilizzato dal cantante fino a quel momento.
Così come il brano Man on the Corner, scritto da Collins ai tempi in cui faceva parte dei Genesis, Another Day in Paradise affronta il tema dei senzatetto, con uno stile musicale completamente diverso da quello utilizzato dal cantante fino a quel momento.
She calls out to the man on the street
(continua)
(continua)
inviata da Dave21 27/2/2018 - 00:16
27 di otubar
[1917-18]
Versi di Ercole Carletti (1877-1946), poeta, drammaturgo e linguista friulano. In “Poesie friulane”, Udine, 1920 (con prefazione di Bindo Chiurlo, 1886-1943, critico letterario e poesta friulano).
Musica di Arturo Zardini, l’autore di Stelutis Alpinis, in “Canti friulani”, 1925
Un canto che fa parte del repertorio del Coro Marmolada e che infatti ho tratto da “Canti friulani di Arturo Zardini - Opera omnia”, a cura di Sergio Piovesan, gennaio 2018
Una delle conseguenze meno note della disfatta di Caporetto dell’ottobre/novembre 1917 fu l’esodo di almeno 600.000 civili friulani e veneti, parecchi dei quali morirono nella fuga scomposta e per nulla organizzata né aiutata dall’esercito italiano in rotta, una pagina di storia assolutamente negletta, per via della propaganda militare, della retorica vittoriosa del fascismo successivo e del fatto che, come in tutte le guerre, la... (continua)
Versi di Ercole Carletti (1877-1946), poeta, drammaturgo e linguista friulano. In “Poesie friulane”, Udine, 1920 (con prefazione di Bindo Chiurlo, 1886-1943, critico letterario e poesta friulano).
Musica di Arturo Zardini, l’autore di Stelutis Alpinis, in “Canti friulani”, 1925
Un canto che fa parte del repertorio del Coro Marmolada e che infatti ho tratto da “Canti friulani di Arturo Zardini - Opera omnia”, a cura di Sergio Piovesan, gennaio 2018
Una delle conseguenze meno note della disfatta di Caporetto dell’ottobre/novembre 1917 fu l’esodo di almeno 600.000 civili friulani e veneti, parecchi dei quali morirono nella fuga scomposta e per nulla organizzata né aiutata dall’esercito italiano in rotta, una pagina di storia assolutamente negletta, per via della propaganda militare, della retorica vittoriosa del fascismo successivo e del fatto che, come in tutte le guerre, la... (continua)
Vin siarât la nestre puarte,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/2/2018 - 13:40
Percorsi:
Esili e esiliati, La Grande Guerra (1914-1918)
Nie, nie odchodź
Parole di Krzysztof Cezary Buszman
Musica e esecuzione di Jarosław Jar Chojnacki
Il testo da YT
Musica e esecuzione di Jarosław Jar Chojnacki
Il testo da YT
Nie, nie odchodź moje życie kochane
(continua)
(continua)
inviata da Krzysiek 26/2/2018 - 00:19
Ćiribiribela
(1988)
Testo e musica di Goran Bregović
Title track dell'ultimo album dei Bijelo Dugme, Ćiribiribela del 1988.
Nel 1988 la Jugoslavia era in balia di una crisi politica che sarebbe sfociata poco dopo in una vera e propria guerra e con la dissoluzione della federazione.
I Bijelo Dugme erano il più importante gruppo rock jugoslavo e pubblicarono quell'anno il loro ultimo album prima dello scioglimento e del lancio della carriera solista di Bregović. L'album, pur non contenendo canzoni apertamente politiche, segna l'impegno pacifista di Bregović che sceglie per la copertina un dipinto (Noah's Ark, l'Arca di Noé) del pittore e fedele quacchero Edward Hicks, che reinterpretava l'episodio biblico legandolo alla profezia di Isaia di un futuro regno di pace e di giustizia, in cui l'umanità saprà vivere pacificamente.
La canzone d'apertura, questa Ćiribiribela, sembra profetica. Una coppia si... (continua)
Testo e musica di Goran Bregović
Title track dell'ultimo album dei Bijelo Dugme, Ćiribiribela del 1988.
Nel 1988 la Jugoslavia era in balia di una crisi politica che sarebbe sfociata poco dopo in una vera e propria guerra e con la dissoluzione della federazione.
I Bijelo Dugme erano il più importante gruppo rock jugoslavo e pubblicarono quell'anno il loro ultimo album prima dello scioglimento e del lancio della carriera solista di Bregović. L'album, pur non contenendo canzoni apertamente politiche, segna l'impegno pacifista di Bregović che sceglie per la copertina un dipinto (Noah's Ark, l'Arca di Noé) del pittore e fedele quacchero Edward Hicks, che reinterpretava l'episodio biblico legandolo alla profezia di Isaia di un futuro regno di pace e di giustizia, in cui l'umanità saprà vivere pacificamente.
La canzone d'apertura, questa Ćiribiribela, sembra profetica. Una coppia si... (continua)
Ako si, ljubo, pošla spat'
(continua)
(continua)
25/2/2018 - 18:53
Sporco clandestino
(2017)
Testo e musica di Maldestro, pseudonimo di Antonio Prestieri
dall'album "I muri di Berlino"
Testo e musica di Maldestro, pseudonimo di Antonio Prestieri
dall'album "I muri di Berlino"
Signor Capitano ricordi che sono un bambino
(continua)
(continua)
inviata da Silva 25/2/2018 - 18:03
Ένα ουίσκι
Éna ouíski
[1976]
Στίχοι: Σταύρος Μελισσινός
Μουσική: Σπύρος Αργύρης
'Αλμπουμ: Ταξιδεύοντας (1976, ξαν. 2005)
Testo: Stavros Melissinós
Musica: Spyros Argyris
Album: Ταξιδεύοντας ("Viaggiando", 1976, ried. 2005)
[1976]
Στίχοι: Σταύρος Μελισσινός
Μουσική: Σπύρος Αργύρης
'Αλμπουμ: Ταξιδεύοντας (1976, ξαν. 2005)
Testo: Stavros Melissinós
Musica: Spyros Argyris
Album: Ταξιδεύοντας ("Viaggiando", 1976, ried. 2005)
Ένα ουίσκι, κυρά μου, άντε, κούνα τα χέρια,
(continua)
(continua)
inviata da Andrea 25/2/2018 - 17:11
A Maria Teresa
[2011?]
Versi di Alfiere di Sabbia, pseudonimo di ???
Musica e voce e chitarra di Diego Turatto, cantautore di Este, Padova
Testo trovato su Rosso Venexiano
"17 Dicembre 1968 due balordi: Calleri e Rosso, entrarono per rubare in una stanza dell'abitazione di Pasquale Borgnino, a Villafranca d'Asti, vi trovarono inaspettatamente una ragazzina tredicenne, la rapirono ritenendo la famiglia molto più facoltosa di quanto fosse.
Si trattava di Maria Teresa Novara, di tredici anni, residente a Bricco Barrano, frazione di Cantarana, ma che nel periodo scolastico per comodità si trasferiva presso gli zii dato che nel suo paesino non c'erano le scuole medie.
Mentre gli inquirenti svolgevano indagini in modo inconcludente [...], i balordi nel frattempo avevano portato la ragazzina nell'abitazione di uno di loro, una cascina denominata Barbisa, a Canale d'Alba, in provincia di Cuneo, distante una... (continua)
Versi di Alfiere di Sabbia, pseudonimo di ???
Musica e voce e chitarra di Diego Turatto, cantautore di Este, Padova
Testo trovato su Rosso Venexiano
"17 Dicembre 1968 due balordi: Calleri e Rosso, entrarono per rubare in una stanza dell'abitazione di Pasquale Borgnino, a Villafranca d'Asti, vi trovarono inaspettatamente una ragazzina tredicenne, la rapirono ritenendo la famiglia molto più facoltosa di quanto fosse.
Si trattava di Maria Teresa Novara, di tredici anni, residente a Bricco Barrano, frazione di Cantarana, ma che nel periodo scolastico per comodità si trasferiva presso gli zii dato che nel suo paesino non c'erano le scuole medie.
Mentre gli inquirenti svolgevano indagini in modo inconcludente [...], i balordi nel frattempo avevano portato la ragazzina nell'abitazione di uno di loro, una cascina denominata Barbisa, a Canale d'Alba, in provincia di Cuneo, distante una... (continua)
Perdona quest’alba che nasce
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/2/2018 - 17:02
La macchina del tempo
2009
Bentornati nel paese dei mostri
Non inserisco la canzone in nessun percorso, ne cita talmente tanti che non avrebbe senso: da Bush alla Palestina, il muro di Berlino, gli eretici al rogo e la repressione Genova, l'emigrazione e i lager nazisti.
Bentornati nel paese dei mostri
Non inserisco la canzone in nessun percorso, ne cita talmente tanti che non avrebbe senso: da Bush alla Palestina, il muro di Berlino, gli eretici al rogo e la repressione Genova, l'emigrazione e i lager nazisti.
MR MADNESS
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 24/2/2018 - 10:10
Demandes aux femmes
Chanson de Claude Réva écrite pour Francesca Solleville.
Elles sont nées pour faire rêver, pour faire rêver
(continua)
(continua)
inviata da Pascal BORTOT 23/2/2018 - 23:06
Kry masa
[2016]
Parole di Rafał Charlikowski + il frammento di un sura dal Corano
Musica di Kamil Borkowski
Registrato il 13 febbraio 2016 alla allora galleria d'arte "Ślimak"
Il testo da YT
Parole di Rafał Charlikowski + il frammento di un sura dal Corano
Musica di Kamil Borkowski
Registrato il 13 febbraio 2016 alla allora galleria d'arte "Ślimak"
Il testo da YT
bismil-lahir rahmaanir rahiim bismil-lahir
(continua)
(continua)
inviata da Krzysiek 23/2/2018 - 21:41
Ratni profiteri
dall'album Ministarstvo straha ("Ministero della paura") del 1997
Dolaze ratni profiteri,
(continua)
(continua)
inviata da Monia 22/2/2018 - 23:19
Percorsi:
Guerre nei Balcani negli anni '90
Sarajevo
(2016)
Album: Dvojka
Damir Imamović è nato nel 1978 a Sarajevo da una famiglia di musicisti. Il nonno, Zaim Imamović, era uno dei più famosi interpreti del genere di canzone conosciuto come Sevdalinka o sevdah, tipico della Bosnia Erzegovina. Anche Damir segue le orme di questo genere di musica tradizionale, aggiornandolo e fondendolo con altre tradizioni europee, americane di sapore jazz e africane.
Questa canzone è dedicata alla sua città dove ai bambini vengono insegnati odio e veleno ma che rimane una una fontana di tesori, di storie, di poesie e di canzoni d'amore.
Vedi anche Sevdalinka, una canzone dedicata da un serbo ai suoi vicini sull'altra sponda della Drina.
Album: Dvojka
Damir Imamović è nato nel 1978 a Sarajevo da una famiglia di musicisti. Il nonno, Zaim Imamović, era uno dei più famosi interpreti del genere di canzone conosciuto come Sevdalinka o sevdah, tipico della Bosnia Erzegovina. Anche Damir segue le orme di questo genere di musica tradizionale, aggiornandolo e fondendolo con altre tradizioni europee, americane di sapore jazz e africane.
Questa canzone è dedicata alla sua città dove ai bambini vengono insegnati odio e veleno ma che rimane una una fontana di tesori, di storie, di poesie e di canzoni d'amore.
Vedi anche Sevdalinka, una canzone dedicata da un serbo ai suoi vicini sull'altra sponda della Drina.
Sarajevo, podno Trebevića
(continua)
(continua)
22/2/2018 - 23:14
Let's Work Together Now
Album: Lady of the Night - 1974
Different faces other races
(continua)
(continua)
22/2/2018 - 03:45
Tear Down These Walls
1992
Album: Body, Mind, Soul
Album: Body, Mind, Soul
On the voice of equality
(continua)
(continua)
22/2/2018 - 02:16
Dios Patria y Rey
(1984)
dall'album Zona Especial Norte (split con un altro gruppo punk basco, i R.I.P.).
Originariamente doveva essere inserita in un album solo degli Eskorbuto "De interés nacional" che però non credo venne mai pubblicato
dall'album Zona Especial Norte (split con un altro gruppo punk basco, i R.I.P.).
Originariamente doveva essere inserita in un album solo degli Eskorbuto "De interés nacional" che però non credo venne mai pubblicato
¿Os cuento un cuento?
(continua)
(continua)
21/2/2018 - 23:49
Antimilitar
Album: Zona Especial Norte - 1984
split con un altro gruppo punk basco, Eskorbuto
split con un altro gruppo punk basco, Eskorbuto
Izquierda izquierda izquierda derecha izquierda
(continua)
(continua)
21/2/2018 - 23:45
Terrorismo Policial
(1984)
Album: No Te Muevas!
Album: No Te Muevas!
Un cañón acaricia tu espalda
(continua)
(continua)
21/2/2018 - 23:41
La Vieille
La Vieille
Chanson française – LA VIEILLE – Patrick FONT – 1983
Dialogue maïeutique
Mon ami Lucien l’âne, au chapitre des événements qui constituent l’actualité de la Guerre de Cent Mille Ans que les riches et les puissants font aux pauvres, on oublie souvent que les plus nombreux de ces faits-divers sont considérés comme des événements civils qui se déroulent en temps de paix. Du moins, c’est ce que la doxa prétend.
Oh, Marco Valdo M.I. mon ami, tu fais bien de rappeler que nous vivons à l’ère de la Guerre de Cent Mille Ans et que ce sont les riches qui font la guerre aux pauvres et non l’inverse. Les pauvres n’ont jamais voulu que se défendre contre l’oppression et l’esclavage, contre la domination et l’appropriation des biens communs par le privé. À ce propos, la privatisation par les riches n’est rien d’autre que la privation pour les pauvres.
Certes, Lucien l’âne mon ami, et comme... (continua)
Chanson française – LA VIEILLE – Patrick FONT – 1983
Dialogue maïeutique
Mon ami Lucien l’âne, au chapitre des événements qui constituent l’actualité de la Guerre de Cent Mille Ans que les riches et les puissants font aux pauvres, on oublie souvent que les plus nombreux de ces faits-divers sont considérés comme des événements civils qui se déroulent en temps de paix. Du moins, c’est ce que la doxa prétend.
Oh, Marco Valdo M.I. mon ami, tu fais bien de rappeler que nous vivons à l’ère de la Guerre de Cent Mille Ans et que ce sont les riches qui font la guerre aux pauvres et non l’inverse. Les pauvres n’ont jamais voulu que se défendre contre l’oppression et l’esclavage, contre la domination et l’appropriation des biens communs par le privé. À ce propos, la privatisation par les riches n’est rien d’autre que la privation pour les pauvres.
Certes, Lucien l’âne mon ami, et comme... (continua)
« Je n’ai pas besoin de vous pour ranger mes vêtements,
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 21/2/2018 - 17:31
Patridiotas
(2014)
Per testi a simili a questo, il rapper maiorchino Josep Miquel Arenas conoscuto come Valtonyc è stato condannato oggi nella democraticissima Spagna a tre anni e sei mesi di carcere per "apologia del terrorismo" (per i riferimenti a ETA e GRAPO) e vilipendio della Casa Reale. Ecco le frasi per cui lo hanno condannato.
Per testi a simili a questo, il rapper maiorchino Josep Miquel Arenas conoscuto come Valtonyc è stato condannato oggi nella democraticissima Spagna a tre anni e sei mesi di carcere per "apologia del terrorismo" (per i riferimenti a ETA e GRAPO) e vilipendio della Casa Reale. Ecco le frasi per cui lo hanno condannato.
La rabia del oprimido tiene que estar al caer,
(continua)
(continua)
21/2/2018 - 00:09
Hapishane Şarkısı I (ya da Göklerde kartal gibiydim)
[1933]
Versi di Sabahattin Ali (1907-1948), scrittore, poeta e giornalista turco.
Si tratta già di per sé di una canzone (şarkı) ma è stata messa anche in musica, per esempio dal compositore e cantante Edip Akbayram.
Si veda anche Hapishane Şarkısı V (ya da Aldırma Gönül)
Sabahattin Ali è stato prima di tutto un insegnante. Insegnava lingua tedesca perchè da giovane e brillante laureato aveva vinto una borsa di studio in Germania. Ma al suo ritorno in Turchia venne preso di mira dalla polizia politica del regime di Atatürk e nel 1933 venne arrestato e imprigionato. E' a quel periodo che questa poesia si riferisce. Lo liberarono solo a patto che giurasse e celebrasse in versi la sua fedeltà al presidente. Lui lo fece, ma non era finita. I suoi versi e le sue parole continuavano a non convincere gli sgherri del potere. Lo imprigionarono di nuovo nel 1944. E nel 1948 lo assassinarono, in circostanze mai chiarite.
Oggi Sabahattin Ali è uno dei simboli per coloro che si oppongono alla deriva autoritaria di Erdogan.
Versi di Sabahattin Ali (1907-1948), scrittore, poeta e giornalista turco.
Si tratta già di per sé di una canzone (şarkı) ma è stata messa anche in musica, per esempio dal compositore e cantante Edip Akbayram.
Si veda anche Hapishane Şarkısı V (ya da Aldırma Gönül)
Sabahattin Ali è stato prima di tutto un insegnante. Insegnava lingua tedesca perchè da giovane e brillante laureato aveva vinto una borsa di studio in Germania. Ma al suo ritorno in Turchia venne preso di mira dalla polizia politica del regime di Atatürk e nel 1933 venne arrestato e imprigionato. E' a quel periodo che questa poesia si riferisce. Lo liberarono solo a patto che giurasse e celebrasse in versi la sua fedeltà al presidente. Lui lo fece, ma non era finita. I suoi versi e le sue parole continuavano a non convincere gli sgherri del potere. Lo imprigionarono di nuovo nel 1944. E nel 1948 lo assassinarono, in circostanze mai chiarite.
Oggi Sabahattin Ali è uno dei simboli per coloro che si oppongono alla deriva autoritaria di Erdogan.
Göklerde kartal gibiydim,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/2/2018 - 08:22
Percorsi:
Dalle galere del mondo
Canzone contro la guerra
(2014)
La canzone è stata scritta dai bambini della classe III della scuola primaria (prima parte) e dai ragazzi della classe III SSPG (seconda parte) di Pontebba (UD) nelle quattro ore del laboratorio condotto dalla cantautrice Erica Boschiero.
Tutte le scelte melodiche, armoniche, ritmiche e testuali sono state prese insieme ai ragazzi. Il tema specifico è stato analizzato e discusso in gruppo, per poi approdare alla stesura del testo della canzone, realizzato dai ragazzi stessi, con la supervisione della cantautrice. I disegni sono realizzati dai bambini della cl. III primaria.
La canzone è stata scritta dai bambini della classe III della scuola primaria (prima parte) e dai ragazzi della classe III SSPG (seconda parte) di Pontebba (UD) nelle quattro ore del laboratorio condotto dalla cantautrice Erica Boschiero.
Tutte le scelte melodiche, armoniche, ritmiche e testuali sono state prese insieme ai ragazzi. Il tema specifico è stato analizzato e discusso in gruppo, per poi approdare alla stesura del testo della canzone, realizzato dai ragazzi stessi, con la supervisione della cantautrice. I disegni sono realizzati dai bambini della cl. III primaria.
Luca voleva la palla
(continua)
(continua)
19/2/2018 - 18:40
Cuncti simus concanentes
2015
Café Loti
Il canto di Barbara Eramo entra nel tradizionale “Cuncti simus concanentes” proveniente dal Libre Vermell (XIV secolo), che incontra un testo persiano del poeta Saadi (Abu Muhammad Muslih ibn ˁAbd Allāh noto come Saˁdi di Shirāz, o Shirāzi (Persiano ابومحمد مُصلِح بن عَبدالله سعدی شیرازی; 1184 – 1291)).
Un testo che è l'unione di un canto liturgico in latino che narra dell'annunciazione e una poesia di un poeta persiano, poesia che invita all'unità degli esseri umani, iscritta anche al palazzo di vetro dell'ONU, che insieme compongono un invito alla fraternità tra i popoli.
Café Loti
Il canto di Barbara Eramo entra nel tradizionale “Cuncti simus concanentes” proveniente dal Libre Vermell (XIV secolo), che incontra un testo persiano del poeta Saadi (Abu Muhammad Muslih ibn ˁAbd Allāh noto come Saˁdi di Shirāz, o Shirāzi (Persiano ابومحمد مُصلِح بن عَبدالله سعدی شیرازی; 1184 – 1291)).
Un testo che è l'unione di un canto liturgico in latino che narra dell'annunciazione e una poesia di un poeta persiano, poesia che invita all'unità degli esseri umani, iscritta anche al palazzo di vetro dell'ONU, che insieme compongono un invito alla fraternità tra i popoli.
Cuncti simus concanentes: Ave Maria.
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 19/2/2018 - 18:11
O care mamme
1967
Una Voce Un Paese
Canzone del repertorio delle mondine, incisa da Giovanna Daffini.
Una Voce Un Paese
Canzone del repertorio delle mondine, incisa da Giovanna Daffini.
O care mamme apriteci le porte
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 17/2/2018 - 19:50
Piccola donna
1967
Sulla Linea Di Condotta Da Tenere Di Fronte Agli Interrogatori In Questura / Piccola Donna
Testo e musica: Gualtiero Bertelli, Luisa Ronchini
Interpretata da Luisa Ronchini
Sulla Linea Di Condotta Da Tenere Di Fronte Agli Interrogatori In Questura / Piccola Donna
Testo e musica: Gualtiero Bertelli, Luisa Ronchini
Interpretata da Luisa Ronchini
Io mi interesso di politica
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 17/2/2018 - 19:39
Ulrike
2012
Nuovo brano della band dopo la reunion
9 maggio 1976, il corpo di Ulrike Meinhof viene trovato senza vita, appeso alla finestra della sua cella nel braccio speciale del carcere di Stoccarda Stammheimer. Le perizie legali, sempre molto lacunose ed incomplete, si orientano tutte verso l’ipotesi del suicidio della militante rivoluzionaria. Ma ci sono elementi che non convincono; gli altri detenuti non credono alla versione ufficiale in cui poliziotti e medici legali si contraddicono senza pudore. E non sono solo i suoi compagni di prigionia ad avere dei dubbi: anche nell’opinione pubblica comincia a farsi spazio quest’idea che la Meinhof sia “stata suicidata” da terzi. Così nasce la Commissione internazionale di inchiesta sulla morte di Ulrike Meinhof, che comincia a portare alla luce tutte quelle discordanze prodotte dalle autopsie legali. Non ultimo il problema di un cappio troppo... (continua)
Nuovo brano della band dopo la reunion
9 maggio 1976, il corpo di Ulrike Meinhof viene trovato senza vita, appeso alla finestra della sua cella nel braccio speciale del carcere di Stoccarda Stammheimer. Le perizie legali, sempre molto lacunose ed incomplete, si orientano tutte verso l’ipotesi del suicidio della militante rivoluzionaria. Ma ci sono elementi che non convincono; gli altri detenuti non credono alla versione ufficiale in cui poliziotti e medici legali si contraddicono senza pudore. E non sono solo i suoi compagni di prigionia ad avere dei dubbi: anche nell’opinione pubblica comincia a farsi spazio quest’idea che la Meinhof sia “stata suicidata” da terzi. Così nasce la Commissione internazionale di inchiesta sulla morte di Ulrike Meinhof, che comincia a portare alla luce tutte quelle discordanze prodotte dalle autopsie legali. Non ultimo il problema di un cappio troppo... (continua)
Ulrike Meinhof, donna e rivoluzionaria
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 17/2/2018 - 18:43
On fait l’homme
Extrait du poème répertorié sous le titre : « Ce qu’il m’aura fallu de temps pour tout comprendre » dans « Le Roman inachevé », sous le chapitre « La beauté du diable ».
Musique : Lino Leonardi - Interprétation : Monique Morelli (1965).
Musique : Lino Leonardi - Interprétation : Monique Morelli (1965).
On se croit libre alors qu'on imite On fait l'homme
(continua)
(continua)
inviata da JJ 17/2/2018 - 14:20
Ulrike Meinhof
1996
Correvano coi carri
Presente anche nella raccolta della Ala Bianca "Ama chi ti ama, i tempi della vita cantati dalle donne"
9 maggio 1976, il corpo di Ulrike Meinhof viene trovato senza vita, appeso alla finestra della sua cella nel braccio speciale del carcere di Stoccarda Stammheimer. Le perizie legali, sempre molto lacunose ed incomplete, si orientano tutte verso l’ipotesi del suicidio della militante rivoluzionaria. Ma ci sono elementi che non convincono; gli altri detenuti non credono alla versione ufficiale in cui poliziotti e medici legali si contraddicono senza pudore. E non sono solo i suoi compagni di prigionia ad avere dei dubbi: anche nell’opinione pubblica comincia a farsi spazio quest’idea che la Meinhof sia “stata suicidata” da terzi. Così nasce la Commissione internazionale di inchiesta sulla morte di Ulrike Meinhof, che comincia a portare alla luce tutte quelle... (continua)
Correvano coi carri
Presente anche nella raccolta della Ala Bianca "Ama chi ti ama, i tempi della vita cantati dalle donne"
9 maggio 1976, il corpo di Ulrike Meinhof viene trovato senza vita, appeso alla finestra della sua cella nel braccio speciale del carcere di Stoccarda Stammheimer. Le perizie legali, sempre molto lacunose ed incomplete, si orientano tutte verso l’ipotesi del suicidio della militante rivoluzionaria. Ma ci sono elementi che non convincono; gli altri detenuti non credono alla versione ufficiale in cui poliziotti e medici legali si contraddicono senza pudore. E non sono solo i suoi compagni di prigionia ad avere dei dubbi: anche nell’opinione pubblica comincia a farsi spazio quest’idea che la Meinhof sia “stata suicidata” da terzi. Così nasce la Commissione internazionale di inchiesta sulla morte di Ulrike Meinhof, che comincia a portare alla luce tutte quelle... (continua)
No
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 17/2/2018 - 12:31
Percorsi:
Dalle galere del mondo
La Leçon d’Alcuin (Vox Media 2018)
La Leçon d’Alcuin (Vox Media 2018)
Chanson française – La Leçon d’Alcuin (Vox Media 2018)– Marco Valdo M.I. – 2018
Dialogue Maïeutique
Voici, Lucien l’âne mon ami, une revisitation de Vox Media, une chanson de 2010. Je l’ai refaite presque entièrement compte tenu de certains développements actuels. Tu devineras bien lesquels. Par ailleurs, j’ai conservé une grande partie du dialogue ; j’ai laissé ces passages tels quels au sein du dialogue actuel.
Vox Media, dit Lucien l’âne, que veux-tu dire par là ? Entends-tu signifier une voix, car vox, si je me souviens bien, veut dire voix en latin, donc, une voix moyenne, une voix du milieu ou une voix dont le nom serait Media.
Ce serait plutôt dans ce dernier sens qu’il faut aller, mon ami Lucien l’âne. Media est une sorte de nom international qui désigne les moyens de diffusion – et non de communication, comme certains essayent de le faire... (continua)
Chanson française – La Leçon d’Alcuin (Vox Media 2018)– Marco Valdo M.I. – 2018
Dialogue Maïeutique
Voici, Lucien l’âne mon ami, une revisitation de Vox Media, une chanson de 2010. Je l’ai refaite presque entièrement compte tenu de certains développements actuels. Tu devineras bien lesquels. Par ailleurs, j’ai conservé une grande partie du dialogue ; j’ai laissé ces passages tels quels au sein du dialogue actuel.
Vox Media, dit Lucien l’âne, que veux-tu dire par là ? Entends-tu signifier une voix, car vox, si je me souviens bien, veut dire voix en latin, donc, une voix moyenne, une voix du milieu ou une voix dont le nom serait Media.
Ce serait plutôt dans ce dernier sens qu’il faut aller, mon ami Lucien l’âne. Media est une sorte de nom international qui désigne les moyens de diffusion – et non de communication, comme certains essayent de le faire... (continua)
Il y a bien longtemps,
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 16/2/2018 - 21:14
Hoş geldin bebek
[1961]
Versi di Nâzim Hikmet
Musica di Zülfü Livaneli
Nell’album di Livaneli intitolato “Nazım Türküsü” del 1978, interamente dedicato ad Hikmet
Versi di Nâzim Hikmet
Musica di Zülfü Livaneli
Nell’album di Livaneli intitolato “Nazım Türküsü” del 1978, interamente dedicato ad Hikmet
Hoş geldin bebek
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/2/2018 - 08:48
Sardunya´ya Ağıt
[1972]
Versi di Can Yücel (1926-1999), poeta turco
Musica di Selim Atakan
Nel disco degli Yeni Türkü intitolato “Buğdayın Türküsü” (1979), album d’esordio del gruppo turco.
Testo trovato su Turkish Language Class
Una poesia dedicata a Deniz Gezmiş (1947–1972), tra i fondatori della Türkiye Halk Kurtuluş Ordusu (THKO, l’Esercito Popolare di Liberazione della Turchia), organizzazione armata dell’estrema sinistra. Considerato come il Che Guevara turco, Deniz Gezmiş fu arrestato ad Ankara nel 1971, proprio alla vigilia dell’ennesimo colpo di Stato militare. La sua sorte era quindi segnata: fu impiccato il 6 maggio 1972. Aveva 25 anni.
Versi di Can Yücel (1926-1999), poeta turco
Musica di Selim Atakan
Nel disco degli Yeni Türkü intitolato “Buğdayın Türküsü” (1979), album d’esordio del gruppo turco.
Testo trovato su Turkish Language Class
Una poesia dedicata a Deniz Gezmiş (1947–1972), tra i fondatori della Türkiye Halk Kurtuluş Ordusu (THKO, l’Esercito Popolare di Liberazione della Turchia), organizzazione armata dell’estrema sinistra. Considerato come il Che Guevara turco, Deniz Gezmiş fu arrestato ad Ankara nel 1971, proprio alla vigilia dell’ennesimo colpo di Stato militare. La sua sorte era quindi segnata: fu impiccato il 6 maggio 1972. Aveva 25 anni.
İkindiyin saat beşte
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/2/2018 - 08:29
Hapishane Şarkısı V (ya da Aldırma Gönül)
[1933]
Versi di Sabahattin Ali (1907-1948), scrittore, poeta e giornalista turco.
Una poesia che negli anni 70 fu messa in musica da Kerem Güney (1939-2012), importante musicista e cantautore, e poi interpretata da moltissimi artisti.
Sabahattin Ali è stato prima di tutto un insegnante. Insegnava lingua tedesca perchè da giovane e brillante laureato aveva vinto una borsa di studio in Germania. Ma al suo ritorno in Turchia venne preso di mira dalla polizia politica del regime di Atatürk e nel 1933 venne arrestato e imprigionato. E' a quel periodo che questa poesia si riferisce. Lo liberarono solo a patto che giurasse e celebrasse in versi la sua fedeltà al presidente. Lui lo fece, ma non era finita. I suoi versi e le sue parole continuavano a non convincere gli sgherri del potere. Lo imprigionarono di nuovo nel 1944. E nel 1948 lo assassinarono, in circostanze mai chiarite.
Oggi Sabahattin... (continua)
Versi di Sabahattin Ali (1907-1948), scrittore, poeta e giornalista turco.
Una poesia che negli anni 70 fu messa in musica da Kerem Güney (1939-2012), importante musicista e cantautore, e poi interpretata da moltissimi artisti.
Sabahattin Ali è stato prima di tutto un insegnante. Insegnava lingua tedesca perchè da giovane e brillante laureato aveva vinto una borsa di studio in Germania. Ma al suo ritorno in Turchia venne preso di mira dalla polizia politica del regime di Atatürk e nel 1933 venne arrestato e imprigionato. E' a quel periodo che questa poesia si riferisce. Lo liberarono solo a patto che giurasse e celebrasse in versi la sua fedeltà al presidente. Lui lo fece, ma non era finita. I suoi versi e le sue parole continuavano a non convincere gli sgherri del potere. Lo imprigionarono di nuovo nel 1944. E nel 1948 lo assassinarono, in circostanze mai chiarite.
Oggi Sabahattin... (continua)
Başın öne eğilmesin
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/2/2018 - 22:18
Percorsi:
Dalle galere del mondo
Hand to Mouth
[1987]
Album: "Faith"
Testo, musica e arrangiamento di George Michael
La canzone è ad alta densità di denuncia sociale, ancor più se si pensa che a scriverla, arrangiarla, produrla e cantarla fu il phonatissimo, sculettante e finto biondo George Michael 24enne dell'epoca.
In effetti il brano venne incredibilmente inserito in "Faith" del 1987 (l'album di "I Want Your Sex" e in generale il più pop, il più commerciale, il più oltraggiosamente sensuale e il meno cantautoriale tra i suoi album solisti)
Il brano parla di disperazione, di vivere alla giornata ("living hand to mouth", appunto), di una soglia della povertà sotto la quale sempre più inglesi si ritrovavano a stare negli anni '80. Stigmatizza il taglio al welfare da parte di Margaret Thatcher ("There's a big white lady": è lei), dipinta dal cantautore inglese di origine greco-cipriota come una perniciosa e al tempo stesso pedestre... (continua)
Album: "Faith"
Testo, musica e arrangiamento di George Michael
La canzone è ad alta densità di denuncia sociale, ancor più se si pensa che a scriverla, arrangiarla, produrla e cantarla fu il phonatissimo, sculettante e finto biondo George Michael 24enne dell'epoca.
In effetti il brano venne incredibilmente inserito in "Faith" del 1987 (l'album di "I Want Your Sex" e in generale il più pop, il più commerciale, il più oltraggiosamente sensuale e il meno cantautoriale tra i suoi album solisti)
Il brano parla di disperazione, di vivere alla giornata ("living hand to mouth", appunto), di una soglia della povertà sotto la quale sempre più inglesi si ritrovavano a stare negli anni '80. Stigmatizza il taglio al welfare da parte di Margaret Thatcher ("There's a big white lady": è lei), dipinta dal cantautore inglese di origine greco-cipriota come una perniciosa e al tempo stesso pedestre... (continua)
Jimmy got nothing made himself a name
(continua)
(continua)
inviata da Alberta Beccaro - Venezia 15/2/2018 - 22:11
Percorsi:
Miss Maggie Thatcher
My Mother Had a Brother
[2004]
Album: "Patience"
Testo, musica e arrangiamento di George Michael
"My Mother Had A Brother" è la canzone alla quale George Michael, a suo stesso dire, teneva di più fra quelle del suo ultimo album di inediti, "Patience" del 2004. E' strutturata come una poetica e intensa "lettera aperta" - del tutto autobiografica - a sua madre Lesley, morta di cancro nel 1997 e amatissima, nella quale George le racconta di come sia stato faticoso, tortuoso ma infine luminoso e consapevole il cammino del suo coming out e di come lo abbia aiutato e sorretto - nel prendere orgogliosamente graduale coscienza di sé - la figura tragica dello zio materno Colin, omosessuale, morto suicida quando George era appena nato, ma del quale nessuno in famiglia gli aveva parlato per anni ed anni. Un animo delicato e sensibile, lo zio Colin; un uomo gay nell'Inghilterra dei primi anni '60 (quando tra l'altro l'omosessualità... (continua)
Album: "Patience"
Testo, musica e arrangiamento di George Michael
"My Mother Had A Brother" è la canzone alla quale George Michael, a suo stesso dire, teneva di più fra quelle del suo ultimo album di inediti, "Patience" del 2004. E' strutturata come una poetica e intensa "lettera aperta" - del tutto autobiografica - a sua madre Lesley, morta di cancro nel 1997 e amatissima, nella quale George le racconta di come sia stato faticoso, tortuoso ma infine luminoso e consapevole il cammino del suo coming out e di come lo abbia aiutato e sorretto - nel prendere orgogliosamente graduale coscienza di sé - la figura tragica dello zio materno Colin, omosessuale, morto suicida quando George era appena nato, ma del quale nessuno in famiglia gli aveva parlato per anni ed anni. Un animo delicato e sensibile, lo zio Colin; un uomo gay nell'Inghilterra dei primi anni '60 (quando tra l'altro l'omosessualità... (continua)
My mother had a brother
(continua)
(continua)
inviata da Alberta Beccaro - Venezia 15/2/2018 - 21:39
Luz
[2009]
Parole e musica di Mark Abel (1948-), compositore, musicista ed autore californiano
Nella sua "The Dream Gallery", ciclo dedicato a figure, paesaggi e sentimenti raccolti attraverso la California.
Testo trovato su Song of America
Soledad è il centro più importante nella Salinas Valley, un'area agricola strategica degli USA, chiamata non a caso "The Salad Bowl of the World".
E' lì che John Steinbeck ambientò il suo "Of Mice and Men" ("Uomini e topi"), pubblicato nel 1937 e tradotto in italiano l'anno seguente da Cesare Pavese.
Generazioni di immigrati dal centro e sud America hanno sputato sudore e sangue su questa terra.
Chiedete un po' ai loro figli e nipoti cosa pensano di Trump...
Parole e musica di Mark Abel (1948-), compositore, musicista ed autore californiano
Nella sua "The Dream Gallery", ciclo dedicato a figure, paesaggi e sentimenti raccolti attraverso la California.
Testo trovato su Song of America
Soledad è il centro più importante nella Salinas Valley, un'area agricola strategica degli USA, chiamata non a caso "The Salad Bowl of the World".
E' lì che John Steinbeck ambientò il suo "Of Mice and Men" ("Uomini e topi"), pubblicato nel 1937 e tradotto in italiano l'anno seguente da Cesare Pavese.
Generazioni di immigrati dal centro e sud America hanno sputato sudore e sangue su questa terra.
Chiedete un po' ai loro figli e nipoti cosa pensano di Trump...
(Soledad, Monterey County)
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/2/2018 - 21:11
Trump de Moumout
Trump de Moumout
Chanson française – Trump de Moumout – Marco Valdo M.I. – 2018
Dialogue Maïeutique
Salut à toi, Marco Valdo M.I. mon ami, quel bon vent t’amène ici aujourd’hui ?
Salut à toi, mon ami Lucien l’âne parvenu sur tes petits sabots depuis la plus haute Antiquité, comme je l’avais annoncé l’autre jour, j’ai achevé cette chanson « Trump de Moumout ». L’idée m’en était venue en me remémorant la chanson de Georges Brassens intitulée « Corne d’Aurochs »; je m’étais attelé à en faire une parodie afin de stigmatiser comme il se doit un certain monsieur Trump, éminent porteur de moumoute ; ici, nommé Moumout Trump. Il me plaît de préciser qu’une moumoute est une sorte de perruque mal fagotée qui dessert celui qui la porte, bien plus qu’elle ne lui redonne sa pilosité perdue.
Un remède de charlatan pour l’alopécie, dit en gloussant de plaisir Lucien l’âne. Il me semble cependant... (continua)
Chanson française – Trump de Moumout – Marco Valdo M.I. – 2018
Dialogue Maïeutique
Salut à toi, Marco Valdo M.I. mon ami, quel bon vent t’amène ici aujourd’hui ?
Salut à toi, mon ami Lucien l’âne parvenu sur tes petits sabots depuis la plus haute Antiquité, comme je l’avais annoncé l’autre jour, j’ai achevé cette chanson « Trump de Moumout ». L’idée m’en était venue en me remémorant la chanson de Georges Brassens intitulée « Corne d’Aurochs »; je m’étais attelé à en faire une parodie afin de stigmatiser comme il se doit un certain monsieur Trump, éminent porteur de moumoute ; ici, nommé Moumout Trump. Il me plaît de préciser qu’une moumoute est une sorte de perruque mal fagotée qui dessert celui qui la porte, bien plus qu’elle ne lui redonne sa pilosité perdue.
Un remède de charlatan pour l’alopécie, dit en gloussant de plaisir Lucien l’âne. Il me semble cependant... (continua)
Il avait nom Trump de Moumout, okay, okay !
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 15/2/2018 - 19:06
Percorsi:
Donald Trump
Genova Requiem
2013
Canzoni per un nuovo mondo
Canzoni per un nuovo mondo
Le bande armate a Genova non hanno camicie nere
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 15/2/2018 - 13:33
Percorsi:
Genova - G8
Corne d’Aurochs
Chanson française – Corne d’Aurochs – Georges Brassens
Brassens – 1953
Ah, mon cher ami Lucien l’âne, ce matin, il y avait dans le répertoire des Chansons contre la Guerre, 54 chansons de Georges Charles Brassens. Si, si, son second prénom est bien Charles, mais généralement, on l’ignore.
Oui, dit Lucien l’âne en riant, et alors ?
Alors ? Rien, c’est Charles, reprend Marco Valdo M.I. en riant à son tour. Enfin, si ! Je vais en insérer une cinquante-cinquième, une chanson énorme, quasiment historique et même, par certain côté, préhistorique, dont on se demande comment elle a pu être ignorée de ce site encyclopédique. Et j’insiste, proprement au titre de chanson contre la guerre. J’ai découvert qu’elle ne s’y trouvait pas au moment où j’écrivais une parodie que j’insérerai prochainement et que j’ai intitulée : « Trump de Moumout ».
Certes, certes, dit Lucien l’âne en pouffant plus encore,... (continua)
Brassens – 1953
Ah, mon cher ami Lucien l’âne, ce matin, il y avait dans le répertoire des Chansons contre la Guerre, 54 chansons de Georges Charles Brassens. Si, si, son second prénom est bien Charles, mais généralement, on l’ignore.
Oui, dit Lucien l’âne en riant, et alors ?
Alors ? Rien, c’est Charles, reprend Marco Valdo M.I. en riant à son tour. Enfin, si ! Je vais en insérer une cinquante-cinquième, une chanson énorme, quasiment historique et même, par certain côté, préhistorique, dont on se demande comment elle a pu être ignorée de ce site encyclopédique. Et j’insiste, proprement au titre de chanson contre la guerre. J’ai découvert qu’elle ne s’y trouvait pas au moment où j’écrivais une parodie que j’insérerai prochainement et que j’ai intitulée : « Trump de Moumout ».
Certes, certes, dit Lucien l’âne en pouffant plus encore,... (continua)
Il avait nom Corne d’Aurochs, au gué, au gué !
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 15/2/2018 - 12:36
Song-Books of the War
[1918]
Da “Counter-Attack and Other Poems”
La poesia è stata messa in musica dai Bread & Roses, un gruppo di Boston, nel loro album "Songbooks of the War" del 2012 che prende titolo da questa poesia
Da “Counter-Attack and Other Poems”
La poesia è stata messa in musica dai Bread & Roses, un gruppo di Boston, nel loro album "Songbooks of the War" del 2012 che prende titolo da questa poesia
In fifty years, when peace outshines
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 15/2/2018 - 10:11
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
I Sing of Olaf
[1917-18?]
Versi di e e cummings, il nome d'arte scelto da Edward Estlin Cummings (1894-1962), poeta, pittore e scrittore statunitense
Nella raccolta "is 5" pubblicata nel 1926. Poi anche in "W [ViVa]" del 1931
La poesia è anche stata messa in musica dai Bread & Roses, un gruppo di Boston, nel loro album "Songbooks of the War" del 2012
In questa poesia, nel suo tipico stile modernista, e e cummings "cantava", celebrava il coraggio di Olaf, un soldato americano – forse di origine nordeuropea - grande e grosso, biondo, simpatico e coraggioso, come tanti spedito nelle trincee della Grande Guerra. e e cummings racconta che Olaf si era rifiutato di combattere e per questo era stato arrestato, brutalmente torturato e poi ucciso.
Non so se questo sia stato davvero il destino di Olaf ma se è vero che i disertori o anche solo gli psicotici da stress post traumatico venivano allegramente fucilati,... (continua)
Versi di e e cummings, il nome d'arte scelto da Edward Estlin Cummings (1894-1962), poeta, pittore e scrittore statunitense
Nella raccolta "is 5" pubblicata nel 1926. Poi anche in "W [ViVa]" del 1931
La poesia è anche stata messa in musica dai Bread & Roses, un gruppo di Boston, nel loro album "Songbooks of the War" del 2012
In questa poesia, nel suo tipico stile modernista, e e cummings "cantava", celebrava il coraggio di Olaf, un soldato americano – forse di origine nordeuropea - grande e grosso, biondo, simpatico e coraggioso, come tanti spedito nelle trincee della Grande Guerra. e e cummings racconta che Olaf si era rifiutato di combattere e per questo era stato arrestato, brutalmente torturato e poi ucciso.
Non so se questo sia stato davvero il destino di Olaf ma se è vero che i disertori o anche solo gli psicotici da stress post traumatico venivano allegramente fucilati,... (continua)
i sing of Olaf glad and big
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/2/2018 - 22:24
Il coraggio di ogni giorno
[2018]
Scritta da Enzo Avitabile e Luigi “Gino” De Crescenzo, in arte Pacifico
Interpretata da Enzo Avitabile e Peppe Servillo
Nel doppio album compilativo intitolato "Pelle differente"
Canzone di eroi sconosciuti, uomini comuni, che ogni giorno sono costretti alla guerra e che combattono lo sporco, la violenza e l'orrore con le armi dell'amore e della bellezza.
Così interpreto questa bellissima canzone presentata senza troppo successo all'ultimo festival di Sanremo.
Scritta da Enzo Avitabile e Luigi “Gino” De Crescenzo, in arte Pacifico
Interpretata da Enzo Avitabile e Peppe Servillo
Nel doppio album compilativo intitolato "Pelle differente"
Canzone di eroi sconosciuti, uomini comuni, che ogni giorno sono costretti alla guerra e che combattono lo sporco, la violenza e l'orrore con le armi dell'amore e della bellezza.
Così interpreto questa bellissima canzone presentata senza troppo successo all'ultimo festival di Sanremo.
Scrivo la mia vita
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/2/2018 - 20:59
Masacre 68
[1990]
Nell’album “¡No Estamos Conformes!”
Testo trovato qui
I Massacre 68 sono stati un gruppo punk hardcore messicano attivo tra il 1987 ed il 1991 (ma sono ancora in giro). Il nome scelto fa riferimento alla strage di Tlatelolco del 2 ottobre 1968.
Nell’album “¡No Estamos Conformes!”
Testo trovato qui
I Massacre 68 sono stati un gruppo punk hardcore messicano attivo tra il 1987 ed il 1991 (ma sono ancora in giro). Il nome scelto fa riferimento alla strage di Tlatelolco del 2 ottobre 1968.
No son de los nuestros, no son campesinos
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/2/2018 - 13:24
Ejercito nacional
[1990]
Nell’album “¡No Estamos Conformes!”
Testo trovato qui
I Massacre 68 sono stati un gruppo punk hardcore messicano attivo tra il 1987 ed il 1991 (ma sono ancora in giro). Il nome scelto fa riferimento alla strage di Tlatelolco del 2 ottobre 1968. E l’Ejercito nacional messicano fu, anche in questo caso come in tanti altri, artefice e carnefice (anche se certamente quel giorno la gran parte dei soldati era all’oscuro di ciò che stava per accadere.)
Nell’album “¡No Estamos Conformes!”
Testo trovato qui
I Massacre 68 sono stati un gruppo punk hardcore messicano attivo tra il 1987 ed il 1991 (ma sono ancora in giro). Il nome scelto fa riferimento alla strage di Tlatelolco del 2 ottobre 1968. E l’Ejercito nacional messicano fu, anche in questo caso come in tanti altri, artefice e carnefice (anche se certamente quel giorno la gran parte dei soldati era all’oscuro di ciò che stava per accadere.)
Ejercito nacional
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/2/2018 - 12:45
Vota Michele
[2018]
Testo e musica di Michele Spreafico
Testo e musica di Michele Spreafico
Un'altra campagna elettorale
(continua)
(continua)
inviata da daniela -k.d.- 13/2/2018 - 22:30
Un dia en Pekín
[1990]
Nell’album ¡No Estamos Conformes!
I Massacre 68 sono stati un gruppo punk hardcore messicano attivo tra il 1987 ed il 1991 (ma sono ancora in giro). Il nome scelto fa riferimento alla strage di Tlatelolco del 2 ottobre 1968. E i nostri non potevano esimersi dal dedicare una canzone ad una strage analoga, quella di Tien An Men del 4 giugno 1989, realizzata non da fascisti ma da comunisti…
Nell’album ¡No Estamos Conformes!
I Massacre 68 sono stati un gruppo punk hardcore messicano attivo tra il 1987 ed il 1991 (ma sono ancora in giro). Il nome scelto fa riferimento alla strage di Tlatelolco del 2 ottobre 1968. E i nostri non potevano esimersi dal dedicare una canzone ad una strage analoga, quella di Tien An Men del 4 giugno 1989, realizzata non da fascisti ma da comunisti…
Cientos de estudiantes
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 13/2/2018 - 17:40
Percorsi:
Piazza Tien An Men, 1989
Plus belle que les larmes
Poème écrit pendant la seconde guerre mondiale, paru sous ce titre dans « Les Yeux d'Elsa »
Musique et interprétation : Alexis Dendiével
Musique et interprétation : Alexis Dendiével
J’empêche en respirant certaines gens de vivre
(continua)
(continua)
inviata da JJ 12/2/2018 - 19:06
Terra Madre
Sono nato son cresciuto in questa casa, a pochi istanti dalla civiltà
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 12/2/2018 - 09:50
Africa nossa
[2006]
Testo e musica: Cesária Évora
Lyrics and music: Cesária Évora
Palavras e música: Cesária Évora
Ft. Ismaël Lô
Album: Rogamar
Pubblicato prima nel 2006 come singolo, e poi inserito nell'album Rogamar dello stesso anno, il brano Africa nossa è interpretato in duo da Cesária Évora (che canta la parte in creolo capoverdiano) e da Ismaël Lô (che canta quella in wolof). "Capo Verde non è lontano dal Senegal" e non lo è da tutta l'Africa.
Testo e musica: Cesária Évora
Lyrics and music: Cesária Évora
Palavras e música: Cesária Évora
Ft. Ismaël Lô
Album: Rogamar
Pubblicato prima nel 2006 come singolo, e poi inserito nell'album Rogamar dello stesso anno, il brano Africa nossa è interpretato in duo da Cesária Évora (che canta la parte in creolo capoverdiano) e da Ismaël Lô (che canta quella in wolof). "Capo Verde non è lontano dal Senegal" e non lo è da tutta l'Africa.
Africa, Africa, Africa
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 12/2/2018 - 09:44
Mio fratello che guardi il mondo
Questa canzone è stata interpretata a Sanremo 2018 da Fiorella Mannoia con Claudio Baglioni, introdotta da una magistrale interpretazione di Pierfrancesco Favino di "La notte poco prima delle foreste" (La nuit juste avant les forêts) atto unico del 1977 del drammaturgo e regista francese Bernard-Marie Koltès.
Favino aveva esordito con il monologo a gennaio al teatro Ambra Jovinelli a Roma.
Bisognerebbe stare dall’altra parte senza nessuno intorno, amico mio
quando mi viene di dirti quello che ti devo dire, stare bene tipo sdraiati sull’erba, una cosa così
che uno non si deve più muovere con l’ombra degli alberi.
Allora ti direi: ‘qua ci sto bene, qua è casa mia, mi sdraio e ti saluto’.
Ma qua, amico mio, è impossibile, mai visto un posto dove ti lasciano in pace e ti salutano.
Ti dobbiamo mandare via, ti dicono, vai là, tu vai là
vai laggiù, leva il culo da là
e tu ti fai la... (continua)
Favino aveva esordito con il monologo a gennaio al teatro Ambra Jovinelli a Roma.
Bisognerebbe stare dall’altra parte senza nessuno intorno, amico mio
quando mi viene di dirti quello che ti devo dire, stare bene tipo sdraiati sull’erba, una cosa così
che uno non si deve più muovere con l’ombra degli alberi.
Allora ti direi: ‘qua ci sto bene, qua è casa mia, mi sdraio e ti saluto’.
Ma qua, amico mio, è impossibile, mai visto un posto dove ti lasciano in pace e ti salutano.
Ti dobbiamo mandare via, ti dicono, vai là, tu vai là
vai laggiù, leva il culo da là
e tu ti fai la... (continua)
Dq82 11/2/2018 - 11:06
Ghemmà
[2015]
Versi di Stefano Benni,
Musica di Fausto Mesolella, chitarrista, compositore e arrangiatore, membro della Piccola Orchestra Avion Travel.
Nell’album di Mesolella intitolato “Cantostefano”, pubblicato nel 2015 e interamente dedicato alle poesie di Benni.
Questo testo era stato segnalato da Krzysiek nel lontano 2015. Oggi sono riuscito a trovarne il testo... e dopo i fatti di Macerata, credo che sia ancora più attuale.
Come spiega Benni parte del testo è in un dialetto camerunese (ma i dialetti camerunensi sono ewondo, douala, fufulde, ghomala', baham, medùmbà, kom e altri) e non saprei dire qual è.
Ghemmaà vuol dire "Stai attento a te".
Versi di Stefano Benni,
Musica di Fausto Mesolella, chitarrista, compositore e arrangiatore, membro della Piccola Orchestra Avion Travel.
Nell’album di Mesolella intitolato “Cantostefano”, pubblicato nel 2015 e interamente dedicato alle poesie di Benni.
Questo testo era stato segnalato da Krzysiek nel lontano 2015. Oggi sono riuscito a trovarne il testo... e dopo i fatti di Macerata, credo che sia ancora più attuale.
Come spiega Benni parte del testo è in un dialetto camerunese (ma i dialetti camerunensi sono ewondo, douala, fufulde, ghomala', baham, medùmbà, kom e altri) e non saprei dire qual è.
Ghemmaà vuol dire "Stai attento a te".
Se vuoi uccidere i miei amici
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 11/2/2018 - 10:25
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