Su patriottu Sardu a sos feudatarios [Procurad' e moderare]
Version établie par Claude Schmitt, traducteur de Francesco Masala (et autres auteurs sardes) et de Anna Maria Ortese...
ADRESSE DU PATRIOTE SARDE AUX FEUDATAIRES
(continua)
(continua)
inviata da Claude SCHMITT 1/2/2018 - 19:19
Hein, on s'en souviendra
[1968]
Sul lato B di un EP del 1968
Sul lato B di un EP del 1968
On s'en souviendra d' cette planète
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 1/2/2018 - 15:24
Stolpersteine
[2015]
Scritta da Klaas Heufer-Umlauf e Mark Tavassol
Nell’album “Geister”
Stamattina ho inciampato in una “Stolpersteine”, una “pietra d’inciampo” che ancora non conoscevo. Sta davanti all’ingresso del civico 70 in corso Vittorio Emanuele II a Torino.
E’ quella dedicata a Umberto Nizza, nato a Torino nel 1893 da Teodoro Nizza e Elena Ottolenghi. Umberto Nizza fu arrestato il 3 novembre 1943 e rinchiuso alle Nuove per via del suo “crimine”: essere ebreo. Un mese dopo, il 6 dicembre, fu imbarcato a Milano su un convoglio che arrivò ad Auschwitz l’11. Umberto Nizza sparì in quei giorni. Non esiste nemmeno la registrazione del suo arrivo ed il numero di matricola che veniva tatuato ai prigionieri. Probabilmente morì nel viaggio o fu avviato subito alle camere a gas...
Scritta da Klaas Heufer-Umlauf e Mark Tavassol
Nell’album “Geister”
Stamattina ho inciampato in una “Stolpersteine”, una “pietra d’inciampo” che ancora non conoscevo. Sta davanti all’ingresso del civico 70 in corso Vittorio Emanuele II a Torino.
E’ quella dedicata a Umberto Nizza, nato a Torino nel 1893 da Teodoro Nizza e Elena Ottolenghi. Umberto Nizza fu arrestato il 3 novembre 1943 e rinchiuso alle Nuove per via del suo “crimine”: essere ebreo. Un mese dopo, il 6 dicembre, fu imbarcato a Milano su un convoglio che arrivò ad Auschwitz l’11. Umberto Nizza sparì in quei giorni. Non esiste nemmeno la registrazione del suo arrivo ed il numero di matricola che veniva tatuato ai prigionieri. Probabilmente morì nel viaggio o fu avviato subito alle camere a gas...
Die ersten Strahlen sind gekommen
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 1/2/2018 - 14:05
Percorsi:
Campi di sterminio
Dans les Plaines du Far-West
Dans les Plaines du Far-West
Chanson française – Dans les Plaines du Far-West – Yves Montand – 1945
Paroles et musique : Charles Humel, Maurice Vandair
Dialogue maïeutique
L’autre jour, Lucien l’âne mon ami, on avait présenté – toi et moi – une chanson nouvelle intitulée « Ogalla, Ogallala », où on parlait d’un épisode de cette incroyable guerre de l’eau qui se déroule actuellement partout dans le monde, un épisode qui relatait assèchement de la plus grande nappe d’eau étazunienne, due aux pompages des fermiers et aux captages pour alimenter les grandes villes, leurs habitants et leurs entreprises.
À propos, Marco Valdo M.I. mon ami, on vient d’apprendre que la ville du Cap, au sud du sud de l’Afrique, métropole de ces autres USA (Union Sud Africaine, devenue République d’Afrique du Sud), une agglomération de plusieurs millions d’habitants est quasiment en état de pénurie et que la... (continua)
Chanson française – Dans les Plaines du Far-West – Yves Montand – 1945
Paroles et musique : Charles Humel, Maurice Vandair
Dialogue maïeutique
L’autre jour, Lucien l’âne mon ami, on avait présenté – toi et moi – une chanson nouvelle intitulée « Ogalla, Ogallala », où on parlait d’un épisode de cette incroyable guerre de l’eau qui se déroule actuellement partout dans le monde, un épisode qui relatait assèchement de la plus grande nappe d’eau étazunienne, due aux pompages des fermiers et aux captages pour alimenter les grandes villes, leurs habitants et leurs entreprises.
À propos, Marco Valdo M.I. mon ami, on vient d’apprendre que la ville du Cap, au sud du sud de l’Afrique, métropole de ces autres USA (Union Sud Africaine, devenue République d’Afrique du Sud), une agglomération de plusieurs millions d’habitants est quasiment en état de pénurie et que la... (continua)
Dans les plaines du Far-West, quand vient la nuit,
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 1/2/2018 - 12:37
La ballata del pedone
[1963]
Scritta da Giorgio Gaber e Vittorio Pierantoni
Singolo sul lato B della mitica “Goganga”
Propongo questa canzone nel percorso “Guerra alla Terra” pensando al traffico che ci uccide giorno dopo giorno, nell’incertezza - quando non nell’indifferenza - degli amministratori pubblici, mentre le canaglie come Marchionne, Müller e gli altri industrialoni fanno soldi a palate, e per giunta ricorrendo alla truffa colossale dei software per alterare le rilevazioni sulle emissioni e utilizzando cavie, anche umane, per presunti esperimenti volti solo a favorire i grandi colossi dell’auto...
Scritta da Giorgio Gaber e Vittorio Pierantoni
Singolo sul lato B della mitica “Goganga”
Propongo questa canzone nel percorso “Guerra alla Terra” pensando al traffico che ci uccide giorno dopo giorno, nell’incertezza - quando non nell’indifferenza - degli amministratori pubblici, mentre le canaglie come Marchionne, Müller e gli altri industrialoni fanno soldi a palate, e per giunta ricorrendo alla truffa colossale dei software per alterare le rilevazioni sulle emissioni e utilizzando cavie, anche umane, per presunti esperimenti volti solo a favorire i grandi colossi dell’auto...
Veniva giù da corso Tricolore
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 1/2/2018 - 11:42
Percorsi:
Guerra alla Terra
Viaggiatori luminosi
[1992]
Parole e musica di Carlo Fava
Nel suo album d’esordio intitolato “Ritmo Vivente Muscolare della Vita”, pubblicato nel 1994.
Parole e musica di Carlo Fava
Nel suo album d’esordio intitolato “Ritmo Vivente Muscolare della Vita”, pubblicato nel 1994.
Lieve per sempre la terra sia a quelli che
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 1/2/2018 - 09:00
Percorsi:
Canzoni d'amore contro la guerra
Immagini
[1965]
Parole e musica di Giorgio Gaber
Nell’album “L’asse di equilibrio”, pubblicato nel 1968
Testo trovato sul sito della Fondazione Giorgio Gaber
Parole e musica di Giorgio Gaber
Nell’album “L’asse di equilibrio”, pubblicato nel 1968
Testo trovato sul sito della Fondazione Giorgio Gaber
Una strada una lunga strada
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 1/2/2018 - 08:18
Street Livin'
2018
Produced by Keith Harris & will.i.am
Produced by Keith Harris & will.i.am
"Ci sono più negri in galera oggi di quanti schiavi ci sono stati a raccogliere il cotone"
Streets, streets
(continua)
(continua)
31/1/2018 - 23:45
Lemmings
Seguo Peter Hammill e i VDGG dal 1972. L'8 febbraio erano al teatro Massimo di Milano per due concerti: pomeridiano e serale, dove eseguirono tra gli altri brani anche "Lemmings".
Per anni ho cercato il testo originale, tuttavia possedevo solo la traduzione(di Fiorella Gentile credo) da ciao 2001 e, riascoltandola continuamente, cercavo i termini inglesi per seguire quella splendida voce.
Scusa la lunga premessa, volevo complimentarmi e ringraziarti per la traduzione e le ottime note che contestualizzano il contenuto del brano.
Per anni ho cercato il testo originale, tuttavia possedevo solo la traduzione(di Fiorella Gentile credo) da ciao 2001 e, riascoltandola continuamente, cercavo i termini inglesi per seguire quella splendida voce.
Scusa la lunga premessa, volevo complimentarmi e ringraziarti per la traduzione e le ottime note che contestualizzano il contenuto del brano.
Maximo 31/1/2018 - 17:17
Ballade Vom Zufälligen Tod In Duisburg
[1974?]
Parole di Walter Mossmann (1941-2015), cantautore, giornalista e regista tedesco
Sulla melodia de Le roi a fait battre tambour
Nell’album “Frühlingsanfang” del 1979
Testo trovato su LyricWiki
Una canzone dedicata al sociologo tedesco Christian Sigrist (1935-2015), più volte arrestato e processato all’epoca per la sua condanna di omicidi politici da parte della polizia.
Infatti questa canzone parla di Günter Routhier, militante comunista che nel 1974 a Duisburg, durante i disordini scoppiati nel corso di un’udienza, fu fermato dalla polizia e trascinato giù per le scale, riportando lesioni alla testa tali da ucciderlo dopo due settimane di ricovero. Le due perizie ordinate arrivarono a conclusioni diametralmente opposte, ma i giudici accolsero quella favorevole alla polizia e stabilirono che fosse denunciato chiunque sostenesse la tesi dell’omicidio in custodia.
Nel testo si... (continua)
Parole di Walter Mossmann (1941-2015), cantautore, giornalista e regista tedesco
Sulla melodia de Le roi a fait battre tambour
Nell’album “Frühlingsanfang” del 1979
Testo trovato su LyricWiki
Una canzone dedicata al sociologo tedesco Christian Sigrist (1935-2015), più volte arrestato e processato all’epoca per la sua condanna di omicidi politici da parte della polizia.
Infatti questa canzone parla di Günter Routhier, militante comunista che nel 1974 a Duisburg, durante i disordini scoppiati nel corso di un’udienza, fu fermato dalla polizia e trascinato giù per le scale, riportando lesioni alla testa tali da ucciderlo dopo due settimane di ricovero. Le due perizie ordinate arrivarono a conclusioni diametralmente opposte, ma i giudici accolsero quella favorevole alla polizia e stabilirono che fosse denunciato chiunque sostenesse la tesi dell’omicidio in custodia.
Nel testo si... (continua)
Im Jahre dreiundsiebzig kam
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 31/1/2018 - 16:25
Nach der endgültigen und vollständigen Einführung und Inkrafttretung der Notstandsgesetze werde ich allen leichtfertig-gutgläubigen Wählern ein Liedchen singen. Vorsichtshalber singe ich es schon jetzt!
[1967]
Parole e musica di Dieter Süverkrüp (1934-), cantautore e pittore tedesco di grande talento.
Nel suo album intitolato “Die widerborstigen Gesänge des Dieter Süverkrüp”
Testo trovato su LyricWiki
Come già in Lagerlied - paradossale descrizione della Germania occidentale negli anni 60 come un grande campo di concentramento hitleriano - anche qui Süverkrüp saluta l’imminente avvento delle leggi emergenziali per contrastare la ribellione studentesca, che poi furono effettivamente adottate – guarda caso - all’indomani del grave ferimento di Rudi Dutschke ad opera di un invasato anticomunista, episodio che privò il movimento del suo leader…
Una canzone che ritengo sia pure di grande attualità, alla luce di quanto si può leggere, per esempio, sul recente rapporto di Amnesty International intitolato Dangerously disproportionate. The ever-expanding national security State in Europe (gennaio... (continua)
Parole e musica di Dieter Süverkrüp (1934-), cantautore e pittore tedesco di grande talento.
Nel suo album intitolato “Die widerborstigen Gesänge des Dieter Süverkrüp”
Testo trovato su LyricWiki
Come già in Lagerlied - paradossale descrizione della Germania occidentale negli anni 60 come un grande campo di concentramento hitleriano - anche qui Süverkrüp saluta l’imminente avvento delle leggi emergenziali per contrastare la ribellione studentesca, che poi furono effettivamente adottate – guarda caso - all’indomani del grave ferimento di Rudi Dutschke ad opera di un invasato anticomunista, episodio che privò il movimento del suo leader…
Una canzone che ritengo sia pure di grande attualità, alla luce di quanto si può leggere, per esempio, sul recente rapporto di Amnesty International intitolato Dangerously disproportionate. The ever-expanding national security State in Europe (gennaio... (continua)
Ich gratuliere euch zu den Gesetzen
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 31/1/2018 - 14:32
Lied vom Tod
[1967]
Parole e musica di Dieter Süverkrüp (1934-), cantautore e pittore tedesco di grande talento.
Nel suo album intitolato “Die widerborstigen Gesänge des Dieter Süverkrüp”
Testo trovato su LyricWiki
Parole e musica di Dieter Süverkrüp (1934-), cantautore e pittore tedesco di grande talento.
Nel suo album intitolato “Die widerborstigen Gesänge des Dieter Süverkrüp”
Testo trovato su LyricWiki
Es hat der Tod ein glatt Gesicht und trinkt Champagnerwein
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 31/1/2018 - 13:36
Lagerlied
[1967]
Parole e musica di Dieter Süverkrüp (1934-), cantautore e pittore tedesco di grande talento.
Nel suo album intitolato “Die widerborstigen Gesänge des Dieter Süverkrüp”
Immagino che Süverkrüp volesse utilizzare un paradosso paragonando i campi di concentramento naziste alle leggi speciali che la Germania per prima in Europa varò per contenere e reprimere il movimento sessantottino. Comunque, secondo Süverkrüp l’unica differenza tra la “democrazia” tedesca (parliamo della Repubblica Federale) ed il totalitarismo hitleriano era che negli anni 60 si poteva esprimere liberamente la propria opinione, ma la repressione del dissenso restava comunque feroce.
Parole e musica di Dieter Süverkrüp (1934-), cantautore e pittore tedesco di grande talento.
Nel suo album intitolato “Die widerborstigen Gesänge des Dieter Süverkrüp”
Immagino che Süverkrüp volesse utilizzare un paradosso paragonando i campi di concentramento naziste alle leggi speciali che la Germania per prima in Europa varò per contenere e reprimere il movimento sessantottino. Comunque, secondo Süverkrüp l’unica differenza tra la “democrazia” tedesca (parliamo della Repubblica Federale) ed il totalitarismo hitleriano era che negli anni 60 si poteva esprimere liberamente la propria opinione, ma la repressione del dissenso restava comunque feroce.
Du da, bist du der, den man um elf hier eingeliefert hat?
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 31/1/2018 - 13:26
Percorsi:
Campi di sterminio, Dalle galere del mondo
My Last Farewell to Stirling
anonimo
[XIX° secolo]
Una ballata compresa in “The Greig-Duncan Folk Song Collection”, raccolta di canzoni del nord-est scozzese curata dai ricercatori Gavin Greig (1856–1914) e James Bruce Duncan (1848-1917), pubblicata poco prima dello scoppio della Grande Guerra.
La versione riportata, tratta dal sito dello Scots Language Centre, è quella di Charlie Murray, classe 1916. Interpretata in seguito da molti altri artisti, tra i quali in particolare Martyn Wyndham-Read e Ewan MacColl. La versione di quest’ultimo si trova in “Scots Street Songs” del 1956.
Un bracconiere – mestiere allora svolto da poveracci per fame – catturato nella tenuta di un signore, viene condannato a 20 anni di colonia penale in Australia, nella Van Dieman's Land, la Tasmania.
Una ballata compresa in “The Greig-Duncan Folk Song Collection”, raccolta di canzoni del nord-est scozzese curata dai ricercatori Gavin Greig (1856–1914) e James Bruce Duncan (1848-1917), pubblicata poco prima dello scoppio della Grande Guerra.
La versione riportata, tratta dal sito dello Scots Language Centre, è quella di Charlie Murray, classe 1916. Interpretata in seguito da molti altri artisti, tra i quali in particolare Martyn Wyndham-Read e Ewan MacColl. La versione di quest’ultimo si trova in “Scots Street Songs” del 1956.
Un bracconiere – mestiere allora svolto da poveracci per fame – catturato nella tenuta di un signore, viene condannato a 20 anni di colonia penale in Australia, nella Van Dieman's Land, la Tasmania.
Nae lark in transport mounts the sky
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 31/1/2018 - 11:05
Diarsera posi un giglio, ovvero E cinquecento catenelle d'oro
anonimo
I Cerchi Magici: Diarsera posi un giglio
Fisarmonica: Maurizio Francisci
Chitarre: Daniele Romeo, Claudio Carboni
Mandolino: Manuel Francisci
Clarinetto: Javier Camarda
Voci: Cristiana Alviti, Sonia Ciccolini, Angelica Simeoni e Manuel Francisci
Diarsera posi un giglio alla finestra,
diarsera il posi e stamani gli è nato,
andai per affacciarmi alla finestra,
con le sue fronde mi copriva il capo.
Giglio, mio giglio, quanto sei cresciuto!
ricordati del ben ch’io t’ho voluto;
giglio, mio giglio, quanto sei crescente!
ricordati del ben ch’io ti vò sempre.
E cinquecento catenelle d’oro
hanno legato lo tuo cuore al mio
e l’hanno fatto tanto stretto i’ nodo
che non si scioglierà né te né io,
e l’hanno fatto i’ nodo tanto forte
che non si scioglierà fino alla morte.
D'altro canto Duo
Fisarmonica: Maurizio Francisci
Chitarre: Daniele Romeo, Claudio Carboni
Mandolino: Manuel Francisci
Clarinetto: Javier Camarda
Voci: Cristiana Alviti, Sonia Ciccolini, Angelica Simeoni e Manuel Francisci
Diarsera posi un giglio alla finestra,
diarsera il posi e stamani gli è nato,
andai per affacciarmi alla finestra,
con le sue fronde mi copriva il capo.
Giglio, mio giglio, quanto sei cresciuto!
ricordati del ben ch’io t’ho voluto;
giglio, mio giglio, quanto sei crescente!
ricordati del ben ch’io ti vò sempre.
E cinquecento catenelle d’oro
hanno legato lo tuo cuore al mio
e l’hanno fatto tanto stretto i’ nodo
che non si scioglierà né te né io,
e l’hanno fatto i’ nodo tanto forte
che non si scioglierà fino alla morte.
D'altro canto Duo
L'Anonimo Toscano del XXI secolo 30/1/2018 - 22:06
Ogalla, Ogallala
Ogalla, Ogallala
Chanson française – Ogalla, Ogallala – Marco Valdo M.I. – 2018
Dialogue maïeutique
Oh la la, oh la la, Marco Valdo M.I. mon ami, quel titre est-ce là ? De quoi elle cause la chanson-là ?
Je me doutais que tu allais faire une pareille réflexion, Lucien l’âne mon ami et comme on peut l’imaginer, j’ai une réponse à te donner, dont j’espère qu’elle ne te décevra pas. En premier lieu, ce n’est pas « Oh la la Oh la la » le titre de la chanson, c’est « Ogalla, Ogallala ». Et ça change tout, même si je dois reconnaître qu’en écho, il y a bien l’expression que tu avances qui laisse entendre qu’il y aurait un drame qui se jouerait. Et pour un drame, c’en est un et un drame à rebondissements qui n’est pas près de finir. Venons en au fait : l’Ogallala du titre n’est la petite ville du Nebraska, à laquelle tu pensais certainement, mais une gigantesque nappe aquifère (Ogallala aquifer)... (continua)
Chanson française – Ogalla, Ogallala – Marco Valdo M.I. – 2018
Dialogue maïeutique
Oh la la, oh la la, Marco Valdo M.I. mon ami, quel titre est-ce là ? De quoi elle cause la chanson-là ?
Je me doutais que tu allais faire une pareille réflexion, Lucien l’âne mon ami et comme on peut l’imaginer, j’ai une réponse à te donner, dont j’espère qu’elle ne te décevra pas. En premier lieu, ce n’est pas « Oh la la Oh la la » le titre de la chanson, c’est « Ogalla, Ogallala ». Et ça change tout, même si je dois reconnaître qu’en écho, il y a bien l’expression que tu avances qui laisse entendre qu’il y aurait un drame qui se jouerait. Et pour un drame, c’en est un et un drame à rebondissements qui n’est pas près de finir. Venons en au fait : l’Ogallala du titre n’est la petite ville du Nebraska, à laquelle tu pensais certainement, mais une gigantesque nappe aquifère (Ogallala aquifer)... (continua)
Trois ères glaciaires,
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 30/1/2018 - 21:24
James Raeburn
anonimo
[prima metà 800 o precedente]
Canzone tradizionale scozzese che racconta un episodio di trasferimento forzato in una colonia penale in Oceania.
Il riferimento alla (Nuova) Caledonia situa la canzone a prima del 1853, quando quell’isola passò dal controllo britannico a quello francese.
Interpretata artisti come Ewan MacColl, Martyn Wyndham-Read, The Tannahill Weavers, The Corries e molti, molti altri.
Pare che James (o Jamie) Raeburn fosse un panettiere, condannato alla colonia penale per un piccolo furto, benchè si fosse sempre professato innocente. Un reato da poco, o addirittura non commesso, poteva costare allora il trasporto vero le colonie, un metodo sbrigativo con cui le classi dirigenti si procuravano manodopera a basso costo per le loro avventure coloniali.
Nell’edizione del 1901 della raccolta “Vagabond Songs and Ballads of Scotland: With Many Old and Familiar Melodies”, a... (continua)
Canzone tradizionale scozzese che racconta un episodio di trasferimento forzato in una colonia penale in Oceania.
Il riferimento alla (Nuova) Caledonia situa la canzone a prima del 1853, quando quell’isola passò dal controllo britannico a quello francese.
Interpretata artisti come Ewan MacColl, Martyn Wyndham-Read, The Tannahill Weavers, The Corries e molti, molti altri.
Pare che James (o Jamie) Raeburn fosse un panettiere, condannato alla colonia penale per un piccolo furto, benchè si fosse sempre professato innocente. Un reato da poco, o addirittura non commesso, poteva costare allora il trasporto vero le colonie, un metodo sbrigativo con cui le classi dirigenti si procuravano manodopera a basso costo per le loro avventure coloniali.
Nell’edizione del 1901 della raccolta “Vagabond Songs and Ballads of Scotland: With Many Old and Familiar Melodies”, a... (continua)
My name is James Raeburn. In Glasgow I was born,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 30/1/2018 - 17:06
Paul Verlaine: Chanson d’automne
AŬTUNA KANTO
(continua)
(continua)
inviata da Renato Corsetti 30/1/2018 - 16:26
Piazza Barberina
anonimo
Nel 1958 al liceo Virgilio di Roma un amico tradusse in greco la strofetta:
Coreveno, coreveno
pareveno pompieri
questi quattro culattieri
de ‘ste guardie de città.
Coreveno, coreveno
pareveno pompieri
questi quattro culattieri
de ‘ste guardie de città.
ἔδραμων καί ἔδραμον
(continua)
(continua)
inviata da lucio versino 30/1/2018 - 15:49
Peace and Harmony
io veramente non mi capacito di cosa abbiamo in questo sito...
Lorenzo 29/1/2018 - 23:06
Schooldays Over, Come on Then John
[1960]
Parole di Ewan MacColl
Musica di Ewan MacColl e Peggy Seeger
In "The Big Hewer - A Radio Ballad About Britain's Coal Miners", trasmissione radiofonica in onda nel 1960 sulla BBC Radio, prodotta da Charles Parker (1919-1980), scrittore, cantante ed attore teatrale. Il disco è del 1967, poi riedito nel 1999.
Si tratta della quarta di otto emissioni curate da MacColl e dalla Seeger tra il 1957 ed il 1964.
La coppia si avvalse della collaborazione di artisti prestigiosi, come Dave Swarbrick, A. L. Lloyd, Ian Campbell, Isla Cameron e Louis Killen.
Interpreta da molti, tra cui i Dubliners, i Chieftains, Dick Gaughan, Damien Dempsey, i Clancy Brothers,...
Pitman e collier sono entrambi sinonimi di miner, tre modi diversi che l'inglese ha per indicare il minatore del carbone...
Parole di Ewan MacColl
Musica di Ewan MacColl e Peggy Seeger
In "The Big Hewer - A Radio Ballad About Britain's Coal Miners", trasmissione radiofonica in onda nel 1960 sulla BBC Radio, prodotta da Charles Parker (1919-1980), scrittore, cantante ed attore teatrale. Il disco è del 1967, poi riedito nel 1999.
Si tratta della quarta di otto emissioni curate da MacColl e dalla Seeger tra il 1957 ed il 1964.
La coppia si avvalse della collaborazione di artisti prestigiosi, come Dave Swarbrick, A. L. Lloyd, Ian Campbell, Isla Cameron e Louis Killen.
Interpreta da molti, tra cui i Dubliners, i Chieftains, Dick Gaughan, Damien Dempsey, i Clancy Brothers,...
Pitman e collier sono entrambi sinonimi di miner, tre modi diversi che l'inglese ha per indicare il minatore del carbone...
Schooldays over, come on then John
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/1/2018 - 21:42
Büyü
Traduzione inglese di zel.ayik (L.Trans.)
English Translation by zel.ayik (L.Trans.)
GROW UP
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 29/1/2018 - 20:26
Through The Barricades
Finalmente una buona traduzione di questo magnifico testo.
Bibo 29/1/2018 - 19:16
For Anja
2014
For Anja
For Anja, è infatti un omaggio alle vittime dell'Olocausto, in particolare a coloro che pur essendo sopravvissuti allo sterminio sono stati schiacciati dal peso delle atrocità di cui sono stati testimoni, e forse dal peso di una colpa oscura, quella di essere usciti vivi da uno dei più grandi massacri della storia. For Anja trae ispirazione dal fumetto di Art Spiegelman, Maus, che nella leggerezza dello stile fumettistico riesce ad esprimere l'enormità della tragedia dell'Olocausto.
In questa storia si muove in sordina la figura di Anja Spiegelman (Andzia Zylberberg), madre dell'autore, una donna fragile, comune, certamente non un'eroina, che malgrado la sua fragilità riesce tuttavia a sopravvivere all'internamento nel campo di Auschwitz.
Nel 1968 si toglierà la vita, compiendo una scelta difficile da comprendere eppure condivisa con molti altri che come lei erano scampati allo sterminio.
altoadige.it
For Anja
For Anja, è infatti un omaggio alle vittime dell'Olocausto, in particolare a coloro che pur essendo sopravvissuti allo sterminio sono stati schiacciati dal peso delle atrocità di cui sono stati testimoni, e forse dal peso di una colpa oscura, quella di essere usciti vivi da uno dei più grandi massacri della storia. For Anja trae ispirazione dal fumetto di Art Spiegelman, Maus, che nella leggerezza dello stile fumettistico riesce ad esprimere l'enormità della tragedia dell'Olocausto.
In questa storia si muove in sordina la figura di Anja Spiegelman (Andzia Zylberberg), madre dell'autore, una donna fragile, comune, certamente non un'eroina, che malgrado la sua fragilità riesce tuttavia a sopravvivere all'internamento nel campo di Auschwitz.
Nel 1968 si toglierà la vita, compiendo una scelta difficile da comprendere eppure condivisa con molti altri che come lei erano scampati allo sterminio.
altoadige.it
What were you thinking while passing those gates,
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 29/1/2018 - 11:52
Percorsi:
Campi di sterminio
Il diritto di amare
2009
Passaggi segreti
Lettera di una madre in carcere alla figlia. Il video è girato nel carcere di massima sicurezza di Ivrea
Passaggi segreti
Lettera di una madre in carcere alla figlia. Il video è girato nel carcere di massima sicurezza di Ivrea
E se la vita vera fosse qui
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 29/1/2018 - 11:41
Percorsi:
Dalle galere del mondo
Supper's Ready
Il mio giudizio da Ascoltatore dei Genesis dal 1980 (scoperti con Duke regalatomi al compleanno) è che Supper’s Ready rappresenti la poliedricità massima di Peter Gabriel nella sua infinita tavolozza canora. Ma quale cantante progressive di quegli anni poteva sfoggiare un tale tange di voci?
Pensate alla morbidezza della sua voce nella prima parte del pezzo, le mille voci di Willow Farm e allo stesso tempo alla potenza vocale espressa con 9/8 e il finale maestoso con un urlo degno del miglior cantante hard rock .............
Nota di tristezza: con tutto il bene che gli si possa volere, ma quando mai Phil Collins ha avuto quella potenza
Pensate alla morbidezza della sua voce nella prima parte del pezzo, le mille voci di Willow Farm e allo stesso tempo alla potenza vocale espressa con 9/8 e il finale maestoso con un urlo degno del miglior cantante hard rock .............
Nota di tristezza: con tutto il bene che gli si possa volere, ma quando mai Phil Collins ha avuto quella potenza
Augusto 29/1/2018 - 08:07
אונדזער שטעטל ברענט
Moni Ovadia, Binario 21 della stazione centrale di Milano.
CCG/AWS Staff 28/1/2018 - 18:06
East Kilbride
[2018]
Live in Huston
A friend in Berlin sent me a story about how the entire Chilean Air Force was essentially grounded for a time as a result of the actions of union engineers in Scotland who refused to repair the engines of their fighter jets after the 1973 coup.
Live in Huston
A friend in Berlin sent me a story about how the entire Chilean Air Force was essentially grounded for a time as a result of the actions of union engineers in Scotland who refused to repair the engines of their fighter jets after the 1973 coup.
Jet fighters bombed the palace, we all watched it on TV
(continua)
(continua)
inviata da adriana 28/1/2018 - 10:47
A Brief History of Jerusalem
[2018]
It's been in the news a lot lately, since Trump announced his plan to move the US embassy from Tel Aviv to Jerusalem. So here's a little history for those who don't know.
It's been in the news a lot lately, since Trump announced his plan to move the US embassy from Tel Aviv to Jerusalem. So here's a little history for those who don't know.
From the frozen north with shields and swords
(continua)
(continua)
inviata da adriana 28/1/2018 - 10:38
Il giorno della terra
[1988]
Parole di Alfredo Rapetti, in arte Cheope, paroliere, e di Alessandro Pizzamiglio, in arte Alessandro Bono (1964-1994), cantautore
Musica di Alessandro Bono e Matteo Fasolino
Nell'album di esordio di Alessandro Bono, eponimo.
Una canzone dedicata all'Intifada e al popolo palestinese.
Parole di Alfredo Rapetti, in arte Cheope, paroliere, e di Alessandro Pizzamiglio, in arte Alessandro Bono (1964-1994), cantautore
Musica di Alessandro Bono e Matteo Fasolino
Nell'album di esordio di Alessandro Bono, eponimo.
Una canzone dedicata all'Intifada e al popolo palestinese.
Campi arati dal dolore
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/1/2018 - 22:14
Percorsi:
L'Olocausto Palestinese
Oppure no
[1994]
Parole di Alessandro Pizzamiglio, arte Alessandro Bono (1964-1994), cantautore
Musica di Alessandro Bono e Matteo Fasolino
La canzone che dà il titolo al suo ultimo disco
Alessandro Bono partecipò a tre edizioni del Festival di Sanremo, l'ultima quella del 1994. dove presentò questa "Oppure no". La sua esibizione fu parecchio criticata, "stonato", dissero. Ma pochi sapevano che Alessandro Bono era gravemente ammalato. Morì poche settimane dopo a soli 30 anni, stroncato dall'AIDS.
Propongo questa canzone - pressochè dimenticata, come il suo autore - per via soprattutto delle prime tre strofe ma anche per altro:
"La canzone di Bono parlava di tempo che scorre inesorabile, di futuro incerto, vita precaria, di sentimenti che il futuro rischia di spazzare via. Incomprensibile per una generazione rampante, che correva verso il domani senza macchia e senza paura... Parlava di un ragazzo... (continua)
Parole di Alessandro Pizzamiglio, arte Alessandro Bono (1964-1994), cantautore
Musica di Alessandro Bono e Matteo Fasolino
La canzone che dà il titolo al suo ultimo disco
Alessandro Bono partecipò a tre edizioni del Festival di Sanremo, l'ultima quella del 1994. dove presentò questa "Oppure no". La sua esibizione fu parecchio criticata, "stonato", dissero. Ma pochi sapevano che Alessandro Bono era gravemente ammalato. Morì poche settimane dopo a soli 30 anni, stroncato dall'AIDS.
Propongo questa canzone - pressochè dimenticata, come il suo autore - per via soprattutto delle prime tre strofe ma anche per altro:
"La canzone di Bono parlava di tempo che scorre inesorabile, di futuro incerto, vita precaria, di sentimenti che il futuro rischia di spazzare via. Incomprensibile per una generazione rampante, che correva verso il domani senza macchia e senza paura... Parlava di un ragazzo... (continua)
Verrà un giorno in cui vivrò
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/1/2018 - 22:00
Percorsi:
Canzoni d'amore contro la guerra
Die Kinder von Izieu
Di tutti i crimini commessi dai nazisti, quello di Izieu - nel mio cuore - è il più abominevole, spregevole, assurdo.
Credo che nessuno abbia il dovere di perdonare. E nessuno il diritto di esser mai perdonato.
Francesca
Credo che nessuno abbia il dovere di perdonare. E nessuno il diritto di esser mai perdonato.
Francesca
Francesca Carlucci 27/1/2018 - 19:36
Rumours of War
(1984)
Album: Russians & Americans
Al Stewart / Peter White
Album: Russians & Americans
Al Stewart / Peter White
We met on the beach amid rumours of war
(continua)
(continua)
27/1/2018 - 18:10
Italien-Chanson
Chanson allemande – Italien-Chanson – Joachim Ringelnatz (Hans Gustav Bötticher) – 1926
« Qui va là ? », je hurle. Il me répond : « Je suis Joachim Ringelnatz, je suis Allemand, mais antifasciste ! Ne tirez pas ! »… Je le fais passer. Nous nous embrassons. C’est pas plus mal que chez eux tous ne sont pas des « nazis schmazi »…
Joachim Ringelnatz était un écrivain, un carbarettiste, un poète, et il peignait aussi. Il inventa un personnage littéraire, le matelot Kuddel Daddeldu, qui était un peu son alter ego, anarchiste et anti-autoritaire. Il mourut peu après la venue du nazisme, mais dans les temps pour se voir qualifié d’artiste « dégénéré ». Beaucoup de sa production fut détruite dans les années qui suivirent sa disparition.
Cette poésie-chanson sur l’Italie fasciste est datée de 1926 et c’est un véritable instantané de ces années, celles de l’assassinat de Matteotti, de l’institution... (continua)
« Qui va là ? », je hurle. Il me répond : « Je suis Joachim Ringelnatz, je suis Allemand, mais antifasciste ! Ne tirez pas ! »… Je le fais passer. Nous nous embrassons. C’est pas plus mal que chez eux tous ne sont pas des « nazis schmazi »…
Joachim Ringelnatz était un écrivain, un carbarettiste, un poète, et il peignait aussi. Il inventa un personnage littéraire, le matelot Kuddel Daddeldu, qui était un peu son alter ego, anarchiste et anti-autoritaire. Il mourut peu après la venue du nazisme, mais dans les temps pour se voir qualifié d’artiste « dégénéré ». Beaucoup de sa production fut détruite dans les années qui suivirent sa disparition.
Cette poésie-chanson sur l’Italie fasciste est datée de 1926 et c’est un véritable instantané de ces années, celles de l’assassinat de Matteotti, de l’institution... (continua)
CHANSON ITALIENNE
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 27/1/2018 - 17:51
Rumours of War
anonimo
Non sappiamo chi sia l'autore di questa canzone, forse il Marc che si firma in questa raccolta di "Rainbow Songs", le canzoni del movimento neo-hippie conosciuto come Rainbow Family. Rispetto ad altre canzoni semplicemente "peace and love"/"volemose bene" questa mi sembra più politica...
I come home from work, turn on the evening blues
(continua)
(continua)
27/1/2018 - 16:46
Cronache scaramantiche
Parole e musica di Maurizio Geri
dall'album Madreperla (2011)
Una bella canzone scritta da Maurizio Geri sull'olocausto degli zingari dall'abum Madreperla di Banditaliana
dall'album Madreperla (2011)
Una bella canzone scritta da Maurizio Geri sull'olocausto degli zingari dall'abum Madreperla di Banditaliana
Di questi tempi non sospetti
(continua)
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 27/1/2018 - 16:19
Percorsi:
I Rom, il razzismo, il Porrajmos
There Must Be More to Life Than This
meno male che c'è l'anonimo che capisce tutto di musica. Io grande esperto non sono ma ribadisco che questa canzone la trovo sdolcinata e scontata con tutto il rispetto per Freddie Mercury, per la sua voce incredibile, e per le cose anche meravigliose che ha scritto e cantato. E, scusa se insisto, anche a livello di testi ha fatto molto di meglio.
Lorenzo Masetti 27/1/2018 - 16:05
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