Libera Val di Susa
A AGOSTINO GHIGLIA E STEFANO ESPOSITO
Vorrei presentarmi alle persone sopra citate. Scusate se non vi chiamo signori ma qui in Valle di Susa siamo un po’ francesi e il nostro “signore” equivale al francese “monsieur”, termine con il quale i nostri “cugini d’oltralpe” chiamano le persone perbene.
Mi chiamo Walter Neirotti e vivo in Valle di Susa da quasi cinquantanove anni. Da quando sono stati presentati i molti progetti della linea ferroviaria Torino – Lyon mi sono sempre opposto, prima di tutto come uomo che crede in un mondo diverso (dal vostro), ma anche dal punto di vista tecnico, grazie a qualche conoscenza maturata in tanti anni di lavoro ferroviario ( ma adesso sono “ritirato dal lavoro” quindi un parassita a carico dell’INPS).
Non essendo un tipo da “prima linea” la mia opposizione non è mai apparsa, anche se ho partecipato a molte delle iniziative proposte dai comitati NO TAV... (continua)
Vorrei presentarmi alle persone sopra citate. Scusate se non vi chiamo signori ma qui in Valle di Susa siamo un po’ francesi e il nostro “signore” equivale al francese “monsieur”, termine con il quale i nostri “cugini d’oltralpe” chiamano le persone perbene.
Mi chiamo Walter Neirotti e vivo in Valle di Susa da quasi cinquantanove anni. Da quando sono stati presentati i molti progetti della linea ferroviaria Torino – Lyon mi sono sempre opposto, prima di tutto come uomo che crede in un mondo diverso (dal vostro), ma anche dal punto di vista tecnico, grazie a qualche conoscenza maturata in tanti anni di lavoro ferroviario ( ma adesso sono “ritirato dal lavoro” quindi un parassita a carico dell’INPS).
Non essendo un tipo da “prima linea” la mia opposizione non è mai apparsa, anche se ho partecipato a molte delle iniziative proposte dai comitati NO TAV... (continua)
CCG/AWS Staff 29/7/2011 - 17:51
Bella Ciao
anonimo
6d. Bella ciao (Versione Spagnola di Adolfo Celdrán -1968-)
6d. Bella ciao (Spanish version by Adolfo Celdrán -1968-)
6d. Bella ciao (Spanish version by Adolfo Celdrán -1968-)
Versión en castellano del cantautor alicantino, miembro de Canción del Pueblo, Adolfo Celdrán. Incluida en su primer sencillo en 1969, el cual fue censurado con el sello de "no radiable". En 2004 el sencillo fue incluido en la reedición de su primer álbum "Silencio". - Cajitas
Versione castigliana del cantautore alicantino Adolfo Celdrán, membro di Canción del Pueblo. Inserita nel suo primo singolo del 1969, che fu censurato con la dicitura "non trasmettibile in radio". Nel 2004 il singolo fu inserito nella riedizione del suo primo album "Silencio". - Cajitas
Versione castigliana del cantautore alicantino Adolfo Celdrán, membro di Canción del Pueblo. Inserita nel suo primo singolo del 1969, che fu censurato con la dicitura "non trasmettibile in radio". Nel 2004 il singolo fu inserito nella riedizione del suo primo album "Silencio". - Cajitas
Esta mañana
(continua)
(continua)
inviata da Gustavo Sierra Fernández 29/7/2011 - 14:16
Storia di Capodanno
[1958]
Testo di Michele L. Straniero
Musica di Sergio Liberovici
Da “Cantacronache. Un’avventura politico-musicale degli anni cinquanta”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL-Scriptorium 1995.
Fine 1957, notte di Capodanno. Angelo Favrello, un bimbo di quattro mesi, morì di freddo e di denutrizione in una “casa minima” di Orbassano. Il padre Francesco, immigrato dal Veneto, era disoccupato da mesi e la famiglia – la moglie Carla, il piccolo Angelo ed altri due bimbetti – era stata sfrattata in pieno inverno da un alloggio di via Passo Buole perché non pagava più l’affitto. Ad Orbassano i Favrello si erano sistemati in un freddo tugurio con una piccola stufa a legna, ma la legna spesso non potevano nemmeno permettersela, così come il cibo… (fonte: Archivio de La Stampa, La Nuova Stampa di mercoledì 1 gennaio 1958)
Straniero e Liberovici sul tristissimo episodio scrissero di getto questa canzone, destando grande fastidio nell’amministrazione dell’allora sindaco democristiano Amedeo Peyron.
Testo di Michele L. Straniero
Musica di Sergio Liberovici
Da “Cantacronache. Un’avventura politico-musicale degli anni cinquanta”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL-Scriptorium 1995.
Fine 1957, notte di Capodanno. Angelo Favrello, un bimbo di quattro mesi, morì di freddo e di denutrizione in una “casa minima” di Orbassano. Il padre Francesco, immigrato dal Veneto, era disoccupato da mesi e la famiglia – la moglie Carla, il piccolo Angelo ed altri due bimbetti – era stata sfrattata in pieno inverno da un alloggio di via Passo Buole perché non pagava più l’affitto. Ad Orbassano i Favrello si erano sistemati in un freddo tugurio con una piccola stufa a legna, ma la legna spesso non potevano nemmeno permettersela, così come il cibo… (fonte: Archivio de La Stampa, La Nuova Stampa di mercoledì 1 gennaio 1958)
Straniero e Liberovici sul tristissimo episodio scrissero di getto questa canzone, destando grande fastidio nell’amministrazione dell’allora sindaco democristiano Amedeo Peyron.
Schioccano i tappi dello spumante
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 29/7/2011 - 13:25
Bürgerliche Wohltätigkeit
... e mentre Marchionne continua a fare il bello e il cattivo tempo e a mettere da parte milioni di euro sui suoi conti svizzeri...
Termini Imerese. Ex operaio uccide la moglie e si suicida
Era stato licenziato un anno e mezzo fa per motivi disciplinari.
di Salvo Palazzolo, da La Repubblica del 29 luglio 2011
Padre, madre e figlia hanno finito di pranzare poco dopo le 14,30. Insieme hanno risistemato la cucina. Hanno anche steso in balcone tre asciugamani e una tovaglia. Poi, è scoppiato l´inferno fra le mura di un piccolo appartamento alla periferia di Termini Imerese. Agostino Bova, 56 anni, ex operaio della Fiat, ha sparato alla figlia trentenne, Ornella, che intanto si era spostata in salone. La giovane è scappata lungo il corridoio, e poi per le scale del condominio, con una ferita sanguinante alla testa. Bova è tornato in cucina e ha ucciso la moglie, Margherita Carollo, 51 anni.... (continua)
Termini Imerese. Ex operaio uccide la moglie e si suicida
Era stato licenziato un anno e mezzo fa per motivi disciplinari.
di Salvo Palazzolo, da La Repubblica del 29 luglio 2011
Padre, madre e figlia hanno finito di pranzare poco dopo le 14,30. Insieme hanno risistemato la cucina. Hanno anche steso in balcone tre asciugamani e una tovaglia. Poi, è scoppiato l´inferno fra le mura di un piccolo appartamento alla periferia di Termini Imerese. Agostino Bova, 56 anni, ex operaio della Fiat, ha sparato alla figlia trentenne, Ornella, che intanto si era spostata in salone. La giovane è scappata lungo il corridoio, e poi per le scale del condominio, con una ferita sanguinante alla testa. Bova è tornato in cucina e ha ucciso la moglie, Margherita Carollo, 51 anni.... (continua)
Bartleby 29/7/2011 - 11:21
Elämää juoksuhaudoissa
from YouTube
塹壕での人生
(continua)
(continua)
inviata da emanuele ricciardi 28/7/2011 - 19:35
Ballata della bomba nucleare
Questa ballata la scrissi nel 1961. Faceva parte del testo (e dello spettacolo) "Resta così, o sistema solare" scritto a quattro mani con Sandro Bajini, andato in scena nel 1962 e pubblicato quell'anno dalla rivista "Filmcritica". Credo sia utile conoscere le date per inquadrare il testo nell'epoca - e nelle problematiche - di quel tempo.
Cordiali saluti
Vittorio Franceschi.
Cordiali saluti
Vittorio Franceschi.
vittoriofranceschi@libero.it 28/7/2011 - 18:01
A Ballad for Sophie Scholl
Sophie Scholl was your name;
(continua)
(continua)
inviata da Carles Viadel 28/7/2011 - 14:19
Franco dans son berceau
Franco repose dans son berceau,
(continua)
(continua)
inviata da Carles Viadel 28/7/2011 - 14:16
Seven Curses
Nell'intro alla canzone c'è un errore.
L'album della Collins non si intitola "Hootenanny" ma " Judy Collins 3".
Hootenanny è il titolo di una serie televisiva della ABC sulla folk music che venne trasmessa tra il 1963 e il 1964 e alla quale partecipò anche Judy Collins.
L'album della Collins non si intitola "Hootenanny" ma " Judy Collins 3".
Hootenanny è il titolo di una serie televisiva della ABC sulla folk music che venne trasmessa tra il 1963 e il 1964 e alla quale partecipò anche Judy Collins.
Bartleby 28/7/2011 - 11:17
E quando sarò ricca
Chanson italienne – E quando sarò ricca - Anna Identici – 1972
Texte de Pier Paolo Preti
Musique de Gianni Guarnieri
Arrangement de F. Orlandini
Une autre chanson qui nous rappelle comment on peut mourir du travail, dans son corps – comme hier à Turin et aujourd'hui qui sait où – ou dans son esprit.
Vois-tu Lucien l'âne mon ami, je comprends parfaitement qu'avec un titre pareil, tu sois là à me regarder avec des yeux comme deux ronds de flan...
Deux quoi ?, dit Lucien l'âne en ouvrant des yeux comme des soucoupes...
Deux ronds de flan... ou même, de flanc... Est-une expression idiomatique française qui, en substance, veut dire :: « profondément étonné... »,, mais en plus imagé. Donc, tout ça pour dire, que je comprends qu'un tel titre te surprenne venant de moi. Mais comme tu le sais sans doute, je traduis les chansons pour savoir ce qu'elles racontent et que pouvait, en effet, raconter... (continua)
Texte de Pier Paolo Preti
Musique de Gianni Guarnieri
Arrangement de F. Orlandini
Une autre chanson qui nous rappelle comment on peut mourir du travail, dans son corps – comme hier à Turin et aujourd'hui qui sait où – ou dans son esprit.
Vois-tu Lucien l'âne mon ami, je comprends parfaitement qu'avec un titre pareil, tu sois là à me regarder avec des yeux comme deux ronds de flan...
Deux quoi ?, dit Lucien l'âne en ouvrant des yeux comme des soucoupes...
Deux ronds de flan... ou même, de flanc... Est-une expression idiomatique française qui, en substance, veut dire :: « profondément étonné... »,, mais en plus imagé. Donc, tout ça pour dire, que je comprends qu'un tel titre te surprenne venant de moi. Mais comme tu le sais sans doute, je traduis les chansons pour savoir ce qu'elles racontent et que pouvait, en effet, raconter... (continua)
QUAND JE SERAI RICHE...
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 27/7/2011 - 21:51
Rachel
[1969]
Scritta dal songwriter inglese Raymond Froggatt.
La canzone racconta degli orrori della guerra dagli occhi di un'infermiera di un ospedale da campo e potrebbe ben riferirsi alla guerra in Vietnam, visto che fu scritta quando già da quattro anni i soldati australiani venivano spediti nel sud-est asiatico a combattere e a morire...
Scritta dal songwriter inglese Raymond Froggatt.
La canzone racconta degli orrori della guerra dagli occhi di un'infermiera di un ospedale da campo e potrebbe ben riferirsi alla guerra in Vietnam, visto che fu scritta quando già da quattro anni i soldati australiani venivano spediti nel sud-est asiatico a combattere e a morire...
Gather round on ma's knee,
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 e Bartleby 27/7/2011 - 04:31
Beirut
Non sono in grado di capire il testo, né ho trovato una traduzione in inglese, ma sul canale ufficiale youtube della band viene catalogata come una canzone contro la guerra. (E come al solito è scritta in caratteri latini e non nel corretto alfabeto)
Wala ma kaan ala balee ya hawaa.
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 27/7/2011 - 03:59
Bleed Red
(2011)
Let's say we're sorry before it's too late
(continua)
(continua)
inviata da anonymous 27/7/2011 - 02:06
Tri ratna havera
[1997]
Album: Ja nisam odavle
Il 9 ottobre 2011, quando chi scrive non si trovava, come dire, nel pieno delle sue forze, veniva inserita nel sito questa (straordinaria) canzone degli Zabranjeno Pušenje; il medesimo giorno, Marko, in un commento, faceva presente che mancava “una traduzione fatta bene”. Cinque anni dopo, la traduzione è stata finalmente fatta, o tentata, non si sa quanto bene ma perlomeno capace di rendere l’idea di questa storia. Una storia, probabilmente, di tantissimi nella Sarajevo in guerra e sotto assedio: tri ratna havera, appunto.
Della vicenda narrata della canzone è forse bene fare una sorta di riassunto esplicativo; ma ancor prima, bisognerebbe soffermarsi sul titolo tradotto, forse sbrigativamente, “tre amici in guerra”. Le traduzioni, di solito, funzionano assai poco; da una traduzione, ad esempio, non può risultare come mai –ad esempio- non sia stato utilizzato... (continua)
Album: Ja nisam odavle
Il 9 ottobre 2011, quando chi scrive non si trovava, come dire, nel pieno delle sue forze, veniva inserita nel sito questa (straordinaria) canzone degli Zabranjeno Pušenje; il medesimo giorno, Marko, in un commento, faceva presente che mancava “una traduzione fatta bene”. Cinque anni dopo, la traduzione è stata finalmente fatta, o tentata, non si sa quanto bene ma perlomeno capace di rendere l’idea di questa storia. Una storia, probabilmente, di tantissimi nella Sarajevo in guerra e sotto assedio: tri ratna havera, appunto.
Della vicenda narrata della canzone è forse bene fare una sorta di riassunto esplicativo; ma ancor prima, bisognerebbe soffermarsi sul titolo tradotto, forse sbrigativamente, “tre amici in guerra”. Le traduzioni, di solito, funzionano assai poco; da una traduzione, ad esempio, non può risultare come mai –ad esempio- non sia stato utilizzato... (continua)
Noć pred gašenje Olimpijskoga plamena
(continua)
(continua)
inviata da Anto Simic 26/7/2011 - 19:19
Percorsi:
Guerre nei Balcani negli anni '90
Inno dei lavoratori siciliani
[1894]
Testo di Pietro Gori
Da cantarsi sull'aria dell'Inno di Mameli
"Da cantarsi sull'aria dell'Inno di Mameli, risale con tutta probabilità al dicembre 1893/gennaio 1894, epoca della repressione dai Fasci siciliani da parte di Crispi. Aggiunto nella seconda edizione di Canti d'esilio. Poesie varie (Milano, Editrice Moderna, 1948) era già stato pubblicato in numerosi canzonieri. Non è mai stato registrato sul campo"
Fonte:A Rivista Anarchica
Scritto in occasione dei "Fasci Siciliani", importante movimento che in tutta la Sicilia vede i lavoratori e il popolo protestare contro il governo chiedendo meno tasse: la risposta governativa si traduce in una violenta repressione dei moti che dalla Sicilia si allargano comunque in Toscana, specie nella zona di Carrara. Il primo atto repressivo avviene il 10 dicembre 1893 a Giardinello dove si spara sulla folla. Il bilancio è di dieci morti e... (continua)
Testo di Pietro Gori
Da cantarsi sull'aria dell'Inno di Mameli
"Da cantarsi sull'aria dell'Inno di Mameli, risale con tutta probabilità al dicembre 1893/gennaio 1894, epoca della repressione dai Fasci siciliani da parte di Crispi. Aggiunto nella seconda edizione di Canti d'esilio. Poesie varie (Milano, Editrice Moderna, 1948) era già stato pubblicato in numerosi canzonieri. Non è mai stato registrato sul campo"
Fonte:A Rivista Anarchica
Scritto in occasione dei "Fasci Siciliani", importante movimento che in tutta la Sicilia vede i lavoratori e il popolo protestare contro il governo chiedendo meno tasse: la risposta governativa si traduce in una violenta repressione dei moti che dalla Sicilia si allargano comunque in Toscana, specie nella zona di Carrara. Il primo atto repressivo avviene il 10 dicembre 1893 a Giardinello dove si spara sulla folla. Il bilancio è di dieci morti e... (continua)
Compagni la forte Sicilia s'è desta
(continua)
(continua)
inviata da adriana 26/7/2011 - 17:04
Inno dei lavoratori del mare
[1894/96]
Scritto da Pietro Gori
Leoncarlo Settimelli lo raccoglie da "Napoleone Murzi, ex lavoratore marittimo, di Rio Marina (Isola d'Elba) e l'inno è anche stampato sul libretto personale di lavoro del Murzi, ultima pagina, rilasciato dalla Società Cooperativa di Navigazione Garibaldi di Genova; ma il libretto non reca la data dell'anno di edizione."
Si tratta sicuramente della "Cooperativa Garibaldi", fondata a Genova da G. Giulietti il 18 settembre 1918 a bordo del transatlantico "Giuseppe Verdi" e la scelta di inserire una poesia di Gori nel libretto di lavoro dei marittimi aderenti alla cooperativa di "capitan Giulietti", come è da tutti chiamato, non deve sorprendere proprio per la singolarità del personaggio: mazziniano, mostra simpatia per gli anarchici (è lui che si adopera per far rientrare in Italia segretamente E. Malatesta), amico di G. D'Annunzio contribuisce alla riuscita... (continua)
Scritto da Pietro Gori
Leoncarlo Settimelli lo raccoglie da "Napoleone Murzi, ex lavoratore marittimo, di Rio Marina (Isola d'Elba) e l'inno è anche stampato sul libretto personale di lavoro del Murzi, ultima pagina, rilasciato dalla Società Cooperativa di Navigazione Garibaldi di Genova; ma il libretto non reca la data dell'anno di edizione."
Si tratta sicuramente della "Cooperativa Garibaldi", fondata a Genova da G. Giulietti il 18 settembre 1918 a bordo del transatlantico "Giuseppe Verdi" e la scelta di inserire una poesia di Gori nel libretto di lavoro dei marittimi aderenti alla cooperativa di "capitan Giulietti", come è da tutti chiamato, non deve sorprendere proprio per la singolarità del personaggio: mazziniano, mostra simpatia per gli anarchici (è lui che si adopera per far rientrare in Italia segretamente E. Malatesta), amico di G. D'Annunzio contribuisce alla riuscita... (continua)
Lavoratori del mar s'intoni
(continua)
(continua)
inviata da adriana grazie ad Antonino 26/7/2011 - 16:41
Ho visto anche degli zingari felici
Chanson italienne – Ho visto anche degli zingari felici – Claudio Lolli – 1976
Pour ceux qui n'ont pas vécu ces années-là...
La dernière partie (conclusion) est librement réélaborée à partir d'un texte de Peter Weiss « Gesang vom lusitanischen Popanz. » - « Le Chant du fantoche lusitanien », comme un glissement de perspective par rapport à l'original ; C'est-à-dire le refus de la colonisation par les colonisés, par la récupération des biens qui ont été expropriés (« C'est nous qui enrichissons la terre/ Nous qui supportons / La maladie du sommeil et la malaria... / Mais nous reprenons de la main, nous la reprenons entière,/ Nous nous reprenons notre vie,/ La terre, la lune et l'abondance. »
Pour ceux qui n'ont pas vécu ces années-là...
La dernière partie (conclusion) est librement réélaborée à partir d'un texte de Peter Weiss « Gesang vom lusitanischen Popanz. » - « Le Chant du fantoche lusitanien », comme un glissement de perspective par rapport à l'original ; C'est-à-dire le refus de la colonisation par les colonisés, par la récupération des biens qui ont été expropriés (« C'est nous qui enrichissons la terre/ Nous qui supportons / La maladie du sommeil et la malaria... / Mais nous reprenons de la main, nous la reprenons entière,/ Nous nous reprenons notre vie,/ La terre, la lune et l'abondance. »
J'AI MÊME VU DES TZIGANES HEUREUX
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 26/7/2011 - 13:45
Il sorriso di Michela
Grazie Giorgio,
è vero, Sergio Endrigo ce lo sento...
Propongo che si metta il testo completo a firma congiunta mia e tua, se sei d'accordo.
Il terzo coro si mescola alle ultime strofe in crescendo e lo inserirei quindi prima, per comodità.
è vero, Sergio Endrigo ce lo sento...
Propongo che si metta il testo completo a firma congiunta mia e tua, se sei d'accordo.
Il terzo coro si mescola alle ultime strofe in crescendo e lo inserirei quindi prima, per comodità.
Bartleby 26/7/2011 - 09:46
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