O kaimós
[1961]
Στίχοι: Δημήτρης Χριστοδούλου
Μουσική: Μίκης Θεοδωράκης
Πρώτη εκτέλεση: Στέλιος Καζαντζίδης
Φωνητικά: Μαρινέλλα
Testo: Dimitris Christodoulou
Μusica: Mikis Theodorakis
Prima esecuzione: Stelios Kazantzidis / Στέλιος Καζαντζίδης
Solo recitata: Marinella
Il brano è greco e si intitola « O kaimòs » che tradotto significa: L’anelito – Il desiderio – La tristezza, ovvero L’Amarezza e proprio con il titolo - Un Fiume Amaro - l’abbiamo conosciuta, negli anni ’70, tradotta da Sandro Tuminelli.
Cantata da Iva Zanicchi, sebbene con una buona traduzione dall’originale, ci è sempre sembrata una canzone in cui la protagonista si duole in segreto del tradimento consumato dall’amato. In definitiva, una bella canzone d’amore. Nella realtà si tratta di un famosissimo brano che Mikis Teodorakis, il più celebre compositore ellenico di ogni tempo, più volte imprigionato e torturato... (continua)
Είναι μεγάλος ο γιαλός (continua)
inviata da Dq82 - Ελληνικó Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" 17/1/2018 - 10:11
I koinonía
[1955]
Στίχοι: Βασίλης Καραπατάκης
Μουσική: Χρήστος Κολοκοτρώνης
Parole: Vasílis Karapatákis
Musica: Chrístos Kolokotrónis
Incisa più volte da Stelios Kazantzidis e anche da Sotiria Bellou / Σωτηρία Μπέλλου, per esempio nella sua raccolta intitolata “Τα Ρεμπέτικα Της Σωτηρίας Μπέλλου 4”
Confortato dalla presenza di Riccardo Venturi (in carne ed ossa) e di Gian Piero Testa (in spirito) - insomma, l’intero “Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ” oggi intitolato proprio a GPT - mi azzardo a contribuire questo bel brano che, mi pare, racchiuda in sé una delle componenti fondamentali della musica rebetika, e di quella offerta da Kazantzidis e dalla Bellou in particolare, ossia la protesta, la voce del popolo stanco di soprusi, di ingiustizie, la voce degli sfruttati e dei traditi dai potenti di sempre.
E devo qui ricordare che Stelios Kazantzidis rimase orfano a 13 anni, quando nel 1944 i... (continua)
Stelios Kazantzidis è ancora oggi un artista molto amato in Israele, dove ovviamente esiste una forte comunità di origine greca, e tra gli ebrei della Diaspora. Quasi tutte le sue canzoni sono state tradotte in ebraico e interpretate in tale lingua da molti artisti.
Riccardo Venturi in carne ed ossa e lo spirito di Gian Piero Testa impongono innanzi tutto che la povera piazza dove si trova il Parlamento greco, nonché teatro di ogni cosa a Atene fino ai giorni nostri, venga chiamata almeno qui col suo nome: "Piazza Syndàgmatos" (Πλατεία Συντάγματος), che poi sarebbe un (anche da noi) comunissimo "Piazza della Costituzione". Qui in Italia siamo specialisti di piazze alla cazzo di cane: vedasi la bieca "Piazza Maidan", ignorando che in ucraino "Maidan" (parola turca!) significa "piazza". Siamo riusciti a creare la "Piazza Piazza" insomma.
Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" 9/7/2015 - 10:24
Due parole del traduttore. Lo spirito di Gian Piero Testa mi impone ad attenermi sempre fedelmente ai testi, cosa cui ubbidisco volentieri temendo assai gli strali celesti. Insomma, me ne sono capitate di tutte, ma pigliarmi pure un fulmine addosso lo eviterei (a ripensarci, però, l'ho già preso, il 23 settembre 2003; e mi liquefece pure il modem e il PC). Così, rispetto ad esempio alla traduzione inglese sono state restituite alcune lezioni originali ("biasimare, riprovare, essere ostile" per κατακρίνει, "desideravo" per ποθούσα, tradotto con un "deserved" che a mio parere non c'entra assolutamente nulla).
Bellino che, poi, "sintagma" in italiano vuol dire tutt'altro (è l'unità minima sintattica in linguistica). D'altronde è un derivato di συν-τάσσω "mettere in ordine, riordinare", da cui deriva per l'appunto anche "sintassi" (σύνταξις vuol dire sì "sintassi" in greco, ma pure "riassetto"). Io, quando sento dire "Piazza Sintagma" mi vien voglia di fare anche Vicolo Fonema e Corso Morfema...ma non sarebbe più semplice dire "Piazza della Costituzione"? Nota. Σύνταγμα, però, vuol dire anche "Reggimento militare" in greco. Curioso vista la foto dei militari che sparano sulla folla durante i Dekemvrianà (cioè gli "avvenimenti di Dicembre"): un syntagma-reggimento che massacra gente inerme in piazza del Syntagma-costituzione.
Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" 9/7/2015 - 11:49
Nella foto in introduzione, quella che documenta la strage del 3 dicembre 1944 in piazza Syndàgmatos ad Atene, si nota sullo sfondo una gigantesca insegna, in stile para-sovietico, recante l'acronimo KKE, che sta per Κομμουνιστικό Κόμμα Ελλάδας, il Partito comunista di Grecia.
Il fatto si spiega perchè la Resistenza dell'EAM, di cui il KKE era il braccio politico, all'inizio partecipò al governo di Georgios Papandreou ma, quando questo cercò d'imporre il disarmo dei gruppi partigiani, i ministri comunisti diedero le dimissioni.
Il 3 dicembre del 1944 furono proprio KKE ed EAM a convocare una grande manifestazione di protesta ed il massacro, ordito da Churchill ed eseguito dalla polizia greca, fu il pretesto per scatenare la repressione che nel mese successivo causò alcune migliaia di morti e che fu soltanto l'assaggio della guerra civile che si scatenò poco dopo, durata dalla primavera del 46 fino all'autunno del 1949 al costo di altre decine di migliaia di morti.
d'après la version italienne de Riccardo Venturi
d'une chanson grecque – Η κοινωνία (I koinonía) – Στέλιος Καζαντζίδης Stelios Kazantzidis – 1955
Voici donc , Lucien l'âne mon ami, une chanson grecque… qui pourrait être la chanson de bien des gens de par le monde. C'est une chanson de pauvres, de ceux-là contre qui les riches mènent une guerre terrible depuis tant de temps. Pour ne rien passer sous silence, il faut dire clairement qu'il s'agit de la Guerre de Cent Mille Ans, dont le but est d'assurer la domination des riches pour leur garantir l'exploitation et les profits et que les pauvres sont – et de loin – la majorité de l'espèce humaine. Comme tu le vois aussi, il s'agit d'une chanson grecque et cela a un sens et une raison. Commençons par la raison : tout simplement, les Grecs pauvres sont depuis des années et plus encore aujourd'hui mis sous pression et font l'objet d'un chantage... (continua)
Nel disco di Leonidas Velis / Λεωνίδας Βελής intitolato “Η Συνάντηση” del 1985 e in quello di Στέλιος Καζαντζίδης / Stelios Kazantzidis intitolato “Ελεύθερος” del 1988.
Torno dopo qualche tempo sul sito e che mi vedo?!? Il Bartleby ellenico... (Μπάρτλεμπυ)!!! Gian Piero Bartleby? Bernart Testa? Il tempo delle sorprese non finisce mai!! :-P Ad ogni modo, sïa mai che la gloriosa Sezione Greca del sito si accontenti di una traduzione spagnuola dal un blog Fetente Fetonte, e ho provveduto di persona dopo le "giudate" di prima...
Come data, credo che il 2000 vada bene, anche se Music Bazaar vende il disco come prodotto nel 2001. Stelios morì il 14 settembre 2001, dopo una lunga lotta contro il cancro, e "Vengono tempi difficili" è la canzone eponima di un disco singolarmente avaro di pezzi, che sono solamente sei. Questo sembra rivelare le difficoltà personali dell' ultimo scorcio di vita del grande Stelios - che, tra l'altro, si era fatto alquanto scorbutico. Non so se il disco sia uscito ancor vivente Kazantzidis, come emerge in Wikipedia: certo deve annoverarsi tra le ultime cose sue. L'ultimo cd di S.K., sempre del 2001, avrebbe il titolo di "Ta Pondiakà" (Le canzoni dei Greci del Ponto): ma non l'ho trovato da nessuna parte.
Testo di Manos Eleftherìou
Musica di Dimos Moutsis
"'Αγιος Φεβρουάριος / San Febbraio" - 1972
Il "piccolo" mese di febbraio per i Greci ha vita breve ma intensa. Mese invernale, a volte spietato verso gli alberi troppo impazienti di rifiorire, ma quasi sempre già intriso dei profumi della primavera. Un mese ancor più bifronte di quello di Giano: ha il Carnevale con i suoi aquiloni colorati e la Quaresima con l'interminabile digiuno. Marcia verso il sole, ma rivolge uno struggente sguardo ai Morti. I Greci non ricordano i loro morti all'ingresso dell'inverno, ma alla sua uscita, nel Giorno delle Anime. Un mese che ricorda e spera. Un mese metafora. Un mese santo.
Siamo nel 1972. In Grecia la dittatura militare sembra ormai padrona incontrastata. Ma non è incontrastata. All'estero intellettuali,... (continua)
Testo di Vassilis Tsitsanis "Vlahos"e Alekos Goùveris
Musica di Vassilis Tsitsanis
Prima esecuzione: Prodromos Tsausakis con Sotiria Bellou - (1965)
Altri interpreti: Marika Ninou con Vassilis Tsitsanis e Yannis Salassidis; Stelios Kazangidis con Yota Lydia e Marinella; Yorgos Dalaras.
Una canzone che è quasi un inno nazionale, una delle più intrise di "kaimòs", il dolore esistenziale dei Greci. (gpt)
[1961]
Στίχοι: Δημήτρης Χριστοδούλου
Μουσική: Μίκης Θεοδωράκης
Πρώτη εκτέλεση: Στέλιος Καζαντζίδης
Φωνητικά: Μαρινέλλα
Testo: Dimitris Christodoulou
Μusica: Mikis Theodorakis
Prima esecuzione: Stelios Kazantzidis / Στέλιος Καζαντζίδης
Solo recitata: Marinella
Il brano è greco e si intitola « O kaimòs » che tradotto significa: L’anelito – Il desiderio – La tristezza, ovvero L’Amarezza e proprio con il titolo - Un Fiume Amaro - l’abbiamo conosciuta, negli anni ’70, tradotta da Sandro Tuminelli.
Cantata da Iva Zanicchi, sebbene con una buona traduzione dall’originale, ci è sempre sembrata una canzone in cui la protagonista si duole in segreto del tradimento consumato dall’amato. In definitiva, una bella canzone d’amore. Nella realtà si tratta di un famosissimo brano che Mikis Teodorakis, il più celebre compositore ellenico di ogni tempo, più volte imprigionato e torturato... (continua)