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Autore Enzo Jannacci

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Chissà se è vero

Chissà se è vero
[1966]

Testo di Enzo Jannacci
Musica di Enzo Jannacci
dall'album "Sei minuti all'alba"

Cantata anche da Milva nell'album "La Rossa" (1980) in cui tutte le canzoni erano scritte da Jannacci.

C'è non poca guerra, dentro al magnifico LP "Sei minuti all'alba" (Jolly, 1966; ristampato su etichetta Joker nel 1971; mai ristampato su CD a tutt'oggi), che per me è - e resta - uno degli album-capolavoro in assoluto nella pur sterminata discografia di Enzo Jannacci.
Anzi a mio avviso quest'album costituisce la pietra miliare vera - pur se non ancora baciata dal successo popolare e commerciale, che arriverà due anni dopo - del decennio jannacciano dei Sessanta, così come il sublime LP "Quelli che ...", nove anni più tardi (lui pure mai ristampato su CD), marchierà per sempre inmaniera indelebile il decennio jannacciano dei Settanta.

C'è qui dentro non poca guerra, dunque, ed arriva pure subito,... (continua)
C'era un bel sol che bruciava gli orti,
(continua)
inviata da Alberta Beccaro - Venezia 10/1/2008 - 02:24
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Il primo furto non si scorda mai

Il primo furto non si scorda mai
[1965]
Testo di Dario Fo e Enzo Jannacci
Musica di Enzo Jannaci

La canzone originale è contenuta nel LP "Enzo Jannacci in teatro", pubblicato dalla Jolly nel 1965 e ristampato con etichetta Joker nel 1971.

Quella contenuta nel LP "I soliti accordi" del 1994 (etichetta DDD) è una versione un po' cambiata nel testo (ad esempio il verso che dice "Chi conosceva i tacchini/era Giovane Fascista" lì diventa "Chi conosceva i tacchini/era già quasi socialista"; il verso che dice "Quel tacchino micidiale/era un'aquila imperiale" lì diventa "Quel tacchino con le mani/era roba di Forlani").

Che io sappia, questa spassosissima canzone satirica jannacciana non esiste in supporto CD.

(Alberta Beccaro)
"Il primo furto non si scorda mai!"
(continua)
inviata da daniela (k.d.) 15/3/2007 - 18:59
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Una tristezza che si chiamasse Maddalena

Una tristezza che si chiamasse Maddalena
Testo e musica di Enzo Iannacci
dell'album JANNACCI ENZO (1972), forse il più raro tra tutti i - purtroppo ancora numerosi - vinili mai ristampati di Enzo Jannacci.

Una canzone terribile e delicata al tempo stesso, nel quale il riferimento alla strage di Piazza Fontana sembra quasi sospeso, buttato là nella quotidianità della vita. Ed è quello che fu. [RV]
Una tristezza che si chiamasse Maddalena
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 25/1/2007 - 13:14
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Il bonzo

Il bonzo
[1974]
Testo di Aurelio Ponzoni e Dario Fo
Musica di Dario Fo
Edizioni musicali Impala/Supersonic

Scritta originariamente da Jannacci e Fo per lo spettacolo di Georges Michel La passeggiata della domenica, fu incisa per la prima volta da Cochi & Renato nell'album E la vita, la vita, scritto e arrangiato da Enzo. Fu poi incisa più volte sia da Jannacci che dallo stesso Dario Fo. Una breve canzone che ricorda i "bonzi", i monaci buddhisti che, durante la guerra nel Vietnam (nel 1974 ancora in corso, vorrei ricordarlo) si cospargevano e si davano fuoco per protestare contro l'invasione americana. Accaddero diversi episodi del genere. Ci ricordiamo solo (e poco) di Ján Pálach. Chissà se qualcuno sa appena chi sia stato Trich Quang Duc. [RV]
La canzone era stata finora inserita esclusivamente con pochi versi di apertura, che erano stati quelli sinora reperibili in rete. Grazie a Alberta... (continua)
A un, a du, a un du tri quatr...
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 25/1/2007 - 12:45
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Ho visto un re

Ho visto un re
[1968]
Nata durante lo spettacolo: "Ci ragiono e canto numero 2"
Prima: 8 aprile 1969
Originated d in the frame of the folk music show “Ci ragiono e canto n° 2”
First performance: 8 april 1969
Origine dans le cadre du spectacle de musique populaire “Ci ragiono e canto n° 2”
Première: 8 avril 1969

Scritta e improvvisata da: Paolo Ciarchi, Dario Fo, Gruppo Padano di Piadena e altri
Written and improvised by: Paolo Ciarchi, Dario Fo, Gruppo Padano di Piadena and others
Écrite et improvisée par: Paolo Ciarchi, Dario Fo, Gruppo Padano di Piadena et autres
Tekijät ja improvisoijat: Paolo Ciarchi, Dario Fo, Gruppo Padano di Piadena ja muut
Musica / Music / Musique / Sävel : Paolo Ciarchi
(Attribuita a / Attributed to / Attribuée à: Ernesto Esposito "Omicron")

In album CD/ In the CD album / Dans l'album CD / CD-Albumissa: Paolo Ciarchi: Cent'anni di moltitudine, qualche canzone, opinione,... (continua)
Dai dai, conta su...ah bei, sì bei… [1]
(continua)
inviata da Riccardo Venturi
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Ma mi

Ma mi
[1962]
Testo di Giorgio Strehler
Musica di Fiorenzo Carpi

In dialetto milanese. Cantata da Ornella Vanoni (1959?) e anche da Enzo Jannacci, Giorgio Gaber, Milva e dall'attore di teatro Tino Carraro. Recentemente riproposta in versione rocksteady anche dagli Arpioni.

Il testo è, com'è noto, di Giorgio Strehler, mentre la musica è di Fiorenzo Carpi.

Anche Enzo Jannacci l'ha notoriamente interpretata (in studio e dal vivo) a più riprese, sin dai primi anni Sessanta; la incise, per la prima volta, nel suo primissimo LP, "La Milano di Enzo Jannacci" (Jolly, 1964; ristampato su etichetta Joker nel 1971).

Molto bella la recente versione live di questi ultimi anni, solo con la sua voce e ed il pianoforte suonato dal figlio Paolo. (Alberta Beccaro)
Serom in quatter col Padola,
(continua)
inviata da Piersante Sestini
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Come gli aeroplani

Come gli aeroplani
Dall'album "Come gli aeroplani" del 2001. Autori Enzo Jannacci/Paolo Jannacci

La copertina di "Come gli aeroplani" ritrae Giuseppe Jannacci, maresciallo dell'aviazione, padre di Enzo.
(Alberta Beccaro - Venezia)
Come lacrime abbandonate
(continua)
inviata da Antonio Piccolo
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Lungometraggio

Lungometraggio
(E. Jannacci - P. Jannacci)
da "L'uomo a metà" (2003)
Israele Palestina
(continua)
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Il sottotenente

Il sottotenente
(E. Jannacci - P. Jannacci)
dall'album "L'uomo a metà"

Il messaggio di pace lanciato con "Il sottotenente" cela altresì una metafora il cui significato è stato rivelato dallo stesso Enzo Jannacci in un'intervista risalente all'epoca di uscita dell'album che la contiene:

"Pochi capiscono il significato delle canzoni, come pochi hanno capito che il “sottotenente”, da me citato in una canzone, è in realtà Gesù Cristo. Alla gente basta che un ritornello sia divertente, sia associabile a qualcuno. “Ah, quello è Jannacci!”, dicono. “No, Jannacci un cazzo!”, rispondo io".

Link all'intervista
(Alberta Beccaro - Venezia)
C'era una volta per caso
(continua)




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