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Moviti ferma

Moviti ferma
[2020]

Album: Moviti ferma

Il brano, nato in un tempo in cui la reclusione e la privazione erano solo metafore di una condizione del corpo, è diventato, incredibilmente, la descrizione per immagini del momento collettivo che viviamo. L’Italia e la Sicilia che si fermano, che si devono fermare, nell’attesa di giorni belli che verranno, nel percorso di riappropriazione della vita normale. Nello stupore di riapprezzare le piccole cose, come la musica suonata insieme, una stretta di mano ad una nuova conoscenza, un abbraccio, la luce del sole e il calore dei raggi sulla pelle. Il mondo ci bisbiglia che siamo ospiti, graditi se rispettosi, ma ospiti (“Sciuscia lu vento sciatu di la terra”).

“Oggi, spiega Eleonora Bordonaro – MOVITI FERMA è per i Siciliani in Sicilia e li incoraggia a stare fermi, a restare a casa, perché alla prima “luci da mattina è passata la nuttata”, ma anche per i Siciliani... (continua)
Ferma
(continua)
inviata da adriana 6/6/2020 - 13:21
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Sprajammu di la luna

Sprajammu di la luna
[2020]

Album: Moviti ferma

Un canto di lotta, una haka delle siciliane gaudenti. Una marsigliese dell’ironia femminile isolana.
Semu arrivati ccà si n’ascutati
(continua)
inviata da adriana 6/6/2020 - 11:10
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Menza spogghia

Menza spogghia
[2020]

Album: Moviti ferma

Una processione di donne che all’alba vanno a svuotare i canteri al fiume. Una processione pagana, carnale, forzata e pigra. Un rito nutrito di solidarietà, necessità e resilienza.
È quasi l’alba, signuri mei,‘u suli spunta e idde casicasi sirvizzi già vannu fecennu, a piccappicca, a la schiusa di lu finistruni, l’occhiu di la strata nescinu, c’è cu talia, cu spetta, cu spia e a mentri ‘u celu addiventa jancu si rapi la prima, poi la sicunna, la terza porta, si sentinu li vuci di chista, di chidda, di l’autra ancora e ora i passi c’alleggiualleggiu s’avvianu versu lu ciumi o la gran fossa. Parti la prucissiuni fimmina, cu cantaru a latu e mantiddina ‘ntesta.
(continua)
inviata da adriana 6/6/2020 - 10:41
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Latru gintilomu e giustizzeri

Latru gintilomu e giustizzeri
[1944-1951]
Testo di Salvatore Bella
Musica di Orazio Strano
Album: Turi Giuliano [1961]

Caposcuola e autorità indiscussa, Orazio Strano è stato il più famoso cantastorie della Sicilia orientale, considerato da molti il padre dei cantastorie siciliani. Era paralitico, ma questa sua condizione non gli impediva di spostarsi col suo asinello di città in città, di paese in paese, di contrada in contrada; si esibiva seduto sul carrozzino accompagnandosi con la sua inseparabile chitarra e alle volte con un mandolino. La sua carriera inizia nel secondo dopoguerra, narrando e cantando vicende e fatti realmente avvenuti. Le sue narrazioni raccontano di gente umile costretta a sopportare gli avvenimenti ed il fato avverso.
Fu il primo cantastorie a portare in giro la prima versione di “La storia di Salvatore Giuliano Rè di li briganti” scritta in collaborazione con Turíddu Bella e... (continua)
[In corsivo i versi recitati]
(continua)
inviata da giorgio 28/5/2020 - 21:00
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Giuliano#2 ~ Purtedda Dâ Ginestra

Giuliano#2 ~ Purtedda Dâ Ginestra
Giuliano#2 ~ Purtedda dâ Ginestra

[1951]
Testo di Salvatore Bella
Musica di Orazio Strano
Versione di Matilde Politi dall'album
'A tirannía. Canti politici e storici del popolo in Sicilia [2007]

Dopo la lunga e nera parentesi dell'era fascista, a guerra finita, il primo Maggio del 1947 vide in Sicilia la strage di Portella della Ginestra, località in provincia di Palermo. Undici morti e più di cinquanta feriti: braccianti e contadini massacrati non si sa bene da chi (o forse è scomodo saperlo), solo perché manifestavano per la riconquistata libertà dal regime fascista.
Una storia triste e ancora oscura a distanza di tanto tempo, una sorta di guerra tra poveri che segnò una pagina amara nella storia siciliana.


[…] A lu primu d'ogni Maju,/ nni 'đđa petra c'è radúni:/ du' paroli pi spiranza/ pi cunzolu a li dïúni…

[…] Ad ogni primo Maggio/ su quella pietra c'è raduno:/ due parole... (continua)
Pi lu primu di maggiu fistiggjàri
(continua)
inviata da giorgio 8/5/2020 - 09:50
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Quannu è guerra

Quannu è guerra
[2012]
Testo e musica di Francesco Giunta
Album: Era Nicu Però Mi Ricordo

Una Palermo colpevolmente statica, inerte per l'indifferenza di tanti palermitani e anche per quell'opportunismo, comune però un po' a tutta l'Italia, spiegano la rabbia espressa da Francesco in “Quannu è guerra” attraverso quel “j’accuse” in siciliano: “Ma comʹè ca 'un ghjccàti vuci??”.
Splendida canzone di forte impatto emozionale.
"Quannu è guerra è guerra pi tutti",
(continua)
inviata da giorgio 30/4/2020 - 18:16
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Ninna nanna supra o mari

Ninna nanna supra o mari
[2015]
Album: Semu Tutti Emigranti

Ottava traccia dell'album: una ninnanànna dolcissima..
Non vi sono altre parole. Solo un anelito di pace e di ristoro.
Fai la ninna, fai la nanna,
(continua)
inviata da giorgio 29/4/2020 - 15:55
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Semu tutti emigranti

Semu tutti emigranti
[2015]
Album: Semu Tutti Emigranti

La canzone che dà il titolo all'album: nessuna sostanziale differenza con l'emigrare dei nostri nonni nelle Americhe o con i meridionali che si trovano tutt'ora costretti a cercar lavoro e fortuna in Germania e in Svizzera.

Tutti quanti accomunati dallo stesso implacabile destino (o necessità)…
Tantu tempu fa, câ valigia di cartùni
(continua)
inviata da giorgio 29/4/2020 - 13:25
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Italia talìa

Italia talìa
[2012]
Album: Italia Talìa
Italia talía,
(continua)
inviata da giorgio 24/4/2020 - 10:40
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Mohammed u tunisinu

Mohammed u tunisinu
[2015]
Album: Semu Tutti Emigranti

«Quel corpo in fondo al mare è mio fratello, aiutatemi»
La ricerca delle famiglie dopo il naufragio del 7 ottobre

Dora è sicura di aver riconosciuto la felpa del fratello tra le immagini del relitto a largo di Lampedusa. E grazie all'ambasciata e all'associazione Terre pour Tous sta cercando la verità, anche col test del dna. «Sono 800 i giovani tunisini desaparecidos dal 2013»

Aspettano la verità. Qualsiasi essa sia. Dora, chiusa nel suo dolore, è convinta di aver riconosciuto il fratello da una felpa, attraverso le strazianti immagini del naufragio dello scorso 7 ottobre al largo di Lampedusa. Quei fotogrammi, che hanno fatto il giro del web e dei media nazionali ed internazionali, mostrano i corpi rimasti incagliati nel barchino che si è ribaltato a pochi metri dalla costa dell'isola siciliana e Dora li ha visionati centinaia di volte.
«È lui,... (continua)
Attaccàtu cu li manu e l'úŋŋja
(continua)
inviata da giorgio 20/4/2020 - 09:00
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Silenziu d'amuri

Silenziu d'amuri
Silenziu d'amuri

Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
Alfio Antico

Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
1. Sofia Mavrogenidou
Album: Facciuzza Di Melograno [2018]

2. Alfio Antico , L’Arpeggiata
Album: La Tarantella: Antidotum Tarantulae [2002]

3. Stefano Accorsi
Film: ...Non ci posso credere (Tous les soleils) [2011]

È un brano ormai classico della musica in lingua siciliana, che si presta ad essere interpretata in situazioni diverse. Melodia e versi, nati in un ambito bucolico , hanno acquisito nel tempo un respiro ben più ampio.
[ Riccardo Gullotta]
T'amaju di quannu stavi dintr'a la naca
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 17/4/2020 - 00:27
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Eruna tanti supra a dda barca

Eruna tanti supra a dda barca
[2015]
Album: Semu Tutti Emigranti

La tragedia di Lampedusa è stata il naufragio di una imbarcazione libica usata per il trasporto di migranti avvenuto il 3 ottobre 2013 a poche miglia dal porto di Lampedusa. Il naufragio ha provocato 368 morti accertati e circa 20 dispersi presunti, numeri che la pongono come una delle più gravi catastrofi marittime nel Mediterraneo dall'inizio del XXI secolo. I superstiti salvati sono 155, di cui 41 minori (uno solo accompagnato dalla famiglia).

L'imbarcazione era un peschereccio lungo circa 66 piedi (20 metri), salpato dal porto libico di Misurata il 1º ottobre 2013, con a bordo migranti di origine siriana. La barca era giunta a circa mezzo miglio dalle coste lampedusane quando i motori si bloccarono , poco lontano dall'Isola dei Conigli, per attirare l'attenzione delle navi che passavano l'assistente del capitano ha agitato uno straccio infuocato... (continua)
Eruna tanti supra a 'ḍḍa barca c'annàva lenta 'mmenzu a lu mari
(continua)
inviata da giorgio 14/4/2020 - 09:27
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Bonagia

Bonagia
Bonagia
[2003]

Testo / Lyrics / Paroles / Sanat:
Anonimo

Musica / Music / Musique / Sävel:
Rocco Pollina

Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
MondOrchestra

Album : Banditi, pirati e carrettieri

Storia

Bonagia, in provincia di Trapani, è una ridente località marinara sul golfo che si estende tra la montagna di Erice e pizzo Cofano. La testimonianza storica del posto è la torre. Faceva parte del sistema di avvistamento per difendersi dalle scorrerie dei pirati. L’11 giugno 1624 la torre venne distrutta dai pirati turchi che assalirono Bonagia con 13 galee. Dai cannoni di queste partì una bordata di 200 colpi. I morti si contarono a decine. I bonagioti vivi furono deportati nel NordAfrica come schiavi.

Saraceni

Saraceni era uno dei nomi con cui si designarono nel Medioevo le popolazioni di religione musulmana senza distinzioni geografiche. Altri sinonimi in... (continua)
Vinniru ca
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 13/4/2020 - 22:57
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Un diario del '43 [Comu aceḍḍu finici]

Un diario del '43 [Comu aceḍḍu finici]
[2019]
Comu aceḍḍu finici

Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
Olivia Sellerio

Film / Movie /Elokuva :
Alberto Sironi
Un diario del '43

Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
Olivia Sellerio

Album: Zara Zabara

La canzone
Le esperienze musicali di Olivia Sellerio restituiscono della Sicilia un’immagine altra, verrebbe da dire originale se non fosse che l’aggettivo male si attaglia ad uno spazio topologico. È una scoperta di sonorità, meglio una riscoperta, di timbri iberici e articolazioni narrative di reminiscenze arabe. Oggi le sue canzoni sono legate nell’immaginario al noto serial televisivo, ma Olivia Sellerio è riuscita a sottrarsi sinora alle sirene del mercato. Le auguriamo di procedere sul percorso intrapreso aiutandoci a riscoprire l’Isola e noi stessi.

Sull’araba fenice

Tacito, Annales VI

Confecto quippe annorum... (continua)
Luci c’annorba ’u senziu
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 7/4/2020 - 15:52
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Oratione contra coronavirus

Oratione  contra  coronavirus
[2020]



Questa orazione vuol essere una preghiera dissacratoria affinché finisca presto quest’incubo della pandemia coronavirus in cui ci siamo trovati. Vuol anche essere un invito a ritrovare la regione e l’avveduta determinazione per affrontare, con tutta la serietà scientifica e il rigore del caso, questa tragedia, sconfessando la pericolosissima e spesso fuorviante spettacolarizzazione che ne è stata fatta da un’impresa mediatica e politica a dir poco disgustosa. Vuol essere anche una denuncia dei rischi, dei malefici, dei regimi vessatori e illiberali insiti nella cosiddetta globalizzazione, dalla Cina fino all’Europa, che riducono a numeri le nostre vite, le nostre morti, spezzandoci le ali della poesia e della fantasia per pensare e volare liberi, trasgressivi, in modo diverso e finanche scorretto, sopra ogni mercato, ogni imposizione e omologazione forzata.
Mauro Geraci
Oremus!
(continua)
inviata da adriana 10/3/2020 - 07:12
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Morte in mare aperto [Lu jornu ca cantavanu li manu]

Morte in mare aperto [Lu jornu ca cantavanu li manu]
[2015]
Lu jornu ca cantavanu li manu
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
Olivia Sellerio
Film / Movie /Elokuva :
Gianluca Maria Tavarelli
Morte in mare aperto :
Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
Olivia Sellerio
Lu jornu ca cantavanu li manu
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 9/2/2020 - 23:24
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Il Muratore

Il Muratore
[1973]
Testo e Musica: Franco Chiaravalle, Franco Trincale
1. Album: Italian Folk Music, Vol. 14
2. 45 giri Il Muratore,lato A. Interprete : Ombretta Colli

È il testo fedele alla canzone riprodotta attraverso youtube. Il testo differisce sensibilmente da quello riportato in Deposito, piuttosto lacunoso.
Il testo qui presentato è da ritenere originale tant’è che la versione di Ombretta Colli lo ricalca integralmente, salvo che è “italianizzata”, presumibilmente per questioni di mercato. [Riccardo Gullotta]
Lu muraturi fabbrica palazzi
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 24/12/2019 - 18:54
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Lamento dei terremotati siciliani

Lamento dei terremotati siciliani
[1977]
Testo e musica :Franco Trincale
Album: Siamo uguali alla catena

Tra il 14 e il 15 gennaio 1968 la valle del Belice fu colpita da un terremoto di magnitudo 6,4. Gibellina, Poggioreale, Salaparuta e Montevago furono cancellate dalle carte geografiche. Santa Ninfa , Santa Margherita di Belice, Salemi e Partanna furono distrutte al 75%.
Circa 300 vittime, 600 feriti, 70.000 sfollati. Uno spettacolo da bomba atomica …. Ho volato su un inferno: queste le parole del pilota di uno degli aerei di ricognizione nei giorni immediatamente successivi alla catastrofe.
Otto anni dopo, nel 1976, i baraccati ammontavano a 47.000. Ancora oggi , 51 anni dopo, 80 famiglie sono ancora in attesa di una casa, 200 famiglie sono prive dei servizi essenziali : né acqua né fogne. Sono soltanto alcuni esempi di una lunga serie di errori di insipiente progettazione e di incapace gestione del territorio:... (continua)
O Signuri, Signuri, Signuri!
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 23/12/2019 - 10:57
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Li Varchi all'Orizzonti

Li Varchi all'Orizzonti
Testo e voce, Don Chrisciotte
Musiche, Diego Cofone

Questo il triste che racconta quello di cui parlo nella canzone:
Varcuni chini i genti
(continua)
inviata da Don Chrisciotte 18/12/2019 - 21:31
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Η σονάτα του σεληνόφωτος

Η σονάτα του σεληνόφωτος
Beethoven , Piano Sonata No. 26 "Les Adieux", pianista Maurizio Pollini



Per ultima la traduzione siciliana che ha richiesto non poco tempo. E’ un atto deliberatamente conclusivo da parte mia. Lo dovevo all’uomo e all’artista Ghiannis Ritsos , lo dovevo al generoso impegno di CCG-AWS nel senso che sarà chiaro più avanti, lo dovevo ad una terra che ho sempre giudicato con troppa severità, rivisitando ora il mio atteggiamento dopo qualche decennio. Siciliani, a dispetto delle residenze e delle contaminazioni culturali, piaccia o no, lo si è per sempre.

Desidero indirizzare l’attenzione del lettore, che per avventura si imbattesse in queste righe, ad una riflessione che a me sembra importante e voglio condividere.
Se mi si chiedesse , nei limiti della mia conoscenza dell’opera di Ritsos, di scegliere dei suoi versi per dare la cifra dell’uomo, del letterato e del cittadino del mondo,... (continua)
SUNATA Ô LUSTRU I LUNA
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 18/12/2019 - 00:13
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La ballata del Pinelli [Ballata dell'anarchico Pinelli, o Il feroce questore Guida]

La ballata del Pinelli [Ballata dell'anarchico Pinelli, <i>o</i> Il feroce questore Guida]
13. U cuntu i Pinelli: Versione siciliana di Riccardo Gullotta
13. U cuntu i Pinelli: Sicilian version by Riccardo Gullotta
13. U cuntu i Pinelli: Version sicilienne de Riccardo Gullotta
13. U cuntu i Pinelli: Riccardo Gullottan sisiliankielinen versio


Testimonianze

In quel 1969 sino a ottobre ero a Milano. Presi parte per un breve periodo anche all’occupazione dell’albergo Commercio in piazza Fontana. Si trovava sul lato est della piazza, a poche decine di metri dalla Banca dell’Agricoltura. L’edificio, abbandonato, versava in stato di avanzato degrado. Il 28 Novembre 1968 fu occupato e denominato CSL, Casa dello Studente e del Lavoratore. Fu un’esperienza unica, tra una Comune ed un porto di mare. Non ci fu compagno che in quei mesi non si trovasse a passare da lì, compresi quelli di Ponte della Ghisolfa. Durò sino allo sgombero, una torrida giornata di agosto, mi pare fosse il 19.... (continua)
U CUNTU I PINELLI
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 7/12/2019 - 19:16
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Μες στον κάμπο

Μες στον κάμπο
Riccardo Gullotta
A LA CAMPIA
(continua)
inviata da Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - Riccardo Gullotta 10/11/2019 - 21:33
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Cumari

Cumari
2008
“Si eseguono riparazioni dell'anima"
Testo di Valeria Cimò
Musica di Matilde Politi
in: Matilde Politi
Arcimiccica

Consiglio il prezioso contributo di Salvatore Esposito:

Matilde Politi, la tradizione musicale siciliana tra canti di lavoro e canti di passione

Flavio Poltronieri
Si fussi masculu ti dassi lu celu
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 29/10/2019 - 08:34
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Lu trenu di lu suli

Lu trenu di lu suli
Compagnia Daltrocanto
2012
Ce sta sempe nu Sud

2015
Tra le pieghe di un cielo stellato

LU TRENU DI LU SULI
(continua)
inviata da Dq82 26/10/2019 - 09:09
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Tuareg

Tuareg
[1996]
Album : Tuareg
Fora diseittu, rintra tanti ciuri
(continua)
inviata da Dq82 1/10/2019 - 15:41
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Sabra and Shatila

Sabra and Shatila
Virsioni siciliana / Versione siciliana / نسخة صقلية / Sicilian version / Version sicilienne / גרסה סיציליאנית / Sisiliankielinen versio:
Riccardo Gullotta / ريكاردو جولوتا / ריקרדו גולוטה
SABRA E SCIATILA
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 14/9/2019 - 15:57
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L'Arvulu Rossu

L'Arvulu Rossu
2019
Cummedia

Nel 1939, a Catania, il questore Molina ingaggia la sua personale guerra contro la pederastia. Ossessionato dai iarrusi (gli omosessuali) li perseguiterà in ogni modo fino alla deportazione alle isole Tremiti. Molti di loro sono ragazzini che, in ossequio alla difesa della mascolinità italica, vengono sottoposti a ispezioni anali, prelievi di sangue, oltraggi corporali di ogni tipo per accertare dove nasce e come si contagia la differenza. Continuiamo ad essere figli dell’infamia.

La canzone è stata ispirata da La città e l'isola, bellissimo e amaro libro scritto sul caso da Gianfranco Goretti e Tommaso Giartosio.

Dalla relazione del Questore Molina si legge

“La piaga della pederastia in questo capoluogo tende ad aggravarsi e generalizzarsi perché giovani finora insospettati, ora risultano presi da tale forma di degenerazione sessuale. Questo dilagare di degenerazione... (continua)
Taliala sta città ca pari tuttu mari
(continua)
9/9/2019 - 12:49
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علَى هَذِهِ الأَرْض

علَى هَذِهِ الأَرْض
Virsioni siciliana / نسخة صقلية / Versione siciliana / Sicilian version / Version sicilienne / גרסה סיציליאנית / Sisiliankielinen versio:
ريكاردو جولوتا / Riccardo Gullotta / ריקרדו גולוטה
NTE STA TERRA
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 7/9/2019 - 23:43
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Columbus Stockade

Columbus Stockade
CARCIRI DI COLUMMUS
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 22/8/2019 - 08:53
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جواز السفر

جواز السفر
Riccardo Gullotta

Non sono un cantastorie, ma non posso non fare “un cuntu” della sofferenza scolpita da Maḥmūd Darwīsh, nell’attesa che uno dei cantastorie che ancora resistono si faccia attraversare dal tema e lo elabori per portarlo nelle piazze e nei villaggi.
PASSAPORTU
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 19/8/2019 - 18:08
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Calatafimi

Calatafimi
[1961]
Canzone dalla commedia musicale di Garinei e Giovannini "Rinaldo in campo", con Domenico Modugno, Delia Scala, Paolo Panelli, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia
La colonna sonora fu interamente composta dallo stesso Modugno
Testo trovato su LyricWiki

Il brano si riferisce alla battaglia di Calatafimi (oggi Calatafimi Segesta, in provincia di Trapani), combattuta il il 15 maggio 1860 tra truppe borboniche e garibaldini. Questi ultimi costrinsero i borbonici ad una ritirata disordinata, nel corso della quale i soldati provarono a saccheggiare la cittadina di Partinico, incendiando case e infierendo sui civili, ma gli abitanti opposero resistenza, catturando ed trucidando orrendamente alcune decine di militari.
Il senso dell'orrore di quella guerra - che fu non solo guerra d'invasione ma anche fratricida - traspare chiaramente dal testo di questa canzone.
A vint'anni
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/8/2019 - 10:48
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Mattanza

Dall'album Viaggio (2015).
Pi’ secula jittammu la tunnara
(continua)
inviata da Andrea 4/8/2019 - 19:48
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Vitti na crozza

Vitti na crozza
Successive
da me composte Padre Salvatore Nicoletti Biancavilla
Ora ca s’affaciunu i duluri
(continua)
inviata da Padre Salvatore Nicoletti Biancavilla 6/7/2019 - 17:49

Siemu avviliti 'mmezzu a li disprezzi

anonimo
Siemu avviliti 'mmezzu a li disprezzi
[1890]
Canto popolare siciliano
Sicilian folksong
Chanson populaire sicilienne
Sisilian kansanlaulu

Testo ripreso dal sito del "Casale di Emma" - Canti: "Sono qui proposte alcune di queste esternazioni, espresse sotto forma di canti, poesie e motti o semplici modi di dire: sono le voci dei picconieri o dei carusi, i più afflitti da una tale forma di lavoro." Dalla pagina si riprendono anche l'iconografia e le note. Si tratta di un "Canto nato intorno al 1890 durante una grave crisi zolfifera". [RV]


Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo gli zolfatari erano, in Italia, tra i lavoratori che mostravano una maggiore propensione a scioperare. Certamente, gli scioperi esprimevano le tensioni che caratterizzavano i loro rapporti di lavoro. Nelle zolfare ogni cosa cospirava perché la vita quotidiana fosse punteggiata da conflitti individuali che scoppiavano tra picconieri e carusi,... (continua)
Siemu avviliti 'mmezzu a li disprezzi,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 26/6/2019 - 08:00
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La regina senza re

La regina senza re
(1970)

Testo di Ignazio Buttitta con un'interpolazione di Otello Profazio
Musica di Otello Profazio

Figlia di un modesto mezzadro di Alcamo, tra Palermo e Trapani, Franca Viola si fidanzò ufficialmente all'età di quindici anni, con il consenso dei genitori con Filippo Melodia, nipote del mafioso Vincenzo Rimi e membro di una famiglia benestante. La ragazza era giovane, ma nella Sicilia dell'epoca questa è la norma.

In quel periodo Melodia venne arrestato per furto e associazione mafiosa e ciò indusse il padre di Franca, Bernardo Viola, a rompere il fidanzamento; per queste ragioni, la famiglia Viola fu soggetta ad una serie di violente minacce ed intimidazioni: il loro vigneto venne distrutto, il casolare annesso bruciato e Bernardo Viola addirittura minacciato con una pistola.

Il 26 dicembre del 1965 Melodia insieme a dodici amici organizzò il rapimento della ragazza, che fu violentata... (continua)
Fu rapita da li mafiusi,
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti e Riccardo Gullotta 19/4/2019 - 22:59
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The Band Played Waltzing Matilda

The Band Played Waltzing Matilda
Riccardo Gullotta


Di Waltzing Matilda e della traduzione in siciliano

"Unglücklich das Land, das Helden nötig hat” (Bertolt Brecht, Leben des Galilei)
“Sventurata la terra che ha bisogno di eroi" (Bertolt Brecht, Vita di Galileo)

The band played Waltzing Matilda è un capolavoro per forma e contenuto . E’ una ballata ma si potrebbe considerare una meta-canzone tenuto conto dello spazio che trovano i riferimenti al noto canto australiano. Riferimenti che generano e riflettono vari livelli di contrasto: un contrasto psicologico tra il narratore ed il suo alter ego (la sua Matilda) , un contrasto figurativo (la banda che suona tra i morti), un contrasto spazio-temporale (nella banda che suona per i morti , ché tali appaiono i relitti che marciano). Una voce solista origina una polifonia. Ovvero un significante che presiede a tanti significati, e sin qui nulla di nuovo, ma i significati... (continua)
A BANNA SUNAVA WALTZING MATILDA
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 18/4/2019 - 00:18
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La ballata dei Fratelli Cervi

La ballata dei Fratelli Cervi
E’ arduo trovare il testo originale dato che il libro è fuori commercio e sul web i riferimenti sono scarsi e parziali. Ho estratto il testo dal videoclip adottando per alcuni termini la trascrizione fonematica più usata per il siciliano.

"Ballata per i fratelli Cervi" di Ignazio Buttitta (da “La paglia bruciata. Racconti in versi”, 1968)
Interpretata dal Cantastorie Tano Avanzato

L’interpretazione è a 14’ 35’’dall’inizio del videoclip.

La narrazione orale ha avuto un posto di rilievo tra le forme d’arte performative sin dalla notte dei tempi. Basti pensare ad Omero, Esiodo, e a tutta una moltitudine di aedi e rapsodi fioriti ai tempi della Grecia preclassica. Altre esperienze di tradizione orale sono stati i bardi nella cultura celtica, i gawlo/djeli ( in francese “griot”) tuttora presenti nell’Africa sub-sahariana, gli sciamani nelle culture orientali.
Anche nell’impero romano... (continua)
Vi canto la storia dei Fratelli Cervi,
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 10/4/2019 - 19:04
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Nta sta varca

Nta sta varca
2015
Duepuntozero

Il difficile viaggio di una barca abbandonata al mare in tempesta ed il punto di vista di un prete colluso, di uno scafista e di tanti migranti: di questo parla la canzone”Nta sta varca”, del giovane collettivo reggae siciliano, gli Shakalab. Le drammatiche scene, a cui purtroppo siamo abituati, che ritraggono tantissimi profughi ammassati come delle bestie nei barconi che veleggiano per il mar Mediterraneo, sono incastonate in un muro di note incalzanti. Speranza e paura. Gli Shakalab scrivono su facebook « A noi piacerebbe scrivere solamente di quanto sia bello il mare e il canale di Sicilia, ma non è così e non lo sarà mai finché anche un solo uomo perderà la vita per attraversarlo nella speranza di una vita migliore.»
per giorni. Può una canzone contemporaneamente avere un valore musicale ed artistico elevato e rilasciare come per eredità un messaggio forte e chiaro?... (continua)
E niatri semu ccà
(continua)
inviata da Dq82 20/1/2019 - 18:39
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Ohè Nico' (Canto dei pescatori di corallo)

anonimo
Ohè Nico' (Canto dei pescatori di corallo)
[+1875]
Canzone popolare siciliana
A folksong from Sicily
Chanson populaire sicilienne
Sisilian kansanlaulu



Mimmo Mòllica: VINNI CU VINNI
"Ethno Folk Italia Gli Anni '70" - The Universal Music Collection, 2010 - 6 × CD, Compilation, Remastered,
0602527475271

Canto dei pescatori di corallo. I pescatori in alto mare virano girando l’argano, cantando in cadenza. Ohè, Nico’, ohè, Nico’, metti corallo rosso nella bascula. E il corallo che affiora dal fondo del mare riempie gli occhi di bellezza, il cuore di speranza e la bilancia di denaro.
Ohè Nico’, canto dei pescatori di corallo, è comune ai marinai del trapanese, in Sicilia, e napoletani. La stessa struttura del canto, così come il lessico, mirabilmente ne risentono.
Tra il 1875 e il 1880, la scoperta di rigogliosi banchi di corallo nel mare di Sciacca e di Trapani attrasse una moltitudine di barche provenienti da Napoli (in... (continua)
Ohè, Nico’, ohè, Nico’
(continua)
inviata da Mimì 25/12/2018 - 11:26

La leva

anonimo
La leva


Mimmo Mòllica: VINNI CU VINNI
®1978 Polydor
Distribuzione Phonogram S.p.A.
Produzione Niko Papathanassiou
Edizioni Intersong Italiana



Vulemu a Garibardi / c’un pattu e senza leva, / e s’iddu fa la leva / canciamu la bannera. Vogliamo garibaldi a un patto: senza leva. E se lui farà la leva cambieremo la bandiera.
Giunto il mese di maggio la leva obbligatoria “è vera”. Ancora una volta a pagare il conto sono le classi più umili; i benefici delle lotte vanno ai benestanti ed una più equa distribuzione dei beni demaniali rimane solo una pia illusione.
Nel 1866 a Palermo scoppiano violenti tumulti. I giovani sono costretti a partire per la leva obbligatoria: chi piange e chi grida al tradimento, mentre la banda musicale accompagna la partenza dei picciotti.
“In ogni casa di renitente, seguendo un’usanza dell’Europa prerivoluzionaria, si mette a custodia una guardia cui i familiari del... (continua)
Ora ch’è juntu lu misi di maju
(continua)
inviata da Mimì 24/12/2018 - 22:46
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Vinni cu vinni

anonimo
Il popolo siciliano esulta per l’arrivo di Garibaldi: “Veni ‘Aribaldi e la so cumpagnia, / ch’è chiddu ca l’Italia ha difisu, / cu’ li sô piani e la sô valintia, / lu ‘nfernu l’ha riduttu in paradisu. L’inferno lo ha trasformato in paradiso.
‘Aribardi ha statu lu sustegnu contra la tirannia di li Barbona; [..] lu populu a Franciscu l’havi a sdegnu, / vinnia li so’ vassalli a spacca e pisa. Garibaldi è stato il sostegno contra la tirannia dei Borboni; […] il popolo per Francesco provava sdegno: vendeva i suoi vassalli a 'sventra-e-pesa'.

Vinni cû vinni è un bellissimo esempio di poesia popolare del Risorgimento. Il canto esprime l’entusiasmo del popolo siciliano per l’arrivo del leggendario Garibaldi, atteso come il liberatore.
Nella sestina, qua cantata in due quartine, è espressa l’immagine dell’eroe secondo il sentimento delle masse popolari: un san Michele Arcangelo venuto a liberare... (continua)
Vinni cû vinni e c'è lu triculuri,
(continua)
inviata da Francesca 24/12/2018 - 22:41
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Ccù si vaddò si sabbò

Ccù si vaddò si sabbò
[2016]
Parole e musica di Don Chrisciotte, cantautore "germiliano", tra Germania e Sicilia.
Un brano del 2016 poi incluso nel suo EP "Demo Patia", pubblicato nel 2018

La Sicilia sud-orientale, come altre terre, è stata martoriata, sventrata, stuprata dalla politica degli appalti selvaggi. Dei quartieri senza orizzonti. Dell'industrializzazione forzata e frettolosa che ha assicurato, nel brevissimo periodo, quel "benessere" da boom economico tanto reclamizzato. Un "benessere" fatuo, ricco solo di false e vane speranze. Che ha creato un sistema clientelare e corrotto. E che sopratutto ha cancellato con un colpo di spugna riti e tradizioni, creando la tipica capitalistica miseria culturale.

Megara Iblea, Siracusa. Trentacinque chilometri di costa incontaminata, di mare e di terra fertile, dove gli antichi Greci, per primi, decisero di insediarsi. Megara Iblea. Oggi, contaminata da idrocarburi,... (continua)
Ccù si vaddò si sabbò
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/11/2018 - 17:49
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Ritmo rivoluzionario

Ritmo rivoluzionario
[2018]

Album:Arrispigghiativi

Luciano Cannia, Salvatore Monelli, Giacomo Sferlazzo
A Niscemi c'è na cosa srana ca ciavemu n'casa sta basi americana
(continua)
inviata da adriana 10/11/2018 - 09:34
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Arrispigghiativi

Arrispigghiativi
[2018]

Album:Arrispigghiativi
Arrispigghiativi ! Arrispigghiativi ! Arrispigghiativi !
(continua)
inviata da adriana 10/11/2018 - 09:20
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LamPoesia

LamPoesia
[2018]

Album:Arrispigghiativi
La scuma di lu mari mi vagna e n'di li seculi mi scuagghia
(continua)
inviata da adriana 10/11/2018 - 08:59
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Malaerba

Malaerba
[2012]
Scritta da Mario Incudine, Mario Saroglia e Giuseppe “Pippo” Rinaldi (Kaballà).
Nell'album "Italia talìa"
Oggi è tempu di miraculi
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/11/2018 - 20:43
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Fiat voluntas FIAT

Fiat voluntas FIAT
[2012]
Scritta da Mario Incudine, Mario Saroglia e Giuseppe “Pippo” Rinaldi (Kaballà).
Nell'album "Italia talìa"
Avanti populu senza riscossa
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/11/2018 - 20:31
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Escusè muà pur mon franzè

Escusè muà pur mon franzè
[2012]
Scritta da Mario Incudine e Mario Saroglia.
Nell'album "Italia talìa"

Canzone d'amore ad una donna belga, che un minatore siciliano ha abbandonata per far ritorno a casa sua, inseguito dai fantasmi dei suoi compagni morti nelle viscere di Marcinelle, e lui unico sopravvissuto...
Ma sher Luise
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/11/2018 - 20:16
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La morte e l'emigranti

La morte e l'emigranti
Dall'album "Semu tutti emigranti", 2015.

Interamente dedicato al tema dell'immigrazione, come un'unica grande cantata. E che per esteso ha diritto di cittadinanza in questo sito.
Il ricorso al dialetto, oltre a essere costitutivo del gruppo, sottolinea il legame a filo doppio tra l'Africa, l'Oriente e la Sicilia; non solo perché la Sicilia non esisterebbe senza l'Oriente e l'Africa, ma anche perché, del dramma oggi epocale dell'immigrazione, meridionali ed emigranti d'ogni dove sono fratelli di lacrime.

Un album che meriterebbe i più importanti riconoscimenti.
Che invece si conosce poco, come lo straordinario complesso, nato nel 1975 e meravigliosamente ancora attivo, della Taberna Mylaensis.
"Supra a stu barcuni i lignu vecchiu,
(continua)
inviata da Salvo Lo Galbo 21/10/2018 - 08:27
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Capitano (fangu, rifardu e Ganu senza onuri)

Capitano (fangu, rifardu e Ganu senza onuri)
(2018)


Questa non è una canzone, è un'invettiva alla catanese, schitta e amara, senza mezzi termini, perché con quelli che si vogliono prendere il Paese i mezzi termini non servono a niente.

Grazie a Riccardo Gullotta per la trascrizione e le note linguistiche

«Fango, rifardo e gano senza onore. Te lo voglio dire in modo schietto». Non usa allusioni né tanto meno giri di parole il cantautore catanese Cesare Basile che ha scritto una canzone dedicata al ministro degli Interni Matteo Salvini e che da ieri è possibile trovare su Youtube.

Le parole, la musica e anche la faccia dell'attrice nel video sono cariche di pathos e di serietà, sì, perché non c'è più niente da ridere adesso, è arrivato il momento di schierarsi: con o contro Salvini. E lo fa senza mezzi termini Basile.

"Capitano" si intitola, già perché il popolo dei seguaci del leader del carroccio lo chiama così sui social.

«Schitta... (continua)
Fangu, rifardu [1]
(continua)
2/10/2018 - 23:02
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Sta terra nun fa pi mia

Sta terra nun fa pi mia
[1928]
Parole e musica di Rosina Gioiosa Trubia, voce soprano, cantante ed autrice emigrata negli USA dalla Sicilia.
Con accompagnamento d’orchestra.
Questa sua canzone – solo 3 in tutto quelle sue note – fu pubblicata dall’americana Brunswick Records, negli USA, in Canada, Argentina e Italia.
Trovo il brano in “Cartoline dal Little Italy vol. 2”, raccolta del Fonografo Italiano, Serie IV, Vol. 2, pubblicata dalla Fonit Cetra nel 1978, curata da Ugo Gregoretti
Testo trovato su sito del Musée canadien de l’histoire
Cu dici ca l’America
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/6/2018 - 15:39

Li culura da bannera

Li culura da bannera
Scritta in occasione della ricorrenza del 1° Maggio 2018.
In particolare per ricordare la strage di Portella delle ginestre del 1947.
Primu maggiu a Purtedda
(continua)
inviata da Alfredo Corsaro 5/5/2018 - 00:22
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Si chista è Pasqua

Scritta la domenica delle palme del 2018 sulla guerra settennale in Siria
25 marzu duminica de’ parmi
(continua)
inviata da Alfredo Corsaro 4/5/2018 - 09:57
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Risposta di un cantastorie alle infamie di Trump

Risposta di un cantastorie alle infamie di Trump
[2018]

Versi e musica di Mauro Geraci

Risposta al raffinato e politicamente corretto pensiero di Trump
che ha definito "shithole countries", "paesi di cesso",
quelli poverissimi, "orientali", diversi, spesso vittime dell'imperialismo americano,
da cui provengono migliaia e migliaia di profughi al mondo!
Non spreco parole per tale personaggio. Solo una risposta indignata
Un cessu tu ci si' e cu ti misi
(continua)
inviata da adriana 22/4/2018 - 12:16
Percorsi: Donald Trump
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Mari nostru

Mari nostru
Testo di Francesco Giuffrida
Musica di Giada Salerno detta "Ciatuzza"

Interpretata nel 2018 dai Domo Emigrantes in Aquai

Di questa canzone la primissima incisione è quella di una compilation pubblicata per il ventesimo del Premio Giovanna Daffini e uscita nel 2016. Si ispira a un fatto vero accaduto a dei pescatori di Mazzara del Vallo nel lontano 2004.

Mazzara del Vallo, 7/8/2004.

Terzo colloquio: terzo peschereccio scelto a caso. Sempre con lo stesso meccanismo siamo arrivati alla violenta e disumana domanda. Questa volta più che il solito racconto abbiamo notato i sentimenti che trasparivano dalle parole del nostro marinaio:

“Sì, è capitato l’anno scorso di ‘prendere’ un ragazzo nordafricano di 20 anni circa, rimasto impigliato nelle reti; si vedeva che era morto da poco perché usciva sangue dal naso".

Come vi siete comportati e come si e’ sentito l’equipaggio in quel momento?... (continua)
E vinni ddu mumentu dâ jurnata
(continua)
inviata da Dq82 15/3/2018 - 09:51

Il 24 maggio

Il 24 maggio
Una strofa parodistica della celebre patriottica "Canzone del Piave", composta nel 1918 da E. A. Mario.

Il poeta di strada Peppe Schiera, "anarchico e antifascista senza saperlo", avrebbe voluto declamarla il 10 giugno 1940 durante una festa patronale, con l'intento di sbeffeggiare Mussolini che si dice volesse portare l'Italia in guerra. Ma fu proprio quel giorno che giunse la vociaccia del Dvce che dichiarava guerra a Gran Bretagna e Francia, il famigerato discorso de "L'ora delle decisioni irrevocabili" e del "Vincere! E vinceremo!". Così le autorità disposero che la festa non si sarebbe tenuta e tutte le luminarie rimasero spente. E il povero Peppe Schiera, che sperava di poter tirare su qualche soldo, maledisse le camicie nere, il podestà, il prefetto e Mussolini e se ne tornò a casa.

Ho tratto testo e racconto dal bel libro "Peppe e Margherita – Storia di un poeta ed artista di strada" di Roberto Ardizzone, scrittore palermitano e cultore della poesia dialettale siciliana.
L’Esercito manciava scorci i favi e tinnirumi (1)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/3/2018 - 16:53
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Cantu d’a curuna

Cantu d’a curuna
Canto tradizionale siciliano, chissà quanto antico, che trovo nell'interpretazione di Etta Scollo in "Canta Ro’ in Trio", un suo disco del 2006 in omaggio alla Rosa Balistreri che, con il titolo "A curuna", lo incise nel disco "Amore tu lo sai la vita è amara" del 1972.

Per il percorso Canzoni d'Amore Contro la Guerra (e Contro il Potere)...
Arsira lu me beddu vinni fora
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/2/2018 - 22:28
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E vui durmiti ancora

E vui durmiti ancora
(1910)

...E vui durmiti ancora! è una poesia siciliana scritta da Giovanni Formisano nel 1910 e musicata da Gaetano Emanuel Calì. La prima incisione del brano musicale (detto mattutina, che così si distingue dalla notturna, la serenata serale) è del 1927. Portata al successo da Tecla Scarano

Un altro fatto legato al brano ricorda come sul fronte della Carnia, durante la Prima guerra mondiale, in un momento di pausa un giovane soldato siciliano prese la sua chitarra e, al chiar di luna, intonò la canzone. Il silenzio che aleggiava dava voce solo alle note della mattutina. Al termine dell'esecuzione si sentirono improvvisamente le urla di apprezzamento degli austriaci, avversari sul campo, ma compagni emotivamente: non arrivavano a capirne il senso, ma rimasero incantati dalla bellezza della musica. Come a dire che la musica supera le barriere, anche in guerra.
(Aurelio Corona, L'anima e... (continua)
Lu suli è già spuntatu di lu mari
(continua)
inviata da Dq82 26/1/2018 - 19:23
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Soldatino

Soldatino
[2016]

Tratto dall'album: NEMO PROFETA
Testo e musica di Salvatore Nocera

SOLDATINO. La follia della guerra, in questo brano, è trattata con estrema semplicità intellettuale ed emotiva. Rievocando uno schema di canti fanciulleschi molto ricorrente nella tradizione popolare, ironicamente è affrontato un tema tanto scabroso e delicato. Uno solo fa la guerra mentre migliaia di sacrifici umani costellano uno scenario sempre più tragicamente attuale.
Unu che è lu re,
(continua)
inviata da Pupi di Surfaro 11/8/2017 - 09:05
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Quannu diu fici a tia...

Testo e musica di Salvatore Nocera

Questo brano nasce come uno studio ed un omaggio all’opera di Bernardino Giuliana (fu poeta della nostra terra): Mi piaci ‘a libertà. Gli uomini come le bestie. Peggio delle bestie. Un quadro a tinte forti di un’umanità bestiale. “Ognunu armali cu’ la propria razza, artari di crita, banneri di pezza...”. Schiavi delle ideologie e dei vizi… “In nome di dio si scanna e s’ammazza…”. Un inno inverso alla bestialità. Schiavi della grettezza e la rassegnazione. “L’ignoranza ammazza ‘a libertà”.
Quannu Diu fici a tia
(continua)
inviata da Pupi di Surfaro 11/8/2017 - 08:18




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