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Dank dem lieben Cabaret

Dank dem lieben Cabaret
[1943 o 1944]
Testo trovato nel lavoro di Christian Hörburger intitolato “Nihilisten - Pazifisten - Nestbeschmutzer. Gesichtete Zeit im Spiegel des Kabaretts.”, Tübingen, 1993.

Un inno alla vita, all’arte e alla speranza scritto fra le mura del ghetto di Theresienstadt.
Frieda Rosenthal – ebrea polacca ma berlinese di adozione – in questa sua canzone ringraziava Leo Strauss, talentuoso librettista e musicista che fu tra le colonne della vitale produzione artistica nel ghetto, perché attraverso il cabaret lei e tanti altri prigionieri potevano per un momento scordare la fame ed il duro lavoro di tutti i giorni e sopravvivere grazie al ricordo dei bei tempi andati e alla speranza, mai abbandonata nonostante tutto, che quella felicità potesse un giorno ritornare…

Nell’ottobre del 1944 Frieda Rosenthal, Leo Strauss e tantissimi altri vennero caricati sulle tradotte e trasferiti ad Auschwitz, dove vennero uccisi.
Hungrig sitz ich auf der Leiter –
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/3/2014 - 15:04
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Der Emigrantenchoral

Der Emigrantenchoral
[1934]
Versi di Walter Mehring
Musica di Walter Goehr
Testo trovato su Erinnerungsort.de
Interpretata da Ernst Busch ed incisa nel disco “Walter Mehring, Das Lied vom Leben”, nona‎ pubblicazione della serie “Rote Reihe” dell'Aurora-Schallplatten (1974)
Trovo il brano anche in “Entartete Musik - Eine Tondokumentation Zur Düsseldorfer Ausstellung Von 1938” una vasta collezione dedicata alla cosiddetta “Musica degenerata” edita nel 1988 dall’etichetta tedesca Pool.
Lo trovo pure su musica di Lutz Görner nel suo disco intitolato “Texte Und Lieder Verbrannter Dichter” del 1983.

“La terra natìa e giusto un pochino di patria
Questo porta l'emigrante
da uomo a uomo
da luogo a luogo
Sulle suole delle sue scarpe
che ne accompagnano il peregrinare…”

Walter Mehring fu un grande autore satirico, molto odiato dai nazisti e da Goebbels in particolare. Fuggito nel 1933 in Francia (paese... (continua)
Werft eure Herzen über alle Grenzen!
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/3/2014 - 12:58
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Canzone del tempo e della memoria

Canzone del tempo e della memoria
Andando a leggermi la biografia di Moni Ovadia scopro che l'incontro con gli Stormy Six avviene negli anni '70, quando Moni Ovadia suona nel Gruppo Folk Internazionale e proprio insieme agli Stormy Six fonda La cooperativa L'Orchestra, prima etichetta indipendente italiana, di cui erano presidente Franco Fabbri e vicepresidente Moni Ovadia
donquijote82 24/3/2014 - 12:43
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Le Fosse Ardeatine

Le Fosse Ardeatine
Giustizia per le Fosse Ardeatine?

di Alessandro Portelli il manifesto 24.3.2014

Dopo settanta anni, possiamo dire che è stata fatta giustizia per le Fosse Ardeatine?
Non parlo solo della giustizia dei tribunali – anch’essa peraltro abbastanza inadeguata, dalla fuga di Kappler con le complicità statali fino alle vicissitudini del processo Priebke e alla farsa seguita alla sua morte. Questa giustizia può, qualche volta, punire i colpevoli, ma non rendere giustizia alle vittime perché ha comunque un ambito necessariamente e giustamente limitato: tratta il “caso” da un punto di vista strettamente pensale e individuale e lascia a noi la responsabilità di una giustizia più vasta, che riguarda i sentimenti, la società e la storia. Su questo piano, l’ingiustizia continua.

Ci si aspetta a volte che la condanna dei colpevoli ponga in qualche modo fine alla sofferenza delle vittime dirette -... (continua)
24/3/2014 - 10:42

Benvenuti nel ghetto

Antiwar Songs Blog
Benvenuti nel ghetto
“Eppure – chissà – là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970. Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — […]
Antiwar Songs Staff 2014-03-24 10:29:00
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Clay

Clay
[2013]
Scritta da Alison Goldfrapp e Will Gregory.
Nel bellissimo album intitolato “Tales of Us”

“Do you know Letters Of Note? It’s a wonderful, fantastic, fascinating website of letters that people have written to each other. I saw this letter on there which was written by one soldier to another soldier on the anniversary of his death. These two soldiers were lovers in the Second World War, and tragically one of them dies. It was such a beautiful letter, so visual, so moving. That’s what inspired Clay.”

“Conosci Letters of Note ? E’ un bellissimo, fantastico, affascinante archivio di lettere che le persone si sono scambiate. Ho letto una lettera nella quale un soldato scriveva ad un altro soldato nell’anniversario della sua morte. Questi due soldati erano stati amanti durante la Seconda guerra mondiale, ed uno vi era tragicamente rimasto ucciso. Era una lettera così bella, così viva,... (continua)
Words sail
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/3/2014 - 09:16
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Raskolnikow

Raskolnikow
RASKOLNIKOV
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 24/3/2014 - 03:18
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Anarchista

Anarchista
24.03.2014
ANARCHICO
(continua)
inviata da k 24/3/2014 - 03:04
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Disamistade

Disamistade
Un video notevole, quello proposto da Riccardo, sto cerchando di succhiermi il film intero.
Ma anche la produzione di FabioiD suscita un certo interesse!
Grazias siempre!
Asta la magnana!
krzyś ³ 24/3/2014 - 02:16
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Es gibt

Es gibt
[2013]
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.



Stormy Six con Moni Ovadia


“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.

Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (continua)
Es gibt
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/3/2014 - 14:43
Percorsi: Ghetti
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Vladimir

Vladimir
*errata corrige

Мы давно - a metà, e

Смирно! - alla fine. Sorry!
Krzysiek Wrona 23/3/2014 - 14:26
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Il sole sottoterra

Il sole sottoterra
[2013]
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.



Stormy Six con Moni Ovadia


“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.

Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (continua)
E già quasi mezzogiorno, ma
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/3/2014 - 14:13
Percorsi: Ghetti
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Mein name ist Stroop, durch zwei ‘o’

Mein name ist Stroop, durch zwei ‘o’
[2013]
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.



Stormy Six con Moni Ovadia


“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.

Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (continua)
Mein name ist Stroop, durch zwei ‘o’.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/3/2014 - 12:13
Percorsi: Ghetti
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Campagna

Campagna
Mitico Napoli Power. Ma siete sicuri che la foto sia proprio dei Napoli Centrale? Vedo anche Toni Esposito e De Piscopo...
Stefano (Imola) 23/3/2014 - 09:23

Parmigiano e mafia

Parmigiano e mafia
2012
C'è ancora spazio per amare

La frase conclusiva è di Martin Luther King
ho saputo di una donna che ha deciso di collaborare
(continua)
inviata da DonQuijote82 22/3/2014 - 18:04
Percorsi: Mafia e mafie
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Everything Is Beautiful in Its Own Way

Everything Is Beautiful in Its Own Way
"Everything is Beautiful" is a song by Ray Stevens. It has appeared on many of Stevens's albums, including one named after the song, and has become a pop standard and common in religious performances. The children heard singing the chorus of the song, using the hymn, "Jesus Loves the Little Children", are from the Oak Hill Elementary School in Nashville, Tennessee. This group includes Stevens's two daughters. The singer arranged and tape recorded the impromptu session himself for inclusion in the song
Jesus loves all the children
(continua)
inviata da Anonymous 22/3/2014 - 03:37
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The Blanket of Night

The Blanket of Night
2014
The Take Off and Landing of Everything

Guy Garvey spent time in New York recently, but Elbow’s latest album remains anchored in the doughty verities of North-west England, notwithstanding the American influence on the lyrics to “Fly Boy Blue/Lunette” and “New York Morning”. Despite being written by different combinations of the line-up, it’s possibly their most homogenous album, most songs riding gentle pulses of percussion, organ and piano, guitars circling the action. At times, there are echoes of Krautrock and Terry Riley. Garvey remains a master of character, as with the roaring boys in “My Sad Captains”, and while several songs dissect his own relationships, his tribute to asylum-seekers in “The Blanket of Night” displays a noble empathy.
Paper cup of a boat
(continua)
inviata da DonQuijote82 22/3/2014 - 01:11
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L’estinzione della razza umana

L’estinzione della razza umana
Chanson italienne – L’estinzione della razza umana – Baustelle – 2013
L'EXTINCTION DE LA RACE HUMAINE
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 21/3/2014 - 11:02
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Lumpenlied

Lumpenlied
Version française – CHANT DU LUMPEN – Marco Valdo M.I. – 2014
Chanson allemande – Lumpenlied – Erich Mühsam – 1909

Texte d'Erich Mühsam, dans le recueil “Wüste, Krater, Wolken” publié en 1914.
Musique de Béla Reinitz (1878-1943), compositeur, militant de la gauche hongroise.
Dans le film “Mephisto” (1981) du réalisateur hongrois István Szabó, interprété par Klaus Maria Brandauer, tiré d'un récit de Klaus Mann.
Plus récemment mis en musique par Frank Spilker e Knarf Rellöm.

Une chanson dans le style cabaret qu'Erich Mühsam [http://labouchedefer.free.fr/spip.php?article51] écrivit à l'époque de son séjour à Munich, où il fonda un groupe socialiste révolutionnaire appelé « Gruppe Tat » avec lequel il entendait conscientiser et impliquer dans le processus révolutionnaire le « Lumpenproletariat », le sous-prolétariat urbain. L'expérience échoua, car les « lumpens » n'étaient pas vraiment intéressés... (continua)
CHANT DU LUMPEN
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 20/3/2014 - 20:36
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Mordechai Anielewicz

Mordechai Anielewicz
[2013]
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.



Stormy Six con Moni Ovadia


“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.

Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (continua)
Se io potessi incontrarti
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/3/2014 - 15:34
Percorsi: Ghetti
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L’estinzione della razza umana

L’estinzione della razza umana
Direi che in calce ci stanno bene questi bellissimi versi di Luigi Di Ruscio (magnifica figura di poeta operaio e autodidatta, 1930-2011). Da Nazione Indiana.

con la fine degli umani i grattacieli
si copriranno improvvisamente di licheni spumosi
gli asfalti inizieranno fioriture
che richiameranno gli insetti più luminosi
nessun gatto
rischierà di venire castrato
e nell’universo rimarrà lo splendente ricordo
di essersi visto con l’occhio umano
L.L. 20/3/2014 - 14:01
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Devarìm (dal Deuteronomio)

Devarìm (<em>dal Deuteronomio</em>)
[2013]
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.



Stormy Six con Moni Ovadia


“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.

Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (continua)
Contro di te
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/3/2014 - 10:24
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L'inno di Papele

L'inno di Papele
[2013]
Testo e musica (?) di Federico Salvatore
sulle note di "Disamistade" di Fabrizio de André
Dall'album "Pulcine'Hell"
Testo da qui,
Me sapite cunta' senza fa chiu' e ruffian,
(continua)
inviata da Cristòfer' V(e)rona 'o polacc' 20/3/2014 - 00:21
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Ma mi

Ma mi
Nel 1974, in una trasmissione intitolata "Dedicato a Milva", in coppia con Milva, Giorgio Strehler ricanta la canzone spiegandone il significato, verso dopo verso.
Si tratta di un racconto autobiografico.
E' la storia di 4 amici della "mala" milanese, tutti "di umili origini e cresciuti in strada, in compagnia dei gatti randagi".
Scoppia la guerra e li spediscono in Albania a dar la caccia ai "negri tedeschi della Wermacht", ovvero a quelli che avevano il teschio sul berretto nero.
Un giorno, vengono catturati, torturati e uno di loro viene anche fucilato.
La guerra finisce e si ritorna a casa.
Ora l'autore sposta l'attenzione su quello, che del gruppo era il più bullo e, pur avendo perso i contatti con lui, immagina che questo sia ritornato nel giro sporco, entrando e uscendo dalla galera.
Ostinato e orgoglioso, dopo sofferenze, fame e interrogatori, il "balordo" rifiuta continuamente... (continua)
Federico 19/3/2014 - 23:10
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Napocalisse

Napocalisse
[2013]
Testo e musica di Federico Salvatore
Dall'album "Pulcin'Hell"
Testo da http://www.angolotesti.it/
Nero comm a na maschera ca nun pòrt chiù nisciùn
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 19/3/2014 - 20:41
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Höchste Eisenbahn!

Höchste Eisenbahn!
Chanson allemande – Höchste Eisenbahn! – Friedrich Hollaender – 1932
Paroles et musique de Friedrich Hollaender.

Cette chanson donnait son titre à la dernière des revues de cabaret composées par Hollaender avant de fuir l'Allemagne nazie, quand – comme dit le refrain – il restait peu de temps à perdre, peu de temps pour faire tout ce qu'on n'avait pas fait jusqu'alors… Juste le temps de faire ses valises et de sauter dans le premier train et laisser ce pestilentiel et sombre pays, otage des chemises brunes.

Il y a des cabarets, comme le « Tingel-Tangel » fondé par Hollaender lui-même en 1931, qui menèrent désespérément la dernière bataille contre le nazisme qui était en train de gagner le pouvoir. Ce n'est pas un hasard si à l'automne 1932, les S.A. firent irruption au Tingel-Tangel en détruisant tout et en frappant les acteurs qui jouaient justement « Höchste Eisenbahn » « IL EST GRAND... (continua)
IL EST GRAND TEMPS !
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 19/3/2014 - 18:10

Der Bücherkarren

Der Bücherkarren
[1931]
Versi di Hellmuth Kruger (1890-1955), scrittore tedesco, attore e comico molto attivo nel cabaret berlinese negli anni d’oro di Weimar.
Ignoro se la musica sia sua oppure di qualche famoso ovvero ignoto compositore dell’epoca, come ce n’erano tantissimi nella vivissima Berlino prenazista.

“Chiamiamo Adolf ‘Salvatore della Patria’… o non sarà piuttosto il contrario?”

In questa canzone – per quello che sono riuscito a capire - Hellmuth Kruger pone ironicamente i propri dubbi sull’ormai dilagante nazismo e prefigura quasi profticamente quello che sarebbe successo di lì a poco (e che in parte stava già sordidamente succedendo), la campagne di “pulizia” contro cittadini ed intellettuali ebrei (viene citato, per esempio, Emil Ludwig, noto scrittore e giornalista che nel 1932 sarà costretto a fuggire prima in Svizzera e poi negli USA) ed i Bücherverbrennungen, i roghi di libri degli autori vietati che inaugurarono tristemente l’avvento al potere di Hitler nel 1933.
Ich baue meinen Karren um, weil ich so langsam spüre,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/3/2014 - 16:30




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