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Autore Joan Manuel Serrat

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Somos

Somos
[1984]
Album “Qué queda de ti, qué queda de mí”
Cori: Joan Manuel Serrat, Luis Eduardo Aute

Apprendo da queste pagine, grazie ad Alessio Lega, della morte del cantautore aragonese.
Spero davvero che l’epitaffio sulla sua lapide sia quel “A la mierda!” con cui Labordeta, da deputato e strenuo difensore del no alla guerra, era solito sfanculare i suoi colleghi favorevoli all’occupazione dell’Iraq.
Somos
(continua)
inviata da Bartleby 5/10/2010 - 11:06
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No sé el perquè de les guerres

No sé el perquè de les guerres
[1966]

Guillermina Motta è stata una protagonista del movimento della Nova Cançó catalana e membro del collettivo “Els Setze Jutges” di cui fecero parte anche artisti come Francesc Pi de la Serra, Joan Manuel Serrat, Maria Del Mar Bonet e Lluís Llach, solo per citare i più noti.
Testo trovato su Cancioneros.com
De política no hi entenc prou,
(continua)
inviata da Bartolomeo Pestalozzi 19/8/2010 - 15:29
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Españolito

Españolito
[1969]
Album "Dedicado a Antonio Machado, poeta"
Poesia di Antonio Machado
da Proverbios y Cantares LIII (Campos de Castilla) 1912

Musica di Joan Manuel Serrat
Ya hay un español que quiere
(continua)
inviata da Alessandro 3/11/2009 - 11:41
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La presó de Lleida

La presó de Lleida
[XVII sec. o anteriore]

Incisa nel 1962 da Josep Maria Espinàs
EP "Cançons tradicionals catalanes"

"La presó de Lleida" è una delle più celebri canzoni popolari catalane, il "cavallo di battaglia" della Nova Cançó, il movimento artistico e musicale che in pieno franchismo (quando tutte le lingue che non fossero il castigliano erano vietate) ebbe l'ardire di rivendicare, in chiave antifascista, l'uso della lingua catalana.
Gli artisti impegnati in questo progetto furono molti, noti e meno noti, e si ritrovarono all'interno un collettivo chiamato "Els Setze Jutges", "Los dieciseis jueces" (nome mutuato da uno scioglilingua catalano che dice "setze jutges d'un jutjat mengen fetge d'un penjat", ossia "sedici giudici di un tribunale mangiano il fegato di un impiccato") fondato nel 1961 proprio da Josep Maria Espinàs con Miquel Porter i Moix e Remei Margarit. Dei "Els Setze Jutges" fecero parte... (continua)
A la ciutat de Lleida
(continua)
inviata da Alessandro 29/10/2009 - 13:06
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La poesía es un arma cargada de futuro

La poesía es un arma cargada de futuro
[1969]
Album "Paco Ibáñez en el Olympia"
Adattamento dell'omonima poesia del poeta spagnolo Gabriel Celaya (1911-1991), dalla raccolta "Cantos íberos" del 1955.
Interpretata dal vivo anche da Joan Manuel Serrat, Soledad Bravo, Ovejas Electricas


Cantemos como quien respira

Dobbiamo cantare come chi respira. Parlare di quello che ci occupa ogni giorno. Non dobbiamo fare poesia come chi cerca il quinto cielo o come chi si mette in posa per la posterità. La poesia non è - non può essere - atemporale o, come si suol dire, eterna, La poesia non è di per sé un fine. La poesia è uno strumento, tra gli altri, per trasformare il mondo. Non cerca una posterità di ammiratori. Cerca un avvenire nel quale, consumata, cesserà di essere quello che è oggi. [...]

Niente di ciò che è umano deve rimanere al di fuori della nostra opera. Nella poesia deve esserci fango, e chiediamo scusa ai poeti poetissimi.... (continua)
Cuando ya nada se espera personalmente exaltante,
(continua)
inviata da Alessandro 22/4/2009 - 09:37
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Edurne

Edurne
(1974)
Interpretata anche da Patricio Manns

Ésta es una de las canciones de Serrat más olvidadas, seguramente porque es dificilmente actualizable. Es casi una rareza, ya que es una canción en la que alterna castellano y euskara. En España no podía cantarla, pero sí en el extranjero. La canción habla concretamente de una muchacha vasca a la que mataron a su novio, y que se dedicaba a albergar en su casa a fugados vascos que intentaban cruzar la frontera con Francia.
Cuando el sencillo salió, la traducción de la última estrofa fue falseada para evitar males mayores (incurriendo así en un error gramatical). Lo malo es que a día de hoy, bien por ignorancia, bien por defender el nombre de Serrat, se sigue en las páginas oficiales ofreciendo esta traducción errónea como "Euskal Herria canta contigo"; hoy por hoy, aunque entiendo esta prudencia, voy a poner la traducción real: no hay por qué... (continua)
Como al viento, la lluvia y el trueno,
(continua)
inviata da Susana 23/11/2007 - 11:56
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Cambalache

Cambalache
[1934]
Letra y música: Enrique Santos Discépolo
Testo e musica: Enrique Santos Discépolo
Lyrica and music: Enrique Santos Discépolo

Interpretata tra gli altri da Joan Manuel Serrat, Caetano Veloso, León Gieco, Luis Eduardo Aute, Liliana Felipe e Ismael Serrano.

Durante il XX secolo l'Argentina è stata, come è noto, sottoposta ad una miriade di dittature più o meno militari. Codazzo necessario di queste dittature sono stati i censori, i "paladini del buon costume e delle belle maniere" regolarmente al servizio di chi voleva mettere a tacere la voce della gente (voce che spesso e volentieri è stata messa a tacere con mezzi ancor più brutali della censura, ad esempio facendo scomparire nel nulla qualche decina di migliaia di persone). Uno degli strumenti preferiti dai vari regimi è stata l'infame Secretaría de Prensa y Radiodifusión (SPR), "sancta sanctorum" dei peggiori lacché del potere.... (continua)
Que el mundo fue y será una porquería, ya lo sé,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 23/3/2007 - 13:56
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Canción para Vieques

Canción para Vieques
[2001]
Obra Colectiva / Opera Collettiva
Autores/Autori: Tito Auger/Ricky Laureano

Interpretes/Interpreti:

Silvio Rodríguez
Joan Manuel Serrat
Pablo Milanés
Mercedes Sosa


The US Navy bombing tests and military practice on the island of Vieques, Puerto Rico, has ended. On May 1,2003, citizens in Vieques celebrated the first day in over 60 years without a US Navy bombing run.

Puerto Ricans of Vieques objected to the US Navy's presence across many other ideologically divisive issues regarding the US. Until recently, the US Navy owned over two-thirds of Vieques. When the US bought this land in the 1940s, many families and farmers were forced out of their homes and off their lands to make way for military exercises, which began in 1947.

Bush announced that the Navy would leave Vieques in June 2001, and it is widely accepted that it was the success of the protest movement that led to... (continua)
Cuenta una Isla su historia
(continua)
inviata da Adriana e Riccardo 1/2/2007 - 18:19
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En Méditerranée

En Méditerranée
Paroles et Musique de Georges Moustaki
Parole e musica di Georges Moustaki



Georges Moustaki. Proprio lui, lo "Straniero" di quell'unica canzone in lingua italiana che lo rese famoso anche da noi (ma si tratta della traduzione di una sua celeberrima canzone in francese, "Le Méthèque", una parola derivata –naturalmente- dal greco che significa alla lettera "Colui che cambia continuamente casa", o più semplicemente il "Senza patria").

Di Moustaki avevamo già alcune canzoni, tutte e tre inserite tra le "CCG Primitive" (le prime 600 della raccolta originaria); ne inseriamo quindi alcune altre, forse meno famose, ma che ci mostrano Moustaki in un suo aspetto che, del resto, traspare anche da canzoni che parlano di tutt'altri argomenti, anche dalle canzoni d'amore. La sua voglia di libertà, il suo sentirsi "cittadino del Mediterraneo" (cosa, questa, del tutto ovvia per un uomo della sua origine),... (continua)
Dans ce bassin où jouent
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 14/1/2007 - 18:06
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L'estaca

L'estaca

[1968]

Testo e musica di Lluís Llach
Dall'EP "Cop de destral" (1968)
Poi nell'album "Els èxits de Lluís Llach" (1969)
Interpretata anche da Joan Manuel Serrat.
Lyrics and Music by Lluís Llach
From the EP "Cop de destral" (1968)
Then in the LP "Els èxits de Lluís Llach" (1969)
Also performed by Joan Manuel Serrat.



La canzone più famosa di Lluís Llach, e forse anche nell'intera lingua catalana. Uno dei simboli della resistenza al franchismo. Il fascismo e qualsiasi forma di oppressione vengono visti come un palo a cui tutti siamo incatenati ma che, se tiriamo forte, tutti insieme, riusciremo a far cadere. Secondo Lluís Llach stesso, nella prima stesura della canzone c'era una "colonna" (columna) al posto del palo, dell'estaca; la cambiò col palo sia perché la parola gli suonava meglio, sia perché far cascare un palo è senz'altro più facile che tirare giù una colonna. Si potrebbe... (continua)
L'avi Siset em parlava
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 31/7/2005 - 23:11
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Yo pisaré las calles nuevamente

Yo pisaré las calles nuevamente
La canzone è stata scritta da Pablo Milanés il 14 settembre 1973, tre giorni dopo il golpe di Pinochet.

Racconta Miguel Littín, il regista cileno de "La tierra prometida" che, quando, nel 1985, tornò clandestino e travestito in Cile per girare un documentario di accusa sulla dittatura di Pinochet ("Acta general de Chile"), il primo giorno in cui tornò nella sua città, che non vedeva dalla sera del 12 settembre '73 quando ne era fuggito assieme alla famiglia, inseguito dagli assassini fascisti, si mise a camminare per le strade di Santiago come in trance. Fu "risvegliato" proprio da un passante che, sottovoce, cantava questa canzone di Pablo Milanés. [RV]

Ricordiamo una versione molto bella cantata da Pablo Milanés insieme a Joan Manuel Serrat.
Yo pisaré las calles nuevamente
(continua)
16/12/2004 - 15:41




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