La canzone è forse la più diretta dell’intero album dal momento che nel titolo contiene il nome del destinatario,ossia l’attuale presidente degli stati uniti George W Bush. In questa canzone Eddie, ideologicamente d’accordo con il resto del gruppo, espone le sue teorie sottoforma di un discorso, forse un po’ per comportarsi come lo stesso presidente, che è un invettiva nei confronti degli Stati Uniti e dei metodi che stanno adoperando per combattere il terrorismo. Leggendo il testo ci accorgiamo che Vedder odia il “suo presidente” alla morte fino a definirlo “truffatore”, ”limitato e ingordo” ritraendolo come un boia: “seminando il panico fa semplicemente il suo lavoro”.
La forma discorsiva che Eddie utilizza nel cantare Bu$hleaguer a mio parere assume il tono sarcastico di una parodia dei discorsi che assiduamente Bush fa alla nazione sulla blasonata... (continua)
how does he do it? how do they do it? uncanny and immutable (continua)
Ho aggiunto quest'altra traduzione. I testi dei Pearl Jam non sono facili da tradurre, come testimoniano le molte differenze tra queste due versioni.
La seconda sbaglia clamorosamente secondo me su "drilling for fear makes the job simple" che è secondo me un chiaro riferimento alla politica di Bush disfruttare la paura del terrorismo. Però nella seconda viene segnalato il calembour della parola "party" che può voler dire festa ma anche partito.
Dall'album Riot Act (per una spiegazione del significato del titolo dell'album, si veda I Am Mine)
Help Help è una strana canzone psichedelica che parla d'informazione e ripete ossessivamente "Tell me Lies". Questo tema appare anche in un'altra canzone dello stesso album (Ghost): "the tv, she talks to me/ breaking news and building walls/ selling me what I don't need/ didn't know soap made you taller".
"L'uomo che chiamano il mio nemico sembra uguale a me, un mio specchio." Sembra banale, ma nell'attuale clima politico americano è una presa di posizione coraggiosa.
Parole e musica di Eddie Vedder, dall'album Riot Act (2002)
Questa canzone parla dell'11 settembre e della reazione americana, in mezzo a questo falso patriottismo, "quello che si scatena quando vai dal benzinaio a fare il pieno e ti compri la bandierina da 89 cents da appendere all'antenna senza pensare che la tua macchina consuma un litro di benzina ogni quattro chilometri e che la bandierina è di plastica e, guarda un po', è stata fabbricata in Cina" (Ed Vedder), c'è bisogno di ribadire che ognuno appartiene solo a se stesso, l'unica cosa in cui possiamo credere è la nostra testa.
Vale la pena spiegare anche il titolo dell'album del quale "I am mine" è stata il primo singolo estratto.
Riot Act (Atto di rivolta) è un titolo con due riferimenti precisi. The Riot Act era una legge inglese emanata nel 1715. Sanciva che 12 persone, riunite senza preventiva autorizzazione potevano costituire... (continua)
The selfish they’re all standing in line... (continua)
Anche se amo i PJ, trovo delirante il testo di questa canzone... e non sono d'accordo sul fatto che uno debba solo ascoltare la propria testa.
L'uomo purtroppo non è perfetto, e fa male ai suoi "simili" per natura.. chi si è mosso ascoltando solo se stesso non ha fatto altro che danni (sarò banale ma mi viene in mente Hitler). Personalmente ritengo che la pace possa solo essere un dono dall'alto (come giustamente spesso il Papa sta dicendo in questo periodo), e che comunque l'alternativa peggiore al "non credere" è proprio l'egocentrismo, secondo me una delle cause prime del male nel mondo.
G
Caro G, io la interpreterei in modo diverso questa "I am mine".
Più che un egocentrismo è un riappropriarsi della propria personalità. Dopo l'11 settembre in America, le televisioni, le radio, i giornali insistevano con una forma di pensiero unico "O con Bush o con i terroristi, se la pensi diversamente sei antiamericano". Di qui la risposta di E.V.: "lasciatemi pensare con la mia testa, sono toccato dalla tragedia ma lasciatemi continuare ad avere la mia opinione."
Almeno io l'ho capita così... non mi sembra un inno all'egoismo, anzi gli egoisti sono esplicitamente criticati fin dal primo verso della canzone!
Lorenzo
In realtà qualcuno sostiene che questa canzone più che dell'America dopo l'11 settembre parli della tragedia di Roskilde, quando durante un concerto dei Pearl Jam in un festival mal organizzato, nove ragazzi morirono schiacciati dalla folla mentre sul palco non si accorsero subito di cosa stava accadendo per via delle luci che impedivano di vedere il pubblico.
Io propendo per la mia interpretazione originale, a Roskilde è invece dedicata un'altra canzone dello stesso album "Love Boat Captain"
Da sempre identificati con il rock made in seattle, i Pearl Jam pongono il miglior omaggio alla loro città con questa canzone. [...] In un weekend di fine novembre del 1999 dal Nordovest degli Stati Uniti inizia a spargersi una nuova parola d'ordine: "un altro mondo è possibile". Migliaia di persone sfidando gas lacrimogeni e manganelli della polizia si ritrovano per urlare la loro opposizione all'idea di sviluuppo e di progresso elaborato nei lavori a porte chiuse della World Trade Organization. Un'esplosione del tutto inaspettata che da Seattle si propagherà ovunque, gettando i semi di una contestazione globale (che paradossalmente verrà identificata con il termine no global) come nell'opulento e democratico Occidente non se ne ricordavano da decenni. [...] In Grievance [scontento, ma anche ingiustizia] si percepisce nettamente il senso di nausea ispirato dalla velocità... (continua)
[2000]
Written by Eddie Vedder
Scritta da Eddie Vedder
Album: Binaural
"Insignificance" is a song by the rock group Pearl Jam off of their 2000 album, Binaural. The song was written by lead singer Eddie Vedder.
The song was also featured as the B-Side to the "Nothing As It Seems" single. The version on the single features a different mix done by Tchad Blake. The album version was mixed by Brendan O'Brien.
The song was an album track pick at All Music Guide, along with "Breakerfall" and "Nothing As It Seems".
Live performances of "Insignificance" can be found on the Live at the Gorge 05/06 box set. Performances of the song are also included on the DVDs Touring Band 2000 and Live at the Showbox.
Lyrical meaning
The apocalyptic song tells the tale of a group of people who go to a bar to dance while bombs are dropped on their town. Vedder stated in an interview that the moral of the... (continua)
Album: Yeld (1998)
Non solo contro la guerra, ma contro tutti i danni che l'uomo provoca con la sua ingordigia
"Do the Evolution" è influenzata pesantemente dal libro di Daniel Quinn, Ishmael. Il testo descrive una visione pessimistica dell'umanità, dipinta come una specie incapace di pensare egoista e violenta, così orgogliosa di quello che ha raggiunto da essere cieca sulle conseguenze del progresso. La storia si ripete. Ha detto a proposito Eddie Vedder: "La canzone parla di qualcuno che è così ubriaco di tecnologia che pensa di poter controllare ogni essere vivente su questo pianeta. È qualcun altro, non sto cantando di me stesso."
*
"Do the Evolution" was heavily influenced by the book Ishmael by Daniel Quinn. The lyrics paint a dire and pessimistic view of humanity as a thoughtlessly selfish and violent species, so enamored of its own achievements that it is blinded to its faults.... (continua)
Da segnalare la versione di questa canzone che Eddie Vedder e Mike McReady dei Pearl Jam (accompagnati da G.E. Smith) hanno cantato in occasione del concerto tributo a Dylan per i suoi trent'anni di carriera (30th anniversary concert celebration)
Vedder ha cambiato la frase "you put a gun in my hand" con "you put a drug in my head".
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Eddie Vedder and Mike McReady, members of Pearl Jam, sang this song during Dylan's 30th anniversary concert celebration with G.E. Smith.
Vedder changed the words "you put a gun in my hand" in "you put a drug in my head"
The riveting acoustic rendition of "Masters Of War" by Pearl Jam's Eddie Vedder and Mike McCready, was arguably the evenings most pleasant surprise. These two young Dylan fans didn't need any loud Seattle sonics to get across Dylan's pointed protest classic from "The Freewheelin' Bob Dylan."... (continua)
Released on Neil Young's 1989 record Freedom. Two versions of it appeared, bookending the album.
According to Neil Young's biography Shakey, while on tour in the late 80s, Young and Frank "Poncho" Sampedro watched the Chinese demonstrations on TV. Sampedro commented that the tour should just "keep on rockin' in the free world." Then Young asked if he could make a song out of it.
Released several months prior to the collapse of the Berlin Wall, because of its chorus, which just repeats the phrase "Keep on rockin' in the Free World", it became a de facto anthem for the fall of the Iron Curtain.
The lyrics of the song also criticize the administration of George H. W. Bush. The line "We got a thousand points of light / For the homeless man" refers to Bush's famous use of the phrase " a thousand points of light" in a call for volunteerism. The following line "We got a kinder,... (continua)
dall'album Riot Act
La canzone è forse la più diretta dell’intero album dal momento che nel titolo contiene il nome del destinatario,ossia l’attuale presidente degli stati uniti George W Bush. In questa canzone Eddie, ideologicamente d’accordo con il resto del gruppo, espone le sue teorie sottoforma di un discorso, forse un po’ per comportarsi come lo stesso presidente, che è un invettiva nei confronti degli Stati Uniti e dei metodi che stanno adoperando per combattere il terrorismo. Leggendo il testo ci accorgiamo che Vedder odia il “suo presidente” alla morte fino a definirlo “truffatore”, ”limitato e ingordo” ritraendolo come un boia: “seminando il panico fa semplicemente il suo lavoro”.
La forma discorsiva che Eddie utilizza nel cantare Bu$hleaguer a mio parere assume il tono sarcastico di una parodia dei discorsi che assiduamente Bush fa alla nazione sulla blasonata... (continua)