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O desespero da piedade

O desespero da piedade
[1969]
Parole e musica di Vinicius de Moraes
Nell’album “Em Portugal”, registrato dal vivo a Lisbona

Sulle prime ero incerto se contribuire questa splendida preghiera laica come Extra, ma alcuni suoi passaggi – sui poveri, sugli sfruttati, sulle donne,... – mi hanno convinto a proporla come CCG/AWS Docg… La versione di Enzo Jannacci – incisa addirittura prima di quella del Maestro – mi ha convinto definitivamente della bontà della mia decisione...
Meu senhor, tende piedade dos que andam de bonde
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/6/2018 - 12:51
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Maria, me porten via

Maria, me porten via
[1970]
Parole e musica di Enzo Jannacci
La traccia che apre La mia gente, album del 1970.
Testo trovato su Wikitesti

“… Gli amori di Jannacci, sbocciati fra i pendolari che fanno la spola tra la periferia milanese e le fabbriche del miracolo economico, hanno tutti un triste epilogo; o se l’hanno lieto, nessuno se ne accorge, perché i «poveri cristi» fanno parte della moltitudine anonima descritta in La mia gente (1970): «La mia gente, la mia gente muore e nessuno se ne accorge»; personaggi che «li han lasciati accoppare dietro a una ciminiera». Evidente in questa canzone, e peraltro dichiarato, è il debito che Jannacci contrae con Jacques Brel...”
(dal Dizionario Biografico degli Italiani, di Stefano Pivato, Treccani, 2017)
Maria, me porten via, ma tì dill minga ai fioeu
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/6/2018 - 11:43
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La mia gente

La mia gente
[1970]
Parole e musica di Enzo Jannacci
La traccia che dà il titolo all’album del 1970
Testo trovato su LyricsWikia

“… Gli amori di Jannacci, sbocciati fra i pendolari che fanno la spola tra la periferia milanese e le fabbriche del miracolo economico, hanno tutti un triste epilogo; o se l’hanno lieto, nessuno se ne accorge, perché i «poveri cristi» fanno parte della moltitudine anonima descritta in La mia gente (1970): «La mia gente, la mia gente muore e nessuno se ne accorge»; personaggi che «li han lasciati accoppare dietro a una ciminiera». Evidente in questa canzone, e peraltro dichiarato, è il debito che Jannacci contrae con Jacques Brel...”
(dal Dizionario Biografico degli Italiani, di Stefano Pivato, Treccani, 2017)
La mia gente,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/6/2018 - 11:27
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Wojna

Wojna
Testo e musica: Jacek Kaczmarski
Lyrics and music: Jacek Kaczmarski
Tekst i muzyka: Jacek Kaczmarski
Da "Suplement" [2006]
(Album supplementare a Syn Marnotrawny, l'"opera omnia" di J.K.)
cd5: Rarytasy i niespodzianki
Żyję w poszyciu starych drzew
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 7/6/2018 - 00:10
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A Hero in Harlan

A Hero in Harlan
A grey sliver casket rolls off the airplane
(continua)
6/6/2018 - 17:07
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Sta terra nun fa pi mia

Sta terra nun fa pi mia
[1928]
Parole e musica di Rosina Gioiosa Trubia, voce soprano, cantante ed autrice emigrata negli USA dalla Sicilia.
Con accompagnamento d’orchestra.
Questa sua canzone – solo 3 in tutto quelle sue note – fu pubblicata dall’americana Brunswick Records, negli USA, in Canada, Argentina e Italia.
Trovo il brano in “Cartoline dal Little Italy vol. 2”, raccolta del Fonografo Italiano, Serie IV, Vol. 2, pubblicata dalla Fonit Cetra nel 1978, curata da Ugo Gregoretti
Testo trovato su sito del Musée canadien de l’histoire
Cu dici ca l’America
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/6/2018 - 15:39

Sciùur padrón cun la bùrsa dedré

anonimo
Sciùur padrón cun la bùrsa dedré
Canto di filanda lombardo che ha più di un’assonanza con Sciur padrun da li beli braghi bianchi
Testo trovato sul sito del Museo della seta di Garlate
[PARL.: E la cantàvem quàant i me dàven mai i danée: pasàa i dées, pasàa i vündes, pasàa i dùdes, a muménti l’éva sià ‘l quìndes del mées éven gnamò de pagòm. Alùra cüràvem quàant el vegnéva’l padrón in filònda, cunt ul diretùur, i nàven in sö e in giö e i discuréven di sö ròp e nögn la cuminciava vüna:]
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/6/2018 - 14:27

Passégian per la sala

anonimo
Passégian per la sala
Canto di filanda dalla provincia di Lecco, raccolto da Oliviero Biella, chitarrista, compositore e musicologo.
Testo trovato sul sito del Museo della seta di Garlate

Il canto parla dello stretto controllo cui erano sottoposte le giovani operaie sfruttate in filanda. Padrone ed assistenti stavano sempre loro addosso e appena la produzione calava un poco, ecco che fioccavano le trattenute sulla già povera paga… I bachi da seta, una volta puliti e selezionati, venivano portati alle filande dove venivano pesati per determinare il compenso da dare alle lavoratrici… Naturalmente le operaie non avevano nessuna voce in capitolo sulla pesatura, per cui venivano facilmente ingannate...
Passégian per la sala
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/6/2018 - 13:04

O che canatòri l'è mai quest!

anonimo
O che canatòri l'è mai quest!
Canto di filanda raccolto a Seregno (Monza e Brianza) da M. A. Spreafico
Testo trovato sul sito del Museo della seta di Garlate
O che canatòri l'è mai quest!
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/6/2018 - 12:48
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Yaşamaya dair

Yaşamaya dair
[1947-48]
Versi di Nâzım Hikmet
Musica di Hümeyra Akbay, attrice, cantante, compositrice e liricista, nel suo disco del 1984 intitolato “Benim Ṣarkılarım”
Più recentemente messi in musica da Fazıl Say nel suo “Nazım Oratoryosu” del 2001, dove la poesia è interpretata dall’attore Genco Erkal.
Testo trovato su Siir.gen.tr
I
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/6/2018 - 11:50
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Why Black Man Dey Suffer

Why Black Man Dey Suffer
[1971]
Parole e musica di Fela Anikulapo Kuti (1938-1997)
Con l'orchestra Afrika 70 e Peter Edward "Ginger" Baker, celeberrimo batterista e percussionista inglese, membro fondatore dei Cream
La traccia che occupa tutto il lato A ed intitola un LP del 1971.
Testo trovato su Genius
This rhythm is called Kanginni Koko
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/6/2018 - 09:05
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Yatar Bursa kalesinde

Yatar Bursa kalesinde
[1947]
Versi di Nâzım Hikmet
Musica di Fazıl Say nel suo “Nazım Oratoryosu” del 2001, dove la poesia è interpretata dall’attore Genco Erkal.
Testo trovato qui

Nazım Oratoryosu
Nâzım Hikmet in prigione a Bursa
Sevdalınız komünisttir,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/6/2018 - 08:29
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Colonial Mentality

Colonial Mentality
[1977]
Parole e musica di Fela Anikulapo Kuti (1938-1997)
Con l'orchestra Afrika 70
La traccia che occupa tutto il lato B dell'LP Sorrow, Tears & Blood
Colo-mentality
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/6/2018 - 22:59
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Nove Maggio

Nove Maggio
[1965]
Parole e musica di Ivan Della Mea
Nell’EP che si apre con “La mia vita ormai”, 1965
Accompagnamento di Gianni Zilioli e Paolo Ciarchi
Testo trovato su Il Deposito

Il 9 maggio del 1965 si tenne a Milano la commemorazione nazionale unitaria dei vent'anni della Resistenza...
E nei giorni della lotta
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/6/2018 - 14:39

Poesia per la Palestina

Poesia per la Palestina
L’amore per la giustizia
(continua)
inviata da Ranjan Giacomo Spinadin 5/6/2018 - 14:18
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Ciappa la rocca e 'l fus

anonimo
Di origine brianzola, questa canzone sull'emigrazione è diffusissima in tutta la Lombardia e cantata ancora oggi. Specie la prima strofa entra spesso a far parte dei vari "risotti” d'osteria. Questa versione di due strofe è riportata in “Canti dell'emigrazione” (1976), curato da Anton Virgilio Savona e Michele L. Straniero.
Il problema dell'emigrazione verso un paese tanto lontano e ignoto come la California è qui affrontato scherzosamente, ma la seconda strofa indica chiaramente che i contadini pensavano sl all'emigrazione come ad una necessità, ma la consideravano un episodio temporaneo: - tornarèmm con rocca e fusa, cioè torneremo a casa, alla nostra vita di sempre. E questo un motivo comune a molti canti di emigrati di tutte le regioni italiane. Sappiamo purtroppo che per molti non fu cosí: quello che trovarono nei paesi d'oltre Oceano fu spesso solo un lavoro appena sufficiente a sopravvivere.... (continua)
Ciappa la rocca e 'l fus
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/6/2018 - 10:57
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E ven quel més

anonimo
E ven quel més
Un brano raccolto ad Arluno, nell’Alto Milanese, e inciso dal Nuovo Canzoniere Milanese nell’LP “Il bosco degli alberi : Storia d'Italia dall'Unità a oggi attraverso il giudizio delle classi popolari”, a cura di Gianni Bosio e Francesco Coggiola, I Dischi del Sole, 1971.
Testo trovato nel volume di Nanni Svampa "La mia morosa cara. Canti popolari milanesi e lombardi”, 1977, ultima edizione 2007.
Végna quel més
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/6/2018 - 09:59
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Cadorna

anonimo
Cadorna
La terza versione, con il titolo “L’inno dei socialisti”, si trova nell’LP “Il bosco degli alberi : Storia d'Italia dall'Unità a oggi attraverso il giudizio delle classi popolari”, a cura di Gianni Bosio e Francesco Coggiola, I Dischi del Sole, 1971.

Nelle note al disco si spiega che la canzone viene riportata in “Caporetto: perché?”, un volume scritto dal generale Luigi Capello, uno dei protagonisti della guerra. Si spiega che i Carabinieri Regi udirono cantare il brano nel dicembre del 1917 in un’osteria di Montechiarugolo, Parma, da militari del 65° fanteria. Il testo fu poi sequestrato in seguito a perquisizione nella casa di certe sorelle Marchetti, ex operaie in un’officina proiettili di Reggio Emilia, che ne distribuivano i fogli a borghesi e militari, insegnando canzoni disfattiste. Le sorelle Marchetti asserirono che la canzone fu loro insegnata da tal Viganò Enrico, soldato di un reparto lanciafiamme.
B.B. 5/6/2018 - 09:19

O scior padrón, i cavalée van male

anonimo
O scior padrón, i cavalée van male
[1885-89?]
Canzone di protesta dei coltivatori di bachi da seta (cavalée in lombardo) della Brianza. Sembra sia nata durante il periodo delle agitazioni contadine nell'Alto Milanese (1885-1889).

Un brano inciso dal Nuovo Canzoniere Milanese nell’LP “Il bosco degli alberi : Storia d'Italia dall'Unità a oggi attraverso il giudizio delle classi popolari”, a cura di Gianni Bosio e Francesco Coggiola, I Dischi del Sole, 1971.
Testo trovato nel volume di Nanni Svampa "La mia morosa cara. Canti popolari milanesi e lombardi”, 1977, ultima edizione 2007.
O scior padrón, i cavalée van male,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/6/2018 - 08:57
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Ma va là tí contadin

anonimo
Ma va là tí contadin
[1962?]
Cantano Andreina Fortunati, Clara Benedusi ed Ebe Dalmaschio nel disco “Le mondine di Villa Garibaldi”, nella serie “Documenti originali del folklore musicale europeo”, Albatros, 1975.
Probabilmente in origine raccolto da Gianni Bosio nel 1962 a Roncoferraro in provincia di Mantova.

Un canto di braccianti agricoli raccolto nel mantovano. Il tono è al contempo di lamento e di autoderisione del contadino "giornaliero" che non ha nemmeno il vino per consolarsi delle sue fatiche. Negli ultimi due versi ritorna la figura del padrone che passeggia con "la sua sciora", comune ad altre canzoni di protesta contadina e di risaia. "El fer", cioè il ferro, è termine usato in dialetto per falce.
(nel volume di Nanni Svampa "La mia morosa cara. Canti popolari milanesi e lombardi”, 1977, ultima edizione 2007.)
Ma va là tí contadin
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/6/2018 - 08:26
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Powrót

Powrót
Vorrei autodenunciarmi per un doppione di questa canzone del trio Kaczmarski Łapiński Gintrowski, però ci terrei per includere in questa pagina il video dell'esecuzione del 1981 per commemorare il pianista Zbigniew Łapiński, recentemente scomparso.



Grazie

abbiamo tolto il doppione e riportato il commento sulla pagina più antica
Krzysztof Wrona 4/6/2018 - 22:18
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Zombie

Zombie
GAELICO IRLANDESE / GAELIC 2

Versione in gaelico irlandese cantabile di Jenny Ní Ruiséil

SCANTRAITHE
(continua)
inviata da Dq82 4/6/2018 - 19:06
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C'amma Ritruvà

C'amma Ritruvà
Capitan Capitone E I Fratelli Della Costa

Andrea Tartaglia: Daniele ha chiesto di scrivere un brano nel quale tutta la gente che la sera sta fuori al Bar di Peppe viva improvvisamente catapultata in mezzo alla guerra. Io ho immaginato questa storia come se fossimo noi gli emigrati in Africa in mezzo ad uno dei tanti conflitti che la dilaniano. In studio abbiamo coinvolto Laye Ba, un ragazzo senegalese, al quale Daniele ha chiesto di dire semplicemente qualcosa al microfono.
blogfoolk
Catapultati qui
(continua)
inviata da Lorenzo + Dq82 4/6/2018 - 18:32
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Arauco tiene una pena (Levántate, Huenchullán)

Arauco tiene una pena (Levántate, Huenchullán)
Salve a tutti! Io personalmente non sono un cantante o un musicista, né conosco il linguaggio musicale, peró ho voluto cimentarmi nel creare una versione cantabile di questo affascinante brano, ispirandomi anche alla traduzione fatta da Maria Cristina. Ho cercato di mantenere il senso originale, utilizzando sinonimi o cambiando l'ordine delle frasi in modo che rientrassero nella melodia. Mi piacerebbe molto poterlo condividere con voi, se posso.

Quando vuoi, ogni contributo è il benvenuto

CCG/AWS Staff
Daniele 4/6/2018 - 14:01
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Arrested in Shanghai

Arrested in Shanghai
[2003]
Scritta da Tim Armstrong
Nell’album “Indestructible”

Son passati ormai 29 anni e ancora nemmeno sappiamo quanti ne ammazzarono…
Yeah
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/6/2018 - 13:11
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La leggera

anonimo
La leggera
Canzone popolare milanese che ritrovo nella raccolta di Svampa intitolata "Milanese - Antologia della canzone lombarda - Seconda parte - Antiche ballate del contado" del 1973
Il testo lo trovo in "La mia morosa cara. Canti popolari milanesi e lombardi”, 1977, ultima edizione 2007.
Nell'intruzione al brano Svampa scrive che la canzone fu incisa originariamente da Norma Midani e Mimma Torri. La prima partecipò negli anni 60 ad uno degli spettacoli "Ci ragione e canto" di Dario Fo

Io son de la ligéra e poco me ne importa che vaga in sü l’ostia, la fabrica e il padrun.

IO SON DE LA LIGÉRA (O CANZONE DEL MURATORE)
(continua)
4/6/2018 - 12:00
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Wojna

Wojna
Ieri è morto Robert Brylewski Robert Brylewski
Krzysiek 4/6/2018 - 09:50
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What We're Fighting For

What We're Fighting For
My dearest mama, they just gave us time to write
(continua)
3/6/2018 - 22:55
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Salvatore Fiumara

Salvatore Fiumara
2017
Non ascoltare in caso d'incendio
feat. Massimo Priviero

Salvatore Fiumara, cittadino del Comune di Girifalco (CZ), è stato trombettiere del 121° Reggimento Fanteria.
È caduto sul Carso per ferite riportate in combattimento il 31 ottobre 1916, durante la prima guerra mondiale.

Brano cantato a due voci da Davide Buzzi e da Massimo Priviero. Attraverso gli occhi, i pensieri e le parole del trombettiere Fiumara, la canzone cerca di esprimere le emozioni e le paure di tutti quei giovani che nel corso del primo conflitto mondiale (ma non solo) furono mandati al macello in una guerra inutile, una guerra di posizione che costò la vita ad oltre 650.000 soldati italiani, per non parlare poi delle quasi 590.000 vittime civili anche italiane.

Salvatore Fiumare, trombettiere, colui che doveva suonare la carica nel momento in cui gli ufficiali davano l'ordine d'attacco, li rappresenta tutti.
Mi chiamo Salvatore Fiumara
(continua)
inviata da Dq82 3/6/2018 - 17:03
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Italiani nel mondo

Italiani nel mondo
[2018]
All'Italia (riedizione 2018)
Partimmo un bel giorno di sole non so più di quanti anni fa
(continua)
inviata da Dq82 3/6/2018 - 16:49
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Lampedusa

Lampedusa
2017
Folk Stalk

L'intro recitata è la Preghiera laica di Erri De Luca
Mare nostro che non sei nei cieli
(continua)
inviata da Dq82 3/6/2018 - 16:06
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Che il Mediterraneo sia

Che il Mediterraneo sia
che bello scoprire che esiste al mondo chi ha la mia stessa sensibilità
grazie
3/6/2018 - 13:06
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1958

1958
2017
Il grande stupore

All'Expo del 1958, a Bruxelles, vennero esposti 400 Congolesi in una sorta di zoo. Per l'EXPO venne costruito l'Atomium.

Per rappresentare l'Africa si decise di portare 400 congolesi che rappresentassero le condizioni di vita primitive del Congo. Bisogna ricordare che: “Il Re del Belgio Leopoldo II che aveva trasformato il Congo in un inferno, una immensa fabbrica di una materia prima strategica che a quei tempi era il caucciù, una preziosa resina che doveva rivoluzionare l’industria europea. Proprio perché il caucciù era così prezioso il sovrano del Belgio costringeva le tribù locali a estrarne in grandi quantità e a trasportarle fino al mare per rifornire le industrie europee. Per ottenere questi livelli di produzione intere tribù venivano decimate per “convincere” i superstiti a rispettare i quantitativi richiesti dalle stazioni commerciali che Leopoldo aveva piazzato sulle sponde del fiume Congo“
E' sempre colpa di un good year
(continua)
inviata da Dq82 3/6/2018 - 12:58
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The​ ​Law​ ​of​ ​the​ ​Sea

The​ ​Law​ ​of​ ​the​ ​Sea
2017
Songs of the sea
All my brothers now live in the sea
(continua)
inviata da Dq82 3/6/2018 - 12:26
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Siamo gli evasi

Siamo gli evasi
[1959]
Scritta da Ferdinando "Fred" Buscaglione (1921-1960) e Leo Chiosso (1920-2006)

Interpretata da Fred Buscaglione con la sua orchestra, gli Asternovas

Lato A di un 45 giri del 1959. Sul lato B, un altro capolavoro, "Criminalmente bella"

Nella colonna sonora del film "Noi siamo due evasi" di Giorgio Simonelli, con Raimondo Vianello, Ugo Tognazzi, Magali Noël, Sandra Mondaini, Maurizio Arena e lo stesso Fred Buscaglione.
Siamo gli evasi
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 2/6/2018 - 20:44

De la Terre à la Mer

De la Terre à la Mer
De la Terre à la Mer

Chanson française – De la Terre à la Mer – Marco Valdo M.I. – 2018
Ulenspiegel le Gueux – 54

Opéra-récit en multiples épisodes, tiré du roman de Charles De Coster : La Légende et les aventures héroïques, joyeuses et glorieuses d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak au Pays de Flandres et ailleurs (1867).
(Ulenspiegel – III, XVI)

Pour Till, Lamme, les Gueux et le Taiseux, la poursuite continue. Il s’agit, je te le rappelle, Lucien l’âne mon ami, de mener la guerre contre les armées d’Albe qui ravagent les villes et les campagnes des Pays. Il s’agit de contraindre les armées espagnoles à la bataille. Cependant, le Duc de fer se refuse au combat ; il préfère terroriser les populations.

Mais dans le fond, Marco Valdo M.I. mon ami, il était venu d’Espagne spécialement pour ça – pour faire régner la peur et imposer l’obéissance aveugle et le catholicisme. Comme tu le vois,... (continua)
On est en plein été indien
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 2/6/2018 - 19:19
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Mare nostro

Mare nostro
2018
Il coraggio della rivoluzione
Non lo sapevo che in Italia si potesse arrivare anche per mare
(continua)
inviata da Dq82 2/6/2018 - 10:50
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Le Drapeau Rouge

Le Drapeau Rouge
КРАСНОЕ ЗНАМЯ
(continua)
inviata da Paweł Dembowski 2/6/2018 - 04:44
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Bread and Roses

Bread and Roses
Idziemy ramię w ramię, zmierzamy w nowy dzień,
(continua)
inviata da Paweł Dembowski 2/6/2018 - 01:54

Le Duel

Le Duel
Le Duel

Chanson française – Le Duel – Marco Valdo M.I. – 2018
Ulenspiegel le Gueux – 53

Opéra-récit en multiples épisodes, tiré du roman de Charles De Coster : La Légende et les aventures héroïques, joyeuses et glorieuses d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak au Pays de Flandres et ailleurs (1867).
(Ulenspiegel – III, XIII)

Je ne saurais trop te conseiller, Lucien l’âne mon ami, de lire cette histoire où paraît une nouvelle fois ton confrère et cousin Jef, car sa tenue de combat te fera certainement rire beaucoup. Till pour les besoins de ce duel l’a harnaché de jupes empruntées à des folles filles et lui a mis des plumes sur le chanfrein. Comme tu pourras t’en apercevoir, Till est lui-même aussi bizarrement accoutré.

J’ai hâte de voir ça, dit Lucien l’âne en riant par avance. Ce n’est pas tous les jours que j’ai croisé un âne de combat aussi bien équipé. Que se passe-t-il au juste ?

Eh... (continua)
Là, le fleuve n’est pas piégé,
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 1/6/2018 - 22:20
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Stolen Generation

Stolen Generation
2016
S/T
Extract. Misplace. Dissolve. Culture. 
(continua)
inviata da Dq82 1/6/2018 - 21:02
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Siamo migranti

Siamo migranti
2018
Siamo da sempre una specie migrante
(continua)
inviata da Dq82 1/6/2018 - 19:58
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Bruta vigliaca

Bruta vigliaca
bravissimo autore
beppe 1/6/2018 - 17:58
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L'impresa

2016
E’ stata un’impresa
(continua)
inviata da Dq82 1/6/2018 - 17:07
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Viaggiatori senza memoria

Viaggiatori senza memoria
2015
Viaggiatori senza memoria
Ci vogliono raccontare una storia a lieto fine
(continua)
inviata da Dq82 1/6/2018 - 12:48
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La spirale senza fine

La spirale senza fine
La Spirale senza fine è una riflessione, spesso in forma metaforica, sui punti di vista della guerra.
Alcuni dicono che accada affinchè vengano tempi migliori
(continua)
inviata da Erika 1/6/2018 - 09:21
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Controinformazione

Controinformazione
Controinformazione è un brano scritto e dedicato a Peppino Impastato, vittima della mafia.

“INSCHEMICAL” è l'album d'esordio della band calabrese uscito a fine marzo 2018.

Un viaggio con bussola all’interno di un labirinto i cui spazi sono riempiti da macro e micro vicende sociali (mafia, pedofilia, rivalsa emotiva solo alcuni dei temi affrontati), che traghetterà l’ascoltatore verso una via d’uscita emozionale complessa ma appagante.

L’album “Inschemical” è il primo lavoro - composto da otto brani - della omonima band alternative rock. Si tratta di un percorso ambientato in locazioni melodiche che partono dalle sonorità distorte della prima parte del disco fino a risolversi nel sound dolce coadiuvato dagli archi dell’ultimo brano.
«Il Progetto Inschemical nasce nel 2012 con l’intento di creare melodie in chiave rock a supporto di tematiche sociali di vario genere, dalle esperienze... (continua)
Da anni, sai, leggo di quest’ uomo con pochi amici ma tante idee
(continua)
inviata da Erika 1/6/2018 - 08:08
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Euro Neuro

Euro Neuro
(2012)

Canzoncina che ha rappresentato il Montenegro all'Eurovision del 2012, che dedichiamo oggi al prof. Paolo Savona, ministro dell'economia anzi no, del prossimo governo grilloleghista che ci traghetterà brillantemente fuori dall'euro ma soprattutto con Salvini ministro dell'interno fuori dalla decenza!

Cantiamo insieme il ritornello:

I don’t like snobism
Nationalism, puritanism,
e neanche leghism e grillism!



Comunque in Montenegro hanno brillantemente evitato il dibattito. Nel paese hanno usato direttamente prima il marco tedesco e poi l'euro, senza entrare nell'Unione Europea o nella moneta unica. Tutto questo anche quando il paese faceva ancora parte della federazione jugoslava insieme alla Serbia....
Eurosceptic, analphabetic
(continua)
inviata da Lorenzo 31/5/2018 - 21:36
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Hanno ammazzato il Mario

Hanno ammazzato il Mario
È la storia di Sandro Bezzi, famoso bandito del dopoguerra a Milano. Morto mentre scappava in bicicletta, ucciso con due raffiche di mitra in testa da due agenti che erano su un ponte... Poi romanzata, ma la vicenda è quella
Simone 31/5/2018 - 21:32




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