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Prima del 2016-1-10

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L'Etat assassine

L'Etat assassine
Album L'Homicide volontaire (1995)

L'état assassine est une chanson qui traite des dérapages et des bavures de l'Etat représenté par la police. Assassin assimile la police et l'état à un gang de voyous qui agiraient en toute impunité.

La chanson est très fortement inspirée du film La Haine (Matthieu Kassovitz, 1995). Le troisième couplet notamment rappelle le dilemmen de Vinz dans la Haine : est-ce qu'équilibrer la balance en tuant un policier est vraiment utile ?
genius.com
[Refrain 1] (X2)
(continua)
10/1/2016 - 21:13
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Le soleil est noir

Le soleil est noir
[1978]
Testo e musica: Corbineau/Jossic/Chocun
Paroles et musique: Corbineau/Jossic/Chocun
Album: Urba

Del disastro ecologico dell'Amoco Cadiz, avvenuto il 16 marzo 1978 davanti al porticciolo bretone di Portsall si è parlato abbondantemente nell'introduzione a Kalonkadour. Ancora precedente a quella canzone, e anzi esattamente nello stesso anno del disastro, è quest'altrettanto famosa canzone dei Tri Yann, Le soleil est noir, tratta dall'album Urba. Una canzone dal tono cupissimo, scritta nell'immediatezza della marea nera che distrusse l'intero ecosistema bretone con conseguenze patite per anni e anni. Ne voglio ricordare anche qui qualche fatto e qualche cifra, che rischia di essere ancor più cupa di questo brano pur tetro e solenne.

L'Amoco Cadiz, superpetroliera di 250.000 tonnellate, transitava a meno di un miglio di distanza da Portsall, in un braccio di mare noto per la sua pericolosità.... (continua)
Bel oiseau blanc du bout du monde,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 10/1/2016 - 19:02
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Lettre au président

Lettre au président
Album: Le Fond et la Forme (1997)

Una lettera all'allora presidente della Repubblica Francese, Jacques Chirac.
"Danger, situation critique"
(continua)
10/1/2016 - 18:21
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11'30 contre les lois racistes

11'30 contre les lois racistes
(1997)

Brano collettivo di vari rapper francesi, tra cui Akhenaton, Menelil, Radicalkicker, Kabal, J-f Richet, Djoloff, Rootsneg, Aze, Sleo, Soldatsfadas, Spirit, Yazid, Arco, Mystik, Stomy Bugsy, Freeman (IAM), Passi, White, Rockin' Squat (Assassin), & Fabe.

Reazione del mondo del rap francese alle leggi Debré, che inasprivano le leggi Pasqua contro l'immigrazione. Note in parte tratte da genius
[Intro]
(continua)
10/1/2016 - 17:49
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We Would Use Our Antlers to Destroy the Houses of Parliament

We Would Use Our Antlers to Destroy the Houses of Parliament
2013
Creepy crawlies and other living things

Dovremmo usare i nostri palchi per far cadere il governo,
Dovremmo usare i nostri palchi per distruggere le Camere del Parlamento,
Dovremmo usare i nostri palchi per reclamare il potere per tutti noi.
Dovremmo usare i nostri palchi per saccheggiare la ricchezza,
Dovremmo usare i nostri palchi per ridistribuirla,
Dovremmo usare i nostri palchi per porre fine alla polarizzazione della ricchezza.
Dovremmo usare i nostri palchi per distruggere le compagnie petrolifere,
Dovremmo usare i nostri palchi per difenderci contro la deforestazione,
Dovremmo usare i nostri palchi per proteggere il nostro mondo dal collasso climatico.
Dovremmo usare i nostri palchi per distruggere il sessismo e il bigottismo,
Dovremmo usare i nostri palchi per far cadere ogni singola gerarchia
Dovremmo usare i nostri palchi per terminare il pregiudizio e la sottomissione ...
I like to drink from mossy fountains right after the rain,
(continua)
inviata da dq82 10/1/2016 - 16:08
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Frontières

Frontières
Album: "La Gale" (2012)
Du phosphore blanc pour mes peines
(continua)
10/1/2016 - 14:38
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Mamma son partigiano

anonimo
Mamma son partigiano
Canto partigiano riferito da Giuseppina Rettori (classe 1925) di Dicomano, provincia di Firenze, nel corso delle registrazioni effettuate in casa sua tra il 2003 ed il 2007 dal ricercatore Marco Magistrali del Centro di Ricerca e Documentazione dell’Associazione Culturale La Leggera di Rufina, Firenze

La brigata partigiana Lanciotto Ballerini, dal nome di un martire partigiano [1911-3 gennaio 1944], fu fondata poco prima della Battaglia di Cetica avvenuta sul Pratomagno il 28 giugno 1944 a cui parteciparono i partigiani di Dicomano.

Mio fratello [Valerio Rettori, ndr] era sotto gli ordini della Lanciotto, perché questi ragazzi eran sotto la Lanciotto
Mamma son partigiano
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/1/2016 - 13:33
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Se tu sapessi mamma

anonimo
Se tu sapessi mamma
Canto partigiano riferito da Giuseppina Rettori (classe 1925) di Dicomano, provincia di Firenze, nel corso delle registrazioni effettuate in casa sua tra il 2003 ed il 2007 dal ricercatore Marco Magistrali del Centro di Ricerca e Documentazione dell’Associazione Culturale La Leggera di Rufina, Firenze

Giuseppina dopo il bombardamento del 27 Maggio del 1944 sfollò con tutta la famiglia nella località denominata Monte vicino a Santa Lucia dove vi rimase fino a ottobre. Nella casa in cui erano ospitati passavano spesso i partigiani tra cui alcuni erano di Dicomano e intimi di Giuseppina, ad esempio il fratello Valerio, il nipote Elio Vaggioli e l’amico Lazio Cosseri. Spesso cantavano, così tra i canti canti narrativi e da osteria che già conosceva Giuseppina ha appreso i due seguenti. “Cirillo” era il soprannome del partigiano Artemio Genivi [della Divisione "Potente" - Brigata "Lanciotto",... (continua)
Se tu sapessi mamma
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/1/2016 - 13:21
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Il lunedì di guardia

anonimo
Il lunedì di guardia
Canto di naia riferito da Giuseppina Rettori (classe 1925) di Dicomano, provincia di Firenze, nel corso delle registrazioni effettuate in casa sua tra il 2003 ed il 2007 dal ricercatore Marco Magistrali del Centro di Ricerca e Documentazione dell’Associazione Culturale La Leggera di Rufina, Firenze
Il lunedì di guardia
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/1/2016 - 10:08

Questi ladri di preti e fattori

anonimo
Questi ladri di preti e fattori
Quartina risalente alla seconda guerra mondiale, così come riferita da Giuseppina Rettori (classe 1925) di Dicomano, provincia di Firenze, nel corso delle registrazioni effettuate in casa sua tra il 2003 ed il 2007 dal ricercatore Marco Magistrali del Centro di Ricerca e Documentazione dell’Associazione Culturale La Leggera di Rufina, Firenze

“E i mi’ babbo mi diceva a me, zitta! delle volte la cantao, zitta!”
(Giuseppina Rettori)
E questi ladri di preti e fattori
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/1/2016 - 10:02

Canto degl’inquilini

Canto degl’inquilini
Canto degl’inquilini, dedicato agli sfruttati
(da cantarsi sulla musica dell’Inno a Garibaldi).
ANGELO GALLI - 1906
tratto del
GRIDO DELLA FOLLA, dal N. 26. Anno IV. MILANO, 29 GIUGNO 1906.
Si schiudon le porte, si levano armati
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 9/1/2016 - 22:09
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Senza macchine che vadano a fuoco

Senza macchine che vadano a fuoco
[2014]
La traccia che apre l’album “L’Italia peggiore”

“Siamo noi l'Italia peggiore, la feccia della società e il disonore delle nostre famiglie? Siamo noi la prova tangibile di un mondo in declino e di una comunità allo sbando? Siamo noi l'esempio calzante a cui contrapporre ciò che è bello, bravo e giusto? Siamo noi i cattivi in questa sceneggiatura banale e scritta male? Se aiuta a sentirsi meglio, volentieri.”
(Lo Stato Sociale)

Il disco uscì il 2 giugno 2014, feste della repubblica. Tutti i proventi delle prime due settimane andarono ad Emergency.
Amore mio, strappami i pidocchi
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/1/2016 - 21:37
Percorsi: Genova - G8
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Vien la primavera

anonimo
Vien la primavera
Canzone della tradizione popolare toscana (anarchica?) riconducibile ai canti del Maggio.
Su Il Deposito si afferma che il canto fu raccolto da Caterina Bueno nel fiorentino.
Ne trovo il testo anche sul sito dell’ Archivio delle tradizioni popolari della Maremma grossetana, e infatti il brano fa parte del repertorio di Morbello Vergari e del Coro degli Etruschi da lui fondato nei primi anni 70.
Nell’album del Coro degli Etruschi intitolato “Quando ne vai in Maremma”, realizzato recentemente, nel quarantennale dalla fondazione.
Vien la primavera, fioriscono bei fiori
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/1/2016 - 20:57
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A canzona di u trenu (o U trenu di Bastia)

A canzona di u trenu (<em>o</em> U trenu di Bastia)
[1880-90 ca]
Autrice di questo canto di maledizione fu tale Maria Felice Marchetti, non vedente, albergatrice in quel di Acqua Nera, nei pressi del comune corso di Cervioni.
Nel repertorio di Jean Tavera, Antoine Ciosi, César Vezzani, Fior di Machja, A Cirnea, Tino Rossi, Charles Rocchi e molti altri.
Testo trovato sul sito dell’ ADECEC, Association pour le Développement des Etudes Archéologiques, Historiques, linguistiques et Naturalistes du Centre-Est de la Corse.

Una canzone che - se si vuole - si colloca a metà strada tra il luddismo inglese d’inizio 800 e l’odierna rivolta contro la TAV in Val di Susa...

Quando, intorno al 1880, il governo francese fece iniziare il completamento della tratta ferroviaria sul versante orientale della Corsica - quella che unì Bastia prima a Ghisonaccia e quindi a Porto Vecchio, giù verso Bonifacio - i binari furono piantati a poca distanza dall’albergo... (continua)
U trenu chì và in Bastia
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/1/2016 - 16:16
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Que nos dejen vivir en paz

Que nos dejen vivir en paz
2007
Nomada
Que se vayan los huracanes
(continua)
inviata da dq82 9/1/2016 - 16:13
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Ciutat Morta

Ciutat Morta
Dedicata a Patricia Heras e alle vittime del caso 4-F.
Dedicada a Patricia Heras i a les víctimes del cas 4-F
Dedicada a Patricia Heras y a las víctimas del caso 4-F.



Italiano
Català

Abbiamo finalmente trovato una canzone (si tratta in realtà di un pezzo strumentale) dedicata al caso 4-F, un caso paradigmatico di repressione poliziesca, montatura giudiziaria e corruzione politica accaduto a Barcellona negli ultimi anni.

Per saperne di più vi consigliamo di guardare il documentario autoprodotto, estremamente ben fatto, Ciutat Morta (El cas 4-F). Il film è disponibile su YouTube in versione originale (catalano e castigliano) non censurata e sottotitolata in inglese. Un cumulo di scandali e di violazioni dei più elementari diritti degli imputati che si conclude tragicamente con il suicidio di una ragazza, Patricia Heras, accusata di un fatto che non aveva commesso. Il documentario –... (continua)
(strum. / instrum.)
inviata da dq82 & Lorenzo Masetti 9/1/2016 - 00:03
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Petrodollars

Petrodollars
dall'album " Salem City Rockers " (2015)
feat. Paloma Pradal

Un bel brano di questa rapper svizzera di origine libanese che ho scoperto stamattina su "Couleur 3". Testo tratto da genius.

La Gale est d'origine libanaise, un pays pétrolifère… mais le pétrole qui coule dans ses veines ne lui sert qu'à écrire des raps incendiaires, et à s'enflammer contre les fléaux qui touchent les siens (guerre au Proche-Orient, racisme subi en Europe…)

La Gale è d'origine libanese, un paese petrolifero... ma il petrolio che le scorre nelle vene le serve solo a scrivere dei pezzi rap incendiari e a infiammarsi contro i flagelli che si abbattono sulla sua gente (guerra nel vicino oriente, razzismo subito in Europa).
J'ai des as dans l'viseur qui me portent la poisse
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 8/1/2016 - 23:21
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Sora padrona, bongiorno a lei

Sora padrona, bongiorno a lei
[secondo dopoguerra]
Stornelli di autore anonimo che Caterina Bueno registrò nel 1965 nel corso delle sue ricerche sui canti popolari toscani. Questa in particolare la raccolse nel grossetano dalle voci di abitanti dei luoghi e di minatori provenienti dall’Amiata.
Le sue registrazioni furono poi pubblicate nel 1980 dalla Fondazione Lavoratori Officine Galileo (FLOG) di Firenze nel disco “Toscana 1” (Siena - Grosseto), FonitCetra, in collaborazione con la Regione Toscana.

Caterina Bueno stessa interpretò la canzone nello spettacolo “Canzoni paradossali e Storie popolari toscane di dolente attualità” realizzato nel 1998.
Il testo che riporto è quello trovato sull’ Archivio delle tradizioni popolari della Maremma grossetana

“Questa canzone rappresentativa delle lotte sindacali per i patti agrari sostenute nel '900 venne raccolta nel 1976 dalla voce di Domenico Baffetti di Castell'Azzara... (continua)
Sora padrona, bongiorno a lei
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/1/2016 - 21:57
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Il Maggio allegro

Il Maggio allegro
[1974]

Parole e musica di Morbello Vergari (1920-1989), poeta e scrittore originario della Maremma grossetana, fondatore nei primi anni 70 del Coro degli Etruschi.

Interpretata da Morbello Vergari con il Coro degli Etruschi e Caterina Bueno in uno spettacolo tenutosi il 25 novembre 1975 all’Auditorium del Centro FLOG di Firenze.
Testo trovato sul sito del Coro.
Spuntando il nuovo sole
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/1/2016 - 14:58
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Mamma, non mi mandà fori la sera

Mamma, non mi mandà fori la sera
Antichi stornelli delle donne raccoglitrici di erbe per le bestie e da intreccio (sala, sarello, biodo, cannuccia,…) nel Padule (arcaica variante maschile per palude) di Fucecchio, tra le province di Pistoia (dove si trova Lamporecchio) e Firenze (dov’è la villa medicea di Stabbia a Cerreto Guidi). Siccome alcune di queste erbe venivano comunemente usate per il rivestimento di fiaschi e damigiane, la “fornacina” della seconda strofa può credo riferirsi ad una fabbrica di vetri.

Nel repertorio di Caterina Bueno, per esempio in una registrazione originale a Roselle nel 1965, pubblicata anni dopo dalla FLOG di Firenze nella raccolta “Toscana 1: Grosseto – Siena” (1980). Poi anche in “Eran tre falciatori” del 1973.
Mamma, non mi mandà fori la sera
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/1/2016 - 14:14
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Un paese finto

Un paese finto
[2013]
Parole e musica di Massimo Bubola
Nell’album “In alto i cuori”
Vivevo in un paese finto
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/1/2016 - 11:47
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Giovanettini che andate alla guerra

anonimo
Giovanettini che andate alla guerra
Un’ottava popolare toscana, forse risalente addirittura al XVI secolo, tratta dalla raccolta “Canti popolari toscani, corsi, illirici e greci” curata da Niccolò Tommaseo e pubblicata a Venezia nel 1841.
Nella traduzione tedesca dello scrittore Paul Heyse (1830-1914) fu poi rimusicata dal compositore austriaco Hugo Wolf (1860-1903) che la incluse in “Italienisches Liederbuch”, raccolta di brani composti tra il 1891 ed il 1896.

Canzone d’amore e d’apprensione per il morosino partito in guerra. La bella lo raccomanda ai compagni affinchè glielo conservino in vita e bello come quando partì…
Giovanettini che andate alla guerra
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/1/2016 - 11:32
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Viaggio mediterraneo

Viaggio mediterraneo
2010
Oltre Noi

Testo da Kabìla.com, si possono trovare anche le parti in arabo

"…ogni luogo ha il volto di un cammino
che si specchia in un sogno rincorso da sempre…"
(Veniamo da terre lontane)
(continua)
inviata da dq82 8/1/2016 - 10:17
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Víctor Jara / Inti Illimani: Tinku

Víctor Jara / Inti Illimani: Tinku
Incisione originale: “El Tinku”
Víctor Jara 1970, “Canto Libre”
Inti Illimani: “Canto de pueblos andinos”, 1973
Original recording: “El Tinku”
Víctor Jara 1970, “Canto Libre”
Inti Illimani: “Canto de pueblos andinos”, 1973
Grabación original:
Víctor Jara 1970, “Canto Libre”
Inti Illimani: “Canto de pueblos andinos”, 1973

a. Che cos'è il Tinku

Il Tinku è una danza tradizionale boliviana. Nelle lingue runasimi (quechua) e aymará, la parola tinku significa “incontro”: si trattava in origine della lotta tra comunità antagoniste, risalente al periodo pre-incaico dopo il collasso dell'impero di Tiwanaku. Si tratta quindi di una danza rituale bellica: la rappresentazione dei duelli tipici di questa regione, effettuati perlopiù come segno di venerazione della dea Pachamama, la “Madre Terra” che, in cambio di doni e abbondanza del raccolto, richiedeva sacrifici di sangue. La danza del Tinku... (continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 8/1/2016 - 02:16

AMARCORD CCG
Old AWS site memories
Un souvenir des vieilles CCG

Riccardo Venturi 8/1/2016 - 02:08
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A luta continua

A luta continua
Testo dal sito dei Rockin' Squat.
Ft: Ivor Lancellotti
Album: Confessions d'un enfant du siècle - Volume 2 (2009)

"A luta continua" è invece portoghese, uno slogan diffuso nella sinistra africana, poi diffusosi globalmente.
Je sais qu'ils essaient de faire tout pour qu'on parte dans le mur et qu'on aient plus de sta- bilité
(continua)
inviata da leoskini 7/1/2016 - 21:14
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Radio Bugliolo

Radio Bugliolo
[2000]
Parole e musica di Carlo Pestelli
Nell’album intitolato “Un’ora d’aria” del 2009
Testo trovato sul sito dell’autore

“Radio Bugliolo [bugliolo: recipiente usato come latrina nelle carceri, ndr] nasce da una notizia di cronaca risalente a qualche tempo fa, quando era in pieno svolgimento la campagna elettorale tra Al Gore e George Bush. Parla della pena di morte, in modo particolare della storia di un ragazzo entrato in carcere a 17 anni e ucciso a 33 dall'iniezione letale. In quel caso ricordo che si mosse un vasto movimento di opinione per scongiurare la diretta televisiva dell'esecuzione che era stata chiesta da alcuni delfini di Bush jr per lisciare il pelo all'elettorato più oltranzista.” (Carlo Pestelli)

Credo che il condannato a morte in questione fosse Shaka Sankofa, afroamericano di 36 anni, nato Gary Lee Graham, giustiziato nel 2000 per un omicidio commesso quando aveva... (continua)
Benvenuti, e prendete posto sul divano in pelle umana
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/1/2016 - 20:40
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Tirallà

Tirallà
Canzone popolare facente parte del repertorio di Caterina Bueno, che la incise nel 1974 nell’LP intitolato “Se vi assiste la memoria”
Ripresa anche da Lucilla Galeazzi (nell'album tributo a Caterina Bueno con Riccardo Tesi e Maurizio Geri "Sopra i tetti di Firenze")

Testo trovato su Le radici con le ali

Come La monacella, un’altra storia di clausura forzata.
E la mi’ mamma, per non darmi dote
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/1/2016 - 11:12

Angelina

anonimo
Angelina
Testo trovato sull’Archivio delle tradizioni popolari della Maremma grossetana
Lo trovo – privo della terza strofa – anche nel repertorio del Coro dell’A.N.A. di Milano e in una ricerca scolastica sul canto folklorico nell’alta valle dell’Aniene, Lazio.
Io a Verona conobbi 'na ragazza
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/1/2016 - 10:32

La monacella

anonimo
La monacella
Canzone popolare di impianto ottocentesco, ma che affonda le origini in epoca anche di molto precedente.
Testo trovato sull’Archivio delle tradizioni popolari della Maremma grossetana, con il seguente commento:

“La storia della monaca per forza, costretta a vivere in convento dopo aver provato una delusione d'amore. È un canto diffuso in gran parte dell'Italia centrale e settentrionale ed è noto in molte zone della Maremma. […] Una versione assai simile a quella che segue (soprattutto nelle prime strofe) è pubblicata nel libro di Marcello Conati: Canti popolari della Val d'Enza e della Val Cedra edito a Parma nel 1976, pag.193. Fra le annotazioni di Conati si legge che ‘il nucleo tematico ha origini sette e anche seicentesche risalendo ai tempi in cui, in aree di piccoli proprietari terrieri e fittavoli, la necessità di mantenere integra la scarsa proprietà onde trasmetterla i primogeniti... (continua)
Era figlia d'un gran signore, la monacella
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/1/2016 - 09:49

Amarcord CCG

Antiwar Songs Blog
Amarcord CCG
Nella nostra homepage da tempo campeggia la scritta Canzoni contro la guerra – Anti War Songs è on line dalla sera del 20 marzo 2003, giorno in cui sono cominciati i bombardamenti statunitensi sull’Iraq. ed è assolutamente vero. Il sito fu effettivamente messo on line quella sera. La raccolta era iniziata sui newsgroup dedicati a […]
Antiwar Songs Staff 2016-01-06 22:21:00
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Uomini o caporali

Uomini o caporali
1997
Negro

2001
Belli... e pupe

"L'umanità io l'ho divisa in due categorie di persone: uomini e caporali.
La categoria degli uomini è la maggioranza, quella dei caporali per fortuna è la minoranza.
Gli uomini sono quegli esseri costretti a lavorare tutta la vita come bestie, senza vedere mai un raggio di sole, senza la minima soddisfazione, sempre nell'ombra grigia di un'esistenza grama.
I caporali sono appunto coloro che sfruttano, che tiranneggiano, che maltrattano, che umiliano. Questi esseri invasati dalla loro bramosia di guadagno li troviamo sempre a galla, sempre al posto di comando, spesso senza avere l'autorità, l'abilità o l'intelligenza, ma con la sola bravura delle loro facce toste, della loro prepotenza, pronti a vessare il povero uomo qualunque.
Dunque, dottore, ha capito? Caporali si nasce, non si diventa: a qualunque ceto essi appartengano, di qualunque nazione essi... (continua)
Uomini o caporali
(continua)
inviata da dq82 6/1/2016 - 21:22
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Blood

Blood
[2012]
Esordio degli Algiers di Atlanta, Georgia
Poi nell’album eponimo d’esordio, pubblicato nel 2015.




Bellissima, potente ed inquietante. Gospel innestato su di un dub molto scuro per raccontare di tutto il sangue inutilmente versato dagli afroamericani e, più in generale, dagli oppressi. Un passato di schiavitù, di tortura e di orrori per arrivare ad un presente fatto di alienazione, assuefazione, indifferenza.

“Soma” è il nome della droga allucinogena usata dalla dittatura “World State” per il controllo delle masse nel romanzo distopico “Brave New World”, scritto nel 1931 da Aldous Huxley.
For all your love of soma
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/1/2016 - 16:15
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Anche questi son sardi

Anche questi son sardi
2012
ITALIA SVEGLIA! note per destare un paese – pt. 1

da “Canti per un'isola” 1965
testo: Bruno Rombi
musiche: Davide Giancotti
arrangiamento: Altera

"Anche questi son sardi" è una poesia dello scrittore 80enne Bruno Rombi (tradotto in più continenti ma non ancora del tutto compreso in Italia), trasformata in canzone: scritta per la sua terra nel 1965, parla adesso universalmente di identità, territorio e lavoro che non rispetta l'uomo... e dei ragazzi italiani che devono andare all'estero per trovare un futuro negato nel loro paese... Tra chitarre che raschiano le parole e l'elettronica che le costringe all'oggi.
Anche questi son sardi.
(continua)
inviata da dq82 6/1/2016 - 14:16

Le Talisman rouge et noir

Le Talisman rouge et noir
Le Talisman rouge et noir

Chanson française – Le Talisman rouge et noir – Marco Valdo M.I. – 2016
Ulenspiegel le Gueux – 20

Opéra-récit en multiples épisodes, tiré du roman de Charles De Coster : La Légende et les aventures héroïques, joyeuses et glorieuses d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak au Pays de Flandres et ailleurs (1867).
(Ulenspiegel – I, LXXV)

Cette numérotation particulière : (Ulenspiegel – I, I), signifie très exactement ceci :
Ulenspiegel : La Légende et les aventures héroïques, joyeuses et glorieuses d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak au Pays de Flandres et ailleurs, dans le texte de l’édition de 1867.
Le premier chiffre romain correspond au numéro du Livre – le roman comporte 5 livres et le deuxième chiffre romain renvoie au chapitre d’où a été tirée la chanson. Ainsi, on peut – si le cœur vous en dit – retrouver le texte originel et plein de détails qui ne figurent... (continua)
Sans parler, sans pleurer
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 5/1/2016 - 22:54
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Un posto sicuro

Un posto sicuro
[2015]
Musica di Enrico Pesce
Il testo che accompagna il brano strumentale è quello che lo stesso compositore ha scritto in onore della gente di Casale Monferrato e della sua lotta contro i suoi carnefici, l’amianto e i padroni dell’Eternit.

Da materiale inedito composto in preparazione della colonna sonora di “Un posto sicuro”, film diretto nel 2015 da Francesco Ghiaccio e che ha sullo sfondo la vicenda dell’Eternit di Casale.
[strumentale]
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/1/2016 - 22:06
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Titus Andronicus Forever

Titus Andronicus Forever
[2010]
Parole e musica di Patrick Stickles, leader di questa formazione punk-indie rock del New Jersey.
Nell’album intitolato “The Monitor”

In un concept album sulla guerra civile americana - “The Monitor” allude alla USS Monitor, la prima nave corazzata mai costruita negli USA - realizzato da una “concept” band che nel nome e spesso anche nell’opera si ispira a Shakespeare, ecco un’allegra tirata punk che - col suo diretto riferimento all’orgia di vendetta e di sangue raccontata dal drammaturgo inglese nella sua “The Most Lamentable Roman Tragedy of Titus Andronicus”, scritta tra il 1589 ed il 1593 - può ben essere intesa come una tirata contro tutte le guerre di ogni epoca, contro l’assurdità mortifera e suicida di quei gruppi umani che vedono intorno a loro soltanto nemici da combattere.
The enemy is everywhere, the enemy is everywhere
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/1/2016 - 21:05
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Nel deserto armeno

Nel deserto armeno
[1984]
Parole e musica di Flavio Giurato
Nel concept album dedicato a “Marco Polo”
Testo trovato sul sito dell’autore

“Mi chiedo come suo fratello abbia fatto fortuna e lui no. Bhà, l'Italia...”
Felo, da Debaser

Flavio Giurato è sicuramente un cantautore misconosciuto. Io stesso, che pure ho contribuito alla sezione a lui dedicata su questo sito, posso dire di non conoscerlo quasi. Se poi leggo le poche recensioni a questo album esistenti in Rete mi accorgo che anche i loro autori avevano forse poco da dire, completamente spiazzati da questo poeta inclassificabile.

Non sto quindi a lanciarmi in grandi interpretazioni di questo brano. Mi viene solo da dire che è evidentemente una canzone contro la guerra, contro l’odio, contro la violenza, e che forse racconta dell’attraversamento del deserto armeno da parte di Marco Polo nel 200 come metafora del deserto italiano di quei primi anni... (continua)
Dal deserto armeno e dalle sue paure
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/1/2016 - 15:35
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Galvadeg en tri kant mil soudard

Galvadeg en tri kant mil soudard
Da notare una cosa curiosa in questa ennesima canzone bretone di coscrizione. Uno dei paesi dei coscritti si chiama in bretone "Bregel" ("Vregel" è la forma mutata), ma in francese è reso come "Brezel". Che in bretone significa, per l'appunto, "guerra". Come dire: nomen omen... Il testo della canzone è in ortografia non-standard.
Riccardo Venturi 5/1/2016 - 03:40
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Do Re Mi

Do Re Mi
(ottima) versione degli Stormy Six. Il testo pare avere qualche leggera differenza dall'originale, ma purtroppo la mia comprensione dell'american english degli anni '30 non è sufficiente a fornirne un'accurata trascrizione.

leoskini 4/1/2016 - 19:51
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Monte Canino

anonimo
Monte Canino
Chanson italienne – Monte Canino – anonyme – Massimo Bubola – 2005

Le « long train » qui donne le titre au dernier album de Massimo Bubola semblerait renvoyer à un des « tòpos » habituels du folk et du blues américains ; il s’agit au contraire d’un titre tout italien, tiré de chant des Alpins.
"Quel lungo treno" est un album consacré à la Première Guerre Mondiale, pour le nonantième de l’entrée en guerre de l’Italie, un album concept, comme on disait dans les années ’70. Bubola reprend des chants de la tradition populaire vénitienne : certains célèbres(Era una notte che pioveva e Monte Canino) e d’autres moins connus : Il Disertore (o "Ero povero ma disertore"), Ponte de Priula e Adio Ronco, réarrangés à la manière country ou même, tex-mex.

Les chansons de l’album :
Jack O’Leary - Era una notte che pioveva - Se questo amore è un treno - Nostra Signora Fortuna - Puoi uccidermi - Il Disertore... (continua)
MONTE CANINO
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 4/1/2016 - 19:04
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Heroes da resistencia

Heroes da resistencia
2013
Cancións de Amor e Liberdade
Afortunados os que temos pasado
(continua)
inviata da dq82 4/1/2016 - 15:26
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Un blasfemo [Dietro ogni blasfemo c'è un giardino incantato]

Un blasfemo [Dietro ogni blasfemo c'è un giardino incantato]
dall'intervista di Fernanda Pivano a Fabrizio riportata nel libretto dell'LP:

P. E' chiaro che le poesie le hai tutte rifatte. Per esempio, nella poesia del blasfemo, tu hai aggiunto un'idea che non era in Masters, quella della "mela proibita", cioè della possibilità di conoscenza, non più detenuta da Dio ma detenuta dal potere poliziesco del sistema.

F. Non mi bastava il fatto traumatico che il blasfemo venisse ammazzato a botte: volevo anche dire che forse è stato il blasfemo a sbagliare, perché nel tentativo di contestare un determinato sistema, un determinato modo di vivere, forse doveva indirizzare il suo tipo di ribellione verso qualcosa di più consistente che non un'immagine così metafisica.

P. Mi diceva Bentivoglio che se la "mela proibita" non è in mano a un Dio ma al potere poliziesco, è il potere poliziesco che ci costringe a sognare in un giardino incantato. Cioè, il giardino... (continua)
CCG Staff 4/1/2016 - 13:36
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Das Lied von der Moldau

Das Lied von der Moldau
Dell'LP "Supply & Demand: Songs by Brecht / Weill & Eisler" di Dagmar Krause, esiste sia una versione cantata in tedesco sia una ("Angebot & Nachfrage : Lieder Von Brecht / Weill & Eisler") cantata in inglese. Il cd le comprende entrambe. E la versione inglese che canta Dagmar Krause di Das Lied von der Moldau è appunto questa The Song of the Moldau tradotta da Susan Davies.
THE SONG OF THE MOLDAU
(continua)
inviata da alessandro achilli 4/1/2016 - 13:31
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The Lads of Our Village

The Lads of Our Village
[1917]
Parole e musica di Max Erard, compositore ed organista marito della cantante di varietà Zona Vevey
Nella raccolta a lei dedicata dalla Windyridge Records intitolata “I Recall The Days”
Da ultimo anche in “Oh! It's A Lovely War. Songs and Sketches of the Great War, 1914-18 (Vol.4)”
Testo trovato su Music Hall Lyrics

Oh! It's A Lovely War

“Simple John” era lo scemo del villaggio prima che avesse inizio la guerra. Poi tutti i maschi sono partiti - e chissà quanti torneranno e come - e Johnny non ha potuto dare altro contributo allo sforzo bellico che quello di consolare tutte le ragazze rimaste sole... Chiamalo scemo!
This war is quite upsetting, o'er the country you'll agree
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/1/2016 - 10:31
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Tammurriata nera

Tammurriata nera
Buongiorno a me servirebbe lo spartito canto piano.dove posso trovarlo?
simonetta 4/1/2016 - 07:54
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I Don't Want To Be A Soldier

anonimo
Scopro su Music Hall Lyrics che le tante versioni, più o meno complete, di questa canzone sono tutte parodie, più o meno spinte, della recruiting song australiana “I'll Make A Man Of You” di Arthur Wimperis ed Herman Finck, portata al successo all’inizio della guerra (1914) da diverse cantanti “leggere”, come Gwendoline Brogden, Clara Beck e Minnie Love.
I Don't Want To Be A Soldier
L’imprecazione “cor blimey” che conclude ogni strofa è in cockney, dialetto della classe proletaria londinese, e sta per “May God blind me!”, che sarebbe come il nostro “Che Dio mi fulmini!” o il romanesco “Potessero cecamme!”

A dire il vero anche la canzone originale, essendo incentrata sul bordello - elemento immancabile specie in tempo di guerra - meriterebbe l’inserimento come CCG, tanto più che fa parte della colonna sonora di “Oh, What a Lovely War!”, lo spettacolo musicale antimilitarista creato da Joan Littlewood ed il suo Theatre Workshop nel 1963, di cui molti brani sono già accolti sulle CCG/AWS.
I DON’T WANT TO BE A SOLDIER
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/1/2016 - 05:03
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Nasza Europa

Nasza Europa
L'Europa è malata, scopata da quella vecchia vacca di Merkel, che succhia i coglioni all'America putrefatta...
Ecco la situazione in quel "cossidetto" 2016 l'anno nuovo.
Ciuzzzz...
k 4/1/2016 - 04:30
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The Man Who Loved Beer

The Man Who Loved Beer
Mi ricorda un motto assiriano che proclamava: "Tutti gli uomini messi insieme sono stupidi". Dicit : krzysio
krzyś 4/1/2016 - 02:36
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The Road to La Bassé

The Road to La Bassé
[1934]
Monologo musicale scritto da Bernard Newman ed Harold Arpthorp
Testo trovato su Music Hall Lyrics

Lo scrittore inglese Bernard Newman combattè nelle trincee francesi durante la Grande Guerra. Nei primi anni 30, lui ed il suo amico ed ex commilitone Harold Arpthorp tornarono nei luoghi in cui avevano combattuto - in particolare a La Bassée, una cittadina del Nord-Pas-de-Calais di cui nel 1918 non era rimasta pietra su pietra - ma li trovarono molto cambiati, a poco meno di 15 anni dalla fine della guerra. Un’atmosfera bucolica e tranquilla che strideva coi ricordi di morte ancora freschi dei due reduci. Eppure era quella la vita mentre era al guerra ad essere innaturale ed assurda: ebbene sì, tanti di loro erano morti solo pewrchè i pullman potessero fare la loro corsa da Béthune a La Bassée...

Il monologo, adattato musicalmente per un racconto teatrale, fu certamente ispirato agli... (continua)
I went across to France again, and walked about the line,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/1/2016 - 01:23




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