Chanson italienne - Canzone dei fiori e del silenzio – Cantacronache - 1958
Paroles d'Emilio Jona
Musique de Sergio Liberovici
Ah, Lucien l'âne mon ami, je pense bien que tu connais les Cantacronache et que tu aimes comme moi leurs chansons aux Cantacronache. Eh bien, voici leur chanson manifeste, la chanson qui en quelque sorte définit leurs idées sur le monde et sur la chanson elle-même. Une sorte de manifeste artistique. C'est la chanson des fleurs et du silence. Du moins, c'est son titre, car pour ce qui est du contenu, elle n'est pas silencieuse, rassure-toi. Bien au contraire, elle affirme nettement leur refus de la chanson vide et de la chanson remplie d'insignifiances. Le genre chanson d'amour : il part, je reviens, je m'en vais, il reviendra... Les yeux bleus, noirs, verts, roses... Je l'aime, il m'aime, on s'aime... J'aime ses yeux, ses bras si chauds, ses jambes si belles, ses... (continua)
In vino veritas: Un omaggio a Franco Serantini da Daniele Sepe e la sua band
da Insorgenze, il blog di Paolo Persichetti.
"Franco Serantini era nato a Cagliari, fu abbandonato nel locale brefotrofio e dopo una vita difficile passata tra istituti per minori e riformatorio giunse a Pisa, dove entrò in contatto con il circolo anarchico Giuseppe Pinelli.
Nel 1972 in occasione di un comizio del MSI, tenuto dall’onorevole Niccolai, Lotta Continua organizzò una manifestazione per impedirne lo svolgimento e negli scontri che ne seguirono Franco fu circondato dai celerini e massacrato di botte.
Trasportato nel carcere di Pisa, non avendo ricevuto nessuna assistenza, dopo due giorni morì.
Il processo che ne seguì non condannò nessuno degli autori materiali dell’omicidio, ne il direttore sanitario del carcere, il dottor Mammoli, che però, quando nel ’77 fu assolto, fu colpito alle gambe da un nucleo... (continua)
Ahmed il Lavavetri 28/6/2013 - 16:05
I morti
Scritto da Riccardo Venturi il 14 maggio 2012, a quarant'anni dall'assassinio di Franco Serantini, dopo una grossa manifestazione a Pisa in suo ricordo.
I morti hanno cose da dire, chi parecchie e chi poche. Si fa solo una gran finta d'ascoltarle, però; si preferisce metter loro in bocca le nostre. Funziona come nella pubblicità, ci fanno da testimonial. Per mezzo dei morti non si parla dei loro sogni, dei loro ideali e delle loro lotte; si parla di noi. S'affida loro quel che siamo; i morti, del resto, sono ubbidienti e non protestano. Sono messi in campo, da chi li ha, i ricordi; diretti da chi li ha conosciuti di persona, più o meno a fondo; altrimenti si ricordano le epoche, le situazioni, le comunanze e le differenze vere o presunte. Ma neppure se i ricordi non esistono si rinuncia per questo ai morti; ci sono i libri, le testimonianze, le fotografie, le inchieste. E così i... (continua)
La canzone è stata incisa anche da Víctor Jara, ma in realtà è di Daniel Viglietti, e il titolo originale è "Cruz de luz". In questo video, a un certo punto Viglietti stesso parla di quando Víctor Jara, nel '66 gli scrisse per chiedergli il permesso di incidere questa canzone e "A desalambrar" e, abbastanza curiosamente, sembra pensare che di questo permesso non ci fosse neanche bisogno, e che si sia trattato solo della grande delicatezza di Víctor Jara.