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Partir Loin

Partir Loin
PARTIRE LONTANO
(continua)
6/4/2011 - 23:07
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La memoria

La memoria
E che, dal suo lassù se c'è, il 1° maggio prossimo padre Carlos Mugica e monsignor Angelelli piscino copiosamente sul capo aureolato di "San Giovanni Paolo II", amichetto dei dittatori militari.
Riccardo Venturi 6/4/2011 - 22:53
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John el Cowboy

John el Cowboy
6 aprile 2011
JOHN IL COWBOY
(continua)
6/4/2011 - 22:41
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Canción para luchar

Canción para luchar
6 aprile 2011


Vorrei dedicare questa traduzione a Ezio, che di León Gieco è un ascoltatore e un grande estimatore. Magari non ci si vedrà mai più, ma un pensiero c'è sempre. [RV]
CANZONE PER LOTTARE
(continua)
6/4/2011 - 22:17
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Szeretni valakit valamiért

Szeretni valakit valamiért
Mi accorgo solo adesso del commento e della correzione, esattissima al di là che sia confermata dal traduttore di Google (...), che Giuseppe Dimola ha spedito un anno e mezzo fa. Ho naturalmente provveduto a correggere la mia traduzione. Se Giuseppe ci legge ancora dopo tutto questo tempo, mi scuso con lui e lo ringrazio!
Riccardo Venturi 6/4/2011 - 19:45
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La cagna

La cagna
Non ho ancora trovato il testo originale di Esenin.
Accontentatevi per il momento della traduzione di Renato Poggioli nell’antologia “II fiore del verso russo - Da Puškin a Pasternak”, Mondadori, 1970.

LA CAGNA (CANZONE CANINA)

In una stalla di
campagna,
sopra le stuoie, all’aurora,
ha partorito una cagna
sette
piccoli cuccioli d’oro.
Fino a tardi li ha carezzati tutti,
pettinati con
la sua lingua,
e grondava di ghiaccioli strutti
a sera la sua pancia
pingue.
Ma quando sui pali di sera
vanno a dormire i galletti,
è
venuto il padrone nero
e li ha messi dentro un sacchetto.
La madre fuggì
sulla neve,
fuggì per corrergli dietro:
a lungo tremò l’acqua
lieve
sotto il rotto specchio di vetro.
Si leccava il sudore sul
pelo
ritornando piena di cruccio:
sulle case la luna là in cielo
le
pareva quasi un suo cucciolo.
Su nella cerula tenebra
essa la guarda ed
abbaia:
ma... (continua)
Bartleby 6/4/2011 - 15:40
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Morituri te salutant

Morituri te salutant
Chanson tchèque – Morituri te salutant – Karel Kryl – 1967

Juste une remarque à propos du vers « Et des plumes d'espoir avec les ailes de Pégase »... Il me rappelle une chanson où il est aussi question d'un Pégase porteur d'espoir. Elle s'appelle d'ailleurs « Pégase à la queue rouge » et relate un exploit d'un audacieux obstiné - Lauro De Bosis, poète aviateur - qui s'en alla en pleine gloire fasciste déverser sur Rome des tracts dénonçant cette ignominie et appelant les Romains (et au-delà les Italiens et tous les habitants de la péninsule) à retrouver la voie de leur conscience et à débarquer l'imposteur.

« Il est vingt heures
Je suis au-dessus de Rome
Mes lettres : une traînée blanche
Le jardin du Quirinal comme sous la neige
Les gens courent ramassent les lettres
Jusqu'à quand tolèrerez-vous
Cet homme qui vous tient en esclave ?
Je vire sur l'aile, cap vers la mer
Je vaudrai plus mort... (continua)
MORITURI TE SALUTANT
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 6/4/2011 - 10:54
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Genova Brucia

Genova Brucia
"Genova brucia" del cantautore romano è il brano che si aggiudica la nona edizione di "Voci per la libertà", per il miglior brano sui diritti umani


05/04 - Simone Cristicchi, con “Genova brucia”, è il vincitore della nona edizione del Premio Amnesty Italia, indetto nel 2003 dalla Sezione Italiana di Amnesty International e dall’Associazione culturale Voci per la Libertà per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato nel corso dell’anno precedente.

“Sono sinceramente onorato e orgoglioso di ricevere il Premio Amnesty Italia per "Genova brucia", canzone pensata e scritta per raccontare una delle scomode verità sui fatti del G8 del 2001. Il prestigio del premio contribuisce enormemente a valorizzare il brano, rendendolo strumento di memoria per non dimenticare una delle pagine più vergognose e oscure del nostro paese. Genova è anche una ferita ancora aperta per chiunque pretenda,... (continua)
DonQuijote82 6/4/2011 - 10:40
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The Line

The Line
IL CONFINE
(continua)
inviata da Luca 'The River' 6/4/2011 - 01:29
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Supper's Ready

Supper's Ready
Alla nota [*h] "Alle fronde dei salici [per voto]/ Anche le nostre cetre erano appese / oscillavano lievi al triste vento" è la strofa finale della poesia Alle fronde dei salici di Salvatore Quasimodo che in effetti si rifa' al salmo di David 137 che recita:
137:2 Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre.
137:4 Come cantare i canti del Signore in terra straniera?

grazie per l'interessante lavoro di traduzione

Donato
Donato 4/4/2011 - 23:11




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