Cancellate immediatamente il nome di Franco Licausi accanto al titolo della canzone "vitti una crozza", questa canzone viene cantatata da tempi immemorabili in sicilia, ciò mi è stato riferito dalla mia bisnonna morta cinque anni fa alla venerabile età di 96 anni, mi raccontava che fin da bambina già suo padre gli canticchiava questa canzone, Licausi non è di certo l'autore ne il musichiere del brano, l'autore rimarrà per sempre anonimo, pace all'anima sua.
(Antonio)
La vicenda, qui, sta assumendo quasi i contorni di un giallo. Prendiamo ovviamente atto della cosa, ripromettendoci di compiere a questo punto delle ricerche approfondite. Naturalmente saranno i benvenuti anche altri contributi al riguardo. Per ora la canzone rimane attribuita a Franco Li Causi; se, in seguito, tale attribuzione si rivelerà inequivocabilmente errata, sarà tolta. [RV]
È una situazione analoga a Brigante se more, per quella però penso che sia davvero un caso di "invenzione della tradizione" [LM]
4/2/2007 - 16:59
Salve,
girando in rete alla ricerca delle origini di "Vitti 'na Crozza" ho trovato questo:
Vitti 'na crozza-: un anziano minatore di Favara recitò al regista Pietro Germi i versi che divennero popolari in tutto il mondo.
Vitti 'na crozza supra nu cannuni / fui curiusu e ci vosi spiari / idda m'arrispunniu cu gran duluri / Sinni eru sinni eru li me anni / sinni eru sinni eru e un sacciu / unni ora ca su arrivati a ottant'anni / u vivu chiama e u murtu unn'arrispunni.
Nel film "Il cammino della speranza" di Pietro Germi questa canzone fu utilizzata come colonna sonora attribuendogli una generica potestà popolare. In realtà il motivo, riprodotto in migliaia di dischi e riproposto non si sa quante volte in televisione, alla radio, negli spettacoli popolari e in piazza, ha un autore. Si chiama Franco Li Causi, direttore di una piccola orchestra agrigentina e solista di chitarra. Questi racconta... (continua)
una canzone che dovrebbe significare molto per i sardi peccato che veramente in pochi la conoscano.Sembra la storia di un film americano ma è molto di più...è il coraggio dei sardi
Per Lele da Casanov, l'autore delle bellissime traduzioni in dialetto brianzolo di alcune CCG: se per caso leggi questo commento, puoi contattarmi via mail? una persona sta cercando di contattarti ma non abbiamo il tuo indirizzo.
Questo sito, notoriamente e per sua stessa definizione, accoglie tutto. Quindi, da un lato sono anche contento che Giusi ci abbia inviato il testo della canzone di Ivana Spagna con la relativa traduzione italiana. Leggendolo devo dire che, qui dentro, ci sono canzoni ben peggiori della sua (un esempio per tutti: la bieca De fútbol y paz degli Inti-Illimani, che visto l'argomento e visti anche gli accadimenti di questi giorni possiamo tranquillamente definire...un autogol); ciononostante, pur ringraziando Giusi per il suo contributo e scusandomi per essermi lasciato andare a considerazioni forse un po' fuori luogo, il testo di Ivana Spagna continua a lasciarmi oltremodo perplesso, con quel "lupo cattivo da un miliardo di teste" ad esempio. Credo che il Dalai Lama, ed è giusto e comprensibile, approverebbe incondizionatamente qualsiasi canzone parli del dramma tibetano anche se fosse cantata... (continua)
In una società in cui sono morti ogni valore ed ogni morale, in cui sembra che fare del male agli altri sia una virtù, in cui c’è pigrizia e paura di ragionare, i Nomadi sono gli unici ancora capaci di farci aprire gli occhi alla realtà e di dipingere in maniera veritiera la nostra condizione. E a farci aggrappare ad una solida fune chiamata speranza. Per sempre Nomadi!
leojuve86@yahoo.it