Sanremo è sempre Sanremo. Lennon deve aver pensato "Grazie Mark Chapman per avermi risparmiato questo" dopo la performance delle due israeliane (perché Mira Awad è araba-israeliana tanto da avere rappresentato Israele all'Eurovision) introdotte dal discorso del papa (questa frase "and no religion too" deve piacere particolarmente a tutti i papi).
Con il piano Trump i palestinesi poi non dovranno neanche sforzarsi per mettere in pratica "Imagine there's no country" perché il loro paese proprio non ci sarà più.
Dopo un anno e mezzo di genocidio e 76 di colonialismo assassino Sanremo prova a normalizzare l'occupazione e l'occupante.
Sul palco, due israeliane: Noa che si finge pacifista perché critica Netanyahu per le tasse, mentre applaude ai crimini contro i bambini palestinesi, l'altra, Mira, una collaborazionista attentamente selezionata.
Nata nel 1975 a Rameh, un villaggio druso nel nord di Israele, non è palestinese, ma una soldatessa israeliana. Cresciuta in una famiglia mista — padre cristiano e madre drusa — Mira Awad non solo tradisce la causa palestinese, ma anche i cristiani palestinesi, perseguitati in egual modo da Israele. Mira Awad non canta la pace, ma sostiene l’occupazione, la sua presenza è un atto di complicità, non di pace.
Non è la prima volta che lo fa: già all’Eurovision del 2009, insieme a Noa, ha rappresentato Israele, non la Palestina.
Una che Malcolm X definirebbe... (continua)
È il 1993 quando Bekir Hasanović scambia una moneta d’oro con la videocamera che userà per filmare la vita di ogni giorno a Srebrenica, nei giorni della guerra. Le immagini che registra con la sua troupe improvvisata, chiamata Dzon, Ben & Boys, dà vita al ritratto inaspettato di una popolazione smarrita, ma che mantiene un fiero legame con la realtà senza rinunciare alla giusta dose di umorismo. Ado, figlio di Bekir, parte da queste immagini e dalle pagine dei diari tenuti dal padre per ricostruire, insieme alla madre Fatima, la sua immagine e riuscire finalmente a sapere come ha fatto a sopravvivere alla Marcia della Morte e al genocidio di Srebrenica.
Perché per tutti potrebbe essere comodo scrivere colonne sonore: si mette un bordone prepotente, qualche arco midi a fare effetto, e un crescendo di batterie post-rock. E invece no.... (continua)
A DERRY (IRLANDA DEL NORD) GIOVANI REPUBBLICANI CONTESTANO LA TRADIZIONALE SFILATA DEGLI UNIONISTI FILO-BRITANNICI
Gianni Sartori
Dopo l'impazzimento generale per il triplice omicidio di Southport (quando si son viste le bandiere unioniste sfilare con il tricolore irlandese) in Irlanda del Nord rispunta il tradizionale contenzioso tra cattolici e protestanti.
E così – se Dio vuole – in Irlanda del Nord si torna alla “normalità” (normalità nord-irlandese, beninteso).
Un passo indietro. Nei giorni scorsi non credo di essere stato l'unico a rimanere basito, sconcertato (“spaesato”) per alcune immagini dei recenti disordini che avevano turbato (oltre alle città britanniche di Bristol, Sunderland, Southport, Liverpool, Manchester...) anche Belfast nell'Irlanda del nord. Con saccheggi, assalti alle moschee, percosse e ingiurie nei confronti degli immigrati.
Esiste anche una versione bretone di questa famosissima canzone. Non rispetta per niente il testo tradizionale originale e il testo di Charlez An Dreo rappresenta un viaggio da Roscoff alla Gran Bretagna, con la preghiera per gli Inglesi di non “mandare a quel paese” i Bretoni “come aveva fatto quella donna col povero ragazzo di Scarborough”. E’ interpretata da Véronique Autret con con l’Orchestra Sinfonica di Bulgaria. - Flavio Poltronieri
Eskemm [1] (continua)
inviata da Flavio Poltronieri 8/9/2025 - 18:29
@ Flavio Poltronieri
...e per caso, magari, si potrebbe avere il testo armoricano di questa versione breton-bulgara...? Non sarebbe male averlo! Grazie, mersi, trugarez!
Bałłada o dietstvie
[1975]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Vladimir Vysotskij
Владимир Высоцкий: Текст, музыка
La sterminata Баллада о детстве di Vysotskij non era mai stata tradotta in italiano, e sfido io. Trentasette strofe, scritte perdipiù nel russo mica semplicissimo del grande briaco moscovita, che qui offre, da par suo, una specie di autobiografia della sua infanzia e anche la biografia di un quartiere popolare negli anni della guerra e del primo dopoguerra, la biografia del quartiere Mešćanskij dov’era nato (il 25 gennaio 1938), la sua famiglia, il vicinato, i bombardamenti, le galere, i coltelli e tutto il resto. Scritta nel 1975, la “Ballata dell’Infanzia” appartiene in tutti i sensi all’età matura di Vysotskij (che aveva trentasette anni): personale, sociale, ideologica, creativa. E’ una canzone retrospettiva, uno sguardo al passato... (continua)
37 strofe, 37 anni...37 applausi a Riccardo e alla sua titanica impresa...il 1975 fu anche l'anno nel quale Volodja trascorse venti giorni, ospite in Bulgaria dovè potè registrare un disco presso la Balkanton, finalmente senza i condizionamenti e le trattative infinite russe. Però dubito che ciò sarebbe mai potuto accadere senza l'allora ok di Mosca!! Registrarono di notte, in uno studio radiofonico, così, buona la prima, senza troppo pensarci...eppure ne uscirono capolavori da farmi commuovere ancora oggi! Lo accompagnavano Dmitrij Mezevic e Vitalij Sapovalov che erano come lui, attori della Taganka ma anche musicisti...Vysoskij diceva: "comincio in sol minore, seguitemi!" Ovviamente non avrà neanche quella volta la soddisfazione di veder realizzato il progetto discografico che sarà pubblicato solamente nel 1981 a un anno dalla sua prematura scomparsa. Una curiosità: l'Autoritratto bianco... (continua)
Due parole del traduttore. La presente è, credo, la prima traduzione (o presunta tale) in italiano della monumentale Баллада о детстве di Vladimir Vysotskij. Della ballata esistono traduzioni e versioni d’arte, integrali o solo parziali, in svariate lingue, alcune delle quali peregrine assai; mentirei se dicessi che, qua e là, non me ne sono servito, almeno di quelle nelle lingue con le quali ho maggiore dimestichezza. Ma, in linea di massima, ho preferito procedere à ma façon e fornire una traduzione, come si dice in traduttorese, “il più fedele possibile all’originale”. La traduzione è corredata di note (alcune mie, alcune riprese da Flavio Poltronieri).
Felice che anche tu, Paolo, apprezzi il grande Vysotskij !
NB. La pagina deve ancora essere terminata, o "limata". Purtroppo, ultimamente i miei "tempi di lavorazione" sono parecchio lenti.
Essendo una pagina non ancora terminata, mi permetto qualche sintetico e superficiale contributo, giusto per inquadrare storicamente la prima parte della canzone:
gli anni '30 in Unione Sovietica erano tempi molto duri: proibiti per decreto liberi spostamenti di lavoratori, ugualmente sussidi di disoccupazione o assenze ingiustificate dal lavoro (punite con licenziamento in tronco). Si aggiungevano alla miseria della carenza di beni di consumo e di alloggi, quindi dopo collettivizzazione e industrializzazione era arrivata la volta di una forzata coabitazione per moltissime famiglie. Il disegno finale era quello della sostituzione della famiglia come nucleo sociale, con cellule di partito e a questo fine la crisi degli alloggi giocava a favore. In tutte le città sovietiche andavano per la maggiore quindi gli appartamenti in coabitazione. In uno di essi nacque anche Volodja, all'interno di... (continua)
Dato che ho istigato un povero traduttore toscano ferito e sofferente a lavorare faticosamente con la sua parte sinistra, lo invito per ristorarsi, all'ascolto di una canzone più leggera interpretata dall'attrice Оксана Александровна Акиньшина a un evento moscovita organizzato dal figlio di Volodja. Oddìo, leggera è un parolone, l'aspetto filosofico non manca di certo neanche qui, in quanto chi porta felicità (come questo raro elefante bianco) alla fine viene sacrificato per diventare un amuleto portafortuna per qualcuno. Comunque la canzone è cantata benissimo e anche Nikita Vysotsky alla fine dimostra tutto il suo entusiasmo.
Ecco, ora si può finalmente dire che la pagina sia terminata (per festeggiare la fine di questo "tur de fràns", come diceva un'indimenticabile vicina di casa di mia madre, mi sono concesso un autentico ghiacciolo al limone senza zucchero). Naturalmente, chiunque (Poltronieri e altri) potranno intervenire come e quando lo desiderano con commenti, integrazioni, migliorie ecc.; in questo senso, nel sito le pagine in realtà non finiscono mai. Per aspera ad astra!
Ultima annotazione: ascoltando questa canzone (anche senza conoscere il russo) appare particolarmente evidente la particolarissima tecnica di canto di Vysotskij, direi più unica che rara. Vysotskij, quando di trattava di prolungare un verso per questioni metriche, non si appoggiava su una vocale, come fanno tutti: si appoggiava su una consonante, prolungandola e dando un’impressione uditiva tutta “sua” e peculiare. Trasformava, si potrebbe dire, il russo in sardo: invece di pronunciare nel canto ...na svabòòòdu (esempio a caso), diceva na svabòdddu. Capìttto mi hai…?!?
Quando il padre, dopo quattro anni, tornò dalla guerra (da sottotenente a colonnello e con una ventina di medaglie sul petto) la famiglia di Volodja inizia a sfasciarsi. Lui ripartirà quasi subito per Eberswalde e l'anno seguente avverrà il divorzio. Trova una nuova donna e per tre anni circa viene inviato in Germania Est con lei e il piccolo Volodjia. In quella situazione il bambino, in mezzo a una nuova città devastata dai bombardamenti, scopre un deposito di armi in abbandono e con i suoi amichetti che fa? decide di giocare...alla guerra! Si divertono a far esplodere delle granate. Risultato: tre bambini restano ciechi e sfigurati. A lui va meglio poiché se la cava con escoriazioni varie ma la sua è la vita di un cucciolo mutilato emotivamente. E' stato catapultato di brutto, con una nuova madre, nella realtà quotidiana di una guarnigione di occupazione... (continua)
[2002]
Jaromír Nohavica + Čechomor
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Jaromír Nohavica
Motion Picture Original Soundtrack: Rok ďábla - The Year of the Devil
Da noialtri, scrivere Amerika con la “k” ha una certa valenza, qualcosa tra il Ku Klux Klan, il film L’Amerikano (di Costa-Gavras) ed altre connotazioni non propriamente positive. In parecchie lingue, però, bisogna scrivere obbligatoriamente “Amerika”, senza nessuna connotazione; tra queste, il cèco (anche perché, se si scrivesse “America”, bisognerebbe pronunciare “amèritsa”, come peraltro avviene in certi casi delle complicate declinazioni di quella lingua). Insomma: che palle, quest’America; da qualsiasi parte la si guardi, che sia scritta con la “c” o con la “k”, sembra che il Pater Aeternus la abbia piazzata lì, in mezzo all’Oceano, a rompere i coglioni al resto del mondo, con tutta una serie... (continua)
E si, siamo bravi nel nostro anonimato.
Pero', storicamente, pare che l'ho abbiamo appreso dai Galli.
C'e' anche un'ipotesi che sti Galli furono un poco veneziani, addirittura :-D
Il mio amico e sodale Anonimo Toscano dice di averlo conosciuto nel XII Secolo. Anzi, addirittura mi ha mandato una sua rarissima immagine, dalla quale appare che aveva un aspetto vagamente punk ante litteram:
Белла фиха, si dice a Firenze sull'Arbat! Esattamente la più lunga canzone di Vysotskij, che veramente non finisce più! :-) Ma sai che a te non posso dire di no...insomma, ho già cominciato ...
Guarda che era solamente una battuta...comunque grazie mille Big Ric, effettivamente 37 quartine...però ne vale la pena, no? trovo assai "breliana" la frase "come noi anche voi non vi siete risparmiati, vi siere russificati, i miei sono spariti, i vostri, detenuti innocenti"
Dai Registri dell’Arciconfraternita di S. Giovanni decollato in Roma , Volume 15, Carta 87 [1]
Giordano Bruni frate apostata da Nola
Mercoledì a dì 16 Febraro 1600 detto Giustizia di un eretico impenitente bruciato vivo
A hore due di notte fu intimato alla Compagnia che la mattina si dovea far giustitia d’ un in Ponte; et però alle 6 hore di notte radunati li confortatori e capellano in Sant’Orsola, et andati alla Carcere di Torre di Nona, entrati nella nostra cappella e fatte le solite orazioni, ci fu consegniato l’infrascritto a morte condennato, videlicet.
Giordano del quondam Giovanni Bruni, frate apostata da Nola di Regno, eretico impenitente. Il quale esortato da’ nostri fratelli con ogni carita’, e fatti chiamare due Padri di San Domenico, due del Gesu’, due della Chiesa Nuova e uno di San Girolamo, i quali con ogni affetto et con molta dottrina mostrandoli per l’error suo, finalmente... (continua)
[1983]
Lyrics and music / Testo e musica / Paroles et musique / Sanat ja sävel:
Eric Idle - John Du Prez
Galaxy Song, la “Canzone della Galassia”, è una canzone scritta da Eric Idle e John Du Prez. Apparve per la prima volta nel 1983, nel film Monty Python's The Meaning of Life (Monty Python: Il senso della vita) e fu in seguito inserita nell’album Monty Python Sings. Come single, fu pubblicata nel Regno Unito il 27 giugno 1983, e poi ancora il 2 dicembre 1991 in seguito alla fortunata riproposta di Always Look on the Bright Side of Life. Nel 2014, la canzone fu eseguita dal vivo durante lo spettacolo teatrale Monty Python Live (Mostly), seguita da un altro single il 13 aprile 2015, in collaborazione con il sommo astrofisico e matematico Stephen Hawking.
La canzone originale apparve nel film durante lo sketch Live Organ Transplants (“Trapianti di organi vivi”): il paramedico (John Cleese)... (continua)
Whenever life gets you down, Mrs. Brown (continua)
Monty Python, col prof. Brian Cox e Stephen Hawking
Giochino. Il giochino consiste nel fornire, nella traduzione, dati prima di tutto espressi in chilometri e non in miglia; e poi anche nell’attualizzare alcuni dati laddove strettamente necessario. Nella canzone originale ci sono state sicuramente motivazioni metriche, che noi ovviamente non abbiamo. I dati scientifici contenuti nel testo sono stati considerati sufficientemente accurati; ma, nel video sopra, il prof. Brian Cox ritiene al contrario che non lo siano poi così tanto e cerca di spiegarlo. Viene però steso senza tanti complimenti da Stephen Hawking con la sua carrozzella motorizzata, che si avvia poi verso le stelle.
Naturalmente, ma sarà meglio che lo dica a chiare lettere per evitare qualsiasi accusa (infondata) di “tuttologia”, io non so assolutamente niente di astrofisica -al pari, probabilmente,... (continua)
[1968]
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Charles Aznavour
Musica / Music / Musique / Sävel: Georges Garvarentz
Giovedì 11 aprile 2024 esce nelle sale il nuovo film di Robert Guédiguian, E la festa continua!. In questo film, come in quelli meravigliosi che lo hanno preceduto (di cui alcuni sono attualmente visibili gratuitamente sulla piattaforma Arte Tv) si parla di resistenza e di futuro. Nella colonna sonora c'è una canzone, Emmenez-moi ed è per questo che propongo al sito di pubblicarla. Aggiungo alcune righe di commento estratte dalle recensioni sul film. [Paolo Rizzi]
E la festa continua! inizia con il ricordo di una tragedia vicina. Nel quartiere L’Estaque di Marsiglia il 5 Novembre del 2018 crollano due palazzine. Ora lì c’è un vuoto che Guédiguian inquadra più volte, come una boa narrativa per non farci perdere la rotta del suo discorso. Orientando la sguardo del presente con... (continua)
Emmenez-moi è un singolo del 1968 del cantautore francese Charles Aznavour, estratto dall'album Entre deux rêves. Del brano esiste anche una versione in inglese, intitolata Take Me Along e cantata da Aznavour, che è uscita negli Stati Uniti nel 1978. Il testo è stato scritto dallo stesso Aznavour, mentre la musica e l'arrangiamento sono di Georges Garvarentz. Il brano è composto in La minore e la sua musica è in 3/4. Emmenez-moi ("Portatemi via") esprime il desiderio del narratore di fuggire lontano, in luoghi esotici ed assolati, per sfuggire alla miseria della sua vita quotidiana ("Mi sembra che la miseria sarebbe meno dolorosa al sole").
Lo scorso 16 marzo a Caneva si è tenuto un concerto omaggio ad Aznavour di cui il prossimo 22 maggio ricorre il centenario. Lo spettacolo “Emmenez-moi” è un omaggio dedicato al grande artista di origine armene Charles Aznavour,... (continua)
Translator’s note. This is a strictly literal translation of the song. In the motion picture The Zone of Interest, only a part of the song is heard while being played on the piano by the Polish young girl. There’s a rather free and artistic version of the verses in the subtitles, given here in a footnote.
The song, and the Holocaust survivor, behind the year’s most stunning moment in film
How Joseph Wulf’s Yiddish song ‘Sunbeams,’ composed at Auschwitz, ended up in Jonathan Glazer’s ‘Zone of Interest’
Forward, Jewish Independent Nonprofit - PJ Grisar, December 19, 2023
The Zone of Interest, Jonathan Glazer’s drama about the humdrum home life of Auschwitz commandant Rudolf Höss, starts and ends with composer Mica Levi’s chorus of shrieking voices and synthesizers that lead the viewer in and out of the hell roiling just out of frame. The sound design as... (continua)
Nel film la canzone è solo strumentale. La ragazza polacca ritrova fortunosamente lo spartito e suona la melodia al pianoforte. Le parole tradotte liberamente appaiono nei sottotitoli.
Io, invece, ho corretto un verso che avevo capito male: da Shnayen vays farshtiln un zamn a Shnayen vays faln shtil un zanft "bianche nevi cadono quiete e lievi [leggere / morbide ecc.]". Di conseguenza, ho adattato tutte le traduzioni presenti nella pagina. Mi scuso per questo fraintendimento.
"We stand here as men who refute their Jewishness and the Holocaust being hijacked by an occupation which has led to conflict, for so many innocent people.”
'Zone of Interest' director Jonathan Glazer spoke out about Israel's weaponisation of the Holocaust in his Oscar acceptance speech.
La zona di interesse e la musica del genocidio. Un immenso grazie per tutte queste informazioni a Riccardo.
Aggiungo questo link che racconta il lavoro per la creazione della colonna sonora
El árbol del ahorcado es una canción escrita por Lucy Gray Baird y que años más tarde fue enseñada a Katniss Everdeen por su padre, el Sr. Everdeen, cuando era joven. Su madre, la Sra. Everdeen la escuchó cantando la canción y vio a Prim haciendo collares con sogas con Katniss. Temerosa, la Sra. Everdeen le gritó al Sr. Everdeen, quién le dijo a Katniss que olvidara la canción. Eso hizo que Katniss corriera a la pradera y se sentó a llorar bajo un árbol, y por supuesto recordando cada letra de la canción. Después de la muerte del Sr. Everdeen, la canción se repetía una y otra vez en la cabeza de Katniss.
Cuando era joven no entendía lo que significaba, pero finalmente entendió que la persona cantando la canción era un hombre muerto llamando a su esposa a unírsele en la muerte. Después de que su madre la prohibió, Katniss y Prim hacía collares con las sogas como en la canción. Significa que... (continua)
Canzoni per rallentare il ritmo
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