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Rambo es gay

Don Lunfardo y el Señor Otario
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Don Lunfardo y el Señor Otario

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Don Lunfardo Y El Señor Otario - Rambo Era Gay


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1976
(Don Lunfardo y el Señor Otario)
Antihéroes
(Don Lunfardo y el Señor Otario)


Vengo con el ritmo del sudor latino, gambeteando
la mugre de un cruel enemigo. Tantos años
escondiendo debajo de la alfombra el hambre, la
violencia, la lucha y la bronca. Vos nos
querés caminar, vos nos querés
braguetear. Vos nos engordás la deuda y
después nos titireteás. No
necesitamos un puto centavo, de tus manos
asesinas, de tu puño ensagrentado... no.
(No, no, no, ya no).

Querés apropiarte de todo el planeta y en
cada recoveco sembrár tu jodida mierda.
¿Quién no ha manyado el fatto del
yanqui en Colombia? Lo único que quieren es
tomársela toda y armarse un lagarto de
Chicago a San Diego, que Bush declare la guerra
del mandibuleo.

Luquean petróleo, te ofrecen rosquillas.
Te inventan una guerra pa' dejarte de rodillas.
Ayer fue Afganistán, hoy le toca a Irak,
mañana te aseguro que por lo nuestro
vendrán.

Los hijos de puta nos quieren vender su veneno de
vida, su american way. El gringo es cuadrado y no
quiere entender que aquí siempre supimos
que Rambo era gay,

que Rambo era gay, que Rambo era gay.
¿Cuánto tiempo esperan gringos para
derribar todas las fronteras y destuir a los
demás? ¿Pintar el mundo entero azul,
rojo y blanco y en nombre del progreso
sembrár más espanto?

Si vamos para la plaza, nos cagan a trompadas.
Nos mandan a los cobanis y terminamos todos en
cana. Escuchame policía: ¿Por
qué mierda reprimís? ¿No ves
que te están cagando? Igual a vos peor que
a mí. (?) Sacate ese uniforme de milico
asesino. Todavía no te enteraste, vos
también sos argentino. Ellos financian los
golpes de Estado y así cojen al pueblo
latinoamericano. Nos quieren incendiar, nos
quieren explotar, si el yanqui juega con fuego,
fuego les vamos a dar.

Luquean petróleo, te ofrecen rosquillas.
Te inventan una guerra pa' dejarte de rodillas.
Ayer fue Afganistán, hoy le toca a Irak,
mañana te aseguro que por lo nuestro
vendrán.

Los hijos de puta nos quieren vender su veneno de
vida, su american way. El gringo está duro
y no quiere entender que aquí siempre
supimos que Rambo era gay,

que Rambo era gay, que rambo era gay.
¿Cuánto tiempo esperan gringos para
derribar todas las fronteras y destuir a los
demás? ¿Pintar el mundo entero azul,
rojo y blanco y en nombre del progreso
sembrár más espanto? Pero tarde o
temprano, vas a estar en mi lugar. Tarde o
temprano, vas a estar en mi lugar, Tarde o
temprano, vas a estar en mi lugar, en nuestro
lugar, en nuestro lugar. Tarde o temprano, vas a
estar en mi lugar. Tarde o temprano, vas a estar
en mi lugar. Tarde o temprano, vas a estar en mi
lugar, en nuestro lugar, en nuestro lugar. Y si
algún día el de arriba despierta, y
de este mundo nos abre las puertas,

dejarás de hurgar en la bragueta de la
humanidad. Si es que algún día el de
arriba despierta, y de este mundo nos abre las
puertas, dejarás de hurgar en la bragueta
de la humanidad.

Y así tarde o temprano, vas a estar en mi
lugar. Tarde o temprano, vas a estar en mi lugar,
Tarde o temprano, vas a estar en mi lugar, en
nuestro lugar, en nuestro lugar. Tarde o temprano,
vas a estar en mi lugar. Tarde o temprano, vas a
estar en mi lugar, Tarde o temprano, vas a estar
en mi lugar, en nuestro lugar, en nuestro lugar.

(Yanki go home!) (Si es que algún
día el de arriba despierta)

envoyé par adriana - 1/4/2009 - 18:23


Beh, peccato soltanto per quell'"omodisprezzo" latente di cui talvolta sono infarcite anche certe canzoni contro la guerra ed i potenti...

Alessandro - 1/4/2009 - 23:29


Da un lato è un commento che mi hai letteralmente "tolto dalla tastiera". Dall'altro, però, a mio parere bisogna anche cercare di non cadere nell'eccessivo "politically correct"...

Insomma, pensa un po' se io stessi scrivendo una delle mie storielle elbane e, a un certo punto, mettessi in scena una delle tante comari da portico che ho conosciuto la quale racconta che a X, "dé, glielo stiantavano ner culo a quer finocchio"; e come dovrei scrivere, dio sagrato, "ohibò, sodomizzavano quel diversamente eterosessuale"?

Invece di stare attenti alle espressioni, per quanto sgradevoli che possano essere, bisognerebbe che a tutti fosse garantita una vera assenza di discriminazione, per qualsiasi motivo.

Altrimenti si farebbe come il razzista xenofobo gay olandese Pym Fortuyn, oppure bisognerebbe stare attenti a come si parla quando si nominano i tanti nazisti omosessuali che ci sono stati, a cominciare da Ernst Röhm per finire a quella checca di Haider.

Senza contare che Santa Madre Chiesa i gay si guarda bene dal definirli "finocchi" o "culattoni", però in compenso ed in sostanza si sa bene come agisce al riguardo.

E per quanto riguarda le associazioni dei gay, fossi in loro, piuttosto che andare a manifestare davanti all'Ariston per una canzone scema di quel cretino di Povia, andrei piuttosto a manifestare in piazza San Pietro quando si affaccia il nazista vestito di bianco.

Riccardo Venturi - 2/4/2009 - 00:13


D'accordissimo, però qui un articolato e legittimo disprezzo (gringos figli di puttana venditori di veleno, finti Rambo che vorrebbero propinare ai latinos la loro cazzuta american way) si condensa nella parola "gay" (e chissà poi perchè non "maricón"?)... la cosa mi urta istintivamente, mentre lo stesso non accade con i tuoi racconti elbani... non so, mi infastidisce questo lezzo omofobico che ogni tanto fà capolino in certa musica, specie statunitense e latinoamericana...

Alessandro - 2/4/2009 - 00:47


Probabilmente viene vista come l'offesa più "sanguinosa" per il "supermacho" Rambo interpretato da Stallone. In sé anch'io la trovo una cazzata; anche perché, a costo di beccarmi qualche "strale puristico", trovo che il primo film di Rambo, quello diretto nel 1982 da Kotcheff, sia tutt'altro che un film disprezzabile e la cui trama potrebbe rientrare, se fosse una canzone, agevolmente nel percorso sul Vietnam. In questo sito abbiamo molte canzoni che parlano del disagio dei reduci dalla "sporca guerra".

Riccardo Venturi - 2/4/2009 - 01:54


Beh, Rambo ("First Blood") è una canzone: "It's A Long Road", di Jerry Goldsmith e Hal Shaper, cantata da Dan Hill... ed è proprio la canzone del reduce, anche se potrebbe trattarsi del reduce da una guerra, come da una galera, come da un manicomio, come da una vita fallita:

"It's a long road
When you're on your own
And it hurts when
They tear your dreams apart
And every new town
Just seems to bring you down
Trying to find peace of mind
Can break your heart
It's a real war [...]"

Anche a me il primo Rambo - che fosse gay o meno - è sempre piaciuto...quanto al fatto che possa trovare spazio nelle CCG/AWS, ci sarebbe da discutere:

" [...] Rambo: Non è finito niente. Niente! Non è un interruttore che si spegne! Non era la mia guerra! Lei me l'ha chiesto, non gliel'ho chiesto io. E ho fatto quel che dovevo fare per vincerla, ma qualcuno ce l'ha impedito. E il giorno che torno a casa mia, trovo un branco di vermi all'aeroporto, che m'insultano, mi sputano addosso, mi chiamano assassino e dicono che ho ammazzato vecchi e bambini. E chi sono per urlare contro di me, eh? Chi sono, per chiamarmi assassino, se non sanno neanche che cavolo stanno strillando.

Trautman: Sono brutti momenti per tutti Rambo, ma è finita ormai.

Rambo: Per lei. Per me la vita da civile non esiste. In guerra c'è un codice d'onore, io copro te e intanto tu copri me, qui non c'è niente, niente.

Trautman: Tu sei l'ultimo di un gruppo scelto, non finire in questo modo.

Rambo: Io là pilotavo gli elicotteri, guidavo un carro armato, rispondevo di attrezzature per milioni, qui non riesco neanche a trovare lavoro come parcheggiatore! [...]"

Alessandro - 2/4/2009 - 08:21


Forse hai anche ragione, anche se...ma lasciamo perdere, va.

Piuttosto, mi va di raccontare un nanetto, una cosa che mi successe molto tempo fa, qui a Firenze.

Ero in un'antica libreria che frequentavo spesso, allora, alla ricerca di libri in lingue strane. Essendo una libreria antiquaria, ne avevano a bizzeffe: acquisivano biblioteche private intere, quando i proprietari (spesso vecchissimi) morivano e le rimettevano in vendita. Ci ho trovato di tutto, persino una grammatica turca scritta ancora coi vecchi caratteri arabi, nonché una grammatica greca di un liceale del 1874.

Avevo fatto amicizia col commesso, un anziano signore di quei fiorentini che oramai non esistono più. Lavorava lì da cinquant'anni o roba del genere; pomeriggi interi a disquisire di libri con un linguaggio elegante.

Un giorno, mentre eravamo lì a discutere, entra un signore, americano, corpulento, e domanda di poter vedere un po' in giro. Affascinato. Lo yankee nel polveroso e decrepito antro de li libbri. Lo riconobbi dopo qualche minuto, perché non molto prima avevo visto un film. E questo film lui lo aveva interpretato, pensa un po'. Era "Il ventre dell'architetto" di Peter Greenaway.

E lui era Brian Dennehy, quello che nel primo "Rambo" fa lo sceriffo stronzo.

Riccardo Venturi - 2/4/2009 - 17:50




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