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No More Songs

Phil Ochs
Langue: anglais


Phil Ochs

Liste des versions


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(Phil Ochs)


filippo.
[1970]
Lyrics and Music by Phil Ochs
Testo e musica di Phil Ochs
Album: Greatest Hits
Also performed by Paula Pedersen and The Three Altos
Interpretata anche da Paula Pedersen and The Three Altos


greatesthitsochs


Un Phil Ochs in via di lento dissolvimento, dissolvimento personale che lo porterà sei anni dopo al suicidio e dissolvimento delle speranze che lo avevano portato ad essere il cronista, secondo la sua autodefinizione, di un'America che voleva davvero cambiare, pubblica nel 1970 un disco di canzoni totalmente inedite che, con una buona dose di amara ironia, intitola "Greatest Hits". Viene ritenuto generalmente, da chi "se ne intende", un disco confuso e confusionario, ma forse è gente non troppo abituata ad usare il cuore; perché è un disco splendido e disperato. Tra di esse questa "No More Songs", una canzone autobiografica, è quella che meglio esprime la disperazione privata dell'autore che si vede oramai passato, e quella collettiva di chi non è riuscito a cambiare nulla, a fermare nulla. Sinistri rulli di tamburi dicono che no, nulla è stato fermato. Può essere che questa sia l'ultima canzone di Phil Ochs che inseriamo in questo sito, che non ci siano più sue canzoni (no, ce ne sono ancora!). Lo diciamo con infinita tristezza; e questa pagina dedicata a questa sua meravigliosa canzone sia allora un omaggio a uno dei più grandi autori presenti in questo sito. Non è un caso che sia tra i passeggeri dell' "Arrivederci".[RV]
Hello, hello, hello
Is there anybody home?
I’ve only called to say
I’m sorry.
The drums are in the dawn,
And all the voices gone.
And it seems that there are no more songs.

Once I knew a girl
She was a flower in a flame
I loved her as the sea sings sadly
Now the ashes of the dream
Can be found in the magazines.
And it seems that there are no more songs.

Once I knew a sage
Who sang upon the stage
He told about the world,
His lover.
A ghost without a name,
Stands ragged in the rain.
And it seems that there are no more songs.

The rebels they were here
They came beside the door
They told me that the moon was bleeding
Then all to my suprise,
They took away my eyes.
And it seems that there are no more songs.

A star is in the sky,
It’s time to say goodbye.
A whale is on the beach,
He’s dying.
A white flag in my hand,
And a white bone in the sand.
And it seems that there are no more songs.

Hello, hello, hello
Is there anybody home?
I’ve only called to say
I’m sorry.
The drums are in the dawn,
And all the voices gone.
And it seems that there are no more songs.

It seems that there are no more songs.
It seems that there are no more songs.

envoyé par Riccardo Venturi - 23/5/2008 - 19:00




Langue: italien

Versione italiana di Riccardo Venturi
23 maggio 2008
NON CI SONO PIU' CANZONI

Salve, salve, salve,
c'è qualcuno in casa?
Ho chiamato solo per dire
che mi dispiace.
Nell'alba i tamburi
ed ogni voce è scomparsa.
E sembra che non ci siano più canzoni.

Una volta conoscevo una ragazza,
era un fiore in mezzo al fuoco,
la amavo, mentre il mare cantava triste.
Ora le ceneri di quel sogno
si possono trovare nelle riviste
e, sembra, di canzoni non ce ne sono più.

Una volta conoscevo un saggio
che cantava sul palco,
parlava del mondo
che lui amava.
Come un fantasma senza nome
sta in stracci nella pioggia
e, sembra, di canzoni non ce ne sono più.

I ribelli erano là,
vennero alla porta
e mi dissero che la luna buttava sangue
E allora mi sorpresero
strappandomi via gli occhi
e, sembra, di canzoni non ce ne sono più.

Una stella nel cielo,
è tempo di dire addio.
Una balena spiaggiata
sta morendo.
Ho una bandiera bianca in mano
e un osso bianco nella sabbia.
E, sembra, di canzoni non ce ne sono più.

Salve, salve, salve,
c'è qualcuno in casa?
Ho chiamato solo per dire
che mi dispiace.
Nell'alba i tamburi
ed ogni voce è andata.
E sembra che non ci siano più canzoni.

E sembra che non ci siano più canzoni.
E sembra che non ci siano più canzoni.

23/5/2008 - 19:19




Langue: français

Version française de Riccardo Venturi, 23 mai 2008.
IL N'Y A PLUS DE CHANSONS

Salut, salut, salut,
y a-t-il quelqu'un dedans?
Je n'ai appelé que pour dire
que je suis désolé.
Les tambours battent à l'aube,
toute voix a disparu.
Il paraît qu'il n'y a plus de chansons.

J'ai connu une fille, une fois,
elle était une fleur dans les flammes,
je l'aimais tandis que la mer chantait triste.
Les cendres de ce rêve-là
on les trouve dans les magazines
et il paraît qu'il n'y a plus de chansons.

J'ai connu un savant, une fois,
qui chantait sur la scène
en parlant du monde
qu'il aimait.
Comme un fantôme sans nom
il est en guenilles dans la pluie
et il paraît qu'il n'y a plus de chansons.

Les rebelles étaient là,
ils ont frappé à la porte
et m'ont dit que la lune saignait.
Ils m'ont pris par surprise
en arrachant mes yeux
et il paraît qu'il n'y a plus de chansons.

Une étoile dans le ciel,
il est temps de dire adieu.
Une baleine meurt
sur la plage.
Drapeu blanc à la main,
un os blanc dans le sable
et il paraît qu il n'y a plus de chansons.

Salut, salut, salut,
y a-t-il quelqu'un dedans?
Je n'ai appelé que pour dire
que je suis désolé.
Les tambours battent à l'aube,
toute voix a disparu.
Il paraît qu'il n'y a plus de chansons.

Il paraît qu'il n'y a plus de chansons.
Il paraît qu'il n'y a plus de chansons.

23/5/2008 - 19:50


Come omaggio a Phil Ochs per l'inserimento della sua ultima canzone possibile in questo sito, una foto che gli fu scattata da Robert Altman.

ochsaltman

Riccardo Venturi - 23/5/2008 - 19:55


Qualche parola anche su Paula Pedersen, che nel video allegato a questa pagina interpreta, in modo assai bello e commovente, la canzone di Phil Ochs. Paula Pedersen non è una cantante professionista: è una nota sessuologa e psicologa del comportamento. Assieme a due altre donne ha formato uno dei più bizzarri trii vocali che si possano immaginare, le "Three Altos": una è Sara Thomsen, apprezzata e impegnata folksinger, e l'altra è Amy Bernstein, rabbina israelita e cantrice in un tempio. Assieme hanno inciso un disco intitolato, significamente, "Camaradas"; le si può visitare al loro sito, threealtos.com.

Just a couple of words also about Paula Pedersen , who is performing –and in such a moving and beautiful way- Phil Ochs' song in the videoclip attached to this page. Paula Pedersen is no professional singer: she is a renowned sexologist and behavior psychologist. She forms, together with other two women, one of the strangest trios you could imagine, the "Three Altos": one is Sara Thomsen, a folksinger known for her social and political activism, and the other is Amy Bernstein, a Rabbi and temple cantor. They have recorded together a long playing bearing the significant title of "Camaradas"; you can visit them at their website, threealtos.com.

Paula Pedersen.
Paula Pedersen.
threealtos

Riccardo Venturi - 23/5/2008 - 20:15


STANDING IN YOUR MEMORY (FOR PHIL OCHS)
by/di Jen Cass

Dove metterla questa canzone ripresa (assieme alla traduzione) dal blog di Francesco Senia? Questo pellegrinaggio accidentale per Phil Ochs? "Sei diventato un'altra tragedia, un incidente di guerra. Per cosa stiamo combattendo, se tu non marcerai più?" Proprio per questi versi abbiamo deciso di metterla qui, assieme a No More Songs. Crediamo sia il suo posto. [RV]

jencass


STANDING IN YOUR MEMORY (for Phil Ochs)
by Jen Cass


I made an accidental pilgrimage
To city streets you left behind
Found myself standing in your memory
Almost forty years before this time

When you walked proudly
Through the city that you loved,
Those buildings high above, they
Used to guide you on your way
And maybe I'm a stranger in a legendary town
But I walk hallowed ground,
And I still feel you here today.

I took the subway down to Bleecker Street
Stood outside The Bitter End
You got your start inside these red brick walls
But you won't be coming back again

Too many martyrs and
Far too many dead,
Isn't that what you said
Somehow you let it be again
You became another tragedy, a casualty of war
What were we fighting for, if you
Ain't Marchin' Anymore?

In your rehearsals for retirement
You said you died in '68
Content Chicago stole your soul away
To take your life they'd have to wait

The years of silence when
The madness raged
And you couldn't fill a page
But thought you had nothing left to say,
And no one took an interest in a rebels dying words
But you were always heard,
And we're still listening today.

We hear your voice in every alleyway
Spilling out of passing cars
The new disciples of the Broadside years
The Chords of Fame in every bar

Time will always bring
The tallest to their knees,
But you live on in name
And every troubadour who dares to rage,
A mighty protest with the beauty that remains
In ugly times of change,
Tells the truth from every stage.

DRITTA IN PIEDI NELLA TUA MEMORIA (Per Phil Ochs)
di Jen Cass
Traduzione italiana di Francesco Senia

Ho fatto un pellegrinaggio accidentale
Per le strade della città che ti sei lasciato alle spalle
Mi sono ritrovata in piedi nella tua memoria
Quasi quaranta anni prima di questo tempo

Quando camminavi con orgoglio
Per le strade della città che hai amato,
Questi edifici che svettano
Ti guidavano per la tua strada
Forse sono solo una straniera in una città leggendaria
Ma cammino su un territorio sacro
E oggi sento che sei ancora qui

Ho preso la metropolitana fino a Bleecker Street
SOno rimasta fuori dal "Bitter End"
Tu hai cominciato dentro queste pareti di mattoni rossi
Ma non ci ritornerai mai più

Troppi martiri e
Troppi morti,
Non è che forse ciò che hai detto?
In qualche modo hai lasciato che accadesse di nuovo
Sei diventato un'altra tragedia, un incidente di guerra
Per cosa stiamo combattendo, se tu
Non marcerai più?

Durante le prove per il tuo congedo
Hai detto di essere morto nel '68
Il raduno di Chicago ti ha portato via l'anima
Per prenderti la vita hanno dovuto aspettare

Gli anni di silenzio quando
La follia impazzava
E non riuscivi a riempire nemmeno una pagina
Ma hai pensato che non avevi più niente da dire,
E nessuno nutre interesse per un ribelle cui le parole sono morte
Ma sei sempre stato ascoltato
E ancora oggi siamo in ascolto.

Sentiamo la tua voce in ogni vicolo
Fuoriesce da ogni auto che passa
I nuovi discepoli degli anni di Broadside
Gli "Accordi della Fama" in ogni bar

Il tempo alla fine piega
anche il più alto sulle sue ginocchia,
Ma tu vivi nel tuo nome
Ed ogni cantastorie che osa la propria rabbia,
Una potente protesta con la bellezza che ancora rimane
In questi brutti tempi di cambiamento,
Racconta la verità da ogni palcosenico.

CCG/AWS Staff - 2/10/2008 - 18:09


Phil Ochs

I'M TIRED

da "A Toast To Those Who Are Gone", una raccolta pubblicata nel 1986 con brani scritti da Ochs nei primi anni 60...

Phil Ochs 9

Sometime's I feel that the world isn't mine
It feeds on my hunger and tears on my time
And I'm tired,
Yes, I'm tired

Every face on the street is as cold the air
As hard as the pavement moves 'neath my feet
And I'm tired,
Yes, I'm tired

Sometimes I stop and ask to myself
Oh why should I be so alone?
It comes and it goes
and nobody knows
For they're blind with a pain all their own

So I start out again with a smile on my face
To hide all the empty and search for a friend
And I'm tired
Yes, I'm tired

Sometimes I stop and ask to myself
Oh why should I be so alone?
It comes and it goes
and nobody knows
For they're blind with a pain all their own

So I start out again with a smile on my face
To hide all the empty and search for a friend
And I'm tired
Yes, I'm tired

And I'm tired
Yes, I'm tired

Bartleby - 23/8/2011 - 22:36


Bartleby tenta di tradurre in italiano "I'm Tired" di Phil Ochs.

SONO STANCO

A volte ho la sensazione di non appartenere al mondo
Si nutre dei miei desideri e fà a pezzi i miei giorni
E sono stanco,
Sì, sono stanco

Ogni faccia in strada è fredda come l’aria
Dura come il suolo che calpesto
E sono stanco,
Sì, sono stanco

A volte mi fermo e mi chiedo
Oh, perché mi tocca di essere così solo?
Ognuno va e viene
e nessuno sa
Perché ciascuno è accecato dal proprio dolore

Così ci riprovo con un sorriso stampato in faccia
Per nascondere tutti i vuoti e cercare un amico
E sono stanco
Sì, sono stanco

A volte mi fermo e mi chiedo
Oh, perché mi tocca di essere così solo?
Ognuno va e viene
e nessuno sa
Perché ciascuno è accecato dal proprio dolore

Così ci riprovo con un sorriso stampato in faccia
Per nascondere tutti i vuoti e cercare un amico
E sono stanco
Sì, sono stanco

E sono stanco
Sì, sono stanco

Bartleby - 24/8/2011 - 09:52




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