Non so perché ma il nonno non vuole prendere il treno, o meglio non lo ama; se si deve spostare preferisce la macchina, se tragitto è breve addirittura lo fa a piedi, la sua malattia potrebbe essere una delle cause di questa mania.
Vi sono luoghi in cui si può sconfinare ed altri in cui ci si rifiuta di ritornare. La vita alla base non è altro che memoria e caso. Se gli chiedo "Nonno è successo qualcosa: perché non puoi prendere il treno?" Lui mi risponde "Non ricordo". Se gli chiedo di raccontarmi delle sue missioni clandestine su rotaie durante la guerra si illumina e parte con i suoi racconti:
mi dice
le mie sono lunghe cicatrici nere
figliolo la vita un lungo viaggio
e quello che ho vissuto se osservi attentamente
lo trovi scritto sulla mia pelle
sono lunghe cicatrici nere
le rotaie che portano al Po
sono calme come primavere le stazioni
che accarezzano i treni
pietre grigie in questa valle
apro gli occhi e guardo in su
sul profilo delle montagne
solo croci e niente più
sono lunghe cicatrici
scritte chiuse nei tuoi occhi
sono scure come quelle sere
tra le lacrime dei sogni persi
non ti possono fare male
ora che sono qui vicino
sogna e lasciami sognare
col sorriso di un bambino
Sono lunghe cicatrici nere
che attraversano il nostro cuore
e ci segnano nel profondo
oltre il peso del dolore
delicate come le rose
che profumano la tua stanza
sono dolci come le cose
che rivestono la speranza
Sono lunghe cicatrici nere
e compagne del mio viaggio
ora brillano come candele
che rischiarano il coraggio
non ti possono fare male
ora che sono qui vicino
sogna e lasciami sognare
col sorriso di un bambino
Sono lunghe cicatrici nere
che attraversano il nostro cuore
e ci segnano nel profondo
oltre il peso del dolore
delicate come le rose
che profumano la tua stanza
sono dolci come le cose
che rivestono la speranza
delicate come le rose
che profumano la tua stanza
sono dolci come le cose
che rivestono la speranza
Vi sono luoghi in cui si può sconfinare ed altri in cui ci si rifiuta di ritornare. La vita alla base non è altro che memoria e caso. Se gli chiedo "Nonno è successo qualcosa: perché non puoi prendere il treno?" Lui mi risponde "Non ricordo". Se gli chiedo di raccontarmi delle sue missioni clandestine su rotaie durante la guerra si illumina e parte con i suoi racconti:
mi dice
le mie sono lunghe cicatrici nere
figliolo la vita un lungo viaggio
e quello che ho vissuto se osservi attentamente
lo trovi scritto sulla mia pelle
sono lunghe cicatrici nere
le rotaie che portano al Po
sono calme come primavere le stazioni
che accarezzano i treni
pietre grigie in questa valle
apro gli occhi e guardo in su
sul profilo delle montagne
solo croci e niente più
sono lunghe cicatrici
scritte chiuse nei tuoi occhi
sono scure come quelle sere
tra le lacrime dei sogni persi
non ti possono fare male
ora che sono qui vicino
sogna e lasciami sognare
col sorriso di un bambino
Sono lunghe cicatrici nere
che attraversano il nostro cuore
e ci segnano nel profondo
oltre il peso del dolore
delicate come le rose
che profumano la tua stanza
sono dolci come le cose
che rivestono la speranza
Sono lunghe cicatrici nere
e compagne del mio viaggio
ora brillano come candele
che rischiarano il coraggio
non ti possono fare male
ora che sono qui vicino
sogna e lasciami sognare
col sorriso di un bambino
Sono lunghe cicatrici nere
che attraversano il nostro cuore
e ci segnano nel profondo
oltre il peso del dolore
delicate come le rose
che profumano la tua stanza
sono dolci come le cose
che rivestono la speranza
delicate come le rose
che profumano la tua stanza
sono dolci come le cose
che rivestono la speranza
envoyé par Dq82 - 3/7/2025 - 16:39
×


Brano tratto dallo spettacolo Io (non) ricordo.