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Ballata del Pinelli 50.0

Anonimo Toscano del XXI secolo
Langue: italien


Anonimo Toscano del XXI secolo

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Banda Putiferio, Alessandria, 12-6-2022


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(Autori Vari / Different Authors / Différents Auteurs)


[6 dicembre 2019]
Parole / Lyrics / Paroles / Sanat: Anonimo Toscano del XXI Secolo
Musica / Music / Musique / Sävel: La ballata del Pinelli, 1969

catena14dic


12 dicembre 1969: strage di Piazza Fontana. 15 dicembre 1969: Giuseppe Pinelli “viene caduto” da una finestra della Questura di Milano, in via Fatebenefratelli. Sono passati cinquant'anni, e cinquant'anni anche dalla famosa Ballata del Pinelli, le cui vicende testuali e musicali sono complicatissime e controverse. Sabato 14 dicembre 2019 a Milano, da Piazza Fontana a via Fatebenefratelli, si svolgerà una sorta di “catena musicale” organizzata per commemorare quell'evento, cinquant'anni dopo. Anche noi, che vi parteciperemo, abbiamo pensato di dare un nostro contributo, “aggiornando” leggermente la famosa ballata. Ne son successe di cose, in questi cinquant'anni, e Pino Pinelli non ha ancora finito di cadere da quella finestra. [AT-XXI]
In dicembre a Milano fa caldo,
Del clima questo è il cambiamento,
“Brigadiere, facciamo un po' vento...!”.
Come sempre, Pinelli cascò.

"Commissario, saran cinquant'anni
Che le dico che sono innocente,
Cinquant'anni passati per niente
Cinquant'anni passati a cascar.”

"Poche storie, anarchista Pinelli,
La tua sorte l'è d'esser cascato,
E la mia, di venire ammazzato
Quasi quasi, casco insieme a te.”

“Impossibile!” - grida Pinelli -
“Le parti son già state assegnate
E le bombe sono già scoppiate,
Cinquant'anni non posson cambiar.

Altre bombe son state gettate
Nelle piazze, sui treni, in stazione,
Per ognuna c'è la sua canzone,
Cinquant'anni che stiamo a cantar.”

“Son d'accordo, anarchista Pinelli,
Però ora tu muori, e io son vivo,
Ci hai da farti il malore attivo,
Fra un par d'anni, lo sai, tocca a me.”

In dicembre, a Milano fa caldo,
In agosto, a Bologna si muore
Ed in maggio, a Brescia c'è un'afa,
E Pinelli continua a cascar.

Cinquant'anni, ma sembran tremila
Cinquant'anni al tuo funerale
Cinquant'anni son duri da fare
Quando si occulta la verità.

Cinquant'anni, anarchista Pinelli
Che caschi a Fatebenefratelli,
Cinquant'anni che quel commissario
Lo stanno quasi a santificar.

Voglia Iddio, e per tutti interceda
Che non caschi anche Pietro Valpreda,
Mentre ci fa una crêpe e un panino
Il pentito Leonardo Marino.

Progressisti e recuperatori,
Cinquant'anni di vostri discorsi,
Mentre Pino Pinelli in questura
Se ne sta sempre a saltellar.

Passeranno altri cinquant'anni
O mangiare questa minestra,
O volare dalla finestra
Un proverbio alquanto reàl.

T'hanno ucciso scoprendosi un nervo
E poi hanno ammazzato San Servo;
Dopo, poi scoppiata la stazione,
Forza con la riconciliazione.

Anarchia non vuol dire bombe
Però manco vuol dire melassa;
Ed il tempo sì passa e ripassa,
Non ci resta che ancora cantar.

Calabresi, chissà se l'ha letta
La poesia che sta sulla tomba,
Sulla tomba di quel ferroviere [1]
Che anche adesso continua a cascar.

In dicembre, a Milano fa caldo
Ci saran quasi quaranta gradi,
Tu, Pinelli, ancor cadi e ricadi,
Prima o poi ti dovremo fermar.
[1] La quale, per chi magari non lo sapesse, è Carl Hamblin, dall'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters (vale a dire il libro che Giuseppe Pinelli, come racconta la Storia, aveva regalato al commissario Calabresi qualche tempo prima di volare dalla finestra della Questura). Traduzione classica di Fernanda Pivano.

La tomba di Pinelli nel cimitero di Turigliano, a Carrara.
La tomba di Pinelli nel cimitero di Turigliano, a Carrara.


La macchina del «Clarion» di Spoon River venne distrutta,
e io incatramato e impiumato,
per aver pubblicato questo, il giorno che gli Anarchici furono impiccati a Chicago:

«Io vidi una donna bellissima, con gli occhi bendati
ritta sui gradini di un tempio marmoreo.
Una gran folla le passava dinanzi,
alzando al suo volto il volto implorante.
Nella sinistra impugnava una spada.
Brandiva questa spada,
colpendo ora un bimbo, ora un operaio,
ora una donna che tentava di ritrarsi, ora un folle.
Nella desta teneva una bilancia;
nella bilancia venivano gettate monete d’oro
da coloro che schivavano i colpi di spada.
Un uomo in toga nera lesse da un manoscritto:
“Non guarda in faccia a nessuno”.
Poi un giovane col berretto rosso
balzò al suo fianco e le strappò la benda.
Ed ecco, le ciglia erano tutte corrose
sulle palpebre marce;
le pupille bruciate da un muco latteo;
la follia di un’anima morente
le era scritta sul volto.
Ma la folla vide perché portava la benda».

6/12/2019 - 20:55


Mi associo e sottoscrivo.

sergio falcone

Lettera aperta alle realtà anarchiche e libertarie – Catena musicale per Pinelli? No, grazie!

Il circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa non parteciperà alla catena musicale per Pinelli indetta per il 14 dicembre di quest’anno.
Non parteciperà perché non ci sono le condizioni politiche minime per una adesione.
In una fase iniziale abbiamo provato ad aggiungere contenuti in questa iniziativa che appare sempre di più come un contenitore vuoto, cui hanno aderito senza suscitare imbarazzo, ad esempio, soggetti vicini a Forza Italia (Fondazione Gaber) o che non disdegnano rapporti con l’estrema destra (Manlio Milani), – ma non siete antifascisti? e avete a che fare con questa gente? – ma non è stato possibile. Una gestione verticistica (e stiamo usando un eufemismo) ha bloccato qualsiasi critica o proposta di modifica all’appello che convocava l’iniziativa, allontanando chi se ne faceva promotore e anche chi esprimeva attenzione per proposte alternative.
Abbiamo l’impressione che la “catena” non aiuti affatto a preservare e difendere la memoria della strage di Piazza Fontana e della strategia della tensione: è centrata tutta sul ricordo di Pinelli (che era uno dei fondatori del circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa), c’è un tardivo accenno a Valpreda, ma è completamente assente il contesto nel quale la strage e l’assassinio di Pinelli sono maturati.
Non un cenno ai movimenti degli studenti e degli operai, non una parola sull’autunno caldo, sulle possibilità di trasformazione sociale che con la strage il potere tentò di bloccare. Pinelli diventa così una icona muta, un santino.
Non va bene.
Nell’appello si legge che la strage di Piazza Fontana è “una ferita scavata sul volto della nostra storia, un trauma della nostra democrazia, da questo condizionata nello sviluppo e nel suo pieno compimento fino ai nostri giorni” quando in realtà il pieno compimento del regime democratico è proprio la strage di Piazza Fontana.
E nelle regole da osservare nel gruppo facebook che sostiene la “catena” troviamo “Siamo qui per ricordare Pinelli per organizzare una grande performance poetica per ricordare Pinelli e le vittime di Piazza Fontana. Sarà manifestazione politica ma non partitica, libera, aperta e pacifica.”, sempre nelle regole “Chi non si riconosce in questo progetto trovera’ altrove i mezzi per i suoi scopi. Qui si esercita la democrazia, il rispetto delle differenze e le armi più pericolose: la memoria e la riflessione”. Esercitano la democrazia all’interno del gruppo, ma i capi si sono autoproclamati tali…

Domandiamo:
Questa iniziativa renderà un favore allo stato dandogli la possibilità di assolversi ancora una volta, è quindi possibile per degli anarchici, siano essi individualità o gruppi organizzati aderire ad una mobilitazione così politicamente poco caratterizzata, con una impostazione che rasenta il populismo, senza perdere la propria identità e farsi strumento di una riscrittura della storia e della memoria, della rimozione del conflitto dall’immaginario quotidiano?
Per noi la risposta è no. Ma altri hanno risposto diversamente. Ci riferiamo in particolare ad A-Rivista Anarchica, vorremmo conoscere le ragioni di questa decisione. Chiediamo alla redazione della rivista di esprimerle pubblicamente. Questo invito è rivolto anche a chiunque ritenga di esprimersi.
Da 50 anni il Ponte ha difeso la figura di Pinelli, ma come anarchici non pretendiamo di avere il copyright. Ci sentiamo però in dovere di contrastare iniziative come quelle della catena musicale, perchè irrispettosa della memoria e ci chiediamo se per gestirla l’unico titolo valido sia essere le figlie di Giuseppe Pinelli.

P.S.
Il 25 aprile 2019 abbiamo iniziato, proprio in Piazza Fontana una serie di iniziative, sulla strage di stato, Valpreda, Pinelli, le lotte dei lavoratori e l’antifascismo, l’ultima è di pochi giorni fa al Ponte. Quelle iniziative proseguiranno e si intensificheranno in dicembre: per il giorno 15 contiamo di realizzarne una grande al Leoncavallo per ricordare l’assassinio di Pinelli, ma ci faremo sentire anche in altri giorni di dicembre. Rimanete in contatto!

Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa

sergio falcone - 7/12/2019 - 12:26


Prenderò parte (a titolo personale, da anarchico e non rappresentando nessuno se non me stesso) alla "Catena Musicale" di sabato 14 dicembre 2019 a Milano. Vi prenderò parte, a prescindere se avrò o meno la possibilità di cantare la mia "versione aggiornata" della "Ballata del Pinelli" (immagino di no, visto che ho l'allergia alle adesioni ufficiali o cose del genere; ma non ha importanza). Vi prenderò parte da anarchico e starò a vedere e a sentire cosa succede, pur condividendo -non in tutto ma in gran parte- il comunicato del Ponte della Ghisolfa.

A tale riguardo, mi corre l'obbligo di segnalare -per correttezza politica e storica, e per amarissima sincerità- che la pagina sulla Ballata del Pinelli "doc", attualmente in corso di radicale ristrutturazione a 50 anni dalla tragica e dolorosa nascita della canzone, contiene (e altro non potrebbe fare) la versione di Joe Fallisi, un anarchico che non solo ho avuto occasione di conoscere, ma con il quale una volta ho persino cantato assieme (al vecchio circolo anarchico di via dei Conciatori a Firenze, poi sgomberato "manu militari" alcuni anni fa). Giuseppe "Joe" Fallisi, nato a Milano nel 1948, amico di Pinelli e frequentatore a suo tempo del circolo Ponte della Ghisolfa, è attualmente un convintissimo nazista, e ne fa pubblica professione in rete e altrove (ultima sua "performance" il sostegno pubblico al prof. Emanuele Castrucci, il docente di filosofia del diritto presso l'Università di Siena -si veda qui. Ma il Fallisi fa affermazioni, del resto, per nulla dissimili da quelle del Castrucci.)

Come andrà la "catena musicale", lo racconterò magari dopo che sarà avvenuta. Salud.

L'Anonimo Toscano del XXI secolo - 7/12/2019 - 19:26


Però, il Joe Fallisi... come s'invecchia male, alle volte.

B.B. - 7/12/2019 - 20:56


E, infatti, io l'ho sempre detto. A parte il fatto che sono notoriamente immortale, ho lasciato precise disposizioni al riguardo. Casomai si dovessero manifestare in me rincoglionimenti senili con eventuali sindromi maniache, siete tenuti a portarmi presso la località "Punta Nera", presso Chiessi all'Isola d'Elba, da dove si gode un incommensurabile panorama sul mare e sulla Corsica (non a caso, si dice che fosse il luogo da cui Napoleone esiliato all'Elba prima dei 100 giorni scrutava la sua isola natìa). Sotto c'è uno strapiombo di 150 metri. Mi fate una pacca sulla spalla, un bicchiere di vino e una sigaretta, e poi calcio nel culo liberatorio, senza pietà e con il sorriso sulle labbra intonando l' "Inno della Rivolta". Ci conto. Grazie.

L'Anonimo Toscano del XXI secolo - 7/12/2019 - 21:30


Del resto la bibbia del negazionismo, "La menzogna di Ulisse" fu scritta dall'anarchico Paul Rassinier: per certi ambienti anarchici e socialisti l'antifascismo è diventato la negazione dell'anticapitalismo (tra gli antifascisti ci sono stati anche cattolici e perfino monarchici, si pensi a Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo) e in quest'ottica si sono avvicinati al nazionalsocialismo...

Dq82 - 7/12/2019 - 21:48


Riccardo Venturi - 7/12/2019 - 22:19


In sintesi.

Ahiloro, alcune celebrate icone del movimento - celebrate, celebri e tanto autoreferenziali - son cadute nel trappolone del comunitarismo. Un trappolone creato ad arte dai nazifascisti, e non da ieri.
Queste fascinose e iconiche icone, fascinose e tanto colte, hanno aderito per opportunismo, per disattenzione, perché hanno vinto i padroni con la loro ideologia liberale o, più semplicemente, per una qualche malattia idiota e senile? Dio solo lo sa, come si suol dire. E, francamente, non mi interessa saperlo. Resta il fatto.
Che riposino in pace. | Requiescant in pace.
E, poi, a me i capi sono sempre stati antipatici.

Cari ex compagni, se il vostro pensiero e’ diventato debole, e’ perché lo avete nutrito male.
Viviamo nel falso totale. Tempi orribili di revisionismo e di pacificazione a tutti i costi. E, pertanto, alla cosiddetta “catena umana”, all’ammescafrancesca, io non andrò. Con tutto il rispetto e l’affetto per la famiglia di Pino, stavolta hanno proprio sbagliato. Come sbagliò Licia, quando andò al Quirinale, al cospetto di Giorgio Napolitano, il padre dei lager per migranti, e della vedova Calabresi.
Parlo così non per cattiveria, o per snobismo, ma per intima convinzione. Parlo in questo modo per rivendicare la mia, la nostra diversità. Noi, con gli uomini e le donne del Potere, non abbiamo nulla in comune.

12 dicembre 1969. Valpreda innocente, Pinelli assassinato, la strage è di Stato.

sergio falcone - 8/12/2019 - 14:04


CCG/AWS Staff - 19/12/2019 - 13:35


Dq82 - 21/7/2020 - 21:14


25/6/2022 - 21:32


L'Anonimo Toscano del XXI Secolo - 19/6/2023 - 10:48




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