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Il Francese e il Siriano

Mattia Bonetti
Langue: italien


Mattia Bonetti

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Testo e musica di Mattia Bonetti
Paroles et musique de Mattia Bonetti
Lyrics and music by Mattia Bonetti
Album: Canzoni in libertà [2017]

mattbon


MATTIA BONETTI: CANZONI IN LIBERTA'

4. Il Francese e il Siriano
8. 11.12.15



"Canzone scritta due giorni dopo l’attentato al Bataclan. Le prime due strofe sono il punto di vista di un francese, le seconde due quello di un siriano e le ultime due sono un punto di vista esterno. Il brano ha vinto il premio Baccanali". Così Mattia Bonetti, giovane cantautore e musicista per il quale l'appellativo di “multietnico” è assolutamente naturale (è nato a Bugendana, in Burundi, nel 1994, per crescere poi “a pane e musica” a Milano e spostarsi infine a Fosdinovo [MS] – ma si veda meglio la Biografia Artistica da lui stesso redatta), introduce brevemente la sua canzone che, nel 2017, assieme a 11.12.15 ha vinto il “Premio Baccanali” del Museo della Resistenza di Fosdinovo (vale a dire lo stesso che, ogni anno, organizza l'importante festival Fino al Cuore della Rivolta. Mattia lo ho conosciuto direttamente proprio a Fosdinovo, quando, dopo il Festival della Resistenza aveva suonato e cantato al circolo ARCI “Terre della Luna” assieme a Alessio Lega. Si era parlato un po' dell'album che Mattia stava incidendo, e che è uscito di recente. Mattia ha voluto condividere con noi le sue canzoni, cosa che ovviamente facciamo con molto piacere e partecipazione. Cominciamo proprio con “Il Francese e il Siriano”, che si potrebbe definire una canzone di punti di vista incrociati; punti di vista che promanano da constatazioni molto semplici e dirette. Attenzione: le cose semplici e dirette sono, al tempo stesso, sempre le più difficili. Una delle (numerose) disgrazie di questi tempi è proprio questa: la semplicità delle cose e delle situazioni è sotto gli occhi di tutti, è percepibile senza sforzi, ma si scontra con l'impotenza, con la criminale complicazione -e implicazione- del potere e dei “media”, con il volere degli “esportatori di democrazia” e quant'altro. Cosicché, come fa Mattia nella sua canzone, parlare di cose semplici diventa rivoluzionario (la semplicità, e non solo la verità, è rivoluzionaria). Esiste, ad esempio, una cosa più semplice delle parole con cui Mattia chiude la canzone? ”Che piovan dal cielo o che sboccino dal suolo / sempre bombe sono.” Scriviamo tutto questo proprio nei giorni in cui un paio di terroristi, quelli veri, autentici, conclamati, tali Donald Trump e Kim Jong-un, sono tornati a giocherellare con le bombe atomiche facendoci tornare agli scenari del “Dottor Stranamore”; bisognerebbe pensarci bene, mentre in Siria si continua a morire, mentre in Europa si continua a generare guerra, mentre il mondo assiste rinchiudendosi nelle idiozie razziste, “identitarie” e securitarie ballando sulla propria fine. [RV]

Parigi, teatro Bataclan, 13 novembre 2015.
Parigi, teatro Bataclan, 13 novembre 2015.
Aleppo, Siria.
Aleppo, Siria.


Lasciatemi guardare con l’anima di vetro 

lo sfondo del sipario di uno scenario tetro
che ha visto separare tra rintocchi di spari

i miei occhi scuri, dai suoi occhi chiari

Non sento in me desiderio di lotta
ma sin dall’attacco della matita rotta 

il mio paese è tinto da una macchia scura
che sporca di sangue e paura

Ma non prendo parte al coro d’offese
questo è il mio canto francese 



Non più una spiga cresce nel mio campo
perché ormai bruciata dal fuoco di un lampo
seguito da una lunga semina di bombe
che trova solchi e li rende tombe

Non solo ad Ovest si vive il terrore
vedo omicidi non dal televisore
ed anche le nostre catene
sono a stelle e strisce oltre che nere

Ma a chi chiede aiuto offro ancora la mano
questo è il mio canto siriano 



Ed ora voleranno aerei in formazione
pronti a dar voce a una nuova esplosione
e verrà limitata la libertà umana
in nome della Sharia americana

Se due elefanti hanno lottato 

chi ne risente è l’erba del prato

per loro è un odio che serve aumentare
e gettan concime ai fiori del male

Che piovan dal cielo o che sboccino dal suolo
sempre bombe sono.

envoyé par Riccardo Venturi - 21/9/2017 - 08:29



Langue: anglais

English translation by Riccardo Venturi
September 21, 2017 10:39
THE FRENCHMAN AND THE SYRIAN

Let me look with my glass soul
At the background curtain in a dark scenery
Where my dark eyes, among gunshot deathtolls,
Parted from her bright eyes

I don't feel inside me any longing for fight,
But since the first time the pencil started cracking
My country is stained with a dark blot
Soiling with blood and fear

But I won't join the chorus of offenders,
And this is my French song

Not any single ear is growing in my field,
Everything's been burnt up in blazing firestorms
Followed by a long lasting sowing of bombs
Turning the drilled ground into graves

One lives in terror not only in the West,
The slaughters I see don't come from TV,
And our chains, our chains, too
Are star spangled, as well as black

But I'm still giving my hand to anyone asking for help,
And this is my Syrian song

Now airplanes are going to fly in formation,
Ready to voice still another explosion,
And mankind's freedom is restrained again
In the name of the American Sharia

See the green grass, how much it is spoilt
After a fight between two elephants.
So good for them, when hate is growing,
Mucking and dressing the flowers of evil

If they fall from the sky or grow from the ground,
It's always bombs, them.

21/9/2017 - 10:40




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