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Himzo Polovina: Dunjaluče, golem ti si

GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCG
Langue: bosniaque




Dunjaluče, golem ti si
Sarajevo, seir ti si
Baščaršijo, gani ti si (1)
Ahahaj, a Vratniče, gazil ti si (2)
Ahahaj, a Vratniče, gazil ti si.

Oj Bistriče, strmen ti si (3)
Čemalušo, duga ti si (4)
Latinluče, ravan ti si (5)
Ahahaj, Bezistane, mračan ti si (6)
Ahahaj, Bezistane, mračan ti si.

Tašlihanu, širok ti si (7)
Ljepa Maro, ljepa ti si (8)
Dosta si me napojila
Ahahaj, od dušmana zaklonila
Ahahaj, od dušmana zaklonila.
Note faticosamente messe insieme da Bernart Bartleby, che a Sarajevo non c’è mai stato e non spiccica una parola di bosniaco, sicchè potrebbero esserci anche errori ed imprecisioni... Benvenute le correzioni.

(1) Baščaršija è l’antico bazar di Sarajevo, risalente al XV° secolo. Si trova sulla sponda nord del fiume Miljacka, amministrativamente nella municipalità di Stari Grad. I fratelli Morić, eroi anti-turchi o semplici banditi, a seconda delle narrazioni, erano originari di Baščaršija, dove infatti sopravvive ancora oggi il Morića Han, l’ultimo antico caravanserraglio di Sarajevo, che prende il nome da quella famiglia.

Aggiungiamo che il nome "Baščaršija" è, naturalmente, turco: deriva da baş çarşı "mercato principale". In turco è un'espressione generica che si è però cristallizzata a Sarajevo come toponimo. [RV]



(2) Vratnik è un quartiere di Sarajevo, quello dove sorge la Stari grad Vratnik, la città fortificata risalente al XVIII° secolo.

Vratnik è un toponimo puramente slavo: deriva da vrata, un "plurale tantum" che significa "porta" (nome abbastanza ovvio per una città fortificata). In serbocroato, e in tutte le lingue slave, -nik è un comunissimo suffisso di agente: "Vratnik" si potrebbe rendere come "Colui che ha porte". Passato in yiddish dalle lingue slave (polacco e russo), è entrato pure nello slang americano (da cui ad esempio beatnik) e neo-ebraico (da cui, ad esempio, refusenik) [RV]

(3) Bistrik è uno dei quartieri più antichi di Sarajevo, sulla riva sinistra del fiume Miljacka, nel comune di Stari Grad. E’ li che sorge la Chiesa cattolica dedicata a Sant’Antonio da Padova, con l’annesso convento francescano.

Anche il nome Bistrik è slavo, ed è chiarmente dovuto alla vicinanza del fiume: deriva dall'aggettivo bistar, che significa "limpido, chiaro". [RV]

Latinluk, Bistrik, con la cattedrale di S.Antonio
Latinluk, Bistrik, con la cattedrale di S.Antonio


(4) Čemaluša, nome storico di una delle strade principali di Sarajevo, rinominata molte volte a seconda degli accadimenti storici, prima a Francesco Ferdinando, dopo il suo assassinio nel 1914, poi ad Alessandro Karađorđević, re di Jugoslavia, poi a Josip Broz Tito.



Il nome storico della strada è riportato anche come Ćemaluša, con una lieve variazione fonetica. E' sicuramente di origine turca, ma non sono riuscito a stabilirne bene l'origine. La denominazione ufficiale attuale è Ulica Maršala Tita "via Maresciallo Tito", ma è detta comunemente Titova Ulica [RV]

(5) Latinluk è il nome dell’antico quartiere cristiano, compreso in Bistrik, e del Ponte Latino che attraversa il fiume Miljacka congiungendo la cattedrale cattolica al centro di Sarajevo.



(6) Il Bezistan Gazi-Husrev Beg, il mercato coperto in Baščaršija, Sarajevo.

Bezistan Gazi-Husrev Beg. Accanto si intravedono le rovine del Tašlihan.
Bezistan Gazi-Husrev Beg. Accanto si intravedono le rovine del Tašlihan.


Il termine Bezistan deriva dal verbo turco bezemek "adornare, ricoprire", con il comunissimo suffisso -stan, che indica un luogo ed è di origine persiana. Interesserà magari sapere che tale suffisso ha a che fare con la radice indoeuropea dello "stare" (il persiano è lingua indoeuropea). [RV]

(7) Tašlihan, un antico caravanserraglio di Sarajevo, risalente al 500. Completamente distrutto da un incendio nell’800, fu abbandonato ed oggi ne restano le rovine.

Il termine deriva dal turco taşlı "in pietra, di pietra" (derivato da taş "pietra"), unito al suffisso persiano -han(e), propriamente "casa". [RV]

(8) Ho pensato - ma non ne sono affatto sicuro - che con "Ljepa Maro" s'intenda la stessa Sarajevo, vista come una bella donna che ha dato da vivere e ha protetto i suoi abitanti...

Qui non saprei dire; però L(j)epa Maro è una nota sevdalinka. [RV]



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