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Langue: russe


Vladimir Semënovič Vysotskij / Владимир Семёнович Высоцкий

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vystag
Tot, kotorij ne streljał
[1972]
Testo e musica di Vladimir Semënovič Vysotskij
Lyrics and music: Vladimir Semënovič Vysotskij

totkotorij.


La capacità che Vladimir Vysotskij aveva di scrivere storie di guerra è e rimarrà insuperata. Come se ci fosse stato; eppure era nato nel 1938 e della guerra poteva avere soltanto vaghi ricordi. Le canzoni di Vysotskij, però, hanno a che fare evidentemente con quella che si chiama coscienza e memoria collettiva di un popolo, e in questo caso l'espressione è del tutto priva del benché minimo accenno retorico: come se le migliaia di storie, e sofferenze, di ciascun russo si fossero coagulate in una persona. La famosa anima russa che si incarna, ad un certo punto, in una data figura; per questo Vysotskij merita di essere messo al pari dei più grandi scrittori e poeti di quell'immenso paese. Un gesto di umanità estrema (il soldato che fa scappare un prigioniero di guerra) costa il plotone di esecuzione; ma anche nel plotone c'è qualcuno che dice “no” e che non spara. Da qui comincia questa storia, [RV]
Я вам мозги не пудрю -
уже не тот завод.
В меня стрелял поутру
из ружей целый взвод.

За что мне эта злая,
нелепая стезя? -
Не то чтобы не знаю -
рассказывать нельзя.

Мой командир меня почти что спас,
Но кто-то на расстреле настоял,
И взвод отлично выполнил приказ,
Но был один, который не стрелял.

Судьба моя лихая
давно наперекос, -
Однажды «языка» я
добыл, да не донёс.

И особист Суэтин,
неутомимый наш,
Еще тогда приметил
и взял на карандаш.

Он выволок на свет и приволок
Подколотый, подшитый матерьял,
Никто поделать ничего не смог.
Нет, смог один, который не стрелял.

Рука упала в пропасть
с дурацким криком «Пли!»
И залп мне выдал пропуск
в ту сторону земли.

Но слышу: «Жив, зараза.
Тащите в медсанбат!
Расстреливать два раза
уставы не велят.»

А врач потом всё цокал языком
И, удивляясь, пули удалял,
А я в бреду беседовал тайком
С тем пареньком, который не стрелял.

Я раны, как собака,
лизал, а не лечил,
В госпиталях, однако,
в большом почете был.

Ходил в меня влюблённый
весь слабый женский пол:
«Эй ты, недострелённый!
Давай-ка на укол!»

Наш батальон геройствовал в Крыму,
И я туда глюкозу посылал,
Чтоб было слаще воевать ему,
Кому? Тому, который не стрелял.

Я пил чаек из блюдца,
со спиртиком бывал,
Мне не пришлось загнуться,
и я довоевал.

В свой полк определили.
«Воюй, - сказал комбат, -
А что недострелили,
так я не виноват!..»

Я тоже рад был, но, присев у пня,
Я выл белугой и судьбину клял:
Немецкий снайпер дострелил меня,
Убив того, который не стрелял.

envoyé par Krzysiek - 6/4/2015 - 18:07




Langue: italien

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
6 aprile 2015
UNO CHE NON HA SPARATO

No, non vi racconto balle,
non è proprio il momento giusto.
Un mattino, un plotone intero
mi ha preso a fucilate.

Perché ho meritato una sorte
tanto dura e tanto assurda?
Non è che io non lo sappia,
però non posso dirlo.

Il mio comandante quasi mi aveva salvato,
ma qualcuno ha insistito per fucilarmi;
e il plotone ha eseguito a puntino gli ordini,
ma ce n'è stato uno che non ha sparato.

Ho una scalogna nera,
la mia sorte era segnata da tempo;
un giorno ho fatto un prigioniero
ma non l'ho riportato.

Quel Suetin del KGB,
un tipo instancabile
lo ha subito notato
e ben scritto a matita

Poi ci ha fatto sopra
un bel dossier rilegato,
nessuno ci ha potuto far nulla
tranne quello che non ha sparato.

Il braccio è caduto giù
con un grido, un “aaah!” assurdo
e la salva mi ha dato il lasciapassare
per l'altra faccia della terra.

Allora sento: “Ma è vivo, quello stronzo!
Portatelo in infermeria!
Ché fucilarlo due volte
non si può, per regolamento.”

Il dottore schioccava la lingua
e estraeva le pallottole sbalordito,
e io, delirando, chiacchieravo di nascosto
con quello che non aveva sparato.

Le ferite non le ho curate,
le ho leccate come un cane;
eppure all'ospedale
ero molto rispettato.

E s'era innamorato di me
tutto quanto il sesso debole:
“Ehi, tu, lo sfucilato!
Vieni che ti fo la puntura!”

Il nostro battaglione si batteva arditamente in Crimea
e io gli facevo avere il glucosio
perché potesse battersi meglio...
a chi? A quello che non aveva sparato.

Bevevo il teino dalla sottotazza
-qualche volta con un po' d'alcool-
in breve: l'ho scampata bella
e son ripartito a finire la guerra.

Mi han rimandato al reggimento:
“Combatti!”, mi ha detto il comandante
“Anch'io sono contento
che non ti abbiano fucilato.”

Anch'io ero contento, ma singhiozzando
ho urlato come una bestia sul prato:
un cecchino tedesco aveva finito di fucilarmi
ammazzando quello che non aveva sparato.

6/4/2015 - 22:32




Langue: anglais

Versione inglese di Aleksej Tikhomirov da questa pagina
English version by Aleksej Tikhomirov. from this page

http://allrus.me/wp-content/uploads/20...
THE ONE WHO DID NOT SHOOT

Come on, I did not make it
It drives me hot and cold
One morning I was aimed at
And shot by a Firing squad...

My path so odd and wicked
Would take me down to hell...
I know the one who did it
But not supposed to tell

Praise my commander - he almost got me saved
But someone else insisted all the same
No one could help-and that was all my Fate...
But there was a guy who did not aim

My star was falling rapid
Much earlier, in fact
I got a German captive
But could not bring him back

So commissar Souetin
A strange and restless guy
All picked up with his pencil
and put me on his file

After a while he pulled it out and showed it in
All his material, whatever he could find
It was all done. I lost my chance to be
But there was s guy, who did not fire

The hand fell down after
The stupid Order “Shoot!”
My pass to go down - under
To leave this world for good

But hear: - Call he doctors!
- The bastard - still alive
- Yet, by the book of codes,
You can not shoot him twice!

My poor doctor was amazed - he clicked his tongue
So many Bullets - and As he had them Picked
I was delirious, was calling for the guy
The guy, the one who did not shoot at me

My wounds - I did not heal them
I licked them like a dog,
In hospitals was given
Extreme respect by all,

I had so much affection
with female nursing staff
- You, under-fired patient,
Another shot is up!

To the Crimea where my battalion was
I sent glucose. I tried to make it sweet...
To make a sweeter living for the bloke
The bloke, the one - who did not shoot at me

So having tea and coffee
(And sometimes alcohol)
My life - I have not lost it
I just went on and on

I met my head commander
- Now fight! - That’s what I’m told
- How come, you’re still around?
- That’s not my bloody fault!

I was so happy, but by the stump I sat
I blamed my fate and like a dog I squealed
A German sniper took me to the end
He killed the guy who did not shoot at me

envoyé par Krzysiek - 6/4/2015 - 19:06


Krzysiek, se ti capitasse per caso di sfogliare ancora le traduzioni di questa canzone, NON mettere questa in francese: è fatta coi piedi. Salud y gracias!

Riccardo Venturi - 6/4/2015 - 21:13


Ma no. Mi ha colpito che non ci sono né versione italiana né quella polacca, però. Spero che la versione inglese sia fatta abbastanza bene, ho notato soltanto che sembra tradotta ad arte, allora ho scelto questa. Poi, per chi volesse approfondire c'è comunque link della wysotsky.com.
Привет

Krzysiek - 6/4/2015 - 22:54


Diciamo che tutte le versioni che ho visto su quella pagina sono piuttosto...libere, anche perché quasi tutte sono fatte in versi per essere cantate. La traduzione italiana l'ho fatta io, ora tocca a te con quella polacca (visto che mancavano...) :-P
Salud!

Riccardo Venturi - 6/4/2015 - 23:09


Vedo che anche la tua è un po' libera, ma l'hai reso bene l'originale. La capisco MOLTO meglio adesso :)
Il termine "sfucilato" è un piccolo majstersztyk, poi.
Grazie

Krzysiek - 6/4/2015 - 23:34


E' perché di fronte a testi del genere tendo a non tradurre in "italiano", ma in fiorentino. Anzi, in Isolottino. Sfucilato è come direbbero quelli al bar dei Portici in piazza dell'Isolotto (tra cui almeno due o tre russi che parlano fiorentino coi senegalesi, i quali rispondono a volte usando qualche parola albanese). Salud!

Riccardo Venturi - 7/4/2015 - 05:02




Langue: hébreu

זה שלא פתח באש

לא בא לכם בצחוקים –
נמאס לי, בשביל מה?
ירתה בי על הבוקר
כיתת יורים שלמה.
אל מה לי ומדוע
גורל כזה אכזר? –
זה לא שלא ידוע –
פשוט אסור לומר.

המפקד אותי כמעט חילץ,
אך מישהו למעלה התעקש,
והכיתה ירתה בלי למצמץ,
חוץ מאחד, שלא פתח באש.

חיי שלי בבאסה,
הכול לא כמתוכנן:
שבוי אחד תפסתי –
הוא מת לפני הזמן.
ופוליטרוק סוּאֶטין,
חתרן בלתי נלאה,
התחיל מאותו קטע
לשים עליי ת'לב.

והוא שלף מתוך המגירה
תיק מפורט, עב-כרס ויבש,
לאף אחד כבר לא הייתה ברירה,
חוץ מאחד, שלא פתח באש.

היד נפלה למטה,
ליבי הפסיק לפעום –
שלח אותי המטח
ישר לגיהינום.
אבל שומע: -רבאק!
המניאק בחיים!
לירות פעם שנייה בו
כנגד נהלים.

והרופא אפוף בתימהון
ניתח אותי מבלי להתייאש,
אז כל הזמן דיברתי בדמיון
עם הבחור שלא פתח באש.

פצעיי כמו חתולה
ליקקתי עוד ועוד,
במרפאות נתנו לי
אומנם הרבה כבוד.

התרוצצו בלהט
בנות במחלקה:
- אתה, חוזר משַחַת!
תגיע לזריקה!

אני הרגשתי כמו במסיבה,
רק פעם אחת יצא לי לקשקש:
- נשארתי בחיים רק מסיבה
כי הבחורצ'יק לא פתח באש.

שתיתי עם סוכר תה,
גם וודקה לשוכרה,
הבראתי ושוחררתי
לגדוד בחזרה.

ממ"פ ת'יד לחץ לי,
אמר: - לך, תילחם!
וזה שקצת החמצנו –
אני כלל לא אשם.

מאוד שמחתי, אך ביום ארור
בזעקות נפלתי למכתש:
צלף אויב גמר לי ת'סיפור,
ברצוח זה שלא פתח באש.

envoyé par Max-Dn - 25/11/2015 - 13:09


Lo Sfucilato lo trovo perfetto sintetizza la Svista di chi non ha preso la mira e drammatizza ancora di più la mira del cecchino.
Grazie
Oggi per caso ho ritrovato la cassetta e i testi del volo interrotto e poi ho continuato sul sito

Paolo rizzi - 26/3/2023 - 14:55




Langue: français

Version française — CELUI QUI N’A PAS TIRÉ — Marco Valdo M.I. — 2023
d’après la traduction italienne de Riccardo Venturi — UNO CHE NON HA SPARATO — 2015
d’une chanson russe — Тот, который не стрелял — Vladimir Semënovič Vysotskij / Владимир Семёнович Высоцкий — 1972

Dialogue maïeutique

LES FUSILLÉS  Bernard Buffet — 1954
LES FUSILLÉS Bernard Buffet — 1954


Cette chanson, Lucien l’âne mon ami, est forcément un peu ancienne ; elle a au moins cinquante ans. Et son auteur-interprète Vladimir Semënovič Vysotsky, dont il faut souligner la nationalité, la langue et la culture russes, est mort en 1980 et pour autant, son argument n’est en rien périmé ; tout au contraire, l’actuel Guide du Kremlin s’échine à donner une nouvelle actualité à cette chanson contre la guerre et le destin guerrier.

Oui, dit Lucien l’âne, j’ai entendu dire qu’il menait une guerre contre un pays voisin en s’échinant à lui prendre ses territoires, à massacrer ses populations et à enlever ses enfants. J’ai aussi entendu parler de crimes de guerre. Même si à mon avis, la guerre en elle-même est déjà le pire des crimes — du moins, dans le chef de l’agresseur.

Cela étant clairement fixé, reprend Marco Valdo M.I., j’ai actualisé — comme il se doit — ma version aux événements contemporains. On a donc finalement, l’histoire suivante. Un soldat russe envoyé envahir l’Ukraine, quelque part dans ce pays, laisse volontairement s’éloigner un « prisonnier ». Ce geste généreux n’est pas passé inaperçu de l’homme du FSB (dans la chanson d’origine : KGB) et celui-ci l’a dénoncé et le fait fusiller. Le soldat, qui a du bol, en réchappe ; est soigné et renvoyé dans son unité où bien évidemment, on le renvoie au combat. C’est là qu’il est tué. Voilà pour l’anecdote.

Oui, dit Lucien l’âne, mais ça ne me dit pas pour le titre est « CELUI QUI N’A PAS TIRÉ ».

En effet, répond Marco Valdo M.I. ; c’est une circonstance particulière qui mérite toute l’attention. Lors de la fusillade, au moment donc de fusiller le soldat, un des tireurs n’a pas tiré, dit la chanson et c’est ainsi que le fusillé en réchappe. C’est évidemment, imaginaire ; dans la pratique, le fusillé n’en réchappe jamais, car l’officier commandant le tir, vient — lorsqu’il survit, lui mettre une balle dans la tête pour l’achever. Il y eut cependant un cas lors de La guerre de '14-'18 (la préférée de Brassens), où au moins, un fusillé en réchappa ; le soldat François Hilaire Waterlot s’en est tiré par chance. De surcroît, habituellement, un des fusils est chargé à blanc, de sorte que chaque tueur peut penser que c’est le sien et qu’il n’a pas tué son camarade.

Oh, dit Lucien l’âne, on dirait une roulette russe, mais inversée.

Il y a donc « Un qui n’a pas tiré », continue Marco Valdo M.I. ; comme on le voit à la fin, le soldat « guéri » est renvoyé au combat et se fait abattre à sa première sortie en pleine campagne. Comme ce sera le cas du soldat français Waterlot.

À se demander si ça valait la peine d’en réchapper, dit Lucien l’âne.

Eh bien oui, répond Marco Valdo M.I., car lors de son séjour à l’hôpital, le « fusillé » a bénéficié des soins particuliers du personnel infirmier et tout spécialement, du « beau sexe ». Par parenthèse, ce fut certainement le cas de mon grand-père — gazé sur l’Yser, soigné dans un hôpital français derrière le front et qui y enleva une jeune (et jolie) infirmière — ma grand-mère. Comme on dit, ils se marièrent et eurent beaucoup d’enfants ; enfin, cinq. Pour en revenir à la chanson de Vysotsky et aux événements de son histoire, ils peuvent être adaptés — comme je l’ai fait — à l’actuelle guerre que la Russie mène en Ukraine.

Et comment donc, dit Lucien l’âne, ça me paraît évident. Il n’y a rien qui ressemble plus à une guerre qu’une autre guerre, même si on tente de camoufler la vérité de son crime sous un nom d’emprunt, si on invente — comme dans la tradition — une « opération de police Potemkine ». Ainsi, le mensonge fait toujours ressortir plus encore la vérité. Enfin, tissons le linceul de ce vieux monde bruyant, furieux, assassin, criminel et cacochyme.

Heureusement !

Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane
CELUI QUI N’A PAS TIRÉ

Ne pensez pas que je mens,
Non, ce n’est pas le bon moment.
Un matin, un peloton entier
M’a fusillé.

Mon sort si absurde et si dur
M’a conduit droit au mur.
Je connais l’auteur du pire,
Mais je ne peux pas le dire.

Mon commandant a voulu m’épargner,
On a insisté pour m’abattre ;
La section a suivi les ordres à la lettre,
Sauf un qui n’a pas tiré.

J’ai tiré un numéro noir ;
Mon destin était sans espoir.
Un jour, j’ai fait un prisonnier
Et je l’ai laissé aller.

Le type du FSB,
Un sbire zélé,
L’avait remarqué
Et m’a dénoncé.

En un dossier solidement bouclé,
Ensuite, il m’a fait condamner.
Personne n’y pouvait rien changer,
Sauf celui qui n’a pas tiré.

Le bras est tombé
Avec un « Feu ! » réglementaire
Et la salve m’a offert mon laissez-passer
Pour l’autre côté de la terre.

Alors, j’entends : « Il est vivant ! »
Emmenez à l’infirmerie ce gars-là !
On ne peut pas tirer dessus deux fois,
C’est le règlement.

Le médecin a soupiré
Et ôté les balles, stupéfait,
Moi, en secret, je parlais
À celui qui n’avait pas tiré.

Les blessures, je ne les ai pas soignées,
Comme un chien, je les ai léchées.
À l’hôpital, par les infirmiers,
J’étais bien accepté.

Et tout le sexe faible, c’est sûr,
De moi s’est amouraché :
« Hé, toi, le fusillé !
Je vais te faire une piqûre ! »

Notre régiment en Ukraine s’en est allé ;
J’y ai fait parvenir plein de sucre,
Pour le consoler de se battre…
À qui ? À celui qui n’avait pas tiré.

Je buvais du thé, du café
— parfois de l’alcool —
En bref : j’avais du bol.
Puis, à la guerre, on m’a renvoyé.

De retour au régiment,
« Je suis content de te revoir vivant.
Au combat, maintenant ! »,
M’a dit le commandant.

Je n’en demandais pas tant ; mugissant,
J’agonisais comme une bête sur le champ.
Un sniper m’a ajusté
Achevant de me fusiller.

envoyé par Marco Valdo M.I. - 27/3/2023 - 19:35




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