Langue   

Ciudad Ho-chi-minh

Inti-Illimani
Langue: instrumental


Inti-Illimani

Peut vous intéresser aussi...

El Gitano, or Gypsy
(Holly Near)
El derecho de vivir en paz
(Víctor Jara)
Venceremos al Coronavirus
(Laurentius, il Piffero della Piccola Orchestrina del Costo Sociale)


[1975]
Musica / Música / Music:
José Seves Sepúlveda
Album: Hacia la libertad




Ciudad Ho-chi-minh non ha parole; è un brano interamente musicale. Tanti anni fa godette di un po' di fama; stenterei adesso a trovare qualcuno che se ne ricordasse almeno un po', e sapesse accennare alle sue prime note. Risale a un aprile di trentasette anni fa, quando finì, finalmente, una guerra tra le più lunghe e sanguinose del ventesimo secolo. Finì con un elicottero che scappava ignominiosamente dall'ambasciata della più grande "potenza" mondiale, che non aveva saputo piegare un popolo intero; sotto gli occhi di un solo giornalista che testimoniò quegli storici avvenimenti. Si chiamava Tiziano Terzani ed era nato a cinquecento metri da dove abito, in via Pisana al numero 147, rione di Monticelli, Firenze.

Mentre i vietnamiti si riappropriavano del proprio paese, i cileni avevano da poco iniziato il loro inferno a base degli stessi signori che scappavano in elicottero da Saigon, coadiuvati da alcuni militari assassini e traditori. Nemmeno due anni prima, e quell'inferno sarebbe durato a lungo. Alcuni cileni in esilio in Italia, che formavano un gruppo musicale molto famoso e che, in seguito, sarebbero stati accusati di essere noiosi e ripetitivi da non pochi mediocri incapaci di leggere anche le note sul pentagramma, pensarono di comporre un omaggio a quegli avvenimenti lontani e vicini al tempo stesso. Fu così che José Seves, un musicista di prim'ordine, scrisse Ciudad Ho-chi-minh. Un piccolo brano musicale senza parole, e uno dei pochi piccoli brani musicali che sanno parlare da soli.

L'unico che io conosca, il quale preveda, accanto agli strumenti, l'uso del martello, dei chiodi, di una sega a mano. Un motivetto piuttosto semplice, di coloratura "indocinese" effettuata con gli strumenti andini (il triple, il charango), che descrive l'attività di comuni lavoratori che ricostruiscono una città e un paese dopo le devastazioni materiali e umane di una guerra infinita. Ora che quella città è divenuta una metropoli modernissima di oltre sette milioni di abitanti in un paese che "tira" economicamente a ritmi vertiginosi, sarà bene riascoltare un po' questo motivetto col suo martello della storia. [RV]



envoyé par Riccardo Venturi - 12/11/2012 - 23:15


Io lo ricordo bene

pierrette - 14/2/2014 - 22:17




Page principale CCG

indiquer les éventuelles erreurs dans les textes ou dans les commentaires antiwarsongs@gmail.com




hosted by inventati.org