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A Pier Paolo (quello che abbiamo scavato)

Michele Metta
Langue: italien



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Ode a Pablo Neruda
(Michele Metta)


tratta da "Mare tu nasci per proseguire in stella". Testo contro razzismo, violenza, prevaricazione, indifferenza, stupidità, guerra.
Nelle frasi di chi al mattino grida “Troppi stranieri”,
e la sera si scopa le Nigeriane sui viali.
Negli ospedali dove “No, mi spiace è tutto pieno,
ma se paga, il dottore la riceve anche domani”.
Nella legge,
che punisce chi rapina i pensionati fuori da un Bingo,
ma non anche chi rapina pensionati aprendo un Bingo.
Nell’ottusità di chi odia gli uomini travestiti da donna,
ma poi ama le guerre travestite da missioni di pace.
Nei politici preoccupati per lo stato delle carceri
solo se anche loro corrono il rischio di finirci.
In chi costruisce a ridosso di una discarica
e lo chiama Centro residenziale Paradiso.
In chi compra l’artigianato dei poveri
per farne chic nelle boutique dei ricchi.
In chi pensa che la risposta a se Dio esiste
la puoi trovare cercando su Google.
Nelle ragazze taglia trentenniente.
Nel tempo che manca per perdere tempo.
Nel pietismo per essemmesse.
Nelle claque.
Nei sondaggi.
Nelle mani di chi picchia i propri figli.
Nella miseria di chi uccide per un parcheggio.
In quella di chi si ricorda dei poeti
solo quando è il momento di farne i necrologi.
Nella viltà di chi, gli altri,
li frequenta solo per quel che ne può ottenere.
In certi artisti ‘impegnati’; sì: a fare soldi.
Nelle conferenze seguite
pensando solo al momento del rinfresco.
Nei fine settimana nei centri commerciali.
Negli studi sul clima pagati dai petrolieri.
Nelle tragedie a far farcia tra blocchi pubblicitari.
Nella stanchezza nei volti dei precari.
Nella pedofilia.
Nel traffico d'organi.
Negli anabolizzanti.
Nei muri ai confini.
Negli infiltrati ai cortei.
Nelle sentenze comprate.
Nelle elezioni truccate.
Nella pornoletteratura dei copincolla.
Nelle postille in piccolo nei contratti.
Nei reality.
Nei dibattiti in TV sui seni rifatti.
Nelle notizie false.
In quelle pubblicate solo per vendere più copie.
Nell'idiozia di chi fuma nei boschi.
Di chi ruba dalle automobili dopo gli incidenti.
Di chi fa tacere i cani con i collari elettrici.
Di chi s'infila nella scia delle ambulanze.
Di chi inneggia a Marx e poi mangia al McDonald.
Di chi aumenta il prezzo dell'acqua agli aeroporti.
Di chi svende il suo talento.
Di chi lo ruba agli altri.
Di chi sostiene un'idea senza crederci.
Di chi crede in un'idea ma poi non la sostiene.
Di chi sfrutta argomenti giusti per fini sbagliati.
Di chi sgozza i tuoi sogni
perché non sa averne di propri.
In questa pioggia che non si può più bere:

muore
quest'aria.

Quest'orizzonte paziente.

Questo cielo che ci regge.

envoyé par Michele Metta - 15/10/2011 - 21:22




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