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Nel pozu María Luisa [En el pozo María Luisa, o Santa Bárbara bendita]

anonyme
Langue: asturien


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Nelle forme attuali: XX secolo [dopo il 1949]
En la forma actual: XX siglo [después de 1949]
In current form: 20th century [after 1949]
Musica: O Miudiño, canzone popolare galiziana
Música: O Miudiño, canción popular galega
Music: O Miudiño, Galician folksong

minero

En el pozo María Luisa, también conocida como Santa Bárbara Bendita es una triste canción popular, muy emblemática para los mineros asturianos, leoneses y aquellas personas de oficios relacionados con la minería del carbón.

El Pozo María Luisa es una de las pocas explotaciones de hulla asturianas que sigue abierta y se encuentra en la localidad de Ciaño, en el municipio de Langreo.

La letra habla del doloroso caso de un minero lleno de sangre que le relata a su mujer (Maruxina) un accidente en el que han muerto varios compañeros en el Pozo María Luísa de Langreo. El carbón de hulla se explota en Asturias desde el siglo XVIII y pronto se convirtió en un pilar económico fundamental en la provincia, sobre todo en las Cuencas Mineras, hasta bien entrado el siglo XX. Los desastres en el interior de los pozos inspiran desde antaño obras de teatro, poesías, películas y canciones populares en la zona. Por otra parte, Santa Bárbara es considerada la patrona de los mineros. Actualmente es común escuchar la canción en tributos, homenajes e incluso actos oficiales, estando fuertemente arraigada a la cultura popular.

Existen varias versiones en función del artista.

Fonte:Wikipedia


Ciaño, Langreo (Asturie). Il Pozo María Luisa.
Ciaño, Langreo (Asturie). Il Pozo María Luisa.


La compagna Santa Barbara

Nel pozu María Luisa, conosciuta anche come Santa Bárbara bendita e con il titolo spagnolo, En el pozo María Luisa, è una canzone popolare che è l'inno e il simbolo dei minatori asturiani e leonesi; ma la si potrebbe considerare come il simbolo di tutti coloro che sono scesi nella fossa, di qualunque tempo e paese.

pozomaNelle Asturie, lo sfruttamento minerario carbonifero è stato presente fin dalla metà del XVIII secolo. In particolare, il “Pozzo María Luisa” di cui si parla nella canzone iniziò la sua attività nel 1858 per conto della Unión Hullera de Santa Ana (Unione Mineraria di Santa Ana), di capitale francese. Si trattava agli inizi di una piccola miniera di montagna, in una località impervia nel concejo di Langreo (“concejo”, conceyu in asturiano [dal latino consilium] è il nome delle comunità municipali nel Principato delle Asturie) presso il villaggio di Ciaño, nella valle del Nalón. Nel 1886, con l'ampliamento della miniera, essa passò sotto il controllo della Sociedad Unión Hullera y Metalúrgica de Asturias. Nel 1918 il pozzo fu ulteriormente ampliato e reso enormemente più profondo; negli anni '20 del XX secolo furono costruiti i grandi impianti industriali di stile “mitteleuropeo” dall'impresa Duro Felguera, che era incaricata della gestione e dello sfruttamento dell'oramai grande miniera; l'attività a pieno regime fu raggiunta nel 1942, dopo la Guerra Civile.

Il Pozzo María Luisa era un gigante industriale. Le gallerie si estendevano fino a 600 metri sotto terra , e nei suoi dieci settori raggiungevano oltre 100 chilometri di lunghezza, unendosi alle gallerie del contiguo pozzo Sotón (situato a 6 km di distanza, a San Martín del Rey Aurelio) e a quelle degli altri pozzi Samuño e San Luís. I minatori e tutti gli abitanti della zona lo chiamavano El Hormiguero, il “formicaio”: un formicaio dove i lavoratori erano, appunto, le formiche.

Nei momenti di maggiore attività, oltre 1600 minatori estraevano fino a 1800 tonnellate di carbone al giorno; e, in 158 anni di vita, il grisù e i crolli vi uccisero decine di minatori. Fino al 1967 il complesso minerario fu gestito dall'impresa Duro Felguera; a partire da quell'anno fu acquisito da HUNOSA (Hulleras del Norte S.A.), l'azienda mineraria statale che gestisce lo sfruttamento delle miniere asturiane. Il Pozzo María Luisa ha cessato la sua attività ed è stato chiuso il 31 dicembre 2016.

Asturie: miniere, minatori, lotte, disgrazie. Come in ogni luogo e in ogni epoca dove sono esistite e continuano ad esistere miniere di qualsiasi genere. Se si pensa alle Asturie, è gioco forza tornare agli scioperi del 1934, prodromo della Guerra Civile, e alle lotte operaie represse con spietata durezza, per l'appunto, dal generale Francisco Franco. Da molte parti si crede che questo famosissimo canto, nelle sue innumerevoli versioni, abbia origine proprio da quell'episodio; non è così, ma ne avremo a riparlare in seguito.

La storia del Pozzo María Luisa è stata sempre segnata da tragedie; nel 1914, ad esempio, quattro minatori morirono per il crollo improvviso di una galleria. La tragedia più grave, quella che con tutta probabilità ha dato origine a questo canto nelle forme conosciute adesso, avvenne però il 14 luglio 1949. Alle 18,15 di quel giorno, la galleria di estrazione situata al di sopra del III Strato di livello intermedio del settore Sotón esplose per una fuoriuscita di grisù causata dall'errata manovra di una trivella. Morirono diciassette minatori (quindici sul colpo, e altri due all'ospedale di Adaro dopo il ricovero). Si trattava di un intero turno entrato in servizio alle dieci del mattino, e mancavano pochi minuti all'uscita prevista per le 18.30. Il caposettore, José Riera Mortera, non tardò, nelle dichiarazioni ufficiali, a scaricare la colpa dell'accaduto sul caposquadra del turno, Graciano Montes Ardura, accusato di essere (parola testuale) un “discolo”, un indisciplinato che obbediva malvolentieri agli ordini e alle raccomandazioni aziendali. Il problema, naturalmente, era che Graciano Montes Ardura non poté minimamente rispondergli, dato che anch'egli era morto nell'esplosione.

pozonuevaLe operazioni di recupero dei cadaveri dei minatori si conclusero quattro giorni dopo, il 18 luglio. Assieme ai due minatori morti in ospedale, i diciassette minatori morti furono: Anselmo García Vallios, Manuel Suárez Suárez, José Valles Fernández, Amador Campal Alonso, José Rodríguez González, José González Bernardo, Manuel Treguerres Suárez, Eugenio Menéndez García, Amalio Fernández Montes, Julio Arizabalaga Antuña, José Santín Sánchez, Fructuoso Azpirez Gómez, Ángel Suárez Nava, Graciano Montes Ardura, Francisco Carballo Fernández, Manuel Iglesias Montes e José Torre González. La tragedia era ovviamente dovuta alla mancanza di adeguate misure di sicurezza, in alcuni casi le più elementari; per questo motivo il caposettore non aveva tardato ad accusare di “indisciplina” il caposquadra Ardura, certo che non avrebbe potuto obiettargli alcunché. Ancora più grottesche furono le conclusioni della Jefatura de Minas (la Direzione Generale Mineraria dello Stato Spagnolo), secondo la quale “Il settore della miniera era ben ventilato, e non esistevano luoghi propizi all'accumulo del gas”. In pratica, tutto fu scaricato sull'”errore personale” del singolo, mettendo d'accordo la direzione aziendale e quella statale delle miniere. Nessuna ulteriore inchiesta fu condotta, e ai minatori fu riservata, inutile dirlo, una santa preghiera raccomandando la loro anima al padreterno.

A partire dalla tragedia del 14 luglio 1949, il canto Nel pozu María Luisa le diviene associato nella forma attuale; lo si vede da alcuni particolari, come quello della trivella, presenti nel testo. Ma le sue origini devono comunque essere ben anteriori. Nella sua struttura musicale, ad esempio, è chiaramente ripreso da una melodia popolare galiziana, intitolata O Miudiño, diffusa anche nelle non lontane Asturie e dalla quale riprende anche alcuni versi e il nome della moglie alla quale si rivolge il narrante, Maruxina. Nelle Asturie, il canto era in origine uno dei cosiddetti cancios, che erano canzoni di taverna di argomento generalmente allegro e divertente. Destino è stato che tale allegra canzoncina sia diventata uno dei più tristi e impressionanti canti di minatori che si ricordino, e non solo questo. Qualcosa di precedenti tragedie vi deve essere comunque trasmigrato: ne è segno, ad esempio, che vi si faccia costante riferimento a “quattro” compagni morti (quindi, non ai diciassette del 1949 ma ai quattro del 1914). Non ha un riferimento diretto agli scioperi e alla repressione del 1934, ma li attraversa come inno di lotta di una classe di lavoratori. Così come deve avere attraversato il primo sciopero dei minatori del 1917, e quegli degli anni tra il 1957 e il 1963, in pieno regime franchista. E' una storia che, nelle Asturie, dura fino ai giorni nostri: l'ultima lotta del movimento operaio dei minatori asturiani risale al 2012, una battaglia senza quartiere per evitare la chiusura delle miniere che provocò anche una gravissima rottura con le dirigenze sindacali legate al bipartitismo Partido Popular – PSOE che avevano avallato e firmato la chiusura delle miniere e la morte del settore minerario asturiano. Si certificava così la scomparsa di un settore di lavoratori, i minatori, che erano stati sempre in prima linea nelle lotte contro la dittatura franchista.

pozomuertosDurante i primi decenni del franchismo, le miniere di montagna, già esaurite, erano state sostituire da pozzi minerari che si spingevano a vene carbonifere ben più profonde e lontane, con procedimenti di estrazione meccanizzati ma non accompagnati da metodi adeguati di ventilazione e di sicurezza. Ne risultavano continui incidenti dovuti a esplosioni di grisù, mortali, gravissimi, gravi e meno gravi. Le giornate di lavoro erano lunghe e massacranti, con imposizione di straordinari, eliminazione del riposo settimanale e messa in atto di un sistema lavorativo basato sulla produttività, con carenze di alimentazione che peggioravano ulteriormente le condizioni di salute dei minatori. L'assenza di specifiche leggi e la proibizione di qualsiasi forma di sindacato facevano il resto. Nelle Asturie, i minatori non morivano soltanto per il grisù: la maggior parte moriva sputando letteralmente i polmoni dalla bocca per la silicosi. Si calcola che, durante i decenni del franchismo, nelle miniere asturiane siano morti oltre cinquemila minatori.

Negli anni '50 del XX secolo, nelle miniere asturiane si ebbe però una recrudescenza dei conflitti sociali e lavorativi. Il carbone iniziava ad essere una fonte di energia obsoleta e sconveniente dal punto di vista economico, e la concorrenza del petrolio era sempre maggiore e divenuta insostenibile. La fine del carbone era prossima: per contrastarla, il padronato minerario spagnolo aveva dato l'avvio a un processo di riconversione del settore, detto “Razionalizzazione”, che colpiva direttamente le già durissime condizioni di vita dei lavoratori. Nonostante i pericoli enormi dal punto di vista repressivo da parte del regime fascista spagnolo, è proprio in questo decennio che iniziano i conflitti e gli scioperi. La tragedia del 14 luglio 1949 può essere vista quindi come il punto di inizio simbolico, e non è quindi un caso che la canzone che ne parlava sia diventata immediatamente un canto di lotta diffuso in tutto il paese e in tutti gli ambienti antifranchisti, anche in esilio.

Il 9 marzo 1957, un gruppo di scavatori del Pozzo María Luisa decise una sorta di “sciopero bianco”: i minatori scesero nel Pozzo, ma non scavarono nemmeno un grammo di carbone. La direzione e le autorità del regime risposero con la minaccia di militarizzare la miniera, ma nonostante questo i minatori continuarono il loro “sciopero a braccia conserte” (Huelga de brazos caídos) finché la direzione non fu costretta a cedere e ad aumentare i salari. Il 25 marzo, però, fu emesso il decreto di militarizzazione del Pozo, con la precettazione di 52 minatori. I lavoratori risposero allora con il blocco completo del Pozzo María Luisa, al quale aderirono presto i lavoratori dei pozzi Fondón e San Luis de la Nueva. Era qualcosa che, nelle Asturie, non si vedeva dal 1934 e una novità assoluta nel regime franchista. Le località e i piazzali delle miniere si riempirono di familiari dei minatori che si erano rinchiusi in fondo alle miniere per bloccare l'attività, in attesa degli eventi; eventi che non tardarono a manifestarsi con gravi scontri tra le “forze dell'ordine” e i familiari, donne e ragazzi, spesso addirittura bambini. Le famiglie dei minatori furono caricate sanguinosamente. Per dare un'idea della reazione del regime spagnolo: quando il governatore del Principato delle Asturie, il falangista Francisco Labadie Otermin, membro della Guardia di Franco, comunicò al ministro degli interni, il generale Camilo Alonso Vega, che dei minatori si erano rinchiusi bloccando la miniera, quest'ultimo gli rispose: “E allora murate i pozzi!”.

Bollettino del Comité de Solidaridad Obrera de Asturias con le erogazioni di fondi per i lavoratori prigionieri e per le iniziative di lotta
Bollettino del Comité de Solidaridad Obrera de Asturias con le erogazioni di fondi per i lavoratori prigionieri e per le iniziative di lotta
Lo sciopero del 1957 terminò dopo cinque giorni di blocco; le rivendicazioni dei minatori erano stare duramente represse, ma i lavoratori ricominciarono allora a ricuperare le loro forze e la loro compattezza per dare luogo a nuove lotte negli anni successivi. Non tardarono, anche perché le condizioni di lavoro e di vita erano ulteriormente peggiorate: esattamente un anno dopo, nel marzo del 1958, si verificò al pozzo María Luisa un altro duro conflitto, che terminò con la chiusura degli impianti da parte della direzione. I minatori risposero con uno sciopero che coinvolse oltre quindicimila lavoratori, e di fronte al quale il regime, con l'assenso della Patronal, l'organizzazione sindacale “corporativa” del regime, dichiarò lo stato di emergenza. Ne conseguì una repressione ancor più dura della precedente, con fermi, incarcerazioni e torture, e con il trasferimento forzato di centinaia di minatori in regioni lontane, in maggior parte lavoratori malati e letteralmente deportati in regioni povere e senza alcuna possibilità di lavoro.

Mentre continuavano le tragedie e le morti in miniera e per la miniera, la lotta si andava però riorganizzando e radicalizzando: la conflittualità degli anni '60, nelle miniere asturiane, trasformò i minatori nell'avanguardia del movimento operaio spagnolo, anche con la formazione di comitati di solidarietà e di lotta, come il FUSOA (Fondo Unitario de Solidaridad Obrera de Asturias), che raccoglievano denaro e fondi per i lavoratori incarcerati e per le loro famiglie e organizzavano scioperi e altre manifestazioni di solidarietà con l'attivazione di organizzazioni clandestine. Nonostante la brutale repressione fascista contro i minatori, la resistenza era attiva: a volte in maniera isolata e scollegata, altre in maniera organizzata e intensiva, servendosi di metodi come la riduzione della produzione e l'abbandono volontario del posto di lavoro, che per la legislazione di emergenza di allora veniva considerato come diserzione militare. Lo stato di emergenza prevedeva infatti la precettazione militare continuativa dei minatori, che non potevano abbandonare di propria iniziativa il posto di lavoro; ne conseguiva che, non di rado, venivano rinchiusi in carceri militari. Date le estreme difficoltà, non è stato possibile quantificare la reale incidenza di tali iniziative e lotte sul complesso del settore minerario spagnolo dell'epoca; dei dati provengono però dallo stesso padronato, che li rendono assolutamente attendibili. La Sociedad Metalúrgica Duro Felguera, padrona quasi in blocco delle miniere di carbone asturiane, emise dei dati relativi agli anni tra il 1939 (l'anno della vittoria franchista) e il 1951 nel settore minerario di San Martín del Rey Aurelio (contiguo a quello di Langreo dove sorgeva il pozzo María Luisa) in base ai quali, su un complesso di circa 2000 minatori occupati, si erano verificati 1423 abbandoni del posto di lavoro, tutti sanzionati per legislazione militare. Il caposettore (Capataz), che aveva ricevuto un grado militare equiparato a quello di tenente, era tenuto a informare la Patronal (il “sindacato corporativo” al servizio del regime), la quale inviava i rapporti alla Commissione Militare di Mobilitazione.

Una delle principali rivendicazioni e oggetti di protesta dei minatori era l'alimentazione insufficiente. Vi era scarsa disponibilità di generi alimentari, che peraltro provocava, da un lato, un diffuso fenomeno di mercato nero e, dall'altro, l'arricchimento di pochi punti vendita controllati dalle organizzazioni padronali, nei quali i generi venivano venduti a prezzi carissimi (provocando così l'indebitamento delle famiglie che acquistavano “a chiodo”). La questione dell'alimentazione aveva tra l'altro provocato scioperi spontanei a partire fin dal 1949, l'anno della tragedia del pozzo María Luisa, quando i lavoratori della miniera La Piquera de l'Entregu si erano fermati urlando: “¡¡¡ Queremos más comida !!!”. Si trattava, come detto, ancora di conflitti sporadici ed assai difficili da coordinare ed estendere ancor prima dello stato di emergenza e della militarizzazione delle miniere con la conseguente censura informativa, con il controllo poliziesco, con la repressione e la tortura.

pozofuneralSenza, naturalmente, contare che proseguivano, a ritmo incalzante, gli incidenti in miniera e le morti per silicosi ed altre malattie professionali: non esisteva praticamente famiglia dove uno o più membri non fossero morti in fondo al pozzo, o si fossero gravemente ammalati. Ogni funerale di un minatore si trasformava automaticamente anche in una manifestazione di protesta, che a volte veniva attaccata dalla polizia, e non di rado in uno sciopero che, in alcuni casi, coinvolgeva l'intero complesso minerario asturiano. Con un inno riconosciuto: l'antica canzone di osteria che era diventata un solenne e tragico canto di miniera, di morte e di lotta, e la cui diffusione aveva oltrepassato, e parecchio, i confini delle Asturie e delle sue miniere divenendo uno dei principali canti di lotta antifranchista, tra tutti gli antifascisti in Spagna e in esilio. Veniva cantato in un adattamento portoghese (ricordando che anche il Portogallo era sotto una dura dittatura fascista) tra i minatori di Aljustrel, nell'Alentejo, con il titolo di Nas minas de São João (o, semplicemente, di Hino dos mineiros Alentejanos); veniva cantato anche in catalano, sia come canto di minatori (in Catalogna esistono importanti miniere di rame, e di salgemma), sia come semplice canto antifascista. Veniva cantato da Chicho Sánchez Ferlosio, in forma anonima e in esilio in Svezia, in un disco di canti di resistenza spagnola (Spanska Motståndssånger).

Si è scelto, rifacendo questa vecchia pagina relativa al canto (è presente, nel sito, fin dal 2010), di cambiare la sua presentazione. Non esiste alcun dubbio che il canto è, originariamente, in lingua asturiana, sebbene sia generalmente diffuso nelle sue versioni in spagnolo (e, non di radio, come nella versione di Chicho Sánchez Ferlosio, in un “misto” di asturiano e spagnolo). Il canto è ancora diffuso, nonostante le miniere asturiane siano oramai ridotte ai minimi termini (nella zona di Langreo, con la chiusura del pozzo María Luisa, è rimasta attiva solo la piccola miniera di Carrio). E' stato ripreso, e spesso rielaborato, da numerosi artisti e gruppi (Nuberu, Nacho Vegas, Coro Minero de Turón, Sara French Quintette, Gibelurdinek, El Violinista del Amor, Gilles Servat...); in tempi recenti anche da cori e gruppi italiani militanti (in una o in un'altra versione spagnola).

Un'ultima parola su una caratteristica del canto che, di solito, colpisce abbastanza sia chi lo apprende sia chi lo esegue: l'invocazione, presente in ogni versione, a Santa Barbara, la patrona dei minatori (e di chiunque abbia a che fare con gli esplosivi). La religiosità “istintiva”, o “di pancia” (o comunque la si voglia chiamare) non deve stupire affatto tra i minatori, ed è una religiosità molto diversa da quella “ufficiale”, da quella dei prelati e dei padroni. Coinvolgeva anche i semplici preti delle zone minerarie, che non di rado appoggiavano gli scioperi, le lotte e le rivendicazioni dei lavoratori, anche nella Spagna franchista che pure era, in gran parte, una dittatura clericale della peggiore specie. Santa Barbara veniva considerata una compagna di lavoro, una che scendeva in fondo ai pozzi assieme a chi vi lavorava e vi moriva. Mi ricordo di quante chiese e cappelle, nel Nord della Francia dove ho vissuto, erano dedicate alla Sainte Barbe, che non è la “barba santa” ma proprio lei, la compagna Santa Barbara. Nessun Cristo e nessun Dio: quelli sono dalla parte dei padroni.

Riccardo Venturi, 18-19 giugno 2018.
Nel pozu María Luisa,
trianlará lará, trianlará.
Nel pozu María Luisa,
trianlará lará, trianlará.
Morrieron cuatro mineros,
mirai, mirai Maruxina, mirai
mirai como vengo yo.
Morrieron cuatro mineros,
mirai, mirai Maruxina, mirai
mirai como vengo yo.

Santa Bárbara bendita,
trianlará lará, trianlará.
Santa Bárbara bendita,
trianlará lará, trianlará.
Patrona de los mineros,
mirai, mirai Maruxina, mirai,
mirai como vengo yo.
Patrona de los mineros,
mirai, mirai Maruxina, mirai,
mirai como vengo yo.

Traigo la camisa roxa,
trianlará lará, trianlará.
Traigo la camisa roxa,
trianlará lará, trianlará.
De sangre d'un compañeru,
mirai, mirai Maruxina, mirai
mirai cómo vengo yo.
De sangre d'un compañeru,
mirai, mirai Maruxina, mirai,
mirai cómo vengo yo.

Traigo la cabeza rota,
trianlará lará, trianlará.
Traigo la cabeza rota,
trianlará lará, trianlará.
Que me la rompió un costeru,
mirai, mirai Maruxina, mirai,
mirai cómo vengo yo.
Que me la rompió un costeru,
mirai, mirai Maruxina, mirai
mirai cómo vengo yo.

envoyé par adriana - 30/8/2010 - 07:54




Langue: italien

Traduzione italiana di Riccardo Venturi [versione asturiana]
19 giugno 2018 01:03

Rappresentazione schematica della tragedia del Pozzo Maria Luisa, 14 luglio 1949.
Rappresentazione schematica della tragedia del Pozzo Maria Luisa, 14 luglio 1949.
NEL POZZO MARIA LUISA

Nel pozzo Maria Luisa,
trianlará lará, trianlará.
Nel pozzo Maria Luisa,
trianlará lará, trianlará.
Son morti quattro minatori,
Guarda, guarda, Maruxina [1], guarda,
guarda in che stato sono.
Son morti quattro minatori,
guarda, guarda, Maruxina, guarda,
guarda in che stato sono.

Santa Barbara benedetta,
trianlará lará, trianlará.
Santa Bárbara benedetta,
trianlará lará, trianlará.
Protettrice dei minatori,
guarda, guarda, Maruxina, guarda,
guarda in che stato sono.
Protettrice dei minatori,
guarda, guarda, Maruxina, guarda,
guarda in che stato sono.

Porto la camicia rossa,
trianlará lará, trianlará.
Porto la camicia rossa,
trianlará lará, trianlará.
Del sangue di un compagno,
guarda, guarda, Maruxina, guarda,
guarda in che stato sono.
Del sangue di un compagno,
guarda, guarda, Maruxina, guarda,
guarda in che stato sono.

Ho la testa rotta,
trianlará lará, trianlará.
Ho la testa rotta,
trianlará lará, trianlará.
Ché me l'ha rotta una trave, [2]
guarda, guarda, Maruxina, guarda,
guarda in che stato sono.
Ché me l'ha rotta una trave,
guarda, guarda, Maruxina, guarda,
guarda in che stato sono.
[1] Generalmente, Maruxina si intende come la moglie o compagna del narrante, alla quale egli si rivolge. Da tenere però presente che, nelle Asturie, viene chiamata Maruxina anche una sorta di immaginetta, o pupazzo, con le fattezze di Santa Barbara, che i minatori spesso portavano con sé.

[2] Costeru (sp. costero) sarebbe propriamente lo "sciàvero", vale a dire la trave laterale di sostegno delle gallerie minerarie.

19/6/2018 - 01:04




Langue: espagnol

En el pozo María Luisa, una delle versioni correnti in spagnolo
En el pozo María Luisa, una de las versiones actuales en español

pozobocadillo
EN EL POZO MARÍA LUISA

En el pozo María Luisa,
tranlaralará, tranlará, tranlará,
En el pozo María Luisa,
tranlaralará, tranlará, tranlará,
Murieron cuatro mineros.
Mira, mira Maruxina mira,
Mira como vengo yo.
Murieron cuatro mineros,
Mira, mira Maruxina mira,
Mira como vengo yo.

Traigo la camisa roja
tranlaralará, tranlará, tranlará,
Traigo la camisa roja
tranlaralará, tranlará, tranlará,
De sangre de un compañero.
Mira, mira Maruxina mira,
Mira como vengo yo.
De sangre de un compañero,
Mira, mira Maruxina mira,
Mira como vengo yo.

Traigo la cabeza rota,
tranlaralará, tranlará, tranlará,
Traigo la cabeza rota,
tranlaralará, tranlará, tranlará,
Que me la rompió un costero,
Mira, mira Maruxina mira,
Mira como vengo yo.
Que me la rompió un barreno.
Mira, mira Maruxina mira,
Mira como vengo yo.

Santa Bárbara bendita,
tranlaralará, tranlará, tranlará,
Santa Bárbara bendita,
tranlaralará, tranlará, tranlará,
Patrona de los mineros.
Mira, mira Maruxina mira,
Mira como vengo yo.
Patrona de los mineros,
Mira, mira Maruxina mira,
Mira como vengo yo.

Mañana son los entierros,
tranlaralará, tranlará, tranlará,
Mañana son los entierros,
tranlaralará, tranlará, tranlará,
De esos pobres compañeros,
Mira, mira Maruxina mira,
Mira como vengo yo.
De esos pobres compañeros,
Mira, mira Maruxina mira,
mira como vengo yo.

envoyé par adriana - 30/8/2010 - 08:07




Langue: italien

Traduzione italiana di Riccardo Venturi [Versione spagnola]
19 giugno 2018 01:15
NEL POZZO MARIA LUISA
[SANTA BARBARA BENEDETTA]

Nel pozzo Maria Luisa,
trianlará lará, trianlará.
Nel pozzo Maria Luisa,
trianlará lará, trianlará.
Son morti quattro minatori,
Guarda, guarda, Maruxina, guarda,
guarda in che stato sono.
Son morti quattro minatori,
guarda, guarda, Maruxina, guarda,
guarda in che stato sono.

Porto la camicia rossa,
trianlará lará, trianlará.
Porto la camicia rossa,
trianlará lará, trianlará.
Del sangue di un compagno,
guarda, guarda, Maruxina, guarda,
guarda in che stato sono.
Del sangue di un compagno,
guarda, guarda, Maruxina, guarda,
guarda in che stato sono.

Ho la testa rotta,
trianlará lará, trianlará.
Ho la testa rotta,
trianlará lará, trianlará.
Ché me l'ha rotta una trave,
guarda, guarda, Maruxina, guarda,
guarda in che stato sono.
Me l'ha rotta una trivella,
guarda, guarda, Maruxina, guarda,
guarda in che stato sono.

Santa Barbara benedetta,
trianlará lará, trianlará.
Santa Bárbara benedetta,
trianlará lará, trianlará.
Protettrice dei minatori,
guarda, guarda, Maruxina, guarda,
guarda in che stato sono.
Protettrice dei minatori,
guarda, guarda, Maruxina, guarda,
guarda in che stato sono.

Domani ci sono i funerali,
trianlará lará, trianlará.
Domani ci sono i funerali,
trianlará lará, trianlará.
Di questi poveri compagni,
guarda, guarda, Maruxina, guarda,
guarda in che stato sono
Di questi poveri compagni,
guarda, guarda, Maruxina, guarda,
guarda in che stato sono.

19/6/2018 - 01:16




Langue: asturien

La versione dei Nuberu
[Asturian] version by Nuberu



Dall'album L'Entregu (2008). Si tratta di una rielaborazione sulla base del canto originale, di grande presa emotiva.
NEL POZU MARIA LUISA

Santa Bárbara bendita,
Santa Bárbara bendita,
Patrona de los minerus,
Mirai, mirai Maruxina, mirai
Mirai cómo vengo yo
Patrona de los minerus
Mirai, mirai Maruxina, mirai
Mirai cómo vengo yo.

Nel pozu María Luisa,
Nel pozu María Luisa,
Dieciséis minerus muertus,
Mirai, mirai Maruxina, mirai
Mirai cómo vengo yo
Dieciséis minerus muertus,
Mirai, mirai Maruxina, mirai
Mirai cómo vengo yo.

Traigo la camisa roxa,
Traigo la camisa roxa,
De sangre d'un compañeru,
Mirai, mirai Maruxina, mirai,
Mirai cómo vengo yo
De sangre d'un compañeru,
Mirai, mirai Maruxina, mirai,
Mirai cómo vengo yo.

Qué importa categoríes,
Qué importa categoríes,
Quedaron en el testeru,
Mirai, mirai Maruxina, mirai,
Mirai, mirai cómo vengo yo.
Quedaron en el testeru,
Mirai, mirai Maruxina, mirai,
Mirai cómo vengo yo.

Unos dicen que ye Dios,
unos dicen que ye Dios,
Otros dicen nun lo creo,
Mirai, mirai Maruxina, mirai,
Mirai cómo vengo yo
Otros dicen nun lo creo,
Mirai, mirai Maruxina, mirai,
Mirai cómo vengo yo.

El alma tengo partía,
El alma tengo partía,
Nun será l'últimu duelu,
Mirai, mirai Maruxina, mirai,
Mirai cómo vengo yo
Nun será l'últimu duelu,
Mirai, mirai Maruxina, mirai,
Mira cómo vengo yo.

El casu ye que ca poco,
El casu ye que ca poco,
La muerte yama a conceyu,
Mirai, mirai, Maruxina, mirai,
Mirai cómo vengo yo
La muerte yama a conceyu,
Mirai, mirai Maruxina, mirai,
Mirai cómo vengo yo.

envoyé par Riccardo Venturi - 19/6/2018 - 01:48




Langue: italien

Traduzione italiana di Riccardo Venturi [Versione dei Nuberu]
19 giugno 2018 01:58
NEL POZZO MARIA LUISA

Santa Barbara benedetta,
Santa Barbara benedetta,
Patrona dei minatori,
Guarda, guarda, Maruxina, guarda,
Guarda in che stato sono
Patrona dei minatori,
Guarda, guarda, Maruxina, guarda,
Guarda in che stato sono.

Nel pozzo Maria Luisa,
Nel pozzo Maria Luisa,
Sedici minatori morti, [1]
Guarda, guarda, Maruxina, guarda,
Guarda in che stato sono
Sedici minatori morti,
Guarda, guarda, Maruxina, guarda,
Guarda in che stato sono.

Porto la camicia rossa,
Porto la camicia rossa,
Del sangue di un compagno,
Guarda, guarda, Maruxina, guarda,
Guarda in che stato sono
Del sangue di un compagno,
Guarda, guarda, Maruxina, guarda,
Guarda in che stato sono.

Che importa le categorie,
Che importa le categorie,
Son rimaste in galleria,
Guarda, guarda, Maruxina, guarda,
Guarda in che stato sono
Son rimaste in galleria,
Guarda, guarda, Maruxina, guarda,
Guarda in che stato sono.

C'è chi dice che c'è Dio,
C'è chi dice che c'è Dio,
E chi dice: non ci credo,
Guarda, guarda, Maruxina, guarda,
Guarda in che stato sono
E chi dice: non ci credo,
Guarda, guarda, Maruxina, guarda,
Guarda in che stato sono.

Ho l'anima spezzata,
Ho l'anima spezzata,
Non sarà l'ultima pena,
Guarda, guarda, Maruxina, guarda,
Guarda in che stato sono
Non sarà l'ultima pena,
Guarda, guarda, Maruxina, guarda,
Guarda in che stato sono.

Ed il caso c'entra poco,
Ed il caso c'entra poco,
La morte chiama a assemblea,
Guarda, guarda, Maruxina, guarda,
Guarda in che stato sono
La morte chiama a assemblea,
Guarda, guarda, Maruxina, guarda,
Guarda in che stato sono.
[1] Riferimento diretto alla tragedia del 14 luglio 1949 (ma i morti furono 17, v. introduzione)

19/6/2018 - 02:00




Langues: espagnol, asturien

La versione di Chicho Sánchez Ferlosio
Versión de Chicho Sánchez Ferlosio
Version by Chicho Sánchez Ferlosio



Between 1963 and 1964, the great songwriter Chicho Sánchez Ferlosio recorded a set of revolutionary songs, by his own or traditionals, in Sweden and unsigned (by security), which were recopilated in a LP named Spanska motståndssånger (Sw. “Songs of the Spanish resistance”). Among them was his own version of this song, mixing some Asturian words, in homage to the 1962’s Asturian miner strike, the first since Franco’s victory in 1939. that was repressed with very violence. Obviously, by the time it was recorded, the LP was forbidden in Spain, and was publicated later in 1976.
Source / Fonte / Fuente
CANCIÓN DE MINEROS

En el Pozo María Luisa
larará
salieron cuatro barrenos,
larará
mira, mira Maruxina, mira
mira como vengo yo.

Murieron los barrenistas,
larará
ayudantes y rampleros,
larará
mira, mira Maruxina, mira
mira como vengo yo

Traigo la cabeza rota
larará
que me la rompió un costero
larará
mira, mira Maruxina, mira
mira como vengo yo.

Los zapatus tos rasus
larará
de recorrer el rellenu,
larará
mira, mira Maruxina, mira
mira como vengo yo.

Ya perdí hasta la boïna
larará
por buscar mis compañerus,
larará
mira, mira Maruxina, mira
mira como vengo yo

Santa Bárbara bendita
larará
patrona de los minerus
larará
mira, mira Maruxina, mira
mira como vengo yo

El sol sale para todos
larará
yo aquí dentro no lo veo
larará
mira, mira Maruxina, mira
mira como vengo yo

Con el pico y con el marro
larará
con el marro y el barreno
larará
mira, mira Maruxina, mira
mira como vengo yo

Haremos un agujero
larará
por ver las luces del cielo
larará
mira, mira Maruxina, mira
mira como vengo yo

envoyé par Gustavo Sierra Fernández - 31/10/2011 - 12:14




Langue: italien

Traduzione italiana di Riccardo Venturi [Versione di Chicho Sánchez Ferlosio]
19 giugno 02:43

pozollucha
CANZONE DI MINATORI

Nel pozzo Maria Luisa
larará
sono uscite quattro trivelle,
larará
guarda, guarda, Maruxina, guarda
guarda in che stato sono.

Son morti i trivellatori,
larará
gli aiutanti e i lampisti
larará
guarda, guarda, Maruxina, guarda
guarda in che stato sono.

Ho la testa rotta
larará
ché me l'ha rotta una trave
larará
guarda, guarda, Maruxina, guarda
guarda in che stato sono.

Le scarpe tutte sfondate
larará
per camminar sull'imbottitura
larará
guarda, guarda, Maruxina, guarda
guarda in che stato sono.

Ho perso anche il berretto
larará
per cercare i miei compagni
larará
guarda, guarda, Maruxina, guarda
guarda in che stato sono.

Santa Barbara benedetta
larará
patrona dei minatori
larará
guarda, guarda, Maruxina, guarda
guarda in che stato sono.

Il sole spunta per tutti
larará
io qua dentro non lo vedo
larará
guarda, guarda, Maruxina, guarda
guarda in che stato sono.

Col piccone e con la vanga
larará
con la vanga e la trivella
larará
guarda, guarda, Maruxina, guarda
guarda in che stato sono.

Noi faremo un buco
larará
per veder le luci del cielo
larará
guarda, guarda, Maruxina, guarda
guarda in che stato sono.

19/6/2018 - 02:43




Langue: espagnol

La versione di Gilles Servat
Versión de Gilles Servat



Una splendida versione del Gilles Servat dei “Prolétaires”, per la quale gli si perdona volentieri la sua agghiacciante pronuncia spagnola (e dire che è nato a Tarbes, quindi ben più vicino alle Asturie che alla Bretagna...). Il testo di questa versione è senz'altro ripreso da versioni militanti, particolarmente per una strofa; Gilles Servat vi inserisce un assolo al biniou, che non è fuori luogo in questo canto di origine anticamente galiziana (quindi di area celtica). [RV]
SANTA BÁRBARA BENDITA

En el pozo María Luisa,
tranlaralará, tranlará,
murieron cuatro mineros,
mira, mira Maruxina mira,
mira como vengo yo.
Murieron cuatro mineros,
mira, mira Maruxina mira,
mira como vengo yo

Traigo la camisa roja
tranlaralará, tranlará,
del sangre de un compañero,
mira,mira Maruxina mira,
mira como vengo yo.
Del sangre de un compañero,
mira,mira Maruxina mira,
mira como vengo yo.

Traigo la cabeza rota,
tranlaralará, tranlará,
que me la rompió un barreno,
mira, mira Maruxina mirai,
mira como vengo yo.
Que me la rompió un barreno,
mira, mira Maruxina mira,
mira como vengo yo.

Me cago en los capataces
ranlaralará, tranlará,
accionistas y esquiroles,
mira, mira Maruxina, mira,
Mira como vengo yo!
Accionistas y esquiroles,
mira, mira Maruxina, mira,
Mira como vengo yo.

En el pozo María Luisa,
tranlaralará, tranlará,
murieron cuatro mineros,
mira, mira Maruxina mira,
mira como vengo yo.
Murieron cuatro mineros,
mira, mira Maruxina mira,
mira como vengo yo.

Santa Bárbara bendita,
tranlaralará, tranlará
patrona de los mineros,
mira, mira Maruxina mira,
mira como vengo yo.
Patrona de los Mineros,
mira, mira, Maruxina mira,
mira como vengo yo.

envoyé par Riccardo Venturi - 19/6/2018 - 02:52




Langue: français

Traduction française de Riccardo Venturi [Version de Gilles Servat]
19 juin 2018 03:17
SAINTE BARBE BÉNIE

Dans les puits Maria Luisa
Traïlalala lala traïlala
Sont morts quatre mineurs
Tu vois Maruxina, tu vois
dans quel état je suis
Sont morts quatre mineurs
Tu vois Maruxina, tu vois
dans quel état je suis

Ma chemise est rouge
Traïlalala lala traïlala
Du sang d'un camarade
Tu vois Maruxina, tu vois
dans quel état je suis
Du sang d'un camarade
Tu vois Maruxina, tu vois
dans quel état je suis

J'ai la tête brisée
Traïlalala lala traïlala
Par une poutre de boisage
Tu vois Maruxina, tu vois
dans quel état je suis
Par une poutre de boisage
Tu vois Maruxina, tu vois
dans quel état je suis.

J'emmerde les contremaîtres
Traïlalala lala traïlala
Les actionnaires et les jaunes
Tu vois Maruxina, tu vois
dans quel état je suis
Les actionnaires et les jaunes
Tu vois Maruxina, tu vois
dans quel état je suis

Dans les puits Maria Luisa
Traïlalala lala traïlala
Sont morts quatre mineurs
Tu vois Maruxina, tu vois
dans quel état je suis
Sont morts quatre mineurs
Tu vois Maruxina, tu vois
dans quel état je suis.

Sainte Barbe bénie,
Traïlalala lala traïlala
Patronne des mineurs
Tu vois Maruxina, tu vois
dans quel état je suis
Patronne des mineurs
Tu vois Maruxina, tu vois
dans quel état je suis.

19/6/2018 - 03:18




Langue: espagnol

Versión de Elisa Serna, grabada en su álbum de 1974 "Este tiempo ha de acabar"

EN LA MINA EL TARANCÓN

En la mina el Tarancón
se mataron once obreros.
Mira como vengo madre,
mira como vengo yo.

Se mataron cuatro picas
con sus hermanos rampleros.
Mira como vengo madre,
mira como vengo yo.

Vengo bañao de sangre
de esos pobres compañeros.
Mira como vengo madre,
mira como vengo yo.

Moreda y Caborana
de luto se vistió entero.
Mira como vengo madre,
mira como vengo yo.

Mañana son los entierros
de esos pobres compañeros.
Mira como vengo madre,
mira como vengo yo.

envoyé par Gustavo Sierra Fernández - 31/10/2011 - 12:16




Langue: portugais

Nas minas de São João: La versione portoghese / La versión portuguesa / A versão portuguesa



En Alentejo, Portugal se canta en ciertas ocasiones una canción que se atribuye a los mineros alentejanos de Aljustrel. Su título es "Nas minas de São João", aunque también se la conoce simplemente como "Hino dos mineiros alentejanos".
Lo curioso es que en portugués, roxo significa morado y no rojo, por lo que "traigo la camisa roxa de la sangre de los compañeros" es una proposición rara. Eso una vez que la sangre fresca es bermeja, mientras que la vieja es castaña, pero jamás morada. Es muy probable, pues, que esta canción alentejana provenga de la original astur, y no al revés. Las componentes musicales, ésas, son muy semejantes. [sp.wikipedia]
NAS MINAS DE SÃO JOÃO

Nas minas de São João
due due due due due, due due due
due due due due due, due due due
morreram quatro mineiros.
Vê lá, vê lá companheiro, vê lá
vê lá companheiro, vê lá
vê lá, como venho eu.

Eu trago a cabeça rota
due due due due due, due due due
due due due due due, due due due
por cair uma barrena.
Vê lá, vê lá companheiro, vê lá
vê lá companheiro, vê lá
vê lá, como venho eu.

Eu trago a camisa roxa
due due due due due, due due due
due due due due due, due due due
do sangue dos companheiros.
Vê lá, vê lá companheiro, vê lá
vê lá companheiro, vê lá
vê lá, como venho eu.

Ó Senhora Santa Bárbara,
due due due due due, due due due
due due due due due, due due due
padroeira dos mineiros.
Vê lá, vê lá companheiro, vê lá
vê lá companheiro, vê lá
vê lá, como venho eu.

envoyé par Dq82 - 21/2/2017 - 12:22




Langue: anglais

Traducción al inglés / Traduzione inglese / English Translation:
Gustavo Sierra Fernández

Dos apreciaciones: aunque literalmente debería decir “Look how I’m coming”, en realidad, en castellano también significa a veces "en qué condición estoy", es decir, en qué estado se ve venir a uno.
IN THE MARÍA LUISA PIT

In the María Luisa pit
larará
four miners were dead,
look, look Maruxina, look,
look in which condition I've come.

I come with my shirt in red
larará
of a fellow’s blood
look, look Maruxina, look,
look in which condition I've come.

I come with my head broken
larará
for it was broken by a blast
look, look Maruxina, look,
look in which condition I've come.

Blessed Saint Barbara
larará
miners' Saint Patron
look, look Maruxina, look,
look in which condition I've come.

envoyé par Gustavo Sierra Fernández - 31/10/2011 - 12:11




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