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La notte in cui mi tolsi l'armatura

Paolo Pietrangeli
Langue: italien


Paolo Pietrangeli


La notte in cui mi tolsi l'armatura,
scopersi qualche ammac-catura,
graffi super-ficiali,
indolenziti muscoli dorsali.
Ma piccoli problemi..
Capii di stare meglio senza freni,
senza tante paure
né chiodi o serrature..
I movimenti, certo, un po' impacciati,
dopo tanto legati,
poi liberi e contenti
di tornare normali..
La notte in cui mi tolsi l'armatura,
mi misi anche gli occhiali..
sul naso di chi
non vede che qui
È tutto l'opposto
di un mondo che è a posto,
Sul naso di chi
non vede che qui
è pieno di chiodi
e dice: "Che modi,
che modi, che modi!"
E c'è pure quello
che vede le stelle
e dice: "Che stalle!
Che stalle! Che stalle!"
e c'è suo fratello
che vede una pelle
e dice: "Che palle,
che palle, che palle!"
E loro cugino che non si affatica
che non s'affatica nemmeno a parlare,
e parla che sembra
che sembra un giornale,
stampato anche male,
stampato anche male!
E poi conoscenti,
amici e parenti,
cognati ed affini,
lontani e vicini,
non fanno mai sforzi,
non vanno mai avanti,
e sono contenti,
contenti, contenti!
felici di stare dentro l'armatura,
la vogliono dura,
più dura, più dura.
che no, non ci passi un po' di fantasia,
che fa solo male! E poi c'è nostra zia
che fa i rigatoni,
gatoni, gatoni,
che son tanto buoni,
ma buoni, ma buoni!
Ci sono armature
di tutte i colori,
di tutte le forme,
di tutti i valori,
di mille misure,
pesanti e leggere,
son tutte armature,
son tutte armature!
E se c'è qualcuno
che muove il suo labbro,
e tenta di uscire
gli mandano un fabbro,
ed ecco che arriva
gli stringe la mano
in un guanto di ferro
"Mi serri anche l'ano!"
E poi chiede aiuto a un certo Guglielmo,
mi tengono fermo, mi fissano l'elmo
abbassan pian piano la nera celata,
la bocca la voglio
tappata, tappata!
Tappata, tappata!



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