Guarda chi vita chi fa lu zappaturi
Il testo è stato poi inserito anche da Dario Fo in Ci ragiono e canto e, come tale, era stato proposto da DonQuijote82 creando un doppione. Invitiamo sempre chiunque proponga un testo a controllare se non ci sia già, cosa oramai altamente probabile in un sito con quasi 15.000 canzoni. Basta impostarlo sulla casella di ricerca in alto a destra sulla homepage. Grazie.
CCG/AWS Staff 23/11/2011 - 20:07
"Il testo è di Giuseppe Ganduscio che lo ha scritto rifacendosi alle frasi e ai modi di dire tipicamente protestatari dei cittadini (ad esempio: Guarda chi vita fa lu zappaturi: l’amu a cangiari sta sorti mischina), da lui uditi durante le lotte politiche degli anni 1946-47; egli lo ha poi adattato a un canto di ringraziamento tradizionale dei mietitori, pubblicato nel Favara: Ora ch’avemu mangiatu e avemu vivutu."
(dal libretto dello spettacolo “Ci ragiono e canto, vol. 1”)
(dal libretto dello spettacolo “Ci ragiono e canto, vol. 1”)
Bernart Bartleby 25/8/2014 - 15:32
Mirrina
Canto popolare di mietitura e battitura ripreso magistralmente da Rosa Balistreri in un suo disco del 1972 che prende il titolo proprio da un verso di questa canzone, “Amore, tu lo sai, la vita è amara”.
Sappiamo che “Mirrina” è nome di origine greca, quello di una delle protagoniste della commedia “Lisistrata” di Aristofane, le donne che attuarono lo sciopero del sesso per costringere i loro uomini a non andare più in guerra… Ma qui Mirrina ha un altro significato (forse dal latino verinus, vite, o arnese per forare, con riferimento al girare sempre nello stesso senso), è il nome dato alle bestie, ai muli, un tempo utilizzati per la battitura del grano, come descritto da Filippo Miccichè nei suoi commenti al video che ho riportato:
“Canto della trebbiatura del grano con gli animali prima dell’avvento delle macchine (pisatura). Con acqua e paglia veniva costruita l’aia circolare con un... (continuer)
Sappiamo che “Mirrina” è nome di origine greca, quello di una delle protagoniste della commedia “Lisistrata” di Aristofane, le donne che attuarono lo sciopero del sesso per costringere i loro uomini a non andare più in guerra… Ma qui Mirrina ha un altro significato (forse dal latino verinus, vite, o arnese per forare, con riferimento al girare sempre nello stesso senso), è il nome dato alle bestie, ai muli, un tempo utilizzati per la battitura del grano, come descritto da Filippo Miccichè nei suoi commenti al video che ho riportato:
“Canto della trebbiatura del grano con gli animali prima dell’avvento delle macchine (pisatura). Con acqua e paglia veniva costruita l’aia circolare con un... (continuer)
Ah, ccà! Mirrina e reggiti a lu ventu
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 21/8/2014 - 14:11
Addiu bedda Sicilia
Parole di Ignazio Buttitta.
Musica di Rosa Balistreri.
Canzone inedita incisa da Rosa Balistreri trovata tra i dischi donati dall’artista al Comune di Licata.
Testo inedito trovato sul libro di Nicolò La Perna “Rosa Balistreri - Rusidda... a licatisa”.
Musica di Rosa Balistreri.
Canzone inedita incisa da Rosa Balistreri trovata tra i dischi donati dall’artista al Comune di Licata.
Testo inedito trovato sul libro di Nicolò La Perna “Rosa Balistreri - Rusidda... a licatisa”.
Addiu bedda Sicilia, Palermu capitali,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 4/6/2014 - 11:12
Ballata pi Peppi Fava
[1984]
Versi di Ignazio Buttitta
Musica di Rosa Balistreri.
Testo trovato su Cultura Siciliana, sito curato da Nicolò La Perna.
Interpretata dalla stessa Rosa Balistreri.
Si veda anche Passa la banda di Giuseppe “Peppe” Giuffrida.
Versi di Ignazio Buttitta
Musica di Rosa Balistreri.
Testo trovato su Cultura Siciliana, sito curato da Nicolò La Perna.
Interpretata dalla stessa Rosa Balistreri.
Si veda anche Passa la banda di Giuseppe “Peppe” Giuffrida.
E per l’ultima ammazzata
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 4/6/2014 - 10:01
Parcours:
La Mafia et les mafias
A me vita
[1977]
Parole e musica di Lillo Catania, già coautore di Quannu moru, il testamento artistico e spirituale di Rosa Balistreri.
Una canzone che ho voluto attribuire alla grande artista siciliana perché basata sul racconto della sua vita, raccolto dall’autore di questo splendido testo, Lillo Catania, un altro artista siciliano che conosco poco ma che in queste strofe si rivela essere davvero molto sensibile.
Lillo Catania e Rosa Balistreri si conobbero per caso, alla fine degli anni 70, essendo vicini di casa a Palermo. Per quattro anni Lillo e Rosa si incontrano quasi quotidianamente e i pezzi di vita che Rosa racconterà a Lillo diventeranno liriche e melodie di struggimento sincero, gran parte delle quali, purtroppo, non vennero allora pubblicate.
Testo inedito trovato sul libro di Nicolò La Perna “Rosa Balistreri - Rusidda... a licatisa”.
«[…] Rosa Balistreri si sedette di fronte a... (continuer)
Parole e musica di Lillo Catania, già coautore di Quannu moru, il testamento artistico e spirituale di Rosa Balistreri.
Una canzone che ho voluto attribuire alla grande artista siciliana perché basata sul racconto della sua vita, raccolto dall’autore di questo splendido testo, Lillo Catania, un altro artista siciliano che conosco poco ma che in queste strofe si rivela essere davvero molto sensibile.
Lillo Catania e Rosa Balistreri si conobbero per caso, alla fine degli anni 70, essendo vicini di casa a Palermo. Per quattro anni Lillo e Rosa si incontrano quasi quotidianamente e i pezzi di vita che Rosa racconterà a Lillo diventeranno liriche e melodie di struggimento sincero, gran parte delle quali, purtroppo, non vennero allora pubblicate.
Testo inedito trovato sul libro di Nicolò La Perna “Rosa Balistreri - Rusidda... a licatisa”.
«[…] Rosa Balistreri si sedette di fronte a... (continuer)
Quann’era picciridda cu me patri
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 4/6/2014 - 09:22
O cuntadinu sutta lu zappuni
O cuntadinu sutta lu zappuni,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Francesco (Ciccio) Giuffrida 7/10/2013 - 23:31
Terra ca nun senti
[1973]
Album “Terra che non senti”
Album “Terra che non senti”
Malidittu ddu mumentu
(continuer)
(continuer)
envoyé par Dead End 6/3/2013 - 11:35
Iu partu e su custrittu di partiri
Da Ci ragiono e canto vol. 1
Canto d’addio dell’emigrante. Testo relativamente recente, adattato ad antico motivo.
Scrive Giuseppe Ganduscio: “Ogni paese aveva il suo motivo «la so tunnata» e su quello,
opportunamente variato, i paesani, secondo l’estro, innestavano canti di lavoro, di amore,
di carcere”.
Anche questo testo -del repertorio di Rosa- va attribuito a "Peppi Ganduscio".
Canto d’addio dell’emigrante. Testo relativamente recente, adattato ad antico motivo.
Scrive Giuseppe Ganduscio: “Ogni paese aveva il suo motivo «la so tunnata» e su quello,
opportunamente variato, i paesani, secondo l’estro, innestavano canti di lavoro, di amore,
di carcere”.
Anche questo testo -del repertorio di Rosa- va attribuito a "Peppi Ganduscio".
Iu partu e su custrittu di partiri
(continuer)
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 20/1/2013 - 19:21
La Ballata del prefetto Mori
Bravo Lorenzo, in piena sintonia con te.
Anche a me qualche giorno fa era venuta voglia di rispondere ad Orwell 2010, e non solo per il suo intervento da agiografo del duce ma anche perché ha infarcito le sue considerazioni con un insulto omofobico, cosa che questo sito aborre (i democristiani, se gli stanno sul culo, li puoi benissimo chiamare stronzi) così come quelli sessisti o razzisti…
Avevo provato a rispondergli a partire proprio da un famoso articolo che il vecchio Sciascia scrisse per il Corriere della Sera nel 1987, solo qualche anno prima di morire. Mi aveva trattenuto il fatto che quell’articolo intitolato “I professionisti dell’antimafia”, solo incidentalmente una recensione al libro “La mafia durante il Fascismo” di Christopher Duggan (che non ho letto ma che credo sia parecchio interessante), conteneva sì una chiara analisi di quale siano stati realmente obiettivi e risultati... (continuer)
Anche a me qualche giorno fa era venuta voglia di rispondere ad Orwell 2010, e non solo per il suo intervento da agiografo del duce ma anche perché ha infarcito le sue considerazioni con un insulto omofobico, cosa che questo sito aborre (i democristiani, se gli stanno sul culo, li puoi benissimo chiamare stronzi) così come quelli sessisti o razzisti…
Avevo provato a rispondergli a partire proprio da un famoso articolo che il vecchio Sciascia scrisse per il Corriere della Sera nel 1987, solo qualche anno prima di morire. Mi aveva trattenuto il fatto che quell’articolo intitolato “I professionisti dell’antimafia”, solo incidentalmente una recensione al libro “La mafia durante il Fascismo” di Christopher Duggan (che non ho letto ma che credo sia parecchio interessante), conteneva sì una chiara analisi di quale siano stati realmente obiettivi e risultati... (continuer)
Bartleby 12/10/2010 - 08:32
D'accordo con Lorenzo e con Bartleby. Non capisco poi, fra l'altro, come "Orwell 2010" che non si definisce fascista, persegua (a parte gli insulti omofobici) proprio gli schematici luoghi comuni, tipici di quella corrente. Comunque il fascismo (quello del ventennio) considerò, proprio dopo il bell'operato di Cesare Mori (1929), la mafia estirpata e "la piaga secolare guarita" (ché poi, terrei a precisare, la "mafia".. quella vecchia come quella nuova, non è mai stata solo un fenomeno siciliano!).
Allora chiederei a "Orwell 2010" che a conferma di ciò sostiene che è "l'unico merito" che il fascismo "ha avuto", come mai ancora nel '43 (14 anni dopo) quando gli americani sbarcarono in Sicilia, indubbiamente grazie anche all'intercessione dei mafiosi (Lucky Luciano), la cosiddetta mafia era ancora lì, viva e vegeta, così determinante, e ancora tutta da estirpare?.
Dunque quel fascismo aveva la mafia ancora tutta da "annientare", o era "l'unico merito" che aveva già raggiunto, già conseguito ?
Allora chiederei a "Orwell 2010" che a conferma di ciò sostiene che è "l'unico merito" che il fascismo "ha avuto", come mai ancora nel '43 (14 anni dopo) quando gli americani sbarcarono in Sicilia, indubbiamente grazie anche all'intercessione dei mafiosi (Lucky Luciano), la cosiddetta mafia era ancora lì, viva e vegeta, così determinante, e ancora tutta da estirpare?.
Dunque quel fascismo aveva la mafia ancora tutta da "annientare", o era "l'unico merito" che aveva già raggiunto, già conseguito ?
giorgio 12/10/2010 - 11:32
La mafia viva e vegeta? Leggetevi la bellissima biografia di Arrigo Petacco sul prefettissimo (che era odiato dai fascisti come Arpinati e compari) anche se dubito serva a togliervi dai vostri schematismi ideologici e faziosi...
Giovanni Papini 19/8/2011 - 20:49
La propaganda fascista è stata da sempre abilissima nel dipingere il regime mussoliniano quale acerrimo nemico della mafia. Se è pur vero che numerosi mafiosi furono arrestati durante il fascismo (soprattutto nell'epoca del cosiddetto "Prefetto di Ferro" Cesare Mori), è vero anche che nella stragrande maggioranza dei casi si trattava di "pesci piccoli" ed è anche vero che i fascisti non ebbero scrupoli nel liberare molti di essi quando si trattò di utilizzarli in sporche operazioni contro gli antifascisti (vedi l'assassinio dell'anarchico Carlo Tresca).
I rapporti mafia-fascismo furono ben saldi prima e anche dopo l'8 settembre 1943, quando mafia, fascisti e istituzioni collaborarono in chiave repressiva dei movimenti sociali che si andavano a sviluppare in Sicilia.
«Un processo lento, che in Italia si è sviluppato per tappe e acquisizioni a partire dal riconoscimento dello status quo... (continuer)
I rapporti mafia-fascismo furono ben saldi prima e anche dopo l'8 settembre 1943, quando mafia, fascisti e istituzioni collaborarono in chiave repressiva dei movimenti sociali che si andavano a sviluppare in Sicilia.
«Un processo lento, che in Italia si è sviluppato per tappe e acquisizioni a partire dal riconoscimento dello status quo... (continuer)
giorgio 20/8/2011 - 14:38
Mi dispiace! Parlate così perché sicuramente siete di sinistra! La storia non è come la raccontate voi, o come l'ha raccontata qualche intellettuale! Il fascismo era un regime totalitario! Mai avrebbe consentito ad altri poteri, mafia compresa, di sottrargli potere! Questa è una motivazione inconfutabile, anche a voler escludere considerazioni morali! Mussolini aveva capito che la mafia non era una semplice associazione a delinquere, come ce ne sono state e ce ne sono ancora, ma un ero e proprio potere sotterraneo che condizionava la vita politica, economica, sociale, culturale, ecc., della Sicilia. Far finta di niente o accettarla, come succedeva prima del fascismo e dopo il fascismo, avrebbe comportato la perdita dell'autorità fascista in Sicilia (più mafia meno Stato)! Ciò per i fascisti, almeno quelli che credevano davvero in esso, sarebbe stato inaccettabile, con il loro culto dello... (continuer)
Il Ghibellino 22/5/2012 - 16:44
È davvero curioso come 'sta mafia "siciliana", dopo essere stata completamente distrutta dal regime mussoliniano (forse, in esigua parte, avrà trovato scampo a Brucculinu (Brooklyn) diventando "americana"), di colpo riprende corpo e nuova vita ex nihilo come l'araba fenice, nell'imminenza dello sbarco alleato in Sicilia.
Ohimè, temo essere di fronte alla solita idealizzazione e visione idilliaca del famigerato ventennio e del suo stato criminale, e che vuole essere, pertanto, sorda a qualsiasi documentazione / recensione.
Un'altra cosa poi che non ho capito sono i "presunti neofascisti solo a parole" (??), che io avrei menzionato.
L'uomo, si sa, è un essere parlante.. Un fascista, si presume, vorrebbe vedere realizzato il suo fascismo e può dichiararlo apertamente, come un comunista il suo comunismo, etc. Non tutti, presi individualmente, abbiamo sempre, ovviamente e per fortuna!, la capacità di tradurre le nostre parole in fatti.
Mah!
Forse per non "essere di sinistra" (che Iddio ne scampi!) bisogna ragionare così.
Ohimè, temo essere di fronte alla solita idealizzazione e visione idilliaca del famigerato ventennio e del suo stato criminale, e che vuole essere, pertanto, sorda a qualsiasi documentazione / recensione.
Un'altra cosa poi che non ho capito sono i "presunti neofascisti solo a parole" (??), che io avrei menzionato.
L'uomo, si sa, è un essere parlante.. Un fascista, si presume, vorrebbe vedere realizzato il suo fascismo e può dichiararlo apertamente, come un comunista il suo comunismo, etc. Non tutti, presi individualmente, abbiamo sempre, ovviamente e per fortuna!, la capacità di tradurre le nostre parole in fatti.
Mah!
Forse per non "essere di sinistra" (che Iddio ne scampi!) bisogna ragionare così.
giorgio 23/5/2012 - 09:06
PS: "Il mondo di oggi" non è fascista? "Il fascismo è tutto e il contrario di tutto"?
Mi dispiace: Il fascismo, caro il mio Ghibellino, è qualcosa di molto ben preciso, e fa ancora capolino, col suo brutto grugno, anche nel "mondo di oggi" più spesso di quanto tu non creda; basta guardarsi attorno..
Buona giornata!
Mi dispiace: Il fascismo, caro il mio Ghibellino, è qualcosa di molto ben preciso, e fa ancora capolino, col suo brutto grugno, anche nel "mondo di oggi" più spesso di quanto tu non creda; basta guardarsi attorno..
Buona giornata!
giorgio 23/5/2012 - 09:08
Non lo so, non credo che su questo tema tutto storico ci si debba qui confrontare a colpi di wikipedia o di anarcopedia o di considerazioni personali. In rete sono reperibili molti studi sul rapporto tra mafia e fascismo, come per esempio questo del siciliano Pierluigi Basile, oppure si vada a leggere il fondamentale studio di Christopher J.H. Duggan, allievo di Denis Mack Smith. Su Arrigo Petacco invece ci andrei più coi piedi di piombo, visto che prima di essere uno storico è un giornalista, e la differenza non è di poco conto.
Quel che è certo è che la mafia è un fenomeno criminale “carsico” e quando è sotto attacco è capace di sopravvivere a lungo nelle viscere della società. Non credo quindi che né Mussolini né altri prima e dopo di lui possano vantarsi di averla mai sradicata.
Anche perché è in una ben precisa mentalità antisociale, costantemente presente nel tessuto sociale italiano, al sud come al nord, che la mafia trova nutrimento e radicamento.
Quel che è certo è che la mafia è un fenomeno criminale “carsico” e quando è sotto attacco è capace di sopravvivere a lungo nelle viscere della società. Non credo quindi che né Mussolini né altri prima e dopo di lui possano vantarsi di averla mai sradicata.
Anche perché è in una ben precisa mentalità antisociale, costantemente presente nel tessuto sociale italiano, al sud come al nord, che la mafia trova nutrimento e radicamento.
Bartleby 23/5/2012 - 10:42
Faccio un esempio, per spiegare meglio cosa intendevo dire nel post precedente...
Qualche tempo fa mi trovavo nella sala d'aspetto di un ambulatorio medico. Prima di me c'era un ragazzo siciliano, un tipo molto gioviale ed affabile che faceva conversazione con tutti e giocava coi bambini presenti, guadagnandosi subito la simpatia delle mamme di questi. Dopo un po', qualunque cosa dicesse costui, l'uditorio quasi unanimemente annuiva e acconsentiva. Ad un certo punto il ragazzo - un palermitano, diceva lui - se ne esce dicendo pressapoco: "Eeeee, da quando alla mafia gli stanno addosso, giù non c'è più lavoro, è tutto fermo, così siamo costretti a venire a soffrire quassù!" E tutti (tutte, a dire il vero), "Eeeee già, poveretti, è proprio così!" Io mi permisi a quel punto di rompere la mia apparente indifferenza e dissi semplicemente una frase un po' fatta del tipo: "Ma se è la mafia il problema... (continuer)
Qualche tempo fa mi trovavo nella sala d'aspetto di un ambulatorio medico. Prima di me c'era un ragazzo siciliano, un tipo molto gioviale ed affabile che faceva conversazione con tutti e giocava coi bambini presenti, guadagnandosi subito la simpatia delle mamme di questi. Dopo un po', qualunque cosa dicesse costui, l'uditorio quasi unanimemente annuiva e acconsentiva. Ad un certo punto il ragazzo - un palermitano, diceva lui - se ne esce dicendo pressapoco: "Eeeee, da quando alla mafia gli stanno addosso, giù non c'è più lavoro, è tutto fermo, così siamo costretti a venire a soffrire quassù!" E tutti (tutte, a dire il vero), "Eeeee già, poveretti, è proprio così!" Io mi permisi a quel punto di rompere la mia apparente indifferenza e dissi semplicemente una frase un po' fatta del tipo: "Ma se è la mafia il problema... (continuer)
Bartleby 23/5/2012 - 15:35
Per Bartleby
Non c'era bisogno di farmi esempi avevo già capito l'antifona. Anch'io te ne potrei raccontare di cotte e di crude, tantissime: Ma credo che le manifestazioni pro-Ciancimino ("perché con Lui si lavorava") siano più che sufficienti.
D'altro canto è pure normale. 'Sta mentalità è solo un'ovvia conseguenza. Cambiando la struttura economica cambierebbero rapidamente i fatti di costume più o meno "carsici" di cui ti lamentavi. Ma è proprio questo il punto. Cos'altro riusciamo a produrre, noi, se non proiezioni utopistiche e .. moralismi?
E poi.. 'sta favola che lo stato combatterebbe davvero la mafia… sarebbe meglio dire, 'sta bella rappresentazione! (→ vedi Napolitano a Palermo a commemorare Capaci)… Lasciamo stare: Qui il discorso si fa lungo e complesso.
Riguardo il tuo tema "tutto storico": Il link sul Basile che hai postato non porta da nessuna parte. Probabilmente è questo... (continuer)
Non c'era bisogno di farmi esempi avevo già capito l'antifona. Anch'io te ne potrei raccontare di cotte e di crude, tantissime: Ma credo che le manifestazioni pro-Ciancimino ("perché con Lui si lavorava") siano più che sufficienti.
D'altro canto è pure normale. 'Sta mentalità è solo un'ovvia conseguenza. Cambiando la struttura economica cambierebbero rapidamente i fatti di costume più o meno "carsici" di cui ti lamentavi. Ma è proprio questo il punto. Cos'altro riusciamo a produrre, noi, se non proiezioni utopistiche e .. moralismi?
E poi.. 'sta favola che lo stato combatterebbe davvero la mafia… sarebbe meglio dire, 'sta bella rappresentazione! (→ vedi Napolitano a Palermo a commemorare Capaci)… Lasciamo stare: Qui il discorso si fa lungo e complesso.
Riguardo il tuo tema "tutto storico": Il link sul Basile che hai postato non porta da nessuna parte. Probabilmente è questo... (continuer)
giorgio 24/5/2012 - 08:23
Ciao Giorgio,
ci tenevo a spiegarmi meglio e facendo quei due esempi volevo ragionare sul fatto che la mentalità paramafiosa, brodo di coltura della Mafia vera e propria, è diffusissima al sud come al nord... Per anni, infatti, tanti ipocriti nordisti, in primis i leghisti (quelli che dicevano di essere duri & puri & onesti & incorruttibili), hanno preteso di far credere che la Mafia al nord giammai... E invece, proprio qui intorno alla mia Torino, ci sono amministrazioni comunali (come quelle di Leinì, di Rivoli, di Orbassano...) in cui nel recente passato le infiltrazioni mafiose sono state pesantissime... Per dirtene un'altra: solo ieri è stato commissariato il comune di Rivarolo Canavese perchè in odore di mafia... E non è che le infiltrazioni esistono solo perchè qualche criminale del sud si è spostato a fare affari al nord, no, esistono anche perchè politici locali, settentrionali... (continuer)
ci tenevo a spiegarmi meglio e facendo quei due esempi volevo ragionare sul fatto che la mentalità paramafiosa, brodo di coltura della Mafia vera e propria, è diffusissima al sud come al nord... Per anni, infatti, tanti ipocriti nordisti, in primis i leghisti (quelli che dicevano di essere duri & puri & onesti & incorruttibili), hanno preteso di far credere che la Mafia al nord giammai... E invece, proprio qui intorno alla mia Torino, ci sono amministrazioni comunali (come quelle di Leinì, di Rivoli, di Orbassano...) in cui nel recente passato le infiltrazioni mafiose sono state pesantissime... Per dirtene un'altra: solo ieri è stato commissariato il comune di Rivarolo Canavese perchè in odore di mafia... E non è che le infiltrazioni esistono solo perchè qualche criminale del sud si è spostato a fare affari al nord, no, esistono anche perchè politici locali, settentrionali... (continuer)
Bartleby 24/5/2012 - 09:23
L'unico tentativo serio di lotta alla mafia fu quello del prefetto Mori, durante il Fascismo, mentre dopo, lo Stato ha sminuito, sottovalutato o semplicemente colluso..
Sfidiamo gli antifascisti a negare che la mafia ritornò trionfante in Sicilia ed in Italia al seguito degli "Alleati" e degli antifascisti, in ricompensa dell'aiuto concreto che essa fornì per lo sbarco e la conquista dell'isola!"
Giovanni Falcone, pagina 103 del suo libro "Cose di cosa nostra".
Sfidiamo gli antifascisti a negare che la mafia ritornò trionfante in Sicilia ed in Italia al seguito degli "Alleati" e degli antifascisti, in ricompensa dell'aiuto concreto che essa fornì per lo sbarco e la conquista dell'isola!"
Giovanni Falcone, pagina 103 del suo libro "Cose di cosa nostra".
Contro corrente 24/5/2012 - 13:18
Mi fa piacere che, almeno tu, benché nordico, riconosci che la mafia non è un fenomeno meramente locale "siciliano" o, comunque, del Mezzogiorno. Trovo che è sempre più difficile farsi capire almeno che il tuo interlocutore, per dirla col buon Guccini, non abbia capito già.
La cosiddetta "mafia" è ormai (e in un certo qual modo è sempre stata) una realtà trasversalmente mondiale. Certo, vi sono aree più degradate e depresse, e proporzionalmente al grado di depressione essa attecchisce, mostrando magari i suoi connotati più violenti. Ma quando o laddove non si spara e non corre il sangue, non significa affatto che non ci sia.
Quella siciliana (il nome sembra proprio venire da qui, ma è fin troppo cliché parlare sempre e solo di mafiasiciliana) alle sue origini aveva persino peculiarità positive.
Uno studioso della lingua araba, Antonio Di Gregorio, ha di recente sostenuto che -afia significa... (continuer)
La cosiddetta "mafia" è ormai (e in un certo qual modo è sempre stata) una realtà trasversalmente mondiale. Certo, vi sono aree più degradate e depresse, e proporzionalmente al grado di depressione essa attecchisce, mostrando magari i suoi connotati più violenti. Ma quando o laddove non si spara e non corre il sangue, non significa affatto che non ci sia.
Quella siciliana (il nome sembra proprio venire da qui, ma è fin troppo cliché parlare sempre e solo di mafiasiciliana) alle sue origini aveva persino peculiarità positive.
Uno studioso della lingua araba, Antonio Di Gregorio, ha di recente sostenuto che -afia significa... (continuer)
giorgio 25/5/2012 - 08:17
PS: (A proposito ieri "el compañero presidente" è stato pure al Sasso Barbato, ma.. dietro richiesta.)
giorgio 25/5/2012 - 08:19
Per Contro Corrente, il Ghibellino e compagnia bella
E io sfido i fascisti e i vari difensori dei "meriti" di quel regime a spiegarmi come faceva la "mafia" essendo stata eliminata o cacciata dal suolo siciliano a ritornarvi "trionfante" e a fornire "aiuto concreto" per lo sbarco e la conquista dell’isola -se, di fatto (come volete affermare) aveva perso ogni forma di controllo sul territorio.
E io sfido i fascisti e i vari difensori dei "meriti" di quel regime a spiegarmi come faceva la "mafia" essendo stata eliminata o cacciata dal suolo siciliano a ritornarvi "trionfante" e a fornire "aiuto concreto" per lo sbarco e la conquista dell’isola -se, di fatto (come volete affermare) aveva perso ogni forma di controllo sul territorio.
giorgio 25/5/2012 - 08:24
Ripeto, come da post del 23 scorso: credo sia un tema da lasciare agli storici e non è che qui basta citare Falcone e allora fermi tutti. Falcone, come altri, avrà fatto le sue letture e avrà avuto le sue opinioni su mafia e fascismo/antifascismo, ma credo che la sua attenzione ed il suo impegno fosse rivolto altrove, sicuramente al presente...
In ogni caso, anche lui, proprio nel passo giustamente citato da Contro corrente parlava di un "tentativo" ed usava un "ritornò trionfante" non certo nel senso che la mafia sotto i colpi di Mori fosse stata costretta a fuggire chissà dove... si era semplicemente ritratta, nascosta, rimanendo quiescente finchè le condizioni per riemergere non furono di nuovo favorevoli. Così ha fatto e fa sempre.
E ancora: furono davvero gli antifascisti ad incoronare di nuovo la mafia dopo il 43? Anche qui un approfondimento storico sarebbe d'obbligo... Dico solo... (continuer)
In ogni caso, anche lui, proprio nel passo giustamente citato da Contro corrente parlava di un "tentativo" ed usava un "ritornò trionfante" non certo nel senso che la mafia sotto i colpi di Mori fosse stata costretta a fuggire chissà dove... si era semplicemente ritratta, nascosta, rimanendo quiescente finchè le condizioni per riemergere non furono di nuovo favorevoli. Così ha fatto e fa sempre.
E ancora: furono davvero gli antifascisti ad incoronare di nuovo la mafia dopo il 43? Anche qui un approfondimento storico sarebbe d'obbligo... Dico solo... (continuer)
Bartleby 25/5/2012 - 08:24
@ giorgio
Grazie agli "zii d'America"...
Lucky Luciano
Non mi risulta che Rosi (uno dei migliori che abbiamo avuto nel cinema) fosse estimatore del Fascismo.
Grazie agli "zii d'America"...
Lucky Luciano
Non mi risulta che Rosi (uno dei migliori che abbiamo avuto nel cinema) fosse estimatore del Fascismo.
Contro corrente 25/5/2012 - 12:22
Temo di non essere stato capito. Per rispetto, non ripeto la domanda, tanto sta sempre lì sopra.
Che c'erano gli "zii d'America" lo si sapeva già (senza vedersi un pezzetto del film di Rosi del '73 sul famigerato L.L.). Ma non possono mica aver fatto tutto da soli. Sarebbe come dire che le brigate partigiane (o le fabbriche che si ribellarono al fascismo) erano costituite solo da fuoriusciti.
Quella che chiamiamo mafia, come dicevo a Bartleby, è un'organizzazione internazionale che, per motivi storici ha preso in prestito un nome siciliano che aveva ben altra origine. Dai suoi momenti più cruenti la possiamo definire anche un braccio armato del capitalismo che sa perseguire i propri scopi anche selvaggiamente, cioè senza porsi tanti scrupoli; un vero e proprio esercito illegale che può colpire anche laddove altri eserciti, e nemmeno i servizi segreti possono arrivare.
E temo sia ancora... (continuer)
Che c'erano gli "zii d'America" lo si sapeva già (senza vedersi un pezzetto del film di Rosi del '73 sul famigerato L.L.). Ma non possono mica aver fatto tutto da soli. Sarebbe come dire che le brigate partigiane (o le fabbriche che si ribellarono al fascismo) erano costituite solo da fuoriusciti.
Quella che chiamiamo mafia, come dicevo a Bartleby, è un'organizzazione internazionale che, per motivi storici ha preso in prestito un nome siciliano che aveva ben altra origine. Dai suoi momenti più cruenti la possiamo definire anche un braccio armato del capitalismo che sa perseguire i propri scopi anche selvaggiamente, cioè senza porsi tanti scrupoli; un vero e proprio esercito illegale che può colpire anche laddove altri eserciti, e nemmeno i servizi segreti possono arrivare.
E temo sia ancora... (continuer)
giorgio 26/5/2012 - 12:29
caro giorgio, mi dispiace contraddirti, confermo in pieno quanto detto nel post precedente!!! il fascismo diede un colpo terribile alla mafia! migliaia di mafiosi finirono nelle carceri, altri furono spediti al confino, altri riuscirono a scappare in america! e ciò riguardò non solo i cosiddetti "pesci piccoli", ma anche mafiosi di grosso calibro, come ad es. v. cascio ferro e c. vizzini (costui, dopo aver scontato alcuni mesi di prigione, fu rilasciato, ma gli furono sequestrate parecchie proprietà, e praticamente fu isolato, tanto da ridursi all'inattività). quei mafiosi che non finirono in carcere o al confino, o che non fuggirono, ovviamente rimasero in sicilia, ma fecero tutti la fine di c. vizzini, cioè rimasero nell'inattività più completa, in attesa di tempi migliori; tempi che arrivarono come una manna dal cielo, nel luglio del 1943. dunque il fascismo non debello' completamente... (continuer)
Il Ghibellino 13/7/2012 - 07:18
avevo scritto un secondo post, in cui spiegavo approfonditamente tante cose!!! la connessione internet e' andata via, e all'improvviso e' andato perso tutto!!! mi dispiace molto!!!
Il Ghibellino 13/7/2012 - 13:11
ci dispiace ghibellino, forse qualche guelfo ti avrà staccato il cavo di rete. Comunque per favore cerca di togliere il caps lock o saremmo costretti a minuscolizzare tutti i tuoi commenti.
CCG Staff 13/7/2012 - 13:16
OUF ! dit Lucien l'âne en riant... Merci d'avoir supprimé ce tas de majuscules qui me piquait aux yeux. C'était proprement illisible.
Cordial
Lucien Lane
Cordial
Lucien Lane
Lucien Lane 13/7/2012 - 13:40
Αν δεν είναι ηλίθιοι, δε τους θέλουμε, δαυτούς (Ellenizzazione di un vecchio detto toscano)
Riccardo Venturi 13/7/2012 - 15:30
Peccato! Mi dispiace sinceramente perché quanto è andato perso poteva forse contenere argomenti molto probanti circa la totale eliminazione della mafia da parte del regime fascista, giacché fino ad adesso…
Ho detto totale eliminazione? Mi correggo: mafia ridotta all'inattività e al letargo, in standing by in attesa ritorno zietti d'oltreoceano.
Agli admins
Lasciate al Ghibellino, vi prego, le sue maiuscole. Credo che sia un modo per caricare della giusta enfasi i suoi argomenti. Del resto dicono che, quello che presumo sia un suo idolo, il Benitone da Predappio, se non le avesse GRIDATE, dal suo balcone, le sue roboanti frasi storiche non avrebbero sortito alcun effetto...
Ho detto totale eliminazione? Mi correggo: mafia ridotta all'inattività e al letargo, in standing by in attesa ritorno zietti d'oltreoceano.
Agli admins
Lasciate al Ghibellino, vi prego, le sue maiuscole. Credo che sia un modo per caricare della giusta enfasi i suoi argomenti. Del resto dicono che, quello che presumo sia un suo idolo, il Benitone da Predappio, se non le avesse GRIDATE, dal suo balcone, le sue roboanti frasi storiche non avrebbero sortito alcun effetto...
giorgio 13/7/2012 - 17:23
"Di' forte, di' forte, sì che paia vero". (Buffalmacco a Calandrino, Decameron).
Gian Piero Testa 13/7/2012 - 18:43
Vedo caro Giorgio, che continui a sfottere (ma su di me non hai presa) proprio nel modo denunciato da Zaratustra, così fintamente buonista, e per questo molto più pericoloso, riguardo ai "piccoli uomini" che saltellano nel mondo, oramai decaduto!
Torno a ripetere: la mafia propriamente detta, fu quasi del tutto eliminata; gran parte dei suoi affiliati finì al fresco o fuggì; anche moltissimi collusi fecero la stessa fine! In conclusione essa, in quanto tale, rimase diversi anni nel silenzio e nella clandestinità! E questo fu un risultato notevolissimo raggiunto dal fascismo! Certo non tutti finirono in carcere, ma rimasero immobili, fermi, dormienti, innocui per la società! Come quei virus che sono presenti nell'organismo, ma rimangono latenti, ossia non arrecano alcun danno, ma possono arrecarlo se dovessero presentarsi le condizioni buone! E queste "condizioni buone", per la mafia si presentarono... (continuer)
Torno a ripetere: la mafia propriamente detta, fu quasi del tutto eliminata; gran parte dei suoi affiliati finì al fresco o fuggì; anche moltissimi collusi fecero la stessa fine! In conclusione essa, in quanto tale, rimase diversi anni nel silenzio e nella clandestinità! E questo fu un risultato notevolissimo raggiunto dal fascismo! Certo non tutti finirono in carcere, ma rimasero immobili, fermi, dormienti, innocui per la società! Come quei virus che sono presenti nell'organismo, ma rimangono latenti, ossia non arrecano alcun danno, ma possono arrecarlo se dovessero presentarsi le condizioni buone! E queste "condizioni buone", per la mafia si presentarono... (continuer)
Il Ghibellino 14/7/2012 - 01:27
Mi spiace d'essere stato frainteso. La "dotta" citazione (se possa dirsi "dotta" una citazione alla portata di qualsiasi studente di secondaria di secondo grado) non era un intervento nel merito (che mi è noto solo per grandi linee), ma riguardava il modo di questa discussione. La quale mi incuriosiva, al pari di molte altre che si accendono in questo sito, ma dalla quale, da un certo punto in avanti, non riuscivo più a cavare un ragno dal buco, ché i due contendenti, invece di portare dati e ragionamenti, avevano pigliato a sfottersi e ad alzare i toni. Volevo solo dire: abbassateli un poco, e cercate di procedere in un confronto onesto, e utile anche agli spettatori, vale a dire misurandosi con i dati e gli argomenti dell'interlocutore, senza cercare di classificarlo (e di autoclassificarsi!) in ragione di premesse generali e sottintese. Del resto, quando Buffalmacco invita Calandrino a... (continuer)
Gian Piero Testa 14/7/2012 - 12:21
Grazie, Gian Piero. Finalmente la saggezza di un intervento molto congruo e pertinente.
Al Guelfo.. Pardon. Al Ghibellino.
Non ti stavo "sfottendo"… Cercavo solo di spiegarmi la tua necessità di scrivere tutto in maiuscole. Sei semmai tu che ti prendi con me libertà di "vezzeggiativi" (in chiaro odore di "sfottò"), quando non è proprio possibile che abbiamo fatto il militare assieme, in quanto mi onoro essere stato obiettore.
E lasciamo perdere, per favore, Nietzsche, Zarathustra e il ressentiment tipico dei lillipuziani, per cortesia. A meno che non stai descrivendo te stesso: Non hai bisogno di enfatizzare i tuoi argomenti? E allora perché usi lettere maiuscole e tanti esclamativi? Se avessi dalla tua parte veramente "la giustezza del tuo ragionare e dei fatti che porti" non avresti certo bisogno di scalmanarti tanto.
Quanto finora hai scritto e ribadito è solo un'accozzaglia di luoghi... (continuer)
Al Guelfo.. Pardon. Al Ghibellino.
Non ti stavo "sfottendo"… Cercavo solo di spiegarmi la tua necessità di scrivere tutto in maiuscole. Sei semmai tu che ti prendi con me libertà di "vezzeggiativi" (in chiaro odore di "sfottò"), quando non è proprio possibile che abbiamo fatto il militare assieme, in quanto mi onoro essere stato obiettore.
E lasciamo perdere, per favore, Nietzsche, Zarathustra e il ressentiment tipico dei lillipuziani, per cortesia. A meno che non stai descrivendo te stesso: Non hai bisogno di enfatizzare i tuoi argomenti? E allora perché usi lettere maiuscole e tanti esclamativi? Se avessi dalla tua parte veramente "la giustezza del tuo ragionare e dei fatti che porti" non avresti certo bisogno di scalmanarti tanto.
Quanto finora hai scritto e ribadito è solo un'accozzaglia di luoghi... (continuer)
giorgio 14/7/2012 - 15:15
Per quel che mi riguarda, mi limito a segnalare (e a consigliare) la lettura del semplicissimo articolo Wikipedia Mafia e fascismo. Certamente non ritengo che Wikipedia vada presa come oro colato, ed ha tutti i suoi limiti ben precisi; però credo che l'articolo faccia stringatamente il punto sulla questione (che è ovviamente molto complessa, essendo peraltro un aspetto di una questione molto più vasta, che potrebbe sintetizzarsi come "mafia e potere" o "mafia e Stato"). L'articolo contiene comunque spunti interessanti, che possono avere valore generale anche data l'asserita "neutralità" di Wikipedia. Concordo con Giorgio per quanto riguarda l'intervento di Gian Piero Testa, il quale -saggezza a parte- ha il pregio di mettere a fuoco i veri nòccioli. Saluti a tutti.
Riccardo Venturi 14/7/2012 - 17:22
Mi permetto, adesso, un intervento quasi nel merito della questione dei rapporti tra fascismo e mafia. Lo faccio con una testimonianza più che centenaria dello storico britannico Bolton King, il famoso studioso non accademico del nostro Risorgimento, di Mazzini e anche del Fascismo. Durante i primi anni del 1900, quando il governo Zanardelli e le scelte parlamentaristiche dei Socialisti gli facevano sperare in un'Italia capace di sollevarsi, a dispetto dell'ottuso ed esiziale conservatorismo delle sue classi possidenti e dirigenti, il King scrisse una sorta di rapporto sulla situazione italiana, intitolato "L'Italia d'oggi", inteso a illustrare ai suoi connazionali lo stato del nostro Paese, che tanto fu apprezzato da Benedetto Croce, da fargli caldeggiare la traduzione in italiano e la pubblicazione presso i fratelli Laterza. Ne vennero ben due edizioni italiane di quest'opera: un'opera... (continuer)
Gian Piero Testa 15/7/2012 - 15:17
Bene signor Testa, queste spiegazioni in merito alla frase da lei riportata, poteva farle prima (almeno due parole), anziché buttarla nella mischia! Io sono ampiamente giustificato nell'aver reagito con ironia nei suoi confronti, giacché codesta frase, buttata così, aveva tutte le caratteristiche di una critica nei miei confronti, e di un apprezzamento nei confronti di quanto affermato dal signor Giorgio, soprattutto considerando l'accusa di "enfasi" mossami da quest'ultimo. Insomma tale frase (conosco benissimo Boccaccio e la sua celebre opera "Il Decamerone") era in perfetta sintonia (una sintonia non celata) con la critica del signor Giorgio. Se ho capito male, la colpa è solo sua, ammesso che adesso lei stia dicendo la verità.
Lei parla di "dati" e di "abbassare i toni", ma in una discussione via computer, non è che per ogni parola che si dice si può fornire l'indicazione bibliografica,... (continuer)
Lei parla di "dati" e di "abbassare i toni", ma in una discussione via computer, non è che per ogni parola che si dice si può fornire l'indicazione bibliografica,... (continuer)
Il Ghibellino 16/7/2012 - 08:29
Sulle tante fesserie dette dal signor Giorgio, non dico nulla: ho già dettogli quanto dovevo dirgli! Evidentemente non vuole ammettere che sbaglia, e continua con il solito finto perbenismo ad offendere la mia persona. Sappi comunque che le tue provocazioni mi scivolano come l'olio. Poi le ripropongo la sfida: sii tu, signor Giorgio, a portare argomenti seri e a dimostrare che 'sto fascismo aveva interessi a far continuare la mafia. Su ci provi se ci riesce!
Se continua ad identificare la mafia con tutti i poteri forti, crea soltanto confusione! Le ricordo che spesso i poteri forti che detengono il vero potere mondiale, in Italia hanno fatto ricadere la colpa dei loro crimini, esclusivamente sulla mafia, dopo averla utilizzata, in modo che si parlasse solo di mafia, e non si arrivasse a loro! Continui pure a fare il loro gioco! Mescoli pure le carte! Io non ho più nulla da dirle, dal momento... (continuer)
Se continua ad identificare la mafia con tutti i poteri forti, crea soltanto confusione! Le ricordo che spesso i poteri forti che detengono il vero potere mondiale, in Italia hanno fatto ricadere la colpa dei loro crimini, esclusivamente sulla mafia, dopo averla utilizzata, in modo che si parlasse solo di mafia, e non si arrivasse a loro! Continui pure a fare il loro gioco! Mescoli pure le carte! Io non ho più nulla da dirle, dal momento... (continuer)
Il commento al signor Giorgio, è stato fatto da "Il Ghibellino".
Ciò che lei afferma, signor Testa, nell'introduzione all'articolo dello storico britannico, al di là di diverse inesattezze e opinioni sue personali sbagliate, frutto del suo essere di parte, contiene una sia pur vaga verità, che io ho ripetuto continuamente. Dunque rimando a questo proposito (lotta alla mafia intrapresa dal fascismo, rapporto del fascismo con la nobiltà e borghesia terriera) a quanto detto nei post precedenti! Consiglio vivamente la lettura dell'opera di G. Tricoli, edita dall'I.S.P.E.S: "Il fascismo e la lotta alla mafia", in cui vengono spiegati con chiarezza proprio le questioni che lei pone!
Ho dato una lettura veloce all'articolo del britannico; tuttavia, al di là di qualche intuizione e di qualche corretta osservazione, così ad occhio, non credo che l'autore di questo articolo abbia capito fino in... (continuer)
Ciò che lei afferma, signor Testa, nell'introduzione all'articolo dello storico britannico, al di là di diverse inesattezze e opinioni sue personali sbagliate, frutto del suo essere di parte, contiene una sia pur vaga verità, che io ho ripetuto continuamente. Dunque rimando a questo proposito (lotta alla mafia intrapresa dal fascismo, rapporto del fascismo con la nobiltà e borghesia terriera) a quanto detto nei post precedenti! Consiglio vivamente la lettura dell'opera di G. Tricoli, edita dall'I.S.P.E.S: "Il fascismo e la lotta alla mafia", in cui vengono spiegati con chiarezza proprio le questioni che lei pone!
Ho dato una lettura veloce all'articolo del britannico; tuttavia, al di là di qualche intuizione e di qualche corretta osservazione, così ad occhio, non credo che l'autore di questo articolo abbia capito fino in... (continuer)
Il Ghibellino 16/7/2012 - 09:51
La prima impressione è che "diem perdidi"; ma non è cosa che mi preoccupi: con gli anni ho concluso che perdere il tempo, sempre che non si danneggi il prossimo, sia un'ottima soluzione di sopravvivenza. Purtroppo, nell'immediato, di molto altro tempo non ne ho, ché me lo sottrae un malanno fisico cui mi conviene porre rimedio.
Prima di consegnarmi alla piccola chirurgia, mi preme solo di rilevare tre punti, non so se a vantaggio o a svantaggio di Ghibellino, perché, da quel buonista che sono anch'io, non mi divertirebbe che l'affanno e l'ira con cui s'intriga di questioni, che necessitano di calma e ragionevolezza per essere sviscerate, gli facessero superare per mia colpa certi limiti di guardia, con detrimento anche delle sue arterie.
Preciso:
- Ho scelto la citazione di Bolton King, non perché faccia il mio gioco (non sto neanche giocando, io), ma proprio perché il suo background... (continuer)
Prima di consegnarmi alla piccola chirurgia, mi preme solo di rilevare tre punti, non so se a vantaggio o a svantaggio di Ghibellino, perché, da quel buonista che sono anch'io, non mi divertirebbe che l'affanno e l'ira con cui s'intriga di questioni, che necessitano di calma e ragionevolezza per essere sviscerate, gli facessero superare per mia colpa certi limiti di guardia, con detrimento anche delle sue arterie.
Preciso:
- Ho scelto la citazione di Bolton King, non perché faccia il mio gioco (non sto neanche giocando, io), ma proprio perché il suo background... (continuer)
Gian Piero Testa 16/7/2012 - 12:39
E ci risiamo con l'ironia mal celata! Le mie arterie stanno benissimo, anche con l'inutile ironia! Ed invece tale articolo fa il suo gioco, perché ricalca alla perfezione quanto da voi affermato. Vede che ho ragione! Lei, in riferimento a Nietszche e a Zaratustra, cosa sta facendo? Sta mal celatamente facendo del sarcasmo; dopo però, con finto buonismo, nega! Complimenti per la tattica! Badi bene che nessuno ha travisato Nietszche, tranne la sinistra, che ne ha fatto un "santino da operetta", quando invece si esprimeva chiaramente sul socialismo, sul parlamentarismo, sulla democrazia, sulla morale degli schiavi, ecc.
Il suo atteggiamento di "superiorità", nulla ha a che fare con la Superiorità esaltata da Nietszche. Poi "pseudo-nietszchiano" a chi?! Conosco benissimo il pensiero di questo grande filosofo, e so perfettamente cosa pensava della vostra democrazia ipocrita e del vostro socialismo... (continuer)
Il suo atteggiamento di "superiorità", nulla ha a che fare con la Superiorità esaltata da Nietszche. Poi "pseudo-nietszchiano" a chi?! Conosco benissimo il pensiero di questo grande filosofo, e so perfettamente cosa pensava della vostra democrazia ipocrita e del vostro socialismo... (continuer)
Il Ghibellino 19/7/2012 - 06:57
Vabbuò' va! (per dire: "di bene in meglio")… Prima lo stavo "sfottendo", ora lo sto addirittura "offendendo"(!). C'è qualcosa che assomiglia a un insulto, nel mio precedente intervento, peraltro stringatissimo, in cui (secondo il suo delicato lessico) dico "tante fesserie"? Credo, almeno fino adesso, di aver dimostrato di avercela con la sua ideologia ma non certo con lui personalmente. (Io, per le più elementari regole di bon ton, non mi permetto per es. di dire sprezzantemente che le sue siano o meno "fesserie", ma mi limitavo ad identificarle come prodotto culturale di una certa area politica). Ma l'amico nostro ha, evidentemente, una sindrome da persecuzione (paranoia?), oltre a dimostrare coi suoi sforzi di petto di essere proprio lui il lillipuziano frustrato che proietta e riconosce negli altri solo le proprie stesse caratteristiche: basta rivedere il suo scoppiettante esordio in questa... (continuer)
giorgio 19/7/2012 - 08:43
A Gian Piero.
Non te la prendere per l'accusa di 'atteggiamento di "superiorità"' lanciata da Ghibellino, non ne vale proprio la pena (Magari, fossero tutti come te!). È lui, come puoi chiaramente constatare, quello che è abbondantemente 'atteggiato' in quel senso per sue necessarie dinamiche compensative.
D'accordissimo con te (e con Bartleby) che simili questioni complesse per poter essere dipanate necessitano di approfondimenti ma soprattutto di calma e ragionevolezza (!) oltre che dell'adeguato supporto storiografico. Ma non certo in un tale contesto, che sfocia nella polemica sterile, fine a se stessa, se non in talk-show.
E per quello neanch'io ho proprio né il tempo, né voglia, né interesse.
Cari saluti e auguroni per i tuoi problemi di salute.
Non te la prendere per l'accusa di 'atteggiamento di "superiorità"' lanciata da Ghibellino, non ne vale proprio la pena (Magari, fossero tutti come te!). È lui, come puoi chiaramente constatare, quello che è abbondantemente 'atteggiato' in quel senso per sue necessarie dinamiche compensative.
D'accordissimo con te (e con Bartleby) che simili questioni complesse per poter essere dipanate necessitano di approfondimenti ma soprattutto di calma e ragionevolezza (!) oltre che dell'adeguato supporto storiografico. Ma non certo in un tale contesto, che sfocia nella polemica sterile, fine a se stessa, se non in talk-show.
E per quello neanch'io ho proprio né il tempo, né voglia, né interesse.
Cari saluti e auguroni per i tuoi problemi di salute.
giorgio 19/7/2012 - 08:45
Ora, però, vorrei intervenire anch'io.
Non tanto sull'oggetto del contendere, sul quale non sarei in grado di aggiungere alcunché di originale; esprimerei soltanto mie opinabilissime opinioni legate, ovviamente, a certe mie convinzioni e sempre con il preciso sentimento di non aver mai la verità in tasca.
Questo mio intervento servirà invece a chiarire definitivamente alcune cose alla persona che si firma "Il Ghibellino".
Come sicuramente avrà potuto notare, stimato sig. Ghibellino, in questa pagina di questo sito nessun intervento è mai stato censurato.
Le farei però presente un elementare concetto, che mi sembra in Lei piuttosto carente: quello di educazione e di ospitalità. Siamo chiaramente un sito schierato da una certa parte (pur tenendo conto delle normali, e a volte forti, differenze tra ognuno di noi e dei diversi gradi di "radicalità"), ma non abbiamo mai rifiutato il confronto... (continuer)
Non tanto sull'oggetto del contendere, sul quale non sarei in grado di aggiungere alcunché di originale; esprimerei soltanto mie opinabilissime opinioni legate, ovviamente, a certe mie convinzioni e sempre con il preciso sentimento di non aver mai la verità in tasca.
Questo mio intervento servirà invece a chiarire definitivamente alcune cose alla persona che si firma "Il Ghibellino".
Come sicuramente avrà potuto notare, stimato sig. Ghibellino, in questa pagina di questo sito nessun intervento è mai stato censurato.
Le farei però presente un elementare concetto, che mi sembra in Lei piuttosto carente: quello di educazione e di ospitalità. Siamo chiaramente un sito schierato da una certa parte (pur tenendo conto delle normali, e a volte forti, differenze tra ognuno di noi e dei diversi gradi di "radicalità"), ma non abbiamo mai rifiutato il confronto... (continuer)
Riccardo Venturi 19/7/2012 - 11:09
Vi ringrazio tutti, voi, Giorgio e Bartleby, per le vostre note, e te, Riccardo, per il discours de la méthode, che davvero a questo punto occorreva. Dai tempi di Esopo, quando il prepotente ti vuol menare, rifiuta con tutti i possibili pretesti il canale e i registri comunicativi, e pure gli argomenti, che gli offri. Mi viene in mente quella pagina di Silone (che, come si vede, cito senza ambasce), quando i fascisti esigono che i cafoni rispondano senza sbagliare al loro "viva chi?". Ricordo che uno risponde "Viva il governo legittimo!" e, naturalmente, le busca. Allora quello dopo, sicuro di azzeccarla, esclama: "Viva il governo illegittimo!", e ovviamente ne busca il doppio. Così va il mondo, va anche così.
Vi ringrazio anche degli auguri che mi avete fatto per il mio piccolo guaio fisico. Ho già fatto tutto, e tra pochi giorni ricomincerò a mandare qualche contributo greco e autentico (cioè non di mia confezione), senza più intrigarmi nei talk-show.
Vi ringrazio anche degli auguri che mi avete fatto per il mio piccolo guaio fisico. Ho già fatto tutto, e tra pochi giorni ricomincerò a mandare qualche contributo greco e autentico (cioè non di mia confezione), senza più intrigarmi nei talk-show.
Gian Piero Testa 19/7/2012 - 19:42
Ah, dimenticavo. Magari qualche buon anarchico, di quelli che non dimenticano, potrebbe raccontarci le varie versioni sulla fine di Carlo Tresca.
Gian Piero Testa 19/7/2012 - 20:21
Chissà se quel trombone, campione di buone maniere e di empatia, che è il Ghibellino (ahi, che strana creatura che è, però, un siciliano (vetero)fascista: una creatura mitologica non solo nelle esternazioni, ma anche nelle fattezze, minotaurine o centaurine che siano..) ha mai sentito parlare della cosca di Cattolica Eraclea (siamo qui nel 1935, nel pieno del regime!) o di quelle di Favara e di Palma di Montechiaro (1937) solo per andare giusto sul macroscopico, cioè quello che perfino lui potrebbe notare se lo volesse; anche perché qui siamo sempre nell'ambito della solita bassa manovalanza, vale a dire quella a cui fanno di regola sporcare le mani: la sola mafia che Cesare Mori sarebbe riuscito, con tanta durezza e anche tanta spettacolarizzazione, a combattere.
E chissà se il Ghibellino abbia mai letto quanto spiegava tempo fa, con clamoroso auting e rara capacità di sintesi, proprio... (continuer)
E chissà se il Ghibellino abbia mai letto quanto spiegava tempo fa, con clamoroso auting e rara capacità di sintesi, proprio... (continuer)
giorgio 9/8/2012 - 09:00
Bravo, Giorgio, che sai raddrizzare un po' le cose. La mia domanda su Tresca che, riletta ora, sembra far credere che io già la sapessi lunga, era invece dettata da sincera ignoranza. Tempo fa, nel proporre agli admin una canzone sul seducente personaggio di Tina Modotti e cercando di saperne di più su di lei, ero inciampato sul caso Tresca per il rapporto che ella ebbe con Vittorio Vidali. Però non avevo avuto il tempo di approfondire. A proposito: Vidali, non Vidale. Non era di certo un tipo tenero, il Comandante Carlos : ma questo non giustifica che gli si attribuisse la responsabilità di ogni morte "sospetta".
Gian Piero Testa 9/8/2012 - 09:56
Caro Gian Piero,
mi sa che sei rimasto un po' scottato dalle gratuite quanto contorte insinuazioni / illazioni di Ghibellino :-)) Torno a ripeterti: non ne vale proprio la pena. E aggiungo: dietro alle tante arie che si dava, si nascondeva un incredibile complesso di inferiorità nei tuoi confronti. Anche così va il mondo: con ostentati atteggiamenti di superiorità che nascondono vuoti abissali. Aspettiàmoceli sempre da chi con protervia proclama, sentenzia e mai dubita.
Voglio però ancora credere, anche se per svariate ragioni non si può essere sempre in perfetta sintonia, che una persona decentemente assennata non ti può prendere per tutto quello che non sei. A meno che, per suoi neanche tanto reconditi motivi, non ti ha già "preso" per quello che vuole lui.
Quanto a me, posso pure arrivare a capire che una battuta scherzosa (mica poi tanto) su Mussolini lo possa disturbare e vederci... (continuer)
mi sa che sei rimasto un po' scottato dalle gratuite quanto contorte insinuazioni / illazioni di Ghibellino :-)) Torno a ripeterti: non ne vale proprio la pena. E aggiungo: dietro alle tante arie che si dava, si nascondeva un incredibile complesso di inferiorità nei tuoi confronti. Anche così va il mondo: con ostentati atteggiamenti di superiorità che nascondono vuoti abissali. Aspettiàmoceli sempre da chi con protervia proclama, sentenzia e mai dubita.
Voglio però ancora credere, anche se per svariate ragioni non si può essere sempre in perfetta sintonia, che una persona decentemente assennata non ti può prendere per tutto quello che non sei. A meno che, per suoi neanche tanto reconditi motivi, non ti ha già "preso" per quello che vuole lui.
Quanto a me, posso pure arrivare a capire che una battuta scherzosa (mica poi tanto) su Mussolini lo possa disturbare e vederci... (continuer)
giorgio 15/8/2012 - 10:23
PS: Quanto al Comandante Carlos sapevo che il suo vero cognome era Vidali, ma compagni e ammiratori solevano, non mi è noto perché, chiamarlo "Vidale". Forse un cognome "da battaglia". Sicuramente un duro; e inoltre, qualunque porcheria commettessero i servizi segreti sovietici per lui era sempre vere dignum et iustum. Così aveva gioco facile chi lo volesse sospettare o accusare..
giorgio 15/8/2012 - 10:27
Caro Giorgio, qualche giorno di assenza, e solo adesso vedo il tuo scritto, di cui condivido analisi e conclusioni per quanto riguarda il nostro comune detrattore.
Riguardo alla "tanatofilia" dei Siciliani, confesso di avere esperienze personali contrastanti, che mi impediscono di venire a una opinione univoca. Da un lato, ho ricordi ben netti delle arti e delle forme assunte dalle usanze popolari, e così pure delle canzoni siciliane, nelle quali la Morte è spesso una presenza cruda e persistente; dall'altro ho conosciuto molti e molti Siciliani, tra i quali quello che è stato uno dei miei migliori amici - potrei dire il migliore, che ho perso pochi mesi fa. In loro non ho mai percepito questa tanatofilia; e soprattutto non l'ho mai percepita nell'amico che ho perso da poco, il quale, fu sfidato due volte dalla Morte. La prima sfida - circa un quarto di secolo fa - la vinse lui; ma la... (continuer)
Riguardo alla "tanatofilia" dei Siciliani, confesso di avere esperienze personali contrastanti, che mi impediscono di venire a una opinione univoca. Da un lato, ho ricordi ben netti delle arti e delle forme assunte dalle usanze popolari, e così pure delle canzoni siciliane, nelle quali la Morte è spesso una presenza cruda e persistente; dall'altro ho conosciuto molti e molti Siciliani, tra i quali quello che è stato uno dei miei migliori amici - potrei dire il migliore, che ho perso pochi mesi fa. In loro non ho mai percepito questa tanatofilia; e soprattutto non l'ho mai percepita nell'amico che ho perso da poco, il quale, fu sfidato due volte dalla Morte. La prima sfida - circa un quarto di secolo fa - la vinse lui; ma la... (continuer)
Gian Piero Testa 16/8/2012 - 14:13
Non scusarti, Gian Piero, per bazzecole come Vidali o Vidale..:)
Mi fa piacere che non pervieni a un'opinione univoca: diffido delle opinioni univoche. Ce le hanno puntualmente univoche e stereotipate certi nordici che sono venuti a contatto solo con meridionali emigrati (cioè i più abbienti che deridono i meno abbienti, dopo che li hanno resi tali). Ben vengano dunque la ricchezza dei contrasti e delle contraddizioni.
La tanatofilia a cui alludevo non ha a che fare (almeno non in modo diretto) con l'approccio-rapporto con la Nera Signora, che è, anche per i Siciliani, come per qualsiasi altro essere umano, strettamente individuale e personale..
È qualcosa che è presente (prendendo in prestito un termine dalla psicoanalisi junghiana) nel nostro inconscio collettivo. È un sentimento che si da e che ripercorre, hai detto bene, in svariate nostre manifestazioni culturali (e non solo) e comporta... (continuer)
Mi fa piacere che non pervieni a un'opinione univoca: diffido delle opinioni univoche. Ce le hanno puntualmente univoche e stereotipate certi nordici che sono venuti a contatto solo con meridionali emigrati (cioè i più abbienti che deridono i meno abbienti, dopo che li hanno resi tali). Ben vengano dunque la ricchezza dei contrasti e delle contraddizioni.
La tanatofilia a cui alludevo non ha a che fare (almeno non in modo diretto) con l'approccio-rapporto con la Nera Signora, che è, anche per i Siciliani, come per qualsiasi altro essere umano, strettamente individuale e personale..
È qualcosa che è presente (prendendo in prestito un termine dalla psicoanalisi junghiana) nel nostro inconscio collettivo. È un sentimento che si da e che ripercorre, hai detto bene, in svariate nostre manifestazioni culturali (e non solo) e comporta... (continuer)
'Storia' per la morte di Lorenzo Panepinto
Gentili amministratori di CCG,
vi seguo da tempo con interesse e reputo il vostro sito fra i prodotti più notevoli del web italiano. CCG, come ho avuto più volte modo di osservare, non si occupa solo di canzoni, ma di cultura anti-violenza in generale: è per questo che vi disturbo per chiedere, a voi e a chiunque altro possa rispondermi, se qualcuno conosce libri che approfondiscano il delitto Panepinto, riportando possibilmente gli atti del processo. Vi ringrazio.
vi seguo da tempo con interesse e reputo il vostro sito fra i prodotti più notevoli del web italiano. CCG, come ho avuto più volte modo di osservare, non si occupa solo di canzoni, ma di cultura anti-violenza in generale: è per questo che vi disturbo per chiedere, a voi e a chiunque altro possa rispondermi, se qualcuno conosce libri che approfondiscano il delitto Panepinto, riportando possibilmente gli atti del processo. Vi ringrazio.
Giuseppe 1/6/2012 - 11:40
Gentile sig. Giuseppe,
Abbiamo fatto qualche controllo in rete, e per ora non ci sono risultate pubblicazioni a stampa che si occupino specificamente del delitto Panepinto. Abbiamo però trovato questa interessante pagina, che riporta notizia di un convegno, e soprattutto una notizia che era lecito attendersi e che risponde ad una sua domanda: gli atti processuali non potranno mai essere inseriti in alcun eventuale libro, perché sono totalmente scomparsi. In modo del tutto casuale, naturalmente. Se avremo altre notizie, naturalmente, le pubblicheremo in commenti su questa pagina; grazie infinite per le sue parole e a risentirci speriamo presto.
Abbiamo fatto qualche controllo in rete, e per ora non ci sono risultate pubblicazioni a stampa che si occupino specificamente del delitto Panepinto. Abbiamo però trovato questa interessante pagina, che riporta notizia di un convegno, e soprattutto una notizia che era lecito attendersi e che risponde ad una sua domanda: gli atti processuali non potranno mai essere inseriti in alcun eventuale libro, perché sono totalmente scomparsi. In modo del tutto casuale, naturalmente. Se avremo altre notizie, naturalmente, le pubblicheremo in commenti su questa pagina; grazie infinite per le sue parole e a risentirci speriamo presto.
CCG/AWS Staff 1/6/2012 - 13:17
Grazie per la pronta risposta. La notizia della scomparsa degli atti è sconvolgente, per quanto in effetti fosse prevedibile. Anche io, frattanto, ho fatto qualche ricerca, come voi senza trovare nulla sul delitto nello specifico. Ho però scoperto l'esistenza di una pubblicazione dell'Istituto Gramsci Siciliano sulla figura di Panepinto in generale, che mi permetto di segnalare: "Lorenzo Panepinto: democrazia e socialismo nella Sicilia del latifondo", a cura di G. Barone, Palermo 1990. A risentirci.
Giuseppe 3/6/2012 - 09:50
Scusate, leggendo attentamente l'articolo sto notando che il libro da me appena segnalato, in un commento ancora in via d'approvazione, altro non è che il resoconto di questo convegno.
Giuseppe 3/6/2012 - 09:54
Ninna nanna di la guerra
Il testo di cui è autore Giuseppe Ganduscio (1925-1963), poeta siciliano di Ribera.
Già Giorgio aveva segnalato l’esistenza di questa canzone ma come se fosse una canzone diversa da quella tradizionale riadattata dalla Balistreri e dal Profazio. Mi sembra però che il testo di questa “Ninna nanna contru la guerra” differisca soltanto per avere una strofa in più… Si tratta quindi certamente della stessa canzone ma, allora, o Ganduscio si rifece ad un brano della tradizione oppure, se la canzone è sua, non si tratta di una canzone tradizionale…
Già Giorgio aveva segnalato l’esistenza di questa canzone ma come se fosse una canzone diversa da quella tradizionale riadattata dalla Balistreri e dal Profazio. Mi sembra però che il testo di questa “Ninna nanna contru la guerra” differisca soltanto per avere una strofa in più… Si tratta quindi certamente della stessa canzone ma, allora, o Ganduscio si rifece ad un brano della tradizione oppure, se la canzone è sua, non si tratta di una canzone tradizionale…
NINNA NANNA CONTRU LA GUERRA
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 23/5/2011 - 14:12
Per Bartleby,
non mai ho parlato di altra canzone, né di testo 'tradizionale' (non io). Ho solo detto che la paternità di questa ninna-nanna va attribuita a Peppi Ganduscio. Di tradizionale qui può esserci a la vo (o la bo) che significa, hai detto bene, fai la nanna che ricorre in quasi tutte le ninne-nanne siciliane tradizionali.
Non vi sono due canzoni ma in quella più nota e diffusa i termini più chiaramente antimilitaristici erano più mitigati e rarefatti..
La differenza consisteva appunto nel titolo, "Ninna nanna di la guerra" (o dâ guerra)" al posto del più esplicito "Ninna nanna contru 'a guerra" (contr'a guerra)" e nella eliminazione dell'ultima strofa. A ciò venivano addotte ragioni "virtuose" come quella che 'non era bello' che una madre dicesse al proprio pargolo di preferire da adulto la galera al servizio militare e alla guerra.. In realtà si è trattato di censura vera e propria.
non mai ho parlato di altra canzone, né di testo 'tradizionale' (non io). Ho solo detto che la paternità di questa ninna-nanna va attribuita a Peppi Ganduscio. Di tradizionale qui può esserci a la vo (o la bo) che significa, hai detto bene, fai la nanna che ricorre in quasi tutte le ninne-nanne siciliane tradizionali.
Non vi sono due canzoni ma in quella più nota e diffusa i termini più chiaramente antimilitaristici erano più mitigati e rarefatti..
La differenza consisteva appunto nel titolo, "Ninna nanna di la guerra" (o dâ guerra)" al posto del più esplicito "Ninna nanna contru 'a guerra" (contr'a guerra)" e nella eliminazione dell'ultima strofa. A ciò venivano addotte ragioni "virtuose" come quella che 'non era bello' che una madre dicesse al proprio pargolo di preferire da adulto la galera al servizio militare e alla guerra.. In realtà si è trattato di censura vera e propria.
giorgio 24/5/2011 - 08:07
Giusto, Giorgio, è quello che volevo dire ma forse mi sono espresso male. Il testo originale è quello di Ganduscio, con tanto di terza strofa. Quindi il testo non è di una ninna nanna tradizionale ma fu scritto da Ganduscio probabilmente subito dopo la fine della guerra. Quella della Balistreri è quindi solo una versione più breve.
Era per dire che andrebbe invertito l'ordine, recuperando il titolo originale e attribuendo il brano a Ganduscio (che probabilmente ne scrisse pure la musica, che certo di musica sapeva, avendo egli partecipato ad alcuni Dischi del Sole) mentre si può accennare appena alla successiva versione della Balistreri in quanto non è diversa e anzi più corta.
Detto questo, propongo agli Admin, di rivedere la pagina.
Era per dire che andrebbe invertito l'ordine, recuperando il titolo originale e attribuendo il brano a Ganduscio (che probabilmente ne scrisse pure la musica, che certo di musica sapeva, avendo egli partecipato ad alcuni Dischi del Sole) mentre si può accennare appena alla successiva versione della Balistreri in quanto non è diversa e anzi più corta.
Detto questo, propongo agli Admin, di rivedere la pagina.
Bartleby 24/5/2011 - 11:23
Perfetto.. Ora è tutto più chiaro. Colgo l'occasione per ricordare che, oltre a questa "Ninna nanna contru 'a guerra", anche le seguenti canzoni già presenti nel sito: Carzari Vicaria, Nta la Vicaria, Guarda chi vita chi fa lu zappaturi, Matri c'aviti figghi a la Badia, Morsi cu morsi sono tutte del grande pacifista riberese.
giorgio 25/5/2011 - 08:30
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