[1966]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Paolo Pietrangeli
Seconda voce / Accompanying voice / Voix d'accompagnement / Toinen kohta: Giovanna Marini
"Contessa" era stata inserita nel II volume delle primitive "CCG" al numero 157.
[...]Se anche canzoni come Nina (1966) di Gualtiero Bertelli o come Cara moglie di Ivan Della Mea furono assai cantate, vero inno del '68 fu però Contessa di Paolo Pietrangeli, uno studente comunista lettore di "Classe Operaia" e di "Operai e capitale", che la scrive nel maggio 1966 durante l'occupazione dell'Università di Roma seguita all'uccisione dello studente Paolo Rossi da parte dei fascisti, avvenuta il 27 aprile. E la scrive in una notte, prendendo spunto dalle conversazioni che una certa vecchia borghesia faceva a proposito di quell'occupazione e di pretese orge sessuali e dalla cronaca di un piccolo sciopero avutosi a Roma in una fabbrichetta, dove il padrone, certo Aldo, aveva chiamato la polizia contro i suoi operai che facevano picchettaggio."
"Che roba Contessa all'industria di Aldo (continuer)
"Contessa" era da tempo nel repertorio dei Modena City Ramblers (dall'album "Riportando tutto a casa" del 1994), con le strofe adagiate su una melodia tradizionale irlandese (la stessa utilizzata dai Pogues in "The Old Main Drag") e il ritornello acceleratissimo per potere pogare, ma al concertone del Primo Maggio 2006 i nuovi MCR, orfani dello storico cantante Cisco Bellotti, hanno cantato una versione inedita con il testo modificato al fine di correggere un messaggio troppo violento (video).
L'operazione è abbastanza ridicola, sia per l'oggettiva banalità buonista del nuovo testo, sia per le motivazioni portate dal gruppo: «Ci siamo resi conto che non possiamo dare per scontato che chi ci ascolta, e spesso si tratta di ragazzi molto giovani, sappia cogliere in maniera giusta il messaggio che arriva da certe canzoni». Un gesto di paternalismo da... (continuer)
Credo che una canzone storica come questa non abbia bisogno di rivisitazioni, sono pienamente d'accordo con Pietrangeli, il prezzo da pagare allora era alto, quindi le frasi erano esattamente adatte al periodo ! se oggi vuoi dare un altro segnale ti scrivi una canzone e te la canti, ma non cambi un testo come questo !!
La "contessina" sarà pure bruttina, però è una vera canzone di pace, quella di pietrangeli no, o meglio, oggi non lo è più. nel '68 non c'ero, ma sono convinto che oggi con la violenza non si ottiene niente! Quale rivoluzione si può fare in un paese spaccato tra Berlusconi e Prodi, tra destra e centro? I Modena hanno spiegato bene il loro pensiero con la nuova canzone che dice "l'utopia è rimasta ma la gente è cambiata, la risposta ora è più complicata".
ciao a tutti (matteo88)
Ma allora perché prendere una canzone già esistente e legata a doppio filo con un dato momento storico? Se ne fossero fatta una nuova di pacca, di canzone, in cui dare voce a tutti gli aneliti di legalitarismo a oltranza della new generation. Saluti. [RV]
Credo che l'interpretazione guerrafondaia data a questa canzone sia completamente errata. Perché si continua a leggere Contessa come un inno alla guerra? Il testo recita chiaramente:
Voi gente per bene che pace cercate
la pace per far quello che voi volete
ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra
vogliamo vedervi finir sotto terra
Non credo ci sia possibilità di fraintendere. Siamo alla fine degi anni sessanta, la pace di cui si parla - ed è una pace di cui spesso si sente parlare anche oggi - non è la pace del silenzio delle armi, è la pace sociale del silenzio delle persone sfruttate.
È a quella pace che si oppone la guerra sociale, il contrasto ad un appiattimento, ad un buonismo diffuso. Certo, il tono è forte, violento, ma come violento e forte era il tono dello scontro sociale di quegli anni.
contessa nn è una canzone di guerra.è una canzone stupenda e nn dev'essere cambiata perchè è perfetta cosi.avete mai sentito la versione cantata da edmonda aldini??vi assicuro che è stupenda!!!!!!!!peccato che nn riesco a trovarla da nessuna parte...ho un vecchio disco di canti rivoluzionari e ogni tanto vado ad ascoltarla...stupenda
ehehe.-...lo sapevo che non l'avreste pubblicato :o)
Complimenti..:))))
Nelle foto: dopo lunghe ricerche siamo riusciti a individuare i veri attrezzi del mestiere della nostra amichetta Rosa (o chi per lei/lui), di cui si serve prima e dopo la stesura dei suoi commenti non approvati. [CCG/AWS Staff]
Vedi, cara Rosa (o chiunque si firmi con questo nome), non abbiamo pubblicato il tuo "commento" per un paio di motivi. Diciamo pure che questi motivi sono, per così dire, "alternativi". Non si escludono a vicenda ma, volendo, puoi scegliere quel che più ti si attaglia.
Motivo numero 1. Non abbiamo pubblicato il tuo commento perché, tutto sommato, teniamo molto alla qualità degli interventi di questo sito. Orbene, il tuo è terribilmente stupido e banale. Una serie impressionante di luoghi comuni, ma non sarebbe neppure questo il punto. E' esattamente l'enunciazione di quello che non siamo qui dentro, e che non vogliamo essere. Magari, però, hai sbagliato sito: credevi di essere su quello di Libero. Guarda, vogliamo -seppure tappandoci gli occhi- fornire un servizio: clicca qui e avrai quello che desideri, senza neppure la fatica di cercarlo. E' quella la tua gente, qui non c'è nessuno né... (continuer)
Paolo la tua Contessa è e rimane unica anche dopo 40 anni, mi ha fatto tornare indietro nel tempo quando nel 74/75 ancora si cantava la tua canzone nei cortei studenteschi e noi, giovani pieni di entusiasmo, cantandola avevamo, ancora li abbiamo, i brividi addosso.
Per me sei stato e sempre sarai un grande e la tua CONTESSA è inattaccabile e deve rimanere così nel tempo.
Ciao un abbraccio
Se Paolo Pietrangeli avesse ascoltato anche mezza volta la Contessa di Corrado Guzzanti, spietata satira della sinistra antagonista, che una delle rare teste fine in circolazione canta soltanto ad una ristretta cerchia di amici,credo capirebbe anche lui che la demenza della borghesia è un dato talmente scontato che per riproporlo in fotocopia per 40 anni, senza saper andare oltre, bisogna essere proprio de' coccio.Ma ,vivendo in una società in cui essere de' coccio comunque paga, darwinianamente Amen
Matteo88 ha scritto:
I Modena hanno spiegato bene il loro pensiero con la nuova canzone che dice "l'utopia è rimasta ma la gente è cambiata, la risposta ora è più complicata".
ciao a tutti
(matteo88)
Sostanzialmente concordo. Non so dire se dal punto di vista artistico e culturale sia stata una scelta felice. Ma d'altra parte già la musica era completamente diversa.
Chi è della mia generazione ha conosciuto Contessa grazie a loro.
Il fatto è che i Modena hanno avuto coraggio, quindi non condivido le critiche di buonismo.
Questo non posso che apprezzarlo. Le loro canzoni vogliono essere anche educative, perchè no? E' anche questo uno degli scopi dell'arte migliore. Cambiare la società. Se no tanto vale la satira di Zelig, che colpisce un po' di qua un po' di là.
E se vogliono avere un qualche effetto su questa società devono parlare... (continuer)
Leggo che nella ricorrenza della Battaglia di Valle Giulia,celebrata alla facoltà di Architettura Paolo Pietrangeli non se l'è sentita di cantare Contessa: incredibile,ma allora la parodia di Corrado Guzzanti esiste veramente!
Sinceramente non credo che si possa difendere i Modena (gruppo che fino all' addio di cisco è stato tra i miei preferiti) ma è come se in "Fischia il vento" si cambiasse 'dura vendetta verrà dal partigian' con 'gli sbirri andrà a chiamare il partigian'....dai non scherziamo..allo stesso tempo è un dare dello scemo ai tanti ragazzi che ascoltano le loro canzoni....quindi cantiamo Contessa nella sua versione originale a testa alta perchè oggi più di ieri dobbiamo ritrovare certi valori.
Non riesco a capire perchè la scelta dei Modena debba far sorgere un "caso".
Perchè non si fa lo stesso discorso con chi ha trasformato un canto di mondine in un canto partigiano? Perchè non avrebbe senso, come non ne ha fare il processo ai Modena per Contessa.
La musica popolare è così, non è statica, è dinamica, cambia nel tempo e nello spazio. La musica popolare è di chi la canta, la suona e la balla, non di chi la scrive, e questo Pietrangeli l'ha capito da subito, come egli stesso testimonia.
I Modena sono espressione di questa realtà, di questo dinamismo, di queste continue contaminazioni.
E non vedo perchè avrebbero dovuto scrivere una canzone *diversa* (eppure ne hanno scritte tante): Contessa è nella storia della lotta comunista, tentare di abbandonarla sarebbe come disconoscere le proprie radici... ma i tempi cambiano, cambiano i contesti, le necessità personali e sociali...... (continuer)
Mi sembra, caro Omar, che forse tu non abbia ben presente una cosa fondamentale.
Non si possono minimamente paragonare delle canzoni d'autore a dei canti popolari, che si trasformano e si evolvono in mezzo alla gente e, almeno fino a qualche tempo fa (e comunque nel caso di "Bella Ciao", che citi precisamente), grazie alla tradizione orale ed alla coscienza collettiva.
La modifica di "Contessa" da parte dei MCR non ha assolutamente nulla di questo tipo di sviluppo, né può averlo. Si tratta originariamente di una canzone con un autore ben preciso che ha espresso delle sue idee. Quel che hanno fatto i MCR è modificare arbitrariamente quella canzone per farle rispecchiare delle loro idee, con un'operazione cosciente e, sospetto, soprattutto con il proposito di farle dire delle cose più "accettabili" in questo periodo.
Si tratta quindi di un intervento assolutamente arbitrario e che non può... (continuer)
Mi sembra, caro Omar, che forse tu non abbia ben presente una cosa fondamentale.
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No, credo di averla ben presente, ed era su questo che basavo il mio commento... semplicemente ho un'opinione diversa.
E' vero che quando sono nato Contessa era già un brano "storico", come lo erano tanti altri splendidi brani cantautorali.
Ma è anche vero che solo pochissimi brani di questo tipo diventano poi "popolari" (mi vengono in mente solo "Contessa" e "Brigante se more" di Bennato/D'Angiò).
De Andrè, Guccini e Gaber per esempio, hanno scritto brani straordinari, anche molto impegnati, che però non hanno assunto connotati così particolari come Contessa.
La differenza a mio avviso sta nel fatto che il processo di trasformazione e veicolazione di un "canto popolare" oggi avviene alla luce del sole, con la mediazione di un tessuto comunicativo invasivo che non lascia nulla... (continuer)
[2001]
Testo e musica di Paolo Pietrangeli
Album: "C'è poco da ridere"
È strano che per tanti (sei) anni questo pezzo devastante e amaro di Paolo Pietrangeli non sia stato notato da chi contribuisce a costruire “Canzoni contro la guerra”.
Comunque si tratta ancora e forse anche più di ieri di un ritratto efficacissimo dei troppi (quasi tutti ormai, se guardiamo ai numeri parlamentari) signori della guerra nostrani.
Il riferimento è ovviamente all’aggressione alla Serbia del 1999, ma si adatta perfettamente a tutte le guerre Usa cui l’Italia si è servilmente accodata dal 1991 a oggi.
La canzone è contenuta nell’album “C’è poco da ridere” del 2001.
Carissimo Luigi, nel ringraziarti per questo inserimento vorremmo specificarti che, purtroppo, e per tutti gli sforzi quotidiani che facciamo, non ci è possibile seguire come vorremmo tutti gli autori in tutta la loro produzione; qualcosa ci sfugge necessariamente, ed è proprio per questo motivo che questo sito è strutturato come database a libera contribuzione (in modo, cioè, da permettere a chiunque di inserire canzoni non ancora presenti nella raccolta). Grazie ancora e a risentirci presto!
Una canzone dedicata ai tricoloreggianti di altri tempi, ma che si adatta perfettamente ai forzaitalioti e alleanzanazionalisti di oggi. Quelli che non sono pacifisti, ma pacificatori, insomma.
Quelli che tricoloreggiano (continuer)
envoyé par Lorenzo Masetti 18/3/2006 - 10:48
nella quinta strofa mi pare che dica "per comprarci tutti interi" e non "per comprarci tutti i beni". Mi pare anche più sensata la frase...
(1968)
EP: Valle Giulia / Repressione / Uguaglianza
con Giovanna Marini e Paolo Ciarchi
La canzone è del 1968 ed è dedicata al Aldo Braibanti, toscano, classe 1922, partigiano, comunista, scrittore, sceneggiatore, poeta, ceramista, esperto mirmecologo (studioso delle formiche), un intellettuale dai mille interessi che, per il solo fatto di vivere apertamente la propria omosessualità, proprio quell’anno fu condannato a 9 anni di detenzione con l’accusa di aver “plagiato” un paio di giovani maschi maggiorenni con cui aveva consenzientemente convissuto.
Il reato di “plagio”, introdotto sotto la dittatura fascista, venne poi espunto dal nostro ordinamento all’inizio degli anni 80, ma questo non è stato di gran conforto a Braibanti il quale fu l’unico italiano che nel dopoguerra si fece qualche anno di galera in applicazione di quell’assurda fattispecie.
A parte alcune voci di... (continuer)
Si tratta di una canzone totalmente inedita (e non depositata) di Ivan Della Mea, il cui testo è stato da lui personalmente recato a Brescia il 28 maggio scorso in occasione della commemorazione del 32° anniversario della strage di Piazza della Loggia (durante la quale Ivan Della Mea si è esibito assieme a Claudio Cormio). La pubblicazione di questa canzone è stata autorizzata da Ivan Della Mea appositamente per "Canzoni Contro la Guerra".
[1951]
Testo di Bertolt Brecht
Musica di Hanns Eisler
In un primo momento la canzone (o meglio, la sua traduzione italiana) era stata attribuita a Paolo Pietrangeli. La vera paternità della canzone ci è stata segnalata in un commento da Michele, che qui ringraziamo. Rimediamo quindi celermente all'errore. [RV]
Dall'album "Mio caro padrone domani ti sparo"
Testo ripreso da "La musica dell'altra Italia"
Incisioni:
- Paolo Pietrangeli: 45 Dischi del Sole LR 45/11
- Paolo Pietrangeli: Mio caro padrone domani ti sparo
- Paolo Pietrangeli: Canti, contesse & conti CD
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Paolo Pietrangeli
Seconda voce / Accompanying voice / Voix d'accompagnement / Toinen kohta: Giovanna Marini
"Contessa" era stata inserita nel II volume delle primitive "CCG" al numero 157.
[...]Se anche canzoni come Nina (1966) di Gualtiero Bertelli o come Cara moglie di Ivan Della Mea furono assai cantate, vero inno del '68 fu però Contessa di Paolo Pietrangeli, uno studente comunista lettore di "Classe Operaia" e di "Operai e capitale", che la scrive nel maggio 1966 durante l'occupazione dell'Università di Roma seguita all'uccisione dello studente Paolo Rossi da parte dei fascisti, avvenuta il 27 aprile. E la scrive in una notte, prendendo spunto dalle conversazioni che una certa vecchia borghesia faceva a proposito di quell'occupazione e di pretese orge sessuali e dalla cronaca di un piccolo sciopero avutosi a Roma in una fabbrichetta, dove il padrone, certo Aldo, aveva chiamato la polizia contro i suoi operai che facevano picchettaggio."