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La fine della festa

Porce
Langue: italien



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La guerra di Piero
(Fabrizio De André)


2024
FINALISTA Musicultura XXXV Ed. - 2024

Il brano La fine della festa è caratterizzato da frasi il cui soggetto è la guerra in senso lato.
Ognuna di queste dà vita a un’immagine che prende senso dalle rappresentazioni che il mio vissuto ha conservato di questa specie di calamità che attraversa la storia dell’uomo. Solo a tal proposito si può dire che il testo conserva qualcosa di autobiografico, non per esperienza diretta, ma per conoscenza mediata dei fatti accaduti nel passato e che anche oggi si ripetono, cercando di lasciare comunque una certa libertà di interpretazione all’ascoltatore. Per esempio, la frase “Sono il ghigno del lupo appena dentro all’ovile” fa riferimento specifico all’agghiacciante dichiarazione di Joseph Goebbels al primo ingresso, nel 1928, dei nazisti in parlamento, “Stiamo entrando come lupi nell’ovile”, ma funziona comunque anche se interpretata letteralmente. Che “la guerra” sia il fulcro su cui poggia tutto il testo viene suggerito alla fine del brano, nel rimando a La guerra di Piero, in cui i “papaveri rossi” si trasformano senza veli in “cadaveri rossi”.

Io sono mille cani ciechi
Abbandonati sull’autostrada,
Sono la nebbia oltre la notte,
Sono la punta della spada

Sono un cavallo che sta bruciando,
Un precipitato dal settimo piano,
Sono il catrame dentro al fango,
Sono l’arrivo dell’uragano.

E sono i mille fiori morti
Sulla corona del tuo funerale,
Sono l’angelo dei ricordi
Ma solo di quelli che fanno male

Sono lo sputo con dentro il sangue,
Sono la ruggine sulle porte,
Sono la santa ragione,
Sono la legge del più forte.

Sono gli occhi di una madre
Che ha visto il figlio trucidato,
Sono l’occhio del figlio
Nel suo ultimo fiato.

Sono le fiamme sulla bandiera,
Sono la casa sventrata,
Sono un estate qualunque
Come l’ultima che è passata.

Sono l’oscurità che dorme
Sotto la suola delle scarpe,
Quella che nessuno vorrebbe mai incontrare,
Che vince sempre alle carte.
Sono la luce sullo stivale,
Sono la gola tagliata,
Sono un fulmine nel cielo,
Sono la terza mandata.

Sono il ghigno del lupo
Appena dentro all’ovile,
Sono il morso del porco
Sul padrone del porcile.

E sono il teschio di un bambino,
la sua voce rubata,
I suoi capelli perduti
In una notte stellata.

Sono la fine della festa,
Sono le urla da lontano,
Sono mille cadaveri rossi
Morti sepolti in un campo di grano.

envoyé par Dq82 - 18/5/2024 - 06:36




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