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Adel El Mshiti / عادل إل مشيتي
Lingua: Arabo


Adel El Mshiti / عادل إل مشيتي

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sawf nabqaa huna
[2011]

النص والموسيقى / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / מילים ולחן / Sanat ja sävel:
Adel El Mshiti [عادل إل مشيتي]

مطرب / Interpreti / Performed by / Interprétée par / שַׂחְקָן / Laulavat :

1. اطباء في غزة / Medici di Gaza / Doctors of Gaza / Médecins de Gaza / רופאים בעזה / Gazan lääkärit

2. خريجو الزهراوي العراقيون / Laureati iracheni a Al-Zahrawi / Iraqi Graduates of Al-Zahrawi / Diplômés irakiens d’Al-Zahrawi / בוגרי אלזהראווי העיראקי / Irakilaiset Al-Zahrawista valmistuneet

3. فتاة فلسطينية / Ragazza palestinese / Palestinian girl / Fille palestinienne / ילדה פלסטינית / Palestiinalainen tyttö

4. خريجو تشرين السوريون / Laureati siriani di Tishreen / Syrian graduates of Tishreen / Diplômés syriens de Tishreen / בוגרי תשרין סורים / Syyrialaiset Tishrinin valmistuneet

5. رامي محمد / Rami Mohammad [رامي محمد] / רמי מוחמד

6. Mahmud Huzaifa

7. Shaykh Ahmed Nufais [الشيخ أحمد النفيس]

[[https://img.freepik.com/premium-photo/palestine-flag-brush-stroke-national-flag-white-background_559531-7872.jpg?w=996|]


Ma le nuvole continuano a muoversi, una dietro l’altra, senza fine, e senza calore. Non importa quanto questo sentimento sembri innocente, ma arriva sempre il giorno in cui invidiamo il movimento leggero delle nuvole in cielo, e la libertà degli uccelli nello spostarsi da un luogo all’altro”. Adania Shibli Pallidi segni di quiete

For the last seventeen years, Gaza has been a hyperdensely populated, impoverished, walled-in compound where only a small fraction of the population had the right to leave for even a short amount of time—in other words, a ghetto.

Negli ultimi diciassette anni, Gaza è stata un’area eccessivamente sovrappopolata, impoverita e circondata da mura, dove solo una parte esigua della popolazione aveva il diritto di andarsene anche per un breve periodo di tempo – in altre parole, un ghetto.
Masha Gessen , 9 Dicembre 2023



Negli abissi del XXI

Strettoia di Gaza: superficie inferiore al comune di Ferrara, vi sono ammassati 2,4 milioni di umani, gli sfollati ammontano a 1,8 milioni, 3 abitanti su 4. I minori di età inferiore ai 14 anni sono 1,1 milioni, cioè il 47% della popolazione. In 2 mesi di guerra si contano più di 18mila palestinesi morti. Tutti in trappola: un tempo non avrebbero voluto fuggire per non abbandonare le attività, il loro passato, le pietre messe su con fatica e sacrifici enormi. Oggi in tanti vorrebbero scappare ma non possono, nessuno li vuole. Altri, con qualche riguardo per gli oppressi, non vogliono che si ripeta l’esperienza della Naqba.

Sotto i colpi dei bombardamenti incalzanti la vita è tra lo strazio e l’indifferenza, in queste condizioni di atrocità inenarrabili vivere non importa più di tanto. La fabbrica tecnologica, messa a punto dalla macelleria di carne umana del XXI a scopo “difensivo”, si chiama Habsora [הבשורה] che vuol dire Vangelo. È il sistema di intelligenza artificiale impiegato da Israele per rendere più performante e rapida la carneficina su vasta scala. Habsora esegue con diligenza la sua funzione come da protocollo, tra i plausi degli strateghi e del loro codazzo di aspiranti Stranamore. Uno degli effetti è stato il raddoppio degli obiettivi da colpire, tra cui i matarot otzem [מטרות עוצם], i bersagli importanti, decisi dagli algoritmi elaborando una quantità impressionante di dati raccolti dalla intelligence israeliana da tempo. L’intelligence per anni è stata di fatto molto attiva e vigile, tranne che negli ultimi momenti, quando Hamas e i miliziani collaterali hanno perpetrato i massacri del 7 Ottobre. Tra le combinazioni incrociate delle anomalie occorse non è dato indovinare quali e quanti fattori siano stati fortuiti e sino a che punto.

Il “Vangelo” non ha fatto in tempo ad esibirsi nelle sue forme antitetiche al nome e allo spirito che già un esperto di dottrina militare statunitense, ex funzionario della Casa Bianca, profetava come un necroforo alla visione di campi di sterminio imminenti: “Other states will watch and learn”. Come dire che il business delle armi basate sull’AI sta per intraprendere un trend verticale. Crepi l’astrologo,ma, non illudiamoci, la profezia ha forti probabilità di avverarsi. Insomma gli israeliani possono vantarsi anche del primato raccapricciante di omicidi su vasta scala perpetrati con la AI, sotto la copertura di un quadro legale in apparenza. Un guinness che supera di gran lunga tutti gli altri dei sistemi d’arma: a decidere chi deve morire è un superautoma. Migliaia di palestinesi sono le cavie idonee, a bassissimo costo, per testare e mettere a punto il sistema. Una informazione da sola può rendere l’idea degli ordini di grandezza di cui si parla. La si raccoglie dall’ intervista rilasciata dal generale Aviv Kochavi, già capo di stato maggiore delle Forze armate israeliane, al quotidiano Ynet il 30/06/2023. Se ne riporta uno stralcio: “Nell’Operazione Guardian of the Walls [nome del conflitto tra israele e Hamas nel Maggio 2021, ndT] dopo l’attivazione questa macchina generava 100 nuovi bersagli ogni giorno. Al confronto nel passato avremmo prodotto 50 obiettivi a Gaza in un anno. Ora questa macchina ha creato 100 obiettivi in un solo giorno, il 50% dei quali sono stati attaccati." Oggi quindi la “Combat effectiveness” raggiunta con il “Vangelo” è oltre 300 volte rispetto a pochi anni fa; la capacità di colpire e uccidere è stata potenziata di 300 volte, a parità di altri fattori.

Non è azzardato intravedere in questa innovazione dei sistemi d’arma una forte spinta alla transizione dallo “stato di emergenza” allo “stato di eccezione”, l’Ausnahmezustand di Carl Schmitt. Oltre ai tanti ed enormi guasti della guerra in corso a Gaza, un rischio elevato è la progressiva ibridazione del sistema industrial-militare nella nuova veste tecnologica con il sistema economico-sociale: sarà pressoché inevitabile l’impatto sull’ordine giuridico e sulle politiche a tutela dell’assetto sociale.

Tra le menti criminali che hanno tenuto a battesimo il “Vangelo” qualcuno ha deciso di affibiare all’automa un nome estraneo alla cultura ebraica. La cabina di regia si è proposta di irretire l’Occidente attingendo alle radici della tradizione occidentale e rovesciandone i contenuti sino alla provocazione. È il tentativo del messianismo ebraico non soltanto di reagire in modo sproporzionato al fondamentalismo islamico, ma anche di leggere la storia esclusivamente con le chiavi della Tanakh e del Talmud. Vorrebbero di facilitare l’avvento del messia all'insegna del Nuovo Testamento con i massacri continuati, in nome di un implacabile e sanguinario Giustiziere da contrapporre al suo contraltare, giustiziere anche lui in nome del jihad. Entrambi gli schieramenti pullulano di fanatici che reclamano la terra in nome del loro dio, anzi hanno acclamato la stessa terra dio in un susseguirsi di ferocie che vanno ben al di là del biblico “occhio per occhio, dente per dente”. È una guerra santa inedita, si potrebbe nominarla “stellata”, la crociata con la stella di Davide al posto della croce. Non è prevista soltanto la sconfitta del nemico, tanto meno uno spiraglio per un accordo. Tutto deve essere subordinato all’imperativo categorico dell’annientamento e distruzione totale del nemico, in nome del proprio dio sterminatore: אין אסירים / No prisoners / لا سجناء / Niente prigionieri.

Abbiamo sempre condannato senza riserve il fondamentalismo islamico che, interpretando e piegando sure e sunna, proclama il jihad offensivo per diffondere l’islam con la violenza. Guardavamo invece all’ebraismo come ad un indiscutibile riferimento di civiltà. Pensavamo che l’ebraismo si fosse in gran parte immunizzato contro l’uso della violenza indiscriminata e i massacri. Che cosa viene fuori oggi? Il ḥērem [חרם]: lo sterminio per comando divino. “Ricordiamolo, e combattiamo” dice Netanyahu citando il passo biblico di Samuele, aggiungendo che sarà la vittoria “del bene sul male”. È il richiamo imperativo ai comandamenti “positivi” 187,188, 189 della Torah. Quello che segue è il n. 188, da Deuteronomio 20,17: לְהַכְרִית זַרְעוֹ שֶׁלַּעֲמָלֵק, שֶׁנֶּאֱמָר "תִּמְחֶה אֶת-זֵכֶר עֲמָלֵק" / Distruggere completamente la discendenza di Amalek, poiché è scritto “cancellerai il ricordo di Amalek”.
Una cultura che si era distinta nei secoli per la tolleranza, la non violenza, la capacità di riflettere su se stessa senza limiti, una cultura capace di guardare con fine ironia persino nelle sue pieghe più gelosamente custodite, l’alleanza con Dio, si è assoggettata ad una torsione fino a ieri impensabile. Il Golem ha trovato nuove e inquietanti sembianze, veste i panni del fondamentalismo ebraico, quello variamente espresso dagli ultraortodossi askenaziti haredi, dagli ultra ortodossi sefarditi dello Shas e soprattutto dal sionismo religioso, Dati Leumi, formato da movimenti e comunità intransigenti, tra cui Otzma Yehudit di Ben Gvir e l’influente Casa Ebraica, il partito dei coloni.

Non si sa come né quando si concluderà questa guerra con i suoi agghiaccianti e lugubri primati. L’unico dato prevedibile sinora è che nulla sarà più come nello statu quo ante. Sono troppo profondi i solchi scavati dall’una e dall’altra parte.
Un altro dato sconfortante è che la cultura laica ha subito un contraccolpo molto grave. Lo scontro di interessi geopolitici nel Medio Oriente passa ormai attraverso l’uso prevalente delle religioni. Siamo allo scontro di civiltà che si occulta dietro i monoteismi per celare sia interessi economico-finanziari sia le rivalità centrate sulle risorse e sui fattori di sviluppo. Come sempre, sono gli strati più deboli a rimanerne schiacciati. Considerazioni in parte analoghe parlando di Russia e Ucraina, con proporzioni diverse, si possono muovere riguardo alle contrapposizioni create tra riti diversi della stessa confessione.

Se questi sono i risultati occorrerà rivedere da cima a fondo i meccanismi arbitri dell’esproprio delle coscienze umane, costrette a violenze senza limiti, e della sconfitta della ragione. Non si può che ripudiare senza alcun distinguo la violenza cosiddetta necessaria che stravolge il diritto alla difesa o si appella ad un credo farneticando. Trucidare esseri umani, assassinare bambini e persone indifese, mutilare, colpire ospedali, scuole, kibbutz, lasciare morire i feriti deliberatamente: ogni giorno sempre di più precipitiamo verso il fondo degli abissi rischiando di assuefarci agli alibi del male necessario e del male minore. Sono crimini che non si possono e non si debbono lasciar passare in nome dell’ecologia delle coscienze e della sopravvivenza del genere umano.
È giunta l’ora che Yahweh, Allah e Dio aborriscano per primi la sacralità della terra, maledicano per sempre gli abissi e si convertano. Il terminale del labirinto è il vicolo cieco dell'autodistruzione tra orrori e silenzi.

La canzone

La determinazione e la speranza degli abitanti di Gaza di due mesi fa sono irreversibilmente scomparse. Questa canzone aiutava a rimuovere l’angoscia della catastrofe incombente. Ora non c’è più spazio per le canzoni, soltanto rumori di morte.
Resteremo qui é il titolo della canzone di Adel El Mshiti, medico libico. La compose come espressione di resistenza a Gheddafi. La canzone ha avuto una vasta diffusione in tutti i paesi arabi, anche in Indonesia, in Turchia e nel Bangladesh.
È un inno di libertà e affetto per la terra natale che unisce diversi popoli, è soprattutto un inno alla vita.
Nel primo clip gli interpreti sono i medici di Gaza mentre la cantavano con convinzione a Ottobre scorso, quando erano già iniziati i bombardamenti ma prima dell’invasione.
Altre interpretazioni notevoli sono quelle dei neolaureati iracheni e siriani,che offrono spunti di riflessione oltre la rassegna musicale delle canzoni contro la guerra.
[Riccardo Gullotta]



Iraqi Graduates of Al-Zahrawi


Palestinian girl


Syrian graduates of Tishreen



Rami Mohammad



Mahmud Huzaifa



Shaykh Ahmed Nufais
سوف نبقى هنا .. كي يزول الألم [1]
سوف نحيا هنا .. سوف يحلو النغم
موطني موطني .. موطني ذا الإباء
موطني موطني .. موطني يا أنا

رغم كيد العدا .. رغم كل النقم
سوف نسعى إلى .. أن تعم النعم
سوف نرنو إلى .. رفع كل الهمم
بالمسير للعلا ومناجاة القمم

فلنقم كلنا .. بالدواء والقلم
كلنا عفو على .. من يصارع السقم
فلنواصل المسير .. نحو غايات أهم
و نكون حقا .. خير أمة بين الأمم

سوف نبقى هنا .. كي يزول الألم
سوف نحيا هنا .. سوف يحلو النغم

كم سهرنا من ليالي .. للصباح لا ننم
كم عراقيل كسرنا .. كم حفظنا من رزم
كم جسور قد عبرنا .. كم ذرفنا من حمم
نبتغي صيد المعالي .. نبتغي رأس الهرم
نقضي ساعات طوال .. نستقي علم العجم
نستهين كل غالي .. كي نحقق الحلم
إن سأمنا لا نبال .. فلنسير للأمل
إن قمة الجبال .. تستحق لا جرم

سوف نبقى هنا .. كي يزول الألم
سوف نحيا هنا .. سوف يحلو النغم

فضلكم يا والدي .. عمني حتى اللجم
كل هم قد أصبنا .. زادكم بالطبع هم
إن كل ما جنينا .. من جهودكم نجم
والدي يا خير عون .. كان لي عند المحن
أنت يا من تملكين .. جنة تحت القدم
كل ألفاظ لساني .. كل شكر قد رهن
إجمعو كل المعاني .. من عراب أو عجم
لا توافي شكركن .. لا تجاوز العدم

سوف نبقى هنا .. كي يزول الألم
سوف نحيا هنا .. سوف يحلو النغم

هذي فرحة الأهالي .. لا يساويها رقم
حين يشهدون حالي .. بالسرور أبتسم
فرحتي وصرختي .. تكاد تسمع الأصم
يا نجوم السماء .. يا عبائق النسم
يا سحائب الرجا .. يا طيور الحرم
يا رعود الشتاء .. يا جميع الأنام
إشهدو هذا المساء .. أنني قلت القسم

سوف نبقى هنا .. كي يزول الألم
سوف نحيا هنا .. سوف يحلو النغم
[1] Transcription / Trascrizione

sawf nabqaa huna .. kay yazul al'alam
sawf nahya huna .. sawf yahlu alnagham
mawtini mawtiniun .. mawtini dha al'iiba' mawtini
mawtini .. mawtini ya 'ana

raghm kayd aleada .. raghm kuli alnaqam
sawf naseaa 'iilaa .. 'an taeuma alnieam
sawf narnu 'iilaa .. rafe kuli alhimam
bialmasir lileala wamunajat alqimam

falnaqum kuluna .. bialdawa' walqalam
kuluna eafw ealaa .. man yusarie alsaqam
falinuasil almasir .. nahw ghayat 'ahamu
w nakun haqana .. khayr 'umat bayn al'umam

sawf nabqaa huna .. kay yazul al'alam
sawf nahya huna .. sawf yahlu alnagham

kam saharana min layali .. lilsabah la nanam
kam earaqil kasruna .. kam hafizna min razm
kam jusur qad eabarna .. kam dharafna min hamam
nabtaghi sayd almaeali .. nabtaghi ras alharam
naqdi saeat tawal .. nastaqi eilm aleajam
nastahin kula ghali .. kay nuhaqiq alhulm
'iina sa'amana la nubal .. falansir lil'amal
'iina qimat aljibal .. tastahiqu la jarm

sawf nabqaa huna .. kay yazul al'alam
sawf nahya huna .. sawf yahlu alnagham

fadlukum ya walidi .. eamini hataa allajm
kulu hum qad 'usibna .. zadakum bialtabe hum
'iina kula ma janina .. min juhudikum najm
walidi ya khayr eawn .. kan li eind almihan
'ant ya min tamlikin .. janat taht alqadam
kulu 'alfaz lisani .. kulu shukr qad ruhin
'iijmaeu kula almaeani .. min eirab 'aw eajm
la tuafi shukrakun .. la tujawiz aleadam

sawf nabqaa huna .. kay yazul al'alam
sawf nahya huna .. sawf yahlu alnagham

hadhi farhat al'ahali .. la yusawiha raqm
hin yashhadun hali .. bialsurur 'abtasim
farhati wasarkhati .. takad tasmae al'asamu
ya nujum alsama' .. ya eabayiq alnasam
ya sahayib alraja .. ya tuyur alharam
ya rueud alshita' .. ya jamie al'anam
'iishhdu hadha almasa' .. 'anani qult alqasam

sawf nabqaa huna .. kay yazul al'alam
sawf nahya huna .. sawf yahlu alnagham

inviata da Riccardo Gullotta - 18/12/2023 - 12:10




Lingua: Inglese

English translation / الترجمة الإنجليزية / Traduzione inglese / Traduction anglaise / תרגום לאנגלית / Englanninkielinen käännös:
Mahmoud Fawzy
WE WILL STAY HERE

We will stay here so the pain ceases
We will live here the melody will sweeten
My homeland, my homeland home of pride
My homeland, my homeland My homeland, oh my self!

Despite the plots of the enemies Despite all the curses
we will endeavor that graces will prevail
We will look forward to raising the spirits
By seeking perfection and apostrophizing the tops

Let’s all stand together With remedy and pen
We are all merciful on those who suffer sickness
Let’s continue to walk towards higher aims
And be a truly better nation among nations

We will stay here so the pain ceases
We will live here the melody will sweeten

How many nights have we woken to the morning
How many hindrances have we overcome how many bales we kept
How many bridges have we crossed How many tears have we wept
wishing for excellencies and the apex of the pyramid
spending long hours to aquire foreign knowledge
underrating the precious to achieve the purpose
If we get tired we will not give up Let’s walk for the hope
The top of the mountains does not deserve any mistake

We will stay here so the pain ceases
We will live here the melody will sweeten

Oh my parents, your favour surrounds every bit of me
Every grief we met caused you more grief
Everything we have achieved is a result of your efforts
Oh father, you were my supporter in hardships
Oh you, who has Paradise under her feet
All my words and all my thanks are chained
All the meanings in all the tongues
you still cannot thank them and never will

We will stay here so the pain ceases
We will live here the melody will sweeten

Here is the joy of our families That cannot be quantified
When they witness my feeling, I smile with delight
My joy and cry can almost be heard by the deaf
Oh stars of the heaven, oh scents of the breeze
Oh clouds of hope, oh birds of the Haram
Oh thunders of winter and all creatures
Bear witness that I have exclaimed the pledge

We will stay here so the pain ceases
We will live here the melody will sweeten

inviata da Riccardo Gullotta - 18/12/2023 - 12:14




Lingua: Italiano

Traduzione italiana / الترجمة الإيطالية / Italian translation / Traduction italienne / תרגום לאיטלקית / Italiankielinen käännös:
Riccardo Gullotta
RESTEREMO QUI

Resteremo qui finché il dolore svanirà
Vivremo qui la musica si farà dolce
La ma terra la mia terra ne vado fiero
La ma terra la mia terra la mia terra

Nonostante il piano del nemico, nonostante tutte le ritorsioni
Ce la metteremo tutta perché il bene la spunti
Non vediamo l’ora di elevare lo spirito
In marcia verso il sacro monte e a tu per tu con le vette

Prendiamo tutti il rimedio e la penna
Guardiamo tutti con misericordia a quelli che soffrono per malattia
Continuiamo il cammino verso mete più importanti
E saremo davvero il popolo migliore tra i popoli

Resteremo qui finché il dolore svanirà
Vivremo qui, la musica si farà dolce

Quante notti abbiamo trascorso insonni sino al mattino?
Quanti ostacoli abbiamo superato, quanti pacchi abbiamo conservato
Quanti ponti abbiamo attraversato, quante lacrime abbiamo versato
Con il desiderio di eccellere, verso la cima
Trascorrendo lunghi periodi per apprendere conoscenze straniere
Abbiamo messo in secondo piano ogni cosa preziosa pur di realizzare il sogno
Se ci stanchiamo non facciamoci caso, camminiamo per la speranza
La cima delle montagne non merita torti

Rimarremo qui finché il dolore svanirà
Vivremo qui, la musica si farà dolce

Oh, padre mio, le tue cure mi cingono da ogni parte
Tutte le pene che abbiamo vissuto ti hanno portato altro dolore
Tutto ciò che abbiamo ottenuto è venuto dai tuoi sforzi
Padre mio mi sei stato vicino nelle difficoltà
Sotto i tuoi piedi c’è il paradiso
Ogni parola dalla mia bocca e ogni ringraziamento sono una promessa
In tutte le parole delle varie lingue
Non potrò ringraziarti abbastanza. Non si può andare oltre il nulla

Rimarremo qui finché il dolore svanirà
Vivremo qui, la musica si farà dolce

Ecco la gioia della nostra gente non si può contare
Quando assistono a ciò che provo, sorrido di felicità
La mia gioia e il mio grido possono quasi essere uditi dai sordi
Oh stelle del cielo, Oh profumi della brezza
Oh nuvole di speranza, Oh uccelli del santuario[1]
Oh tuoni invernali ,Oh sogni degli umani
Testimoniate che stasera ho fatto giuramento

Rimarremo qui finché il dolore svanirà
Vivremo qui, la musica si farà dolce
[1] Al Ḥarām [الحرم ] , propriamente “proibito dalla fede”, qui è il piazzale della moschea della Mecca

inviata da Riccardo Gullotta - 18/12/2023 - 13:10




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