Falce, forcale, vanga o rastrello, in mano aveva sempre un attrezzo
madre in cucina, pie le sorelle, camino acceso, i buoi nella stalla
obbedire, verbo bandito: della libertà pagò il prezzo
il federale lo prelevò, non più zappa ma fucile in spalla
Diciotto anni, rabbia e livore, al fronte a fare la guerra
balilla non lo era mai stato, non volle sfilare in orbace
sotto l’elmetto Gino sognava: l’aratro tagliava la terra,
a mietere il grano, l’odore del vino, ma ci voleva la pace
Sinistro un treno arrancando lo portava dritto alla morte
deportato, smarrito, in guerra non puoi scegliere la tua sorte
sparare e uccidere oppure la fame, il freddo, la prigionia
ammazzi l’altro: giudice, boia, assassino o nel fango del lager la tua agonia
Gavetta, brodaglia, lampi, frastuono, un’ossessione: fuggire
quel contadino giovane e mite non avrebbe ucciso nessuno
sostò il treno, decise in fretta e scappò all’imbrunire
corse forte, latrato di cani e risentì il profumo del fieno
Aprile, primo sole, paese liberato, dal nord in bicicletta tornò a casa
dinamo, fanale e buche anche di notte, se la guerra era finita
spettri e fantasmi ad ogni angolo di strada, segni di croce ad ogni angolo di chiesa
disertore si, ma uomo che nemmeno a un altro uomo tolse la vita
Sinistro un treno arrancando lo portava diritto alla morte
deportato, smarrito, in guerra non puoi scegliere la tua sorte
sparare e uccidere oppure la fame, il freddo, la prigionia
ammazzi l’altro: giudice, boia, assassino o nel fango del lager la tua agonia.
madre in cucina, pie le sorelle, camino acceso, i buoi nella stalla
obbedire, verbo bandito: della libertà pagò il prezzo
il federale lo prelevò, non più zappa ma fucile in spalla
Diciotto anni, rabbia e livore, al fronte a fare la guerra
balilla non lo era mai stato, non volle sfilare in orbace
sotto l’elmetto Gino sognava: l’aratro tagliava la terra,
a mietere il grano, l’odore del vino, ma ci voleva la pace
Sinistro un treno arrancando lo portava dritto alla morte
deportato, smarrito, in guerra non puoi scegliere la tua sorte
sparare e uccidere oppure la fame, il freddo, la prigionia
ammazzi l’altro: giudice, boia, assassino o nel fango del lager la tua agonia
Gavetta, brodaglia, lampi, frastuono, un’ossessione: fuggire
quel contadino giovane e mite non avrebbe ucciso nessuno
sostò il treno, decise in fretta e scappò all’imbrunire
corse forte, latrato di cani e risentì il profumo del fieno
Aprile, primo sole, paese liberato, dal nord in bicicletta tornò a casa
dinamo, fanale e buche anche di notte, se la guerra era finita
spettri e fantasmi ad ogni angolo di strada, segni di croce ad ogni angolo di chiesa
disertore si, ma uomo che nemmeno a un altro uomo tolse la vita
Sinistro un treno arrancando lo portava diritto alla morte
deportato, smarrito, in guerra non puoi scegliere la tua sorte
sparare e uccidere oppure la fame, il freddo, la prigionia
ammazzi l’altro: giudice, boia, assassino o nel fango del lager la tua agonia.
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