Giù la testa
Stiamo per essere circondati
Il glorioso esercito della salvezza
Non è riuscito nella sua eroica missione
Sembrava semplice attraversare la strada
Evitare tutte quelle storie
Che incrociavano il nostro cammino
Sembrava semplice
E siamo stati travolti
Sull’asfalto bagnato
Da queste strisce di luce
Di questo dio dilaniato
Dai cattivi pensieri di Bardamu di ritorno dalla guerra
Da fatica e solitudine che lo avevano preso in trappola
Dalla musica che non c’era più per far danzare la vita
Dagli incubi
E siamo stati travolti
Sull’asfalto bagnato
Da queste strisce di luce
Di questo dio dilaniato
Siamo stati travolti
Da questa e da mille altre storie
E pensare che il marciapiede di fronte
Pareva lì a due passi Proprio a portata di mano
Lì davanti c’era il sole
La luce L’alba
Su la testa
Adesso lo facciamo noi un bel cerchio
Non più eserciti, non più gloria
Ma un fuoco
Stiamo per essere circondati
Il glorioso esercito della salvezza
Non è riuscito nella sua eroica missione
Sembrava semplice attraversare la strada
Evitare tutte quelle storie
Che incrociavano il nostro cammino
Sembrava semplice
E siamo stati travolti
Sull’asfalto bagnato
Da queste strisce di luce
Di questo dio dilaniato
Dai cattivi pensieri di Bardamu di ritorno dalla guerra
Da fatica e solitudine che lo avevano preso in trappola
Dalla musica che non c’era più per far danzare la vita
Dagli incubi
E siamo stati travolti
Sull’asfalto bagnato
Da queste strisce di luce
Di questo dio dilaniato
Siamo stati travolti
Da questa e da mille altre storie
E pensare che il marciapiede di fronte
Pareva lì a due passi Proprio a portata di mano
Lì davanti c’era il sole
La luce L’alba
Su la testa
Adesso lo facciamo noi un bel cerchio
Non più eserciti, non più gloria
Ma un fuoco
Reclamo la mia inappartenenza
il barbaro richiamo senza terra
l’accoglienza al vento che devasta
e libera presenza
l’occhio rivoltato al poi
il furore placato
il corpo abbandonato al suo deserto.
Reclamo l’odio senza oggetto
l’amore che ne stilla senza colpa
il tormento che abita il silenzio.
Reclamo la parola
la sua notte.
La mia riconoscenza.
il barbaro richiamo senza terra
l’accoglienza al vento che devasta
e libera presenza
l’occhio rivoltato al poi
il furore placato
il corpo abbandonato al suo deserto.
Reclamo l’odio senza oggetto
l’amore che ne stilla senza colpa
il tormento che abita il silenzio.
Reclamo la parola
la sua notte.
La mia riconoscenza.
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