Pedro annusava la colla,
annusava la colla lungo la strada
Pedro rubava borsette,
rubava borsette lungo la strada
I suoi occhi di falco ferito
cercavano prede in mezzo alla strada
ogni giorno lasciava un compagno,
perdeva un compagno lungo la strada
Siamo come dei fiori di campo
cresciuti per caso in questa favela
e ogni giorno che nasce o che muore
è un traguardo ambizioso raggiunto a fatica
siamo pezzi di corpo da vendere
mani da stendere a un pezzo di pane
siamo angeli laceri e luridi
pagati a peso come le banane
com’è calda la notte di Rio
passata dormendo sopra le aiuole
dove un sonno bambino nasconde
la vita vissuta da ladro di sole
sotto a un Cristo che apre le braccia
soltanto ai turisti di Copa Cabana (*)
noi cerchiamo in un sacco di colla
un senso alla vita, una luce lontana
e ogni notte che un piede soldato
ci sveglia battendo i suoi passi di morte
ogni volta che solo il destino
sarà giudice estremo della nostra sorte
ci contiamo e se manca qualcuno
nessuno lo piange perché la partita
che si gioca ogni giorno per strada
per i "ninos de rua" ha in palio la vita
noi che siamo folletti imprendibili
con mani leggere come soffio di vento
condannati ad essere inutili
concime di terra o paura soltanto
Se ci fosse, dopo le Avenidas,
un sentiero in salita che porta lontano
ci sarebbe, forse, la speranza
di avere un futuro a portata di mano
ma il rumore dell’onda sui sassi
si ferma sul molo e ritorna nel mare
come un segno di netto confine
da cui non è concesso a nessuno scappare
e si resta a rischiare la vita
che è l’unico modo che poi conosciamo
come se la natura abortita
non potesse darci che quello che abbiamo.
annusava la colla lungo la strada
Pedro rubava borsette,
rubava borsette lungo la strada
I suoi occhi di falco ferito
cercavano prede in mezzo alla strada
ogni giorno lasciava un compagno,
perdeva un compagno lungo la strada
Siamo come dei fiori di campo
cresciuti per caso in questa favela
e ogni giorno che nasce o che muore
è un traguardo ambizioso raggiunto a fatica
siamo pezzi di corpo da vendere
mani da stendere a un pezzo di pane
siamo angeli laceri e luridi
pagati a peso come le banane
com’è calda la notte di Rio
passata dormendo sopra le aiuole
dove un sonno bambino nasconde
la vita vissuta da ladro di sole
sotto a un Cristo che apre le braccia
soltanto ai turisti di Copa Cabana (*)
noi cerchiamo in un sacco di colla
un senso alla vita, una luce lontana
e ogni notte che un piede soldato
ci sveglia battendo i suoi passi di morte
ogni volta che solo il destino
sarà giudice estremo della nostra sorte
ci contiamo e se manca qualcuno
nessuno lo piange perché la partita
che si gioca ogni giorno per strada
per i "ninos de rua" ha in palio la vita
noi che siamo folletti imprendibili
con mani leggere come soffio di vento
condannati ad essere inutili
concime di terra o paura soltanto
Se ci fosse, dopo le Avenidas,
un sentiero in salita che porta lontano
ci sarebbe, forse, la speranza
di avere un futuro a portata di mano
ma il rumore dell’onda sui sassi
si ferma sul molo e ritorna nel mare
come un segno di netto confine
da cui non è concesso a nessuno scappare
e si resta a rischiare la vita
che è l’unico modo che poi conosciamo
come se la natura abortita
non potesse darci che quello che abbiamo.
(*) Appollaiata sul cucuzzolo più alto del Corcovado, l’ imponente statua del Cristo Redentore è diventata col tempo l'icona emblematica della città di Rio De Janeiro
×