Chanson italienne – Ci hanno insegnato – anonyme - 1976
Canzone du canzoniere del Centro Femminista di Padova
Lucien l’âne mon ami, toi qui erres depuis des temps immémoriaux, toi qui as vu, de tes yeux vu, la condition que les hommes ont laissée aux femmes dans leur société.
Oh, Marco Valdo M.I. mon ami, bien sûr que je l’ai vue et ce n’est pas à la gloire de la partie mâle de l’espèce humaine. Tiens, ils traitent souvent leurs femmes comme ils nous traitent nous les ânes et parfois même, pire. Enfin, presque. Heureusement, la plupart du temps, ils nous évitent, à nous les quadrupèdes, leurs caresses et ils ne nous obligent pas à certaines pratiques. Sur ce plan-là au moins, nous sommes exemptés de service.
Deux choses à ce sujet, au sujet de la manière dont les hommes traitent les femmes : d’une part, il est important de dire que ce n’a pas toujours été le cas – il fut un temps où... (Continues)
Ma guarda che ti capisco: è successo pure a me. Forse per questo sono stato punito: una sera a Roma, mentre fuori da un teatro chiacchieravo con Ascanio Celestini, uno che passava per caso sul marciapiede mi è venuto addosso inavvertitamente buttandomi quasi per terra. Era Valerio Mast(r)andrea, pensa te. Però da allora ci sto attento e lo chiamo Mastandrea... :-P
Nota. E' sostanzialmente identica alla precedente, con qualche differenza testuale nella prima strofa (cambia, ad esempio, il nome della parrocchia di provenienza; ma praticamente tutte le parrocchie bretoni si sono attribuite Silvestrig, con un procedimento tipico di localizzazione). E' però assente l' "happy end"; al posto della strofa finale col ritorno a casa di Silvestrig, viene ripetuta la prima strofa. [RV]
La versione finlandese della canzone reca il titolo "Rumpua Lyökää Kuninkaalle"(traduzione di Tapio Mattlar) e si trova sul cd: "Tarujen Saari – Susien Yö : Delirium Lupus" del 2006
Conosciamo la genesi del canto per il racconto che ne ha fatto Arturo Pedroni “Spartaco” (Come nascevano le canzoni partigiane, “Vie Nuove ”, n. 17, 26 aprile 1958): tra il carcere antifascista (a Civitavecchia) e il partigianato in montagna, in un bosco nei pressi di Poiano di Villa Minozzo, nel febbraio ’44. Appare nei primi Canzonieri composti a Reggio Emilia (Canzoniere popolare, 1948 – Canti della Gioventù, s.d., ma anni ‘50). I Dischi del Sole, per via del testo ascrivibile nella tradizione del canto sociale prefascista, lo hanno inserito tra i Canti comunisti italiani, 1 DS 5, ma con l’indicazione di autore “anonimo”; Pedroni si preoccupera di rivendicarne la paternita (cfr. “il nuovo Canzoniere italiano”, a cura di Roberto Leydi, 3, Milano, settembre 1963, p. 54, in Il nuovo canzoniere italiano dal 1962 al 1968, Istituto Ernesto De Martino-Mazzotta, Milano, 1978). Anna Ferrari (cl.... (Continues)
Nota. Si è qui preferito una trascrizione diretta dal testo in caratteri ebraici alla trascrizione secondo i criteri spagnoli.
Il canto nell'interpretazione della musicista iraniana Azam Ali (che vive in Canada).