Síðasta blóm í heimi
[1981]
Da una poesia di James Thurber
(Tradotta in islandese da Magnús Ásgeirsson)
Musica: Utangarðsmenn / Bubbi Morthens
Album: Í upphafi skyldi endinn skoða
From a poem by James Thurber
(Translated into Icelandic by Magnús Ásgeirsson)
Music: Utangarðsmenn / Bubbi Morthens
Album: Í upphafi skyldi endinn skoða
Texti: Ljóð eftir James Thurber
Þýðing: Magnús Ásgeirsson
Lag: Utangarðsmenn / Bubbi Morthens
Af plötunni: Í upphafi skyldi endinn skoða
L'ultimo fiore, dal Quartetto Cetra al punk islandese
Che cosa c'entra, secondo voi, una punk band islandese con il Quartetto Cetra? Tutti e due gruppi musicali, d'accordo; ma più diversi sarebbe difficile immaginarseli. Eppure una cosa in comune ce l'hanno: una canzone. Per quanto possa sembrare incredibile, derivata dalla stessa poesia.
La poesia si chiama, in inglese, The Last Flower in the World e fu scritta dal giornalista,... (Continues)
Da una poesia di James Thurber
(Tradotta in islandese da Magnús Ásgeirsson)
Musica: Utangarðsmenn / Bubbi Morthens
Album: Í upphafi skyldi endinn skoða
From a poem by James Thurber
(Translated into Icelandic by Magnús Ásgeirsson)
Music: Utangarðsmenn / Bubbi Morthens
Album: Í upphafi skyldi endinn skoða
Texti: Ljóð eftir James Thurber
Þýðing: Magnús Ásgeirsson
Lag: Utangarðsmenn / Bubbi Morthens
Af plötunni: Í upphafi skyldi endinn skoða
L'ultimo fiore, dal Quartetto Cetra al punk islandese
Che cosa c'entra, secondo voi, una punk band islandese con il Quartetto Cetra? Tutti e due gruppi musicali, d'accordo; ma più diversi sarebbe difficile immaginarseli. Eppure una cosa in comune ce l'hanno: una canzone. Per quanto possa sembrare incredibile, derivata dalla stessa poesia.
La poesia si chiama, in inglese, The Last Flower in the World e fu scritta dal giornalista,... (Continues)
Undir XII. alheimsfrið
(Continues)
(Continues)
Contributed by Rikarður V. Albertsson 2014/2/17 - 03:30
Un aviatore irlandese prevede la sua morte
Grazie a Francesco Brazzale per il suo contributo storico; naturalmente nessuno di noi pensa che che occuparsi della Prima guerra mondiale significhi automaticamente essere un guerrafondaio; tutt'altro.
CCG/AWS Staff 2014/2/16 - 22:28
La mayoría silenciosa
LA MAGGIORANZA SILENZIOSA
(Continues)
(Continues)
Contributed by Flavio Poltronieri 2014/2/16 - 21:17
La historia os arrincona
MANO A MANO CHE LA STORIA VI METTE DA PARTE
(Continues)
(Continues)
Contributed by Flavio Poltronieri 2014/2/16 - 21:15
Murales contro la guerra e di lotta da tutto il mondo / Antiwar and Militant Murals Around the World
Roma, Testaccio
DQ82 2014/2/16 - 17:37
אין אַלע גאַסן אָדער הײ, הײ, דאַלױ פּאָליצײ
Anonymous
DANS TOUTES LES RUES (A BAS LA POLICE!)
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/2/16 - 16:07
1947
Grazie al Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia per queste verità troppo spesso dimenticate.
steno 2014/2/16 - 13:39
Mefisto
Chanson italienne - Mefisto - Sine Frontera - 2009
Texte de Antonio Resta
Texte de Antonio Resta
MÉPHISTO
(Continues)
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2014/2/16 - 12:37
Magazzino 18
i veri fascisti siete voi che mostrate tutto il vostro odio e la vostra violenza repressa nei vostri scritti
alessandro 2014/2/16 - 09:45
Sinàn Capudàn Pascià
Grazie ! Ci tenevo a farne una versione napoletana e i Pietrarsa in "Canti randagi 2" me ne hanno dato la possibilità.
Gennaro 2014/2/15 - 22:21
אַרבעטלאָזע מאַרש
La versione in inglese e Yiddish (traslitterato) di Daniel Kahn and the Painted Bird, dall'album "Lost Causes" del 2011.
MARCH OF THE JOBLESS CORPS
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/2/15 - 21:03
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[1887]
Versi di Morris Rosenfeld, nella raccolta intitolata "Die Glocke", pubblicata a New York nel 1888.
Ignoro se fosse lo stesso Rosenfeld a comporre la musica per le proprie poesie… Di certo molte di esse divennero così popolari tra i lavoratori ebrei immigrati da essere musicate e intonate nelle fabbriche e nei raduni sindacali.
Testo trovato su Yidlid - Chansons yiddish
Una delle poesie più famose di Rosenfeld, una classica “sweatshop song”, il lamento di un padre cui lo sfruttamento sul lavoro impedisce persino il contatto con il figlio, un bimbo profondamente amato ma non vissuto a causa del continuo, incessante lavoro per la sopravvivenza, dalle prime luci dell’alba a notte fonda… E il padre sa che il lavoro finirà per ucciderlo (come accadde, per esempio, a David Edelstadt), separandolo ancora una volta e definitivamente dal suo amato bambino…