[1993]
Persico-Jovine-Messina
da "Curre curre guagliò"
Featuring Speaker Cenzou
Non sapremmo dire se questa famosa canzone dei 99 Posse sia o meno una delle "dimenticanze" di questo sito. Canzone contro la guerra? Di temi di questo sito ne abborda parecchi, certo; ma soprattutto è una canzone antifascista, violentemente antifascista, inequivocabilmente antifascista.
Come si sa, in questo sito c'è di tutto, e spesso il contrario di tutto. Ci sono anche, in numero esiguo ma comunque rappresentate, alcune canzoni di fascisti. Bisogna sempre confrontarsi con l'avversario, e non abbiamo mai paura di farlo; ma periodicamente è bene anche ricordare, e ricordare forte e chiaro, da quale parte si sta qui dentro.
Non crediamo che esista canzone migliore per farlo, anche se nel testo ci sono spari e spranghe. Gli stessi spari e le stesse spranghe adoperate da quei signorini per cercare di... (Continues)
Fichettini inamidati tutti turgidi e induriti (Continues)
Chiedo venia, ma senza alcuna intenzione polemica, ma non senza una sana "vis destruens" e approfittando del buon senso del Venturi, che spero non me ne voglia, di mostrare le mie perplessita' inerenti a questo brano. So bene che a
voi non fara' piacere ma quello che kantianamente si puo' definire come "imperativo categorico" me lo impone :
"Fichettini inamidati tutti turgidi e induriti
vanno per la strada tutti fieri ed impettiti
si sentono virili atletici e puristi"
sono merda secca al sole luridi fascisti
Non è mica colpa nostra se lor signori si sentono deboli, impotenti e frustrati tanto da esternare rancore verso chi non lo è', la gente comune... ma rimane sempre un problema loro.
"Domenica allo stadio tutti a sfogare
frustrazioni accumulate in settimane ad obbedire
obbedire ad un potere strumentale al capitale
sissignore mi dispiace ho fatto molto male"
Lungi da me contrastare gli “imperativi categorici”, kantiani o meno, di chicchessia. Ognuno sente la propria coazione a rispondere, e risponde ovviamente dalla propria parte. Del resto Don Curzio avrà capito alla perfezione che questo è un sito di parte, ed anche che una delle sue caratteristiche è proprio quella di restare indiscutibilmente di parte senza per questo dare l'ostracismo ad altre parti. E questa è senz'altro una canzone molto di parte (come ce ne sono tante altre) alla quale Don Curzio ha dato una risposta di parte; non mi aspettavo nulla di diverso, è una cosa voluta dalla logica. Ma, del resto, preferisco e preferiamo di gran lunga delle parti ben definite all'attuale guazzabuglio dove non si riconosce più niente, e dove l'omologazione e la standardizzazione più terribili regnano indisturbate.
Detto questo, vado (e vago) un po' a caso per la lunga risposta di Don Curzio.... (Continues)
Per me non sono dei camerati, ma bensi' dei criminali. Sai, preferisco usare un' altro termine a quello di "diverso", che di per se crea gia' un distacco fra me ed un soggetto in questione, che è quello di "prossimo". Il razzismo è all' antitesi dell' insegnamento del cristianesimo e della sua etica fondata sull' amore e sulla carita', sopratutto nei confronti di chi ha bisogno. Quindi da coloro che compiono simili atti ne prendo doverosamente le distanze. Ma il razzismo dei tempi d' oggi è frutto di un' altro male che è quella societa' utopica e livellatrice definita come "multiculturale" e "multietnica" che, imposta dall' alto, porta alle conseguenze le quali tu hai molto ben evidenziato. Perdonami Riccardo, ma agli pseudorivoluzionari che fanno i radical chic e che da figli di papa' si lamentano del sistema che, apposta di mettergli i bastoni fra le ruote al contrario li foraggia e li... (Continues)
Attribuire il razzismo dei tempi di oggi all'azione di “quella società utopica e livellatrice definita come multiculturale e multietnica imposta dall'alto” dovrebbe significare aver ben presenti le modalità storiche ed economiche con le quali tale imposizione si è venuta a creare. Tale imposizione è in gran parte figlia del colonialismo e dell'imperialismo capitalista euro-americano, basato sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, che ha costretto popoli interi prima a vivere sotto il saccheggio continuo di ogni sua risorsa umana e materiale, e poi li ha costretti a migrare in massa. A questo non si è sottratta nessuna forma “politica” assunta dal capitalismo, ivi compreso, ovviamente, il fascismo. La “società multiculturale e multietnica” è un'imposizione della fame e della schiavitù, non un'utopia. Ora come ora, quindi, chi la ha creata deve accettarne le conseguenze e non rinserrarsi in... (Continues)
Leggo su La Stampa di oggi che quelli di Casa Pound hanno messo su una piccola tendopoli in Abruzzo, a Poggio Picenze, per aiutare i terremotati...
Molto bene, dico, chiunque dia seriamente una mano è il benvenuto, penso... E poi, chi sono io per giudicare, che non ho mosso un dito se non per donare qualche euro?
E chi se ne frega dei "me ne frego" tatuati su alcuni di questi "angeli neri"... Chi se ne importa della bandiera con la celtica che campeggia sul campo (e dove vuoi che campeggi una bandiera se non al campeggio?)... Chi se ne impippa del look non proprio da "fascisti del terzo millennio" di questi baldi giovanottoni... danno una mano, tutto qui...
Poi però mi chiedo... ma non avevano detto che, per non intasare e dequalificare i soccorsi, soltanto alcune specifiche realtà di volontariato organizzato, particolarmente addestrate ed attrezzate, erano chiamate a garantire l'assistenza... (Continues)
Uhm, questa notiziola mi inquieta più della tendopoli... chissà che libri si leggeranno domani a Poggio Picenze...
Casapound Arezzo: Libri come mattoni per ricostruire l'Abruzzo
Casapound Italia, in collaborazione con la società editrice Barbarossa, raccoglie libri per la creazione di una biblioteca comunale a Poggio Picenze, comune a 15 km da L'Aquila colpito pesantemente dal terremoto. La biblioteca sarà intitolata al grande poeta americano Ezra Pound ed i libri potranno essere donati in ogni sede di Casapound Italia.
Ad Arezzo la raccolta è attiva presso la Libreria Spazio Lacerba, in Via San Lorentino 51.
Si raccomanda la donazione unicamente di libri nuovi o usati in ottimo stato. "La ricostruzione passa anche attraverso i nostri libri."
[Chissà se prendono anche l'intero catalogo di "Sensibili alle Foglie"?, ndr]
Contributed by Riccardo Venturi 2005/10/23 - 01:45
Togliamo la bestemmia perlomeno... un po' di asterischi! :-) (Nicola)
Ci spiace, ma questo sito è noto per la sua assoluta esattezza e aderenza testuale. Se in un testo originale c'è una bestemmia, resta così com'è, senza asterischi di sorta. Saluti! [CCG/AWS Staff]
Terrorismo di stato, militarismo pervasivo, neo-colonialismo, arrivismo sociale, razzismo imperante, il benessere di pochi a prezzo della scomparsa di molti & le solite vecchie scuse della civitlà & della filantropia a coprire massacri ispirati da interessi economici & di mercato: questo &d altro ancora è il sogno americano, la ‘terra delle opportunità’ per Luca “’O Zulù” Persico & compagni. Siamo nel 2001, l’anno del tragico G8 di Genova & dell’11 settembre, & la fine del gruppo è ormai alle porte.
Prova a comprare la libertà (Continues)
Contributed by Antonio & Roberto Oliva 2007/10/15 - 18:31
Con il ritornello sulla musica di Five Hundred Miles
La canzone dei 99 Posse, "Stop that train", usa la metafora del treno per parlare di guerra e globalizzazione.
Scritta al ritorno dalla "Marcia Per La Dignità Indigena" in Messico contiene una parte di un discorso tenuto dal subcomandante Marcos dell'EZLN.
La prima versione del pezzo, che tra l'altro è una cover di Clint Eastwood & General Saint, aveva un testo scherzoso, praticamente la traduzione letterale dell'originale. Mi ricordo che quando ero solamente una fan dei 99 Posse e ballavo sotto il palco, impazzivo per questa canzone. Solo che dopo i fatti di Genova e la morte di Carlo Giuliani non aveva molto senso fare un pezzo leggero, non eravamo dell'umore giusto. In più avevamo voglia di cimentarci con il tema della globalizzazione e ci affascinava rappresentarla in modo ironico, sfruttando anche l’immagine del treno. Alla fine è venuto fuori un pezzo malinconico, come diciamo noi a Napoli: cazzimmoso.
– Meg, Rockit
Stop that train vulimm saglì (Continues)
Contributed by Garfield '93 (Roberto Oliva) 2007/9/27 - 20:41
L'inno di uno dei primi centri sociali napoletani, l'Officina 99, una canzone che ha fatto giustamente storia. Una canzone di un antimilitarismo radicale.
Il primo album dei 99 Posse, Curre curre guagliò, datato 1993, fa anche da colonna sonora del film Sud di Gabriele Salvatores, legato all'argomento dei centri sociali, in cui collabora anche un giovanissimo Speaker Cenzou.
La caduta del Muro di Berlino che doveva portare alla fine della storia, tutto a posto... e invece no... la pace terrificante è ancora peggio della guerra fredda, e comunque anche le guerre "calde" non mancano, dalla Jugoslavia al Sahara Occidentale.
Persico-Jovine-Messina
da "Curre curre guagliò"
Featuring Speaker Cenzou
Non sapremmo dire se questa famosa canzone dei 99 Posse sia o meno una delle "dimenticanze" di questo sito. Canzone contro la guerra? Di temi di questo sito ne abborda parecchi, certo; ma soprattutto è una canzone antifascista, violentemente antifascista, inequivocabilmente antifascista.
Come si sa, in questo sito c'è di tutto, e spesso il contrario di tutto. Ci sono anche, in numero esiguo ma comunque rappresentate, alcune canzoni di fascisti. Bisogna sempre confrontarsi con l'avversario, e non abbiamo mai paura di farlo; ma periodicamente è bene anche ricordare, e ricordare forte e chiaro, da quale parte si sta qui dentro.
Non crediamo che esista canzone migliore per farlo, anche se nel testo ci sono spari e spranghe. Gli stessi spari e le stesse spranghe adoperate da quei signorini per cercare di... (Continues)