Ciao. Scrivo in merito al post iniziale (che leggo solo ora a qualche anno di distanza) di questa ricchissima pagina per una precisazione, sperando che si possa correggere. Margot Galante Garrone, qui giustamente ricordata come prima interprete in Italia di "Le déserteur", era figlia di Carlo Galante Garrone, non di Alessandro. Pertanto quest'ultimo era suo zio.
Grazie e buon lavoro sempre.
Grazie a te, abbiamo corretto.
2020/3/8 - 13:07
Un documento incredibile: Georges Brassens interpreta Le Déserteur durante una trasmissione di Radio-Montpellier, nel 1956.
Ma è fantastico!!! Anche con tutti gli "incidenti" da esecuzione improvvisata! Ho visto che il video è stato postato su Youtube molto di recente (è dell'estate scorsa).Un bellissimo regalo per tutti! Grazie!
È bello trovare delle similitudini con La Caccia Ai Lupi di Volodja. Nella mia fantasia questi due giganti della canzone si saranno anche incontrati a bere insieme nell'immensità.
Bellissima, io la ricordo ancora dalla seconda elementare (sono passati 33 anni)!.
Ai tempi non si spiegava ai bambini il significato di una poesia, la si doveva imparare a papagallo e basta.
Ma questa e' non so' perche ma nella mente del bambino che ero ha acceso una lucetta nella mia mente.... una serie di immagini e pensieri che mi sono rimasti impressi fino ai giorni nostri: i problemi della cementificazione!!!
Riccardo Gullotta, una pagina importantissima quella che hai contribuito.
Inquietante.
Il paradosso è che domani, una volta usciti da questa crisi, il mondo sarà ancora più vulnerabile.
Grazie ai social, non occorrerà nemmeno più che un virus esista davvero, accidentalmente o meno, ma basterà "sventolarlo", come un tempo molti facevano con il libretto rosso di Mao Zedong...
Grazie dell’apprezzamento. Mi sarebbe piaciuto dedicarmi con know how e strumenti idonei alla ricerca di testi, fatti e informazioni poco noti per metterli in correlazione con metodi non artigianali. Ci vorrebbe ben altro che qualche incursione con la tastiera, un po’ di memoria e il fai da te. Occorrerebbe una padronanza di tecniche per accedere a data base specializzati previo accesso. Se qualcosina viene fuori è forse per qualche conoscenza di base e un surrogato di metodo: sapere che cosa si vuole cercare (sembra una tautologia invece è attività iterativa, faticosa ma stimolante per un ficcanaso insulare e inguaribile) è più importante dell’attrezzatura. Sarebbero tante le piste che meriterebbero l’attenzione.
Sarà per la prossima volta che nasco,….. magari mi farei venire, che so, la voglia di ricercare come utilizzare... (Continues)
Già, formerly Alessandro, e Dead End, e The Lone Ranger, e Bartolomeo Pestalozzi, e non mi ricordo più chi altri... Poi mi sono radicato stabilmente in Bernart Bartleby, per affetto di Riccardo Venturi e Gian Piero Testa che mi tennero a battesimo...
Ma sono solo un "copypaster"...
In qualcuna delle tue pagine, come questa, c'è qualcosa di più, a cominciare dall'intuizione.
Beh del tutto un "copypaster" non è vero...qualche "tentativo di traduzione" lo hai fatto pure tu, dai...! Ce n'è uno anche da Gaston Couté, che è ben fatto (e il Couté non è propriamente robina per principianti del francese, j'ai perdu ma plume dans le jardin de Maïcol Djecsonne)...
Sono comunque perfettamente d'accordo sulle pagine e sulle intuizioni di Riccardo Gullotta, ed è per questo che, quando vedo una sua pagina, mi affretto a rimetterla a posto perché si tratta di pagine complesse. Grazie a tutti e due, sinceramente.
Un vero e proprio canto corale in versi contro il servizio militare, una esaltazione fiera e pagana della gioventù, questa lirica. Qui non ci sono parole in patois perchè quelle preferisce riservarle a quando tratta motivi, personaggi, scene della vita quotidiana rurale, a quelli ignorati da una società che parla perfino un'altra lingua. Anche in versi Couté è coerente nel trattare sia l'indignazione che la miseria: parlare beauceron significa rifiutare l'integrazione.
Flavio Poltronieri
I NOSTRI VENT'ANNI (Continues)
Contributed by Flavio Poltronieri 2020/3/7 - 23:14
L'incredibile versione latina di Señor Coconut Y Su Conjunto, progetto musicale del compositore elettronico tedesco Uwe Schmidt.
Credo si tratti di una traccia espunta dall'album di cover dei Kraftwerk intitolato "El Baile Alemán" (1999).
B.B. 2020/3/7 - 20:14
Quando ho letto "versione latina" mi aspettavo una "Radioactivitas - Est nunc mihi tibique radioactivitas in aëre, a domina Curie disvelata"....
Eh no, qui si tratta proprio di discepoli di mostri sacri come Perez Prado... Qui la sua "Caballo Negro", nella colonna sonora di "Santa Sangre" di Alejandro Jodorowsky...
Sono perfettamente e assolutamente d'accordo...! Ma permettimi che mi ero pregustato già un "In Latinum sermonem vertit" accanto alle consuete diciture...vabbè! Sta a vedere che mi toccherà farla a me! :-)
Mon cher Marco Valdo, je pense que tu as oublié de traduire en français courant un vers de cette chanson de Gaston Couté, le 3 janvier 2013:
C'est eun' foutu crapul' !... C'est un gas qu'est hounnéte !... [3ème couplet]
Comment pourrait-on le rendre en français raisonnablement coutéen...?
Merci!
(PS "Persoué ne signifie pas "percepteur", mais bien "pressoir à vin"...en plus, "troués" n'est pas le participe du verbe "trouer", mais "trois"...mais là j'ai corrigé moi-même).
Fa abbastanza impressione ripigliare questa pagina di sette anni fa, e vedere il serissimo e autorévole faccione di Mariomònti. Sembra un secolo fa; ve la ricordate, che so io, la Fornero...? Qualche decennio prima di Léo Ferré e di Ils ont voté (canzone che trovo tra gli “Extra” e che vado immediatamente a togliervi: del resto ce la avevo messa io stesso, all'indomani di una delle periodiche farse elettorali), Gaston Couté fa un ottimo ritrattino di una competizione municipale di un qualche piccolo centro di chissà quale Sologne o Beauce, perfettamente applicabile (ancora oggi) ad analoghi centri di un qualche Molise, Mugello o Monferrato. Ritrattino, o quadretto, in cui colpisce assai la continua comparazione con il bestiame -a tutto favore del bestiame, che perlomeno gode della caratteristica di esserlo veramente). Però, a volte, pure le bestie s'incazzano;... (Continues)
Désolé, il m’avait échappé. Tout comme m’échappe pour l’instant, par tous les pores, le temps – que nous reste-t-il de nos jours ? Nul ne sait. Ohlala ! Émilie est morte bien trop tôt, disait Voltaire.
Au fait, est-ce qu’on peut m’indiquer les chansons de Couté à « traduire » en français. Je le ferai volontiers.
Pour le vers perdu, voici le texte en français commun contemporain replacé dans son verset :
Il y a Monsieur Chose et Monsieur Machin qui sont candidats.
Les électeurs n'ont pas les mêmes paires de lunettes :
Moi, je voterai pour celui-là !... Et bien, moi, pour lui, je ne voterai pas !
C’est une foutue crapule !… C’est un gars qu’est honnête !...
C'est un partageux !... C'est un cocu !... C'est pas vrai !...
On dit qu'il fait élever son gosse chez les curés !...
C'est un blanc !... C'est un rouge !... – qu'ils disent les électeurs :
Les aveugles se chamaillent... (Continues)
c'était parce que je trouve vachement intéressant qu'un francophone d'aujourd'hui, de n'importe quelle francophonie moderne, ait éprouvé le besoin de tradure en français courant un texte comme celui-ci, qui non seulement est en “patois” (je déteste ce terme, si je pense que même le wallon, le breton [!!] ou l'occitan étaient appelés des “patois”...), mais en un “patois” d'il y a plus d'un siècle qui n'est plus bien compris, je le soupçonne, même en Sologne ou en Beauce. Cela explique bien le fait que Gaston Couté n'a jamais joui de la faveur qu'il méritait: trop difficile. Il y a un poète italien, Albino Pierro, qui aurait mérité le Nobel quand il était encore en vie; mais il écrivait dans son dialecte de Tursi, en Lucanie, un dialecte incroyablement archaïque et incompréhensible. C'est peut-être une comparaison exacte. Merci quand-même pour ta traduction, je te le dis après sept ans, c'est vrai, mais tu sais qu'on est assez “larges” avec le temps, ici. Hélas, Avec le temps...