IN MORTE DELLA PRIGIONIERA POLITICA CURDA NURCAN BAKIR
(Gianni Sartori)
La prigioniera politica Nurcan Bakir (47 anni di età, in carcere da 28 anni e gravemente ammalata) si è tolta la vita in cella per protestare contro la repressione nelle carceri turche e denunciare le condizioni indegne in cui versano i detenuti. Contro la sua volontà Nurcan era stata trasferita dal carcere femminile di Gezbe a quello speciale di Burhaniye, prigione chiusa di tipo T che sorge nei pressi di Mardin (provincia Balikesir, nella regione di Marmara). Una ritorsione – tale trasferimento - per la sua partecipazione allo sciopero della fame di massa indetto l'anno scorso per protestare contro l'isolamento totale imposto al leader curdo Ocalan. Al suo rilascio definitivo mancavano ancora due anni e lei si era quindi rivolta alla Corte di Giustizia Europea per i Diritti Umani affinché, date le sue condizioni... (Continues)
Va beh. Quando si fa una traduzione "cantabile" non si può pretendere ne venga fuori un capolavoro.
Meno male che la linea melodica non richiedeva rime in -ulo o in -azzo. Direi che è già molto.
ROMENO / ROMANIAN / ROUMAIN / ROMANIA [2]
Versione romena di Liana (L. Trans.)
Romanian version by Liana (L. Trans.)
Version roumaine de Liana (L. Trans.) Lianan tuntematon romaniankielinen käännös (L. Trans.)
Ho un curioso ricordo legato al poeta Dimitrie Bolintineanu. All'età di 14 anni, quando cominciai a imparare il romeno da una vecchissima grammatichetta trovata per caso nella biblioteca del liceo (Romeo Lovera: Grammatica della lingua romena, Manuali Hoepli, 1914), me lo ritrovai subito negli esercizi di traduzione; o meglio, nell'immancabile "piccola antologia di testi letterari" che si trovava in tutti quei manualetti dedicati all'apprendimento delle lingue straniere. Era una poesia dedicata a Venezia. Ho considerato e considero pressoché sacra quella grammatichetta: il romeno è stata la prima lingua un po' "particolare" che ho più o meno imparato, e cominciai proprio con quel libriccino. Le lingue sono il gioco (e il giocattolo) più bello del mondo: per questo devo aver cominciato da bambino piccolo. Rivedendo il nome di Dimitrie Bolintineanu, in un certo senso torno indietro di cinquant'anni... (Continues)
Riccardo Venturi 2020/1/14 - 23:15
Bravo! A dire il vero il testo era originariamente trascritto su un foglio di carta, ha subito negli anni vari aggiustamenti sempre manuali da più d'uno e più o meno come quelle "tastiere in cui tutti mettono le mani, quelle ingiallite dal tempo, un po' scordate dall' ignoranza e dalla passione degli umani" per divenire quell'obrobrio...a questo punto riaggiusta anche la mia traduzione che avrà anche lei almeno 35 anni buoni....Bel tipo questo scrittore romeno (Bolintinul-din-Vale 1819 - Bucarest 1872).
Di cognome faceva Cosmad, ma assunse quello di Bolintineanu dal nome del villaggio dove era nato. Durante i moti rivoluzionarî valacchi del 1848, a cui prese parte, diresse il giornale Popolul suveran. Fu anche lui un traduttore, (per esempio de "I Miserabili") ed è stato Ministro dell'Istruzione pubblica sotto Cuza oltre che fondatore dell'università di Bucarest.
Da dire anche che, in Romania, con l'ortografia della loro lingua si sono veramente "divertiti". Fino alla II metà del XIX secolo si scriveva con una forma modificata di alfabeto cirillico; quando passò all'alfabeto latino sotto la spinta della "riscoperta delle radici latine", in un primo momento fu preso a modello l'italiano (ancora oggi, comunque, in nessi "ce, ge / che ghe" si leggono esattamente come in italiano) per passare poi al modello francese. In poco più di 150 anni il romeno è passato attraverso cinque o sei riforme ortografiche: l'ultima è del 1993 che ha, in pratica, ripristinato l'ortografia del 1932 dopo le riforme effettuate durante il periodo della "repubblica popolare". Poi, come detto, c'è stato l'avvento di Internet che ha, in pratica, eliminato tutti i (tanti) diacritici. Per un non-romeno è diventato un puzzle, perché la cosa è passata anche al di fuori della Rete... (Continues)
Il video è un capolavoro e la canzone è da brividi. Conoscendo i fatti cui rende omaggio il suo valore cresce esponenzialmente. Pochi cazzi, i Litfiba (tra luci e ombre) sono il miglior gruppo italiano mainstream del panorama attuale.