Chanson suédoise – Stjärnorna kvittar det lika - Tor Bergner – s.d.
Tor Bergner (1913 – 1990) était un poète, chanteur et acteur suédois.
Dialogue maïeutique
Ah, dit Lucien l’âne, voilà un titre qu’on comprend sans difficulté, tellement il est plein de vérité. Cependant, il est tellement vrai qu’il demande quand même certaines précisions ; car il peut s’appliquer à peu près à tout.
Certes, « les étoiles s’en foutent », c’est le point de vue de Sirius, comme on dit chez nous, répond Marco Valdo M.I. et les étoiles se foutent complètement de ce qui concerne la vie de l’un d’entre nous et même, de nous tous, ancêtres et descendants compris. Elles se foutent aussi complètement de nos guerres, de nos crises, de nos catastrophes tout autant que de nos réussites, de nos paix et de nos bonheurs. Quant à nos amours, même s’il y a des étoiles dans les yeux des amoureux, les vraies, les grandes,... (Continues)
Indeed, this great poem by Nils Ferlin leaves a lot of space for interpretation. Therefore, I was glad that someone else had made that interpretation for me. The Finnish version of the song is included in a book titled Rauhanlauluja, Peace Songs, the most comprehensive collection of Finnish-language peace songs, original or translations, ever published. The author of the book is Merja Hurri and it was published in two volumes in the early 1980s. So grazie mille, thanks a lot, merci beaucoup, kiitos, Merja, for preserving this and many other songs for us.
Ciao Ricardo, la tua traduzione, l'introduzione e l'apparato di note, insomma, la cura che hai messo nel precisare questa pagina mi obbliga a proporre una formattazione migliore del testo, rivista all'ascolto (che purtroppo spesso mi è precluso quando contribuisco).
Vorrei anche ricordare che le voci che accompagnano José Afonso sono quella di José Mário Branco e soprattutto quella sorprendente di Jeanine Marcelle Duparcq de Waleyne (1921-1987), cantante e corista che ha accompagnato pressochè tutti i grandi artisti, francesi e non, che hanno registrato in Francia tra la metà degli anni 50 e la fine dei 70. Jeanine de Waleyne era anche un' “ondista”, cioè una virtuosa di uno strumento molto raro, l'Onde Martenot, una tastiera analogica monofonica inventata nel 1928 da Maurice Martenot, radiotelegrafista e violoncellista, come evoluzione dell'eterofono del russo Leon Theremin.
Grazie a te BB, ed anche per aver "ridisposto" il testo nella sua corretta scansione. A volte non è una cosa di poco conto, anzi: in questo caso la diversa scansione mi ha obbligato anche a rivedere in qualche punto la traduzione.
Un altro paio di parole. Curioso che assieme a José Mário Branco, assieme a José Afonso canti una corista perché la Maria Antonieta, vale a dire colei che scrupolosamente denunciò "Venham mais cinco" alla censura di regime, di mestiere faceva proprio la corista (faceva parte del coro femminile della Radiotelevisione di stato portoghese). Per squisita coincidenza, anche lei faceva poi "Branco" di cognome (esattamente: Maria Antonieta Rodrigues Branco); ma non è certo una cosa straordinaria, "Branco" (= "bianco") è un cognome comunissimo in Portogallo. Così tanto per completezza storica, la si può ascoltare qua sotto in una sua registrazione del 1954 per le prove... (Continues)
E t'avèi ragione: ora credo di aver ripristinato il link corretto alle Ondes Martenot viareggine. Però ti devo in un certo qual modo consolare: la forma mui, anche se scritta con la "i" finale e non con la "y", esisteva in portoghese. Ma ora è un arcaismo terrificante, sebbene usato a volte scherzosamente. NB: ora che ci penso, nei testi medievali e rinascimentali, non di rado la si vedeva scritta "muy" anche in portoghese; insomma, forse sei stato obsoleto e arcaico, ma in fondo non hai sbagliato. In portoghese moderno però si dice solo muito, e, chissà perché, lo si deve pronunciare nasalizzato, tipo mùintu. Salud!
Mi ha fatto molto piacere ritrovare gli archetipi militari della strofetta che noi bambini bresciani cantavamo nei primi anni '60 del secolo scorso, sul finire delle tre settimane di "soggiorno obbligato" nella colonia estiva "Stella Marina" a Cesenatico. La riporto per gli eventuali nostalgici.
Macchinista, macchinista brescianino
metti l'olio nei tuoi stantuffi
di colonia siamo stuffi
ed a ca' vogliamo andar
Tra il 1961 e il 1966 ho fatto sei anni consecutivi di colonia: due a Cesenatico, due a Cimbergo in Valle Camonica e due a Giulianova (TE) e mentre via via si attenuava la nostalgia di casa aumentava il piacere di vivere in una dimensione tutto sommato esotica.
Nel frattempo si perfezionava la disciplina ma pure ci si sgamava. L'ultima stagione, avevo dodici anni, io e quel disgraziato di Baffo Blu (un romagnolo precocemente peloso) non perdevamo occasione di sbirciare in spiaggia... (Continues)