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Before 2016-8-9

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El baile del abejorro

El baile del abejorro
[1975]
Parole e musica di Carlo Cano
Nell’album d’esordio, intitolato “A duras penas”
Poi sul lato B del singolo “La verdiblanca” (canzone dedicata i colori della bandiera andalusa)

La festa e le danze – e qui si balla il “ballo del bombo” – sono riservati ai poveri e agli sfruttati… Invece i ricchi e i profittatori, che vadano a ballare da un’altra parte!
Este ritmo alegre voy a cantar
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/8/8 - 16:23
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Parando los tijerales

Parando los tijerales
[1971]
Parole e musica di Víctor Jara
Un brano che trovo in una raccolta del 2001 intitolata “Manifiesto

Non di certo una delle canzoni più significative di Jara, piuttosto didascalica, scritta al solo scopo di sostenere la Unidad Popular.

“Tirando su i tetti” è scritta dalla prospettiva di un operaio edile, uno che ha sempre costruito case per i ricchi e che ogni sera se ne torna nel suo “conventillo”, un misero alloggio di ballatoio con il cesso in comune. Con l’avvento di Allende finalmente l’hanno mandato a costruire una scuola, una strada, una casa vera per la gente più povera, perché ci sia più giustizia sociale…
Brindo dijo un albañil
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/8/8 - 08:20
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Migrare

Migrare
[2016]

Album: Letiana
Migrare
(Continues)
2016/8/8 - 00:34
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Letiana

Letiana
[2016]

Album: Letiana

"Il testo è apparentemente semplicissimo, perché volevo che fosse una sorta di lamentela corale, una sorta di preghiera laica e tribale.
Cosa vuol dire Letiana ? È un nome di donna (anche qui lo spunto mi è venuto dalla lettura di un giornale, più precisamente, da un articolo dove si raccontava di donne prive di marito o figli linciate pubblicamente perché accusate di stregoneria) che per me è diventato il nome collettivo dei reietti, degli ultimi, degli indifesi. Per questo l’ho scelto anche come titolo del disco. "
Letiana
(Continues)
2016/8/8 - 00:30
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Buonanotte Irene

Buonanotte Irene
[2016]

Album: Letiana

"Parla di rifugiati politici e di addii. Il titolo riprende lo standard folk americano “Goodnight Irene”, interpretato in Italia da Nilla Pizzi proprio con il titolo “Buonanotte Irene”, anche se, in realtà, per il nome mi sono ispirato al film “il segreto dei suoi occhi” di Juan Jose Campanella. Il film non mi è particolarmente piaciuto, ma mi ha fornito lo spunto per la scena iniziale del brano. "
Buonanotte Irene
(Continues)
2016/8/8 - 00:25
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Impalcature

Impalcature
[2016]

Album: Letiana

"Parla di omicidi bianchi, cioè le morti sul lavoro: una delle piaghe di questo paese, che in un anno fa più morti della camorra. Il punto di vista è di chi rimane. Della rabbia provata da chi ha visto il proprio collega morire, e che rimane a lavoro, sapendo che potrebbe toccargli la stessa sorte. Di chi sa che di lavoro si muore anche per logorio, se non proprio di malattia o d’incidenti. Cerco di raccontare la frustrazione di chi è incudine e non può alzare la testa e, per questo, se la prende con sé e con chi è più debole."
Impalcature
(Continues)
2016/8/8 - 00:21
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La Normalità

La Normalità
[2016]

Album: Letiana

"Volevo parlare della violenza di genere ritenuta “normale”, quella quotidiana cui assistiamo tutti inermi perché ne se siamo assuefatti e, talvolta, artefici. È la violenza che mi spaventa di più: è semplice indignarsi per “i mostri”, lo è meno quando ci rendiamo conto che siamo tutti colpevoli in un modo o nell’altro"

«Il video de La Normalità», si legge nelle note stampa allegate, «procede in modo volutamente statico e incentrato sulle reazioni di una ragazza – incredulità, fastidio, ridicolaggine, amarezza – al discorso portato avanti dal protagonista della canzone. Un discorso in cui la violenza quotidiana – nel caso specifico, sulle donne – viene legittimata con la sua presunta “normalità”, perché “è così che va il mondo / è così che è sempre andato”, osteggiando qualsivoglia processo di emancipazione nella società. A tutte queste persone che negano diritti... (Continues)
La Normalità
(Continues)
2016/8/8 - 00:17
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Kildevil

Kildevil
[2016]

Album: Letiana

Nelle parole dell'autore "il Kildevil era un rum molto forte bevuto dagli schiavi deportati nelle isole vergini alla fine del ‘700. A quell’epoca l’afflusso di schiavi era tale che conveniva acquistarne di nuovi e lasciar morire di fatica quelli che si avevano già, piuttosto che spendere delle risorse nel curarli. Un tentativo di rivolta da parte degli schiavi fallì proprio a causa del rum con cui festeggiarono la prima vittoria e che li ridusse all’incoscienza. Il brano racconta quindi una doppia schiavitù: quella dei deportati e quella dall’alcol.
Lo spunto mi è venuto dal libro “Le Isole Degli Schiavi” di Thorkild Hansen, edito da Iperborea."
Kildevil
(Continues)
2016/8/8 - 00:08
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Sacando pecho y brazo

Sacando pecho y brazo
[1972]
Parole di Víctor Jara, con Alejandro Sieveking (1934-), drammaturgo cileno che fu amico e collaboratore di Jara.
Musica di Víctor Jara.
Testo trovato su Lacuerda.net – Letras y acordes

Una cueca, penultimo brano da “La población”, concept album dedicato ai campamentos, agli insediamenti spontanei che in Cile, soprattutto tra gli anni 60 e gli anni 80, sono sorti intorno alle grandi città. Quelli che in altri paesi dell’America Latina si chiamano “favelas”, “barrios bajos”, “villas miseria”, ecc., in Cile vengono chiamati “poblaciones callampa”, dove con il termine callampa ci si riferisce a tutti quei funghi che crescono nei prati dalla sera al mattino: ieri non c’erano e oggi sono lì.
Al proposito si veda l’introduzione a La bala.

“Dicono che i riccastri, e 'sti cazzi! / sono molto sorpresi / Dicono perchè i pezzenti, a 'sti cazzi! / si sono ribellati...” E' ora che anche noi... (Continues)
- Popeye oh, alcánzame los clavos de una y media que tenís ahi
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/8/7 - 22:02

Prova tu

Un piccolo brano in stile anomalo dedicato ai tanti, giovani e meno giovani, per cui un posto precario e sottopagato è il massimo a cui possono aspirare, un sogno che sperano possa avverarsi.
Non è mica colpa mia
(Continues)
Contributed by Roberto Malfatti 2016/8/7 - 21:07
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El amor es un camino que de repente aparece

El amor es un camino que de repente aparece
[1965]
Parole e musica di Víctor Jara
In un disco senza titolo pubblicato nel 1967, noto anche come El aparecido o “Desde Lonquén hasta siempre”, titolo quest'ultimo assegnatogli in edizioni successive a partire dal 1980.

Un inno all'amore, all'“hombre creador” e alla libertà. Nella prima strofa un richiamo a Las palomitas, la prima canzone composta da Jara nel 1960, quando ancora faceva parte dell'ensemble folklorico Cuncumén, con Margot Loyola, Silvia Urbina e Rolando Alarcón. In quei versi il poeta, rapito dal volo libero delle colombe, le interpellava per sapere quale fosse il luogo più tranquillo per viverci... E quelle rispondevano che non era certo la terra, l'unico posto per essere liberi è il cielo...
Ma forse, a qualche anno di distanza, Jara aveva compreso che a fare della terra il cielo era l'amore, l'amore per la proprio donna, per la terra, per il popolo e le sue sofferenze: “Ho incontrato la vita nei tuoi occhi... sono i miei soli tesori che nessuno mai potrà sottrarmi.”
El viento juega en la loma
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/8/7 - 17:37
Song Itineraries: Anti War Love Songs
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En el río Mapocho

En el río Mapocho
[1972]
Parole di Víctor Jara, con Alejandro Sieveking (1934-), drammaturgo cileno che fu amico e collaboratore di Jara.
Musica di Víctor Jara.

Seconda canzone da “La población”, un concept album dedicato ai campamentos, agli insediamenti spontanei che in Cile, soprattutto tra gli anni 60 e gli anni 80, sono sorti intorno alle grandi città. Quelli che in altri paesi dell’America Latina si chiamano “favelas”, “barrios bajos”, “villas miseria”, ecc., in Cile vengono chiamati “poblaciones callampa”, dove con il termine callampa ci si riferisce a tutti quei funghi che crescono nei prati dalla sera al mattino: ieri non c’erano e oggi sono lì.
Al proposito si veda l’introduzione a La bala.

E si sa, i funghi crescono meglio dove è umido. Sicchè le “callampas” spesso spuntavano lungo le sponde del fiume che attraversa la regione metropolitana di Santiago del Cile, il río Mapocho. Nelle sue acque... (Continues)
En el río Mapocho
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/8/6 - 23:13

Dimmi quand'è

Una ballata che cerca di raccontare scene, suoni, odori e azioni tipiche di ogni guerra. E che pone una domanda: "quand'è che finirà, quand'è che l'uomo capirà?"
Lugubri fischi urlano,
(Continues)
Contributed by Roberto Malfatti 2016/8/6 - 18:41
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Benzodiazepina

Benzodiazepina
[2015]
Nell'album “Il Teatro degli Orrori”

Nel loro forse meno riuscito album, trovo però questa canzone de Il TdO che mi ha fatto subito pensare ad Andrea Soldi – ve lo ricordate? - quel ragazzone con qualche problema psichico, ma che non aveva mai fatto male ad una mosca, che giusto un anno fa a Torino, nel corso di un Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO), venne strangolato da alcuni energumeni della Legge, alcuni “civich” troppo zelanti, e sbattuto a tirare le cuoia sul lettino di un'ambulanza, ammanettato e a faccia in giù, mentre lentamente soffocava.
“Violenta asfissia da compressione”, così morì Andrea Soldi, 45 anni.

Nei giorni scorsi, la panchina dove Andrea solitamente si fermava a sedere, in piazza Umbria, la stessa dove ebbe inizio il suo assassinio, è stata ripulita, da mano sconosciuta, di tutti i fiori, le foto, i pensieri che lì avevano posto quanti avevano conosciuto... (Continues)
Stati di ansia, squilibri emotivi collegati a stress situazionali o ambientali o ad affezioni organiche acute o croniche.
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/8/6 - 16:36
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Maria Tabacchina

Maria Tabacchina
[2015]

Alessio Lega e I Malfattori - Albumconcerto

Canta e suona la chitarra classica Alessio Lega
Canta e suona il cembalino Giusi Delvecchio
Chitarra resofonica Roberto Zamagna
Basso elettrico Nicola Zamagna
Organo Hammond Guido Baldoni
registrata live a Gambettola il 27 ottobre 2015

Maria Tabacchina (con Maria Solitaria e Maria Tortura) fa parte della trilogia della "Madonne", preghiere laiche sulle figure femminili scritte originariamente da Alessio Lega per il film di Ascanio Celestini "Viva la sposa" (2015) dove è appunto stata inserito un frammento di Maria Tabacchina.
Madre Maria delle tabacchine
(Continues)
Contributed by adriana 2016/8/5 - 17:40

La città delle ombre

Il lavoro agricolo, anche in Italia, presenta situazioni che hanno i connotati della schiavitù. In particolare per quanto riguarda i lavoratori provenienti da paesi africani. A loro è dedicata questa piccola ballata.
Ombre chinate a testa in giù
(Continues)
Contributed by Roberto Malfatti 2016/8/5 - 14:58
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W domach z betonu

W domach z betonu
[1986]
Testo e musica di Martyna Jakubowicz
da tekstowo.pl
Obudziłam się później niż zwykle
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2016/8/5 - 07:04
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Justice

Justice
(1989)
Album: One Bright Day (Ziggy Marley & the Melody Makers)
Justice, people say, justice
(Continues)
2016/8/4 - 23:57
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Polvere e ossa

Polvere e ossa
feat. Will
Mi interrogo talvolta se esista quella porta
(Continues)
Contributed by Paola 2016/8/4 - 23:17
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L'amore ai tempi dello spread

L'amore ai tempi dello spread
Caro amore scusa non posso tornare
(Continues)
Contributed by Paola 2016/8/4 - 23:04
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Svegliati (Calabria version)

Svegliati (Calabria version)
Mi staiu cca ca u sula arriva stu caddu non mi sfianca su calabrisa
(Continues)
Contributed by Paola 2016/8/4 - 22:59

Prima che venga l'inverno

Una ballata molto semplice dedicata a chi per le più svariate ragioni si trova a vivere sulla strada.
Prima che venga l'inverno,
(Continues)
Contributed by Roberto Malfatti 2016/8/4 - 19:10
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Home Movies

Home Movies
[ENG] An anti-war song with a more "humanistic" approach,
describing the conflict as seen through the eyes of a fictional father/soldier caught in a seemingly never-ending war, who sees his son grow up only thorough the "home movies" he gets from his family.
Initially set in a kind of SF scenario, it gradually
incorporated elements from the Iraq war (broken promises of troops withdrawal from presidents, sexual assaults on women soldiers at the hands of their own "colleagues", etc)

[ITA] Una canzone pacifista con un approccio quasi "romantico", nel descrivere la situazione di un padre al fronte di un conflitto interminabile, che vede crescere suo figlio solo attraverso i filmini (home movies) che riceve da casa.
Inizialmente ambientata in uno scenario fantascientifico, la canzone è mutata, incorporando parecchi elementi caratteristici della guerra in Iraq e toni di invettiva contro la politica estera US.
You run for shelter from the sparks
(Continues)
Contributed by Andrea Imberciadori 2016/8/4 - 16:43
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Terroristango

Terroristango
Me dicen terrorista por querer cambiar este mundo, lleno de desigualdades que agoniza sufriendo un dolor profundo, por eso te lo digo bien clarito, rapidito, no me confundo, todo esto esta muy sucio, apesta, hay un olor inmundo.
(Continues)
Contributed by adriana 2016/8/4 - 16:19
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Pepe mendigo (o Cuento de Navidad)

Pepe mendigo (<em>o</em> Cuento de Navidad)
[1965]
Parole e musica di Víctor Jara, che compose la canzone per uno spettacolo del teatro dei mimi di Enrique Noisvander.
Poi inclusa in una riedizione del 2001 dell’album “Canto por travesura”, originariamente pubblicato giusto nel settembre del 1973.
Testo trovato su Cancioneros.com
Vamos a contarles la historia de Pepe "el Flaco", una historia generosa, poco habitual. Sucedió cuando el pino se cubre de algodón y luces de colores alegran a los niños. La casa del rico se llena de regalos y el tarro de basura es más codiciado por el pobre. Una historia que sucedió en mi ciudad…
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/8/4 - 09:13
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Cuando voy al trabajo

Cuando voy al trabajo
[1973]
Parole e musica di Víctor Jara
Nel disco intitolato “Tiempos que cambian”, pubblicato postumo nel 1974
L’album è noto anche con i titoli alternativi di “Tiempos nuevos”, “Canciones póstumas”, “Manifiesto” e “Presente”.



“Cuando voy al trabajo” è una canzone d’amore ma fu composta da Jara in omaggio all’amico Roberto Ahumada, ucciso da un cecchino fascista durante una manifestazione nel maggio del 1973 a Santiago. Lo slogan della mobilitazione era “No a la guerra civil!” ma quando il corteo stava percorrendo l’Avenida O’Higgins (che i locali chiamano La Alameda) qualcuno comincià a sparare sui manifestanti dalle finestre della sede del partito democristiano.

A principios de 1973, la situación de conflicto que vivía el país se había agudizado considerablemente. Para evitar el peligro de un golpe de estado, Allende había otorgado varias carteras ministeriales a algunos militares... (Continues)
Cuando voy al trabajo
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/8/4 - 08:53

Avete sentito? La guerra è finita

Antiwar Songs Blog
Avete sentito? La guerra è finita
Il 23 novembre 1967 Phil Ochs pubblica sul Village Voice un articolo intitolato Have You Heard? The War is Over! che è praticamente la presentazione del concetto alla base della sua canzone “The War Is Over“, l’idea di dichiarare dal basso la fine della guerra. La trovata era di Allen Ginsberg che aveva scritto l’anno […]
Antiwar Songs Staff 2016-08-03 21:54:00

Il Drone

Il Drone
Ipertecnologica, chirurgica, intelligente: aggettivi che vengono spesso associati alla parola "guerra" per renderla più accettabile a chi la osserva da lontano, senza subirla. In realtà la guerra è mostruosa, stupida, inutile, bestiale, primitiva. È una partita in cui tutti i giocatori perdono.
Un drone, un drone
(Continues)
Contributed by Roberto Malfatti 2016/8/3 - 14:42
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Angelicamente anarchico

Angelicamente anarchico
(Canzone dedicata a Don Andrea Gallo)

Canzone scritta dal cantautore toscano Joe Natta e dedicata a Don Andrea Gallo, Prete di strada e Partigiano italiano, fondatore della Comunità di San Benedetto al Porto di Genova.



Don Andrea Gallo (Campo Ligure, 18 luglio 1928 – Genova, 22 maggio 2013)


Andrea Gallo nasce a Genova il 18 Luglio 1928. Fin da piccolo fu attratto dalla spiritualità dei salesiani di Giovanni Bosco tanto che nel 1948 entrò nel loro noviziato di Varazze, proseguendo poi a Roma gli studi liceali e filosofici. Fin dall’adolescenza, fece sua la dedizione di don Bosco di vivere a tempo pieno con gli ultimi, i poveri , gli emarginati.

Nel 1953 chiede di partire per le missioni e viene mandato in Brasile a San Paulo dove compie studi teologici. Il clima per lui insopportabile della dittatura che vigeva in Brasile, lo costringe a ritornare l’anno dopo in Italia, ad Ivrea, dove... (Continues)
Ci sono uomini che quando se ne vanno
(Continues)
Contributed by Marco 2016/8/3 - 14:10
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Ripetizioni di fascismo in diretta - per studenti pigri

Ripetizioni di fascismo in diretta - per studenti pigri
[2016]

Testo reperito nella pagina facebook dell'autore
Uno studia sui libri il fascismo
(Continues)
Contributed by adriana 2016/8/3 - 07:46
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Wichita Vortex Sutra #3

Wichita Vortex Sutra #3
Poesia di Allen Ginsberg (1966)
dalla raccolta Planet News del 1967
Musica di Philip Glass (1990)
dall'album Hydrogen Jukebox

Wichita Vortex Sutra è una poesia di Allen Ginsberg che ha origine da una registrazione fatta dal poeta su un registratore portatile durante un viaggio nel Midwest. Ginsberg era seduto in fondo a un pullman e cominciò a improvvisare i versi che gli venivano in mente osservando il paesaggio, introducendo pause di un minuto o due tra un verso e l'altro.

Nella poesia Ginsberg giustappone immagini del paesaggio del Kansas con frammenti di notizie sulla guerra nel Vietnam. Secondo Ginsberg la città di Wichita nel Kansas dove Carrie Nation fondò il movimento contro l'alcool precursore del proibizionismo, "dette iniziò a un vortice di odio che ha defogliato il delta del Mekong". Nel buddismo il termine sutra si riferisce alle scritture canoniche, trascrizioni degli... (Continues)
I’m an old man now, and a lonesome man in Kansas
(Continues)
Contributed by Lorenzo Masetti 2016/8/2 - 23:37
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El lazo

El lazo
[1967]
Parole e musica di Víctor Jara
In un disco senza titolo pubblicato nel 1967, noto anche come El aparecido o “Desde Lonquén hasta siempre”, titolo quest'ultimo assegnatogli in edizioni successive a partire dal 1980.

Lonquén (“luogo in basso”, in lingua mapuche) è il nome di una località nel municipio di Talagante, nella regione metropolitana di Santiago del Cile. Lonquén è anche il nome di una delle due grandi haciendas del posto, latifondi che nell'800 furono persino di proprietà di un grosso politico conservatore, brevemente alla presidenza del Cile.

Pochi giorni dopo l'assassinio di Víctor Jara, detenuto nell'Estadio de Chile, a Lonquén gli stessi militari golpisti assassinarono 15 contadini che avevano tratto in arresto poco prima. I loro resti furono ritrovati nel 1978. Solo nel 2010 a quei resti sono state restituite le rispettive identità, cosicchè il 26 marzo si è potuto... (Continues)
Cuando el sol se inclinaba
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/8/2 - 23:07
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Abre la ventana

Abre la ventana
[1970]
Parole e musica di Víctor Jara
Nell'album “El derecho de vivir en paz”, pubblicato nel 1971.

In Cile le elezioni presidenziali del 1970 furono vinte dal socialista Salvador Allende, rappresentante la coalizione di sinistra Unidad Popular. Benchè non si trattò certo di un trionfo (solo 40.000 voti di scarto rispetto a Jorge Alessandri, candidato della destra), la festa popolare fu comunque grande, anche se effimera (purtroppo, come sappiamo, “lo más cruel” doveva ancora arrivare). Questa canzone fu composta da Jara in quel clima di festa e di speranza.
María
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/8/2 - 21:58
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Canción de cuna para un niño vago

Canción de cuna para un niño vago
[1965]
Parole e musica di Víctor Jara
In un disco senza titolo pubblicato nel 1967, noto anche come El aparecido o “Desde Lonquén hasta siempre”, titolo quest'ultimo assegnatogli in edizioni successive a partire dal 1980.
La luna en el agua
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/8/2 - 18:32
Song Itineraries: Child Abuse
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Caminando, caminando

Caminando, caminando
[1970]
Parole e musica di Víctor Jara
Nel disco “Canto libre”
Lalalalala...
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/8/2 - 18:14
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Grazie alla guerra

Grazie alla guerra
"Ma grazie alla guerra
La pace sulla Terra
Presto tornerà"


È il ritornello che massmedia e governi continuano a ripeterci da anni per giustificare azioni militari, che invece di risolvere i problemi, li aggravano, come dimostra l'attuale situazione internazionale. È ciò che da sempre le persone di buon senso pensano e denunciano, ma che nessuno finora aveva "cantato" in maniera così esplicita.

E per evitare sermoni tristi e pedanti, i kuTso accostano il realismo dei loro testi ad una musica solare, divertente e trascinante, che ti fa venire voglia di scendere in piazza ad urlare.

“Grazie alla guerra” non è una semplice e ovvia denuncia sociale, ma una nuda fotografia, con cui i kuTso prendono una posizione chiara nel dualismo Occidente – Oriente. E lo fanno con il loro inconfondibile stile ironico che, probabilmente, farà storcere il naso a qualcuno... ma quale arma migliore, se non il sarcasmo, per abbattere i luoghi comuni sulla guerra, sul terrorismo e sull’Islam?!
Tutta colpa di Maometto e quel libretto
(Continues)
Contributed by Pamela Mariano 2016/8/2 - 18:13
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איך פֿור אין קעלצער קאַנט

איך פֿור אין קעלצער קאַנט
Ikh fur in keltser kant
[1940]


Nota testuale. Il testo completo in caratteri ebraici non è presente in rete ed è stato ricostruito arbitrariamente a partire dalla trascrizione in caratteri latini reperibile in rete e proposta originariamente per questa pagina. Tale trascrizione rispecchia però caratteristiche e varianti locali dello yiddish polacco, e presenta inoltre diversi errori e refusi che sono stati emendati. La ricostruzione del testo in caratteri ebraici è stata condotta però in yiddish standard, per cui è stata approntata una ulteriore trascrizione che la riproduce. Come testo della canzone deve valere quello presentato nella trascrizione originale corretta. [RV]

Girava nel ghetto la voce che a Kielce gli ebrei vivessero liberi come era prima della guerra e che il cibo fosse abbondante, in contrasto con il regime "fraterno" di Rumkowski



Klezroym
Yankele nel ghetto (2009)



Yankele... (Continues)
איך פֿור אין קעלצער קאַנט
(Continues)
Contributed by Dq82 + CCG/AWS Staff 2016/8/2 - 16:37
Song Itineraries: Ghettos
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Progetti contratti

Progetti contratti
[2015]

Album : Canti di lavoro e d'amore precario

Progetti contratti è una canzone d’amore sotto forma di serenata.
Ma è anche una canzone sul lavoro, o meglio su come le condizioni precarie nel lavoro influiscano necessariamente sui progetti di vita di una coppia. Per dirla con il titolo: dai contratti a progetto, ai progetti contratti. Un ipotetico Lui canta il suo irrefrenabile desiderio di convolare a nozze (o almeno così è quello che promette), mentre un’impassibile Lei non gli risponde mai, sfiancata da una serie di sempre più preoccupanti pensieri …
La canzone, tratta dall’album Canti di lavoro e d’amore precario dei Disabilié, ne è forse a livello tematico quella che meglio rappresenta il titolo dell’album.
Disabilié
Vorrei sposarti al più presto vorrei sposarti mio amor
(Continues)
Contributed by adriana 2016/8/2 - 15:47
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Scioscie viento

Scioscie viento
[1995]

Album : Sanacore

In memoria di Jerry Masslo, assassinato a Villa Literno.
Scioscie viento puortame ‘a forza pe’ guarda’ annanze
(Continues)
Contributed by adriana 2016/8/2 - 15:14

Corri

Un brano dedicato a chi fugge dalla disperazione e si sottopone a fatiche e sofferenze terribili per cercare la possibilità di continuare a vivere.
Corri corri non ti fermare
(Continues)
Contributed by Roberto Malfatti 2016/8/2 - 15:12
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Exotic-menù

Exotic-menù
[2015]

Album : Canti di lavoro e d'amore precario

Exotic-menù è una ricetta sotto forma di canzone grottesca e paradossale.
Volete assaporare il gusto dell’esotico, restando comodi a casa vostra? Bene, ma non ponetevi troppe domande sulla reale provenienza dei prodotti che state cucinando. Il rischio è che ne escano fuori racconti particolarmente indigesti, e “ai vostri ospiti potrebbe anche non risultare del tutto gradito”!
Ingredienti: 300 grammi di gamberetti del Bangladesh, 500 grammi di pomodori del Cilento, 3 banane del Costa Rica, olio del Salento, zucchero di canna del Brasile, un limone di Sicilia, noce moscata del Madagascar.
(Continues)
Contributed by adriana 2016/8/2 - 14:54
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Filastrocca del precario

Filastrocca del precario
[2015]
Testo e musica: Stefano Onnis

Album : Canti di lavoro e d'amore precario

Filastrocca del precario è una canzone e ispirata a una nota filastrocca popolare di origine toscana.
Come questa usava le lettere dell’alfabeto per giocare con le parole e piano piano far addormentare un bambino, l’idea è stata di ribaltare completamente questa immagine a partire dal fatto che tutte le parole legate a un’attuale condizione di precarietà lavorativa non hanno proprio niente a che fare con la “buonanotte e sogni d’oro”…
Disabilié
A come annuncio di lavoro su un giornale
(Continues)
Contributed by adriana 2016/8/2 - 14:31
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Con te

Con te
Dedicata a Giovanna Daffini
Chiudo gli occhi e fuori dal mio tempo,
(Continues)
Contributed by adriana 2016/8/2 - 11:54
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Mario il musicista

Mario il musicista
Testo di Sandra Boninelli con la collaborazione di Bruno Grulli.
Musica di Sandra Boninelli

Sono Mario il musicista, sette figli e la mia tromba,
(Continues)
Contributed by adriana 2016/8/2 - 11:38
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Wiegala

Wiegala
Nuku, lapseni
(Continues)
Contributed by Juha Rämö 2016/8/2 - 09:10
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El Nino

El Nino
E quando morirà
L'ultimo uomo
Ammazzato da un altro uomo
Ricomincierà di nuovo
La vita
Piano, piano
Attaccherà il suo canto
La fenice
Fuoco alato
krzyś 2016/8/2 - 02:44
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I Don't Want Your Pardon

I Don't Want Your Pardon
(1975)

Testo e informazioni tratte da DDPro

Un'opportuna risposta di Tom Paxton alle proposte di amnistia per i renitenti alla leva.

Originariamente pubblicata sulla rivista "Come for to Sing" Vol. 7, No. 2, ma gli accordi pubblicati erano completamente sbagliati (quelli giusti si trovano nella pagina citata). La canzone non fu incisa in nessun album ma Paxton la cantò al concerto celebrativo della fine della guerra in Vietnam, The War Is Over, organizzato da Phil Ochs e svoltosi a New York l'11 maggio 1975.
I don't want your pardon, don't want your amnesty.
(Continues)
2016/8/1 - 23:26
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Day Is Done

Day Is Done
(1968)
Words and music by Peter Yarrow

"Day is Done", scritta da Peter Yarrow, è stato l'ultimo singolo registrato da Peter, Paul & Mary prima dello scioglimento del trio. Peter Yarrow la cantò in pubblico come solista in varie occasioni, in particolare durante la marcia contro la guerra in Vietnam a Washington nel 1969 e al concerto in Central Park del 1975 per celebrare la fine della guerra. In quell'occasione fece seguire la canzone da un breve discorso in cui sosteneva che il premio nobel per la pace non spettasse certo a Kissinger ma a tutti quelli che negli Stati Uniti avevano protestato, cantato contro la guerra, erano scappati in Canada o erano finiti in galera per essersi rifiutati di partire.

"Day is done" è apertamente dedicata ai bambini, alle nuove generazioni con la speranza che riescano a costruire un mondo migliore.
Tell me why you're crying, my son
(Continues)
Contributed by Lorenzo Masetti 2016/8/1 - 22:59
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Oh Mary, Don't You Weep

Oh Mary, Don't You Weep
Strofe improvvisate da Pete Seeger l'11 maggio 1975 durante il concerto "The War Is Over" per celebrare la fine della guerra in Vietnam

video
Everybody now clap your hands
(Continues)
2016/8/1 - 22:44
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We Are The World

We Are The World
Un piccolo omaggio ad Anna Marchesini con questa versione di We are the world, da I promessi sposi
Dq82 2016/8/1 - 21:28
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The War Is Over

The War Is Over
L'11 maggio 1975 si tenne un grande concerto al Central Park di New York per celebrare la fine della guerra in Vietnam. Phil Ochs partecipò cantando tre canzoni: I Ain't Marching Anymore, There But For Fortune (con Joan Baez) e questa The War Is Over che aveva scritto otto anni prima e che dava il titolo al concerto. Fu l'ultima volta che la canzone venne eseguita in pubblico dal suo autore. Phil decise di abbandonare questo mondo meno di un anno dopo.



CCG Staff 2016/8/1 - 20:10

Immer langsam

Immer langsam
Chanson allemande – Immer langsam – Max Ehrlich – 1943

Écrite par Willy Rosen et Max Ehrlich pour le spectacle Humor und Melodie, mis en scène en septembre 1943 par des prisonniers dans le camp de concentration et de transit de Westerbork.
Interprétée par Max Ehrlich, avec Mara Rosen et Günther Witepski, dans une petite scène en carrosse située dans la période soi-disant « Biedermeier » (première moitié du 19ième siècle allemand), celui où, durant la Restauration, triomphait l’esthétique petit-bourgeoise.

« Prenons-la vie avec calme, inutile de courir, nous avons encore plein de temps… », chantaient-ils joyeusement à Westerbork, devant Albert Konrad Gemmeker, commandant allemand du camp… En août 1944, Gemmeker mit fin à toute activité récréative des prisonniers… Pas même un mois après, Ehrlich, Rosen et beaucoup d’autres furent transférés à Auschwitz et à peine arrivés au camp, menés aux chambres à gaz.
TOUJOURS LENTEMENT
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2016/8/1 - 14:43

Malachi

Malachi
Innanzitutto, ti ringrazio Andrea per aver raccolto, addirittura con una nuova canzone, la mia richiesta di attenzione sulle storie, sempre misconosciute, di coloro che nostro Occidente hanno attuato l'estrema forma di protesta dell'auto-immolazione, un'azione che stentiamo a comprendere per tanti motivi, anche per la nostra relazione ormai molto distaccata con la sofferenza e la morte.

Più tardi leggerò ed ascolterò con attenzione il vostro brano e ti dirò senz'altro cosa ne penso.

Saluti
Bernart Bartleby 2016/8/1 - 13:52




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