E i re fanno come sempre rullare i tamburi... a Cuba, in Bosnia, nel Medio Oriente; a braccietto con clero appicciano il fuoco dappertutto... sfrutando la primavere
Buona guerra a tutti, pimpanti mi raccomando!
Uno, due...
Les enfants de rue de Bucarest sont moins nombreux qu’autrefois. Mais seulement parce qu’ils ont grandi.
de notre envoyé Alessandro Ursic
Station de métro Costin Giorgeanu, à la périphérie est de Bucarest. D’énormes blocs communistes, tous gris, comme la moitié de la capitale reconstruite selon les canons gigantesques du régime de Ceaușescu. Derrière un carrefour perpétuellement saturé, le long des rails abandonnés d’un ancien chemin de fer, s’étend une brousse inculte. « Viens, viens à l’intérieur. Je te montre où je vis », dit Cătălin, 15 ans. Après une centaine de mètres dans les mauvaises herbes, une lampe éclaire une baraque délabrée. Ici vivent une quinzaine de jeunes, de 14 à 30 ans. Ils dorment à terre, sur les matelas en commun. De petits hommes, mais avec encore une âme d’enfant, comme le mettent en évidence quelques grandes peluches... (Continues)
C'è molto di più, vi assicuro :)
Da Marlon Brando della versione cinematografica della piece "A Streetcar Named Desire" di Tennessee Williams a uno dei pinguini dell'animato "Madagascar" (si veda qui).
Krzysiek 2016/3/25 - 20:32
Okkei, okkei, adesso va bene la linguistica, ma finchè si rimane aderenti all’argomento...
Francamente lo scopritore d’asteroidi, Marlon Brando e i pinguini del Madagascar mi riescono stucchevoli a commento di una canzone, antica, dolente e contribuita per via della condanna (in primo grado, purtroppo) del boia di Srebrenica e di Sarajevo!
Restiamo umani, prima di tutto, e poi cerchiamo anche di restare nel seminato!
Le agenzie di stampa riportano parecchie imprecisioni sulla condanna di Radovan Karadžić.
La cosa migliore è leggersi quanto meno il comunicato stampa sul sito del Tribunale dell’Aja, in inglese, francese e bosniaco (ma quest’ultimo più stringato).
In italiano, la sintesi migliore che ho trovato (insieme a quella un po’ autoreferenziale di Amnesty International) è quella di Marina Landi su Gariwo, la foresta dei giusti, che riporto integralmente:
In primo luogo ti volevo ringraziare personalmente per questo contributo. È una canzone veramente bella, secondo me.
Se poi non trovo troppo gusto nel guardare un'ennesima volta la faccia di 'sto boia, e un altro fatto.
Vorrei ricordare, comunque, che qua non sono mica io a accettare o meno eventuali commenti. Se i miei, come i tuoi del resto, vengono ammessi o gestiti in questo o un altro modo, dipende dagli nostri "radiosi" admin's :)
Un salutone
Krzysiek
Oggi ho sentito in radio una testimonianza di Giovanna Botteri, la giornalista che è corrispondente RAI dagli USA... Tra il 1992 ed il 1996 è stata inviata speciale a seguire il conflitto in Bosnia. Ha coperto anche l’assedio di Sarajevo ed il massacro di Srebrenica... Uno dei cineoperatori con cui lavorava allora era Miran Hrovatin, poi ucciso nel 1994 a Mogadiscio insieme ad Ilaria Alpi... E come Hrovatin anche la Botteri è di Trieste, e in più è di madre montenegrina e i Balcani li conosce come le sue tasche...
Lei diceva che aver lasciato allora soli i musulmani di Bosnia è stato uno dei più gravi errori (e tanti sono, imperdonabili) fatti dai nostri “leader”, e oggi li sta pagando la nostra gente che viene fatta saltare in aria a Parigi e Bruxelles...
Senza sminuire le colpe di mostri come Radovan Karadžić raccomanderei di non credere neanche alla favola dei bosniaci musulmani "buoni". Ho visto un istruttivo documentario sulla morte di Gabriele Locatelli che spiegava come tra i "difensori" di Sarajevo da parte bosniaca figuravano individui come il famigerato comandante Caco, che affamavano la popolazione, trafficavano con i caschi blu e vendevano droga (prima della guerra erano criminali comuni). Il pacifista italiano fu con ogni probabilità ucciso proprio dalla banda di Caco.
Di "buoni", in questa tristissima storia di nazionalismi, di "nuovi ordini", di riassetti geopolitici e quant'altro, infatti non ce n'è proprio nessuno...
Caro Riccardo, ancora una volta grazie. Prezioso, come sempre.
Se la Titova Ulica si chiama ancora oggi così, allora probabilmente questa canzone è anteriore al 1914, perchè è da quell'anno tragico che perse il suo nome originario di Ćemaluša... Chissà...
B.B. 2016/3/25 - 20:31
Probabilissimo che sia come dici tu, Bernart. Vedo che Himzo Polovina (cognome che significa "la metà"...) è nato nel 1927, ma le sevdalinke sono componimenti tradizionali popolari e non mi stupirei se anche qui si andasse indietro di secoli addirittura, vista anche l'abbondanza dei turchismi nel testo (il che rimanda a una Sarajevo ottomana). Salud!
Post Scriptum. Una delle cose che ho corretto nella pagina sono i nomi dei quartieri, che sono Vratnik, Bistrik, Latinluk. Le forme con la “ č “ (Vratniče, Bistriče, Latinluče) sono dovute al fatto che si tratta di casi vocativi, e davanti alla terminazione "-e" la consonante "k" si palatalizza (se ne ha un esempio anche nel titolo: Dunjaluče, nominativo Dunjaluk). Ri-salud!
No, no, in questo caso la Folkways era stata parecchio esatta :-) E' solo che la grammatica serbocroata è parecchio complicata, è quella lingua (ad esempio) dove dio "parte" fa al genitivo singolare dijela, oppure čitalac "lettore" fa al genitivo čitaoca, e sono fatti del tutto regolari (!). La variante croata è più complicata, quella serba un po' più semplice da questo punto di vista. Però se ti ricapitasse di inserire un testo in serbocroato stacci sempre attento, da certe forme spesso non si deducono automaticamente le altre...meglio sempre controllare. Salud!
Un paio di raccomandazioni ai contributori abituali:
- Nei copia incolla (come in questo caso per la bio degli Zatopeks) bisognerebbe almeno ricordarsi, primo, di incollare anche il link alla fonte (o quanto meno it.wikipedia); secondo, di eliminare i riferimenti numerici ad eventuali note, se queste non vengono riportate.
- Bisognerebbe ricordarsi che, al di fuori della scheda biografica, dove il link viene citato per esteso in fondo, negli inserimenti e nei commenti i link vanno formattati, e quindi: "Da Emil Zátopek, credo :)"
Per finire, due proverbi, forse luoghi comuni ma di buon senso: "La fretta è una cattiva consigliera" e "Anche l'occhio vuole la sua parte".