La voce del grande Peter Bellamy è asse portante anche del trio vocale "The Young Tradition" assieme ad Heather e Royston Wood, di cui vi invito tutti ad ascoltare le ardue, ardite e meravigliose interpretazioni. Quella in Inghilterra fu un'epopea fantastica tra gli anni 60 e i 70, peccato che troppo pochi ne abbiano goduto e quasi tutti questi giganti sono oramai pressochè dimenticati, che tristezza...
Flavio Poltronieri 2015/4/29 - 17:42
Ciao Flavio,
su YouTube non sono riuscito a trovare "Us Poor Fellows" nell'esecuzione di Peter Bellamy, solo in quelle dei Cockersdale e di Ken Wilson (che non conosco).
In compenso ho trovato l'intera opera "The Transports" nel recente allestimento scenico della Crude Apache Theatre Company di Norwich.
Spero ti garbi.
Però, a giudicare dalla quantità di video relativi a canzoni di Peter Bellamy non direi che sia stato dimenticato, per fortuna!
Quello di "The Flowers of the Forest" fu il motivo che un suonatore di cornamusa intonò il 27 aprile 1978 al Putney Vale Cemetery di Londra durante la cerimonia di inumazione della folk rock singer Sandy Denny, morta a soli 31 anni. (en.wikipedia)
Alcuni adattamenti musicali del brano: Joni Mitchell on her 2007 album Shine.
Roger Whittaker under the title "A Song for Erik"
'If (When You Go)' by Judie Tzuke from the album Moon on a Mirrorball
Brand New on their album The Devil and God Are Raging Inside Me.
Oppure vogliamo davvero ritornare
ai tempi in cui la gente come me prendeva il mare,
spediti in esilio su quell'isola lontana
nel nome della virilità Italiana?
I fascisti avevano creato una “isola gay” in Italia per mandare al confino gli omosessuali
DI ALAN JOHNSTON – 19 GIUGNO 2013
PUBBLICATO IN: BRASILE, GRAN BRETAGNA
75 anni fa, durante il periodo fascista in Italia, un gruppo di uomini etichettati come “degenerati” furono cacciati dalle loro case e confinati su un’isola.
Furono sottoposti al regime carcerario, ma alcuni di loro raccontano di aver vissuto un’esperienza liberatoria in quella che sarebbe stata la prima comunità gay del paese.
Ogni anno i turisti sono attratti dalla bellezza di questa piccola fila di isole vulcaniche nell’Adriatico [NdR: L’arcipelago delle Tremiti non é di origine vulcanica come indicato, ma sedimentaria]
Ma proprio qualche giorno fa un gruppo... (Continues)
dq82 2015/4/28 - 17:45
In Italia sono tutti maschi
In Italia sono tutti maschi è una graphic novel edita da Kappa Edizioni, nel settembre 2008, scritta da Luca de Santis e illustrata da Sara Colaone. Nel 2009 vince il premio A.Micheluzzi al Comicon di Napoli come "Miglior fumetto dell'anno". Il graphic novel è stato tradotto in quasi tutta Europa: per il mercato francese, belga e canadese con il titolo "En Italie il n'ya que vrais hommes", Ed. Dargaud; per il mercato tedesco col titolo "Insel der Manner", Schreiber und Leser Ed.; per il mercato polacco col titolo “We Włoszech wszyscy są mężczyznami“, Centrala Edizioni; per il mercato spagnolo col titolo "En Italia son todos Machos", Norma Editorial.
Trama
Racconta del confino degli omosessuali italiani durante il ventennio fascista e più precisamente l'ultimo anno di esilio (il 1939-1940) di un gruppo di uomini all'Isola di San Domino nell'arcipelago delle... (Continues)
Mi permetto di replicare all'amico che biasima questo inno irredentista: questo inno dovrebbe ricordare ad ogni italiano che se oggi si può permettere il lusso di parlare di pace è perchè la guerra la hanno fatta altri 150 e più anni fa al posto suo. Senza di loro forse parleremmo austriaco o qualche altra lingua, e questo sito non esisterebbe affatto. La pace è bella ed è giusto celebrarla, ma bisogna ricordarsi che è pur sempre un regalo che qualcun'altro ci ha fatto pagandola magari con la propria vita. Questo coro è perciò oggi un inno alla pace, così come allora lo è stato di irredentismo e libertà. Caro Rodolfo il pacifismo da salotto è tanto stupido quanto il federalismo da battaglia che alle orate da ali per volare (vedi la foto).
d'après la version espagnole de Caballero Bonald (RECUERDOS DE UN VENCIDO)
d'une chanson catalane – Records d'un vençut – Joan Isaac – 1977
L'histoire d'un vaincu de la guerre civile. L'exil en France, la tentative de recommencer une nouvelle vie, le rêve – qui pour beaucoup ne fut pas possible ou fut trop tardif – d'un retour dans une patrie libérée de la dictature.
Vois-tu, Lucien l'âne mon ami, c'est une chanson qu'on dira – à juste titre, antifranquiste et conséquemment, antifasciste, antiféloniste et d'une façon doublement particulière :
d'une part, car ce sont les remembrances d'un vaincu, d'un de ceux qui durent connaître le dur exil – pour des raisons que nous connaissons et qui pèsent encore et que l'on appelle communément « real politic » ou en jouant sur les mots : de « reale politica », celle qui sévit toujours aujourd'hui en Espagne (Una, grande...) ;