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Corsicana

Corsicana
[fine 800]
Testo tradizionale in corso gallurese (Gadduresu) risalente alla fine dell’Ottocento, famoso canto sui banditi, adattamento di Maria Carta (che in un 45 giri del 1971 la intitola “Antoneddu, Antoneddu”).
Canto della Gallura, diffuso ampiamente nel Logudoro, denominato Corsicana perché ritenuto originario della Corsica.
Presente anche nel repertorio di Elena Ledda.
Interpretato da voce maschile e chitarra nel disco “Musica Sarda Vol.1” realizzato nel 1964 a cura di Diego Carpitella, Pietro Sassu e Leonardo Sole.
Testo trovato sul sito della Fondazione Maria Carta

Un canto che è una schermaglia a tre, tra il bandito e le sue donne, moglie e madre.
Ma nelle due ultime strofe (che Maria Carta non canta e di cui l’ultima, in particolare, è comune anche ad altre canzoni) sono sintetizzati i motivi che hanno fatto dell’uomo un fuorilegge (le comodità sono solo per i ricchi, per... (Continues)
(La moglie)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/6/1 - 22:30
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Rammstein

Rammstein
Album: "Herzeleid" (1995)

Canzone dedicata al tragico incidente del 1988 alla base NATO di Ramstein (con una sola m) da cui il gruppo ha preso il nome. Una vera e propria strage causata dall'esibizione militarista delle Frecce Tricolori che precipitarono all'inizio dello spettacolo facendo 67 vittime tra il pubblico più i tre piloti degli aerei caduti. Vedi anche Frecce Avvelenate dei Punkreas.
Rammstein
(Continues)
2014/6/1 - 22:12
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10.1.80

10.1.80
[1981]
Parole e musica dei Tavagna, nell’album intitolato “Chjamu” del 1981.

Credo che la canzone si riferisca ai sanguinosi scontri che si verificarono ad Ajaccio tra il 9 e il 10 gennaio 1980. Nei giorni precedenti gli abitanti del villaggio di Bastelica avevano fermato tre membri del Service d'Action Civique (SAC), organizzazione paramilitare creata da de Gaulle in chiave anticomunista, zeppa di poliziotti, pieds noir e fascisti, usata anche in Corsica contro gli autonomisti locali. I tre furono sequestratti in un albergo di Ajaccio, accusati di preparare un attentato. Il governo francese mandò i CRS in forze e si verificarono degli scontri violenti nel corso dei quali rimasero uccisi tre manifestanti corsi e un gendarme francese.
Languida hè l’alba sta mane
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/6/1 - 19:03
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L'alivu culomba

L'alivu culomba
[2009]
Parulle è Musica: Ghj.P. Lanfranchi
Accunciamenti: M. Bothwell
Nell’album intitolato “L'Ortu di e nostre muse”

Cumu fà da chì l’alivu di a libertà ascondi sempre in le so fronde a culomba di a pace?
À purtà tanti morti
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/6/1 - 18:05
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Tù ch'eri partutu

Tù ch'eri partutu
[2009]
Parulle: Ghj. Fusina
Musica: Tavagna (M. Paoli)
Nell’album intitolato “L'Ortu di e nostre muse”

À quelli chì, fiori strappati, sò morti in lochi scunnisciuti per guerre ch’ùn sanu arricoglie chè cuscogliule di morte...
Tù chì eri partutu in festa
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/6/1 - 17:53
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Reggae per Carlo Giuliani

Reggae per Carlo Giuliani
Testo: Carmelo Albanese
Musica: Rock Brothers
Quando ti portan via la tua città
(Continues)
Contributed by adriana 2014/6/1 - 15:03
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Lamentu d’una matri

Lamentu d’una matri
[1947/1953]
Poesia concepita - come “A stragi da Purtedda” - nel giorno dell'eccidio di Portella della Ginestra, 1 maggio 1947, ma strutturata e pubblicata solo qualche anno più tardi nella raccolta intitolata “Lu pani si chiama pani” (Editori Riuniti 1954), con la traduzione italiana a fronte a cura di Salvatore Quasimodo.

Nel repertorio di Nonò Salamone e recentemente ripresa anche dal giovane cantastorie siciliano Paolo Zarcone.

Trovo il brano anche in un disco collettivo intitolato “La mia vita vorrei scriverla cantando”, a cura della Fondazione Ignazio Buttitta, con le musiche del compositore Salvatore Di Grigoli e gli arrangiamenti del fisarmonicista Ruggero Mascellino, entrambi siciliani.
I
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/6/1 - 12:21
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La vita xe tuto un bidon

La vita xe tuto un bidon
(1946?)

Sull'aria di Lili Marleen

Canzone del grande comico triestino Cecchelin scritta probabilmente nell'immediato dopoguerra. Durante il fascismo Cecchelin, pur non scrivendo pezzi apertamente antifascisti, da spirito libero aveva avuto dei guai per alcune battute su Mussolini.

Nel dopoguerra fu vittima di tristi vicissitudini politiche. Accusato di aver denunciato al comando partigiano quale fascista e collaborazionista un altro attore, Giacomo Pellegrina in arte Nino D’Artena che fu poi ucciso nella foiba Plutone, fu per questo condannato ad una pena che molti all’epoca giudiarono comunque eccessiva. Uscito di galera gli fu impedito di calcare i palcoscenici di Trieste e morì a Torino nel 1964.

La trascrizione all'ascolto potrebbe essere anche sbagliata in qualche punto... chiedo aiuto ai triestini DOC.
Amici cari, inutile essere filosofi. La vita no xe che un grande bidon. E che bidon. Se odiemo, femo la guerra, se masemo, se parlemo drio. Per cossa? Solo per essere in possesso dei quattro pilastri della vita: vestirse, spoiarse, inpinirse e svodarse.
(Continues)
2014/6/1 - 00:09

Salmo alla casa e agli emigranti

Salmo alla casa e agli emigranti
[1952]
Testo trovato in “L'universo contadino e l'immaginario poetico di Rocco Scotellaro”, di Giovanni Battista Bronzini, Edizioni Dedalo, 1987.
Nella sezione intitolata “Quaderno a cancelli” della raccolta “È fatto giorno. 1940-1953”, Milano, Mondadori, 1954.

Dopo aver visto i suoi contadini imbarcarsi a Napoli, Rocco Scotellaro, postosi il problema della forma poetica più idonea a esprimere l'angoscia di chi assiste al ripetersi dell'esodo biblico, lo risolse per il salmo: “Epica: è falsa, ora. Elegia: è facilissima. Ode: per chi e che? Sonetto: ci vuol pace e molti giorni di incubazione, non delle rime, del fatto. Canzone: sono solo. Comizio: idem. Epicedio: i morti sono freddi. Salmo: sto per arrivarci, ma l'ignoto è lontano. Vada per una specie di Salmo...”
Inchinati alla terra, alla piccola porta mangiata della casa,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/6/1 - 00:02

Il morto

Il morto
[1951]
Ennesima poesia di Rocco Scotellaro nata da un canto popolare lucano, in questo caso quello intitolato “Na cantata di mammaranna”, la ninna nanna di una nonna, che ha perso i figli in guerra e che ora fa crescere il suo nipotino rimasto orfano cantando il ritornello distico “Non vole fa cchiò notte e iume / s’é ‘nchiummate lu pane ’nta lu fome” (“Non possa far più notte né giorno / si è impiombato il pane nel forno”).
Testo trovato in “L'universo contadino e l'immaginario poetico di Rocco Scotellaro”, di Giovanni Battista Bronzini, Edizioni Dedalo, 1987.
La poesia fu anche pubblicata sulla rivista internazionale di letterature “Botteghe Oscure” (ottavo quaderno, II semestre 1951), fondata dalla nobildonna Marguerite Caetani ed edita dal 1948 al 1960.
Non voglia mai far notte, mai far giorno,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/5/31 - 23:18

‘N galera chi pane e lavoro

‘N galera chi pane e lavoro
[1951]
Ancora una poesia-canzone di Rocco Scotellaro nata dal grido dei contadini di Tricarico.
Nella sezione “Canti popolari” della raccolta “Tutte le poesie (1940-1953)”, Milano, Oscar Mondadori, 2004.
Testo trovato su Rabatana, bagatelle e cammei tricaricesi.
Cci l’ami fatte nuie a Creste:
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/5/31 - 22:43

Terra

Terra
[1951]
Un’altra poesia-canzone di Rocco Scotellaro nata dal grido dei contadini di Tricarico.
Nella sezione “Canti popolari” della raccolta “Tutte le poesie (1940-1953)”, Milano, Oscar Mondadori, 2004.
Testo trovato su Rabatana, bagatelle e cammei tricaricesi.
So state n’anne ‘ngalera
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/5/31 - 22:32
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Take Good Care

Take Good Care
Album: LP1 (2011)
Produced by Dave Stewart

July 2012: Singer-songwriter and actor Joss Stone, war photographer Paul Conroy and musician and producer Dave Stewart are calling on world leaders gathering at the United Nations to deliver an effective Arms Trade Treaty as they launch a new version of the song ‘Take Good Care’.

‘Take Good Care’ was co-written by Paul Conroy – who was seriously injured earlier this year in Homs, Syria – and Joss Stone, and produced by Dave Stewart. The song is being released in support of Amnesty International’s call upon world leaders to deliver an effective and robust international Arms Trade Treaty.

Conroy wrote the song in response to the devastating impact upon people’s lives of armed violence and conflict in Misrata, Libya. He said:

"Having covered armed conflicts up close I have seen the sickening human toll of a world awash in weapons and military... (Continues)
Take Good Care
(Continues)
2014/5/31 - 21:52

Le cartulline

Le cartulline
[1950]
Composta all’impronta e cantata da Rocco Scotellaro insieme ad alcuni giovani contadini - in particolare tali Pietro Pepe e Paolo Zasa - che erano stati appena richiamati sotto le armi.
La prima parte è dei due contadini tricaricesi citati, la seconda di Scotellaro.
Nella sezione “Canti popolari” della raccolta “Tutte le poesie (1940-1953)”, Milano, Oscar Mondadori, 2004.
Testo e traduzione trovati su Rabatana, bagatelle e cammei tricaricesi.

Questo e altri canti popolari furono inviati da Rocco Scotellaro alla seconda edizione del “Premio Cattolica - Calendario del Popolo”, il primo concorso di poesia dialettale del dopoguerra, ma lui non ne rivendicò mai solo a sè stesso la paternità, anzi. Nello stralcio, che segue, di una lettera a Pietro Ingrao del 1951, Rocco Scotellaro lamenta la “disonestà intellettuale” dell’amico Ernesto De Martino - che di Scotellaro fu ospite mentre... (Continues)
Alla guerra nui nun ci sciame
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/5/30 - 23:45
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Видо, Видо, бяла Bидо

Anonymous
Vido, Vido, bjala Vido
Tradizionale bulgara
(XIX secolo)
Bulgarian Folksong
(19th Century)




"Una canzone tradizionale composta ai tempi dell'invasione turca della Bulgaria". [Flavio Poltronieri]

La canzone tradizionale bulgara deve risalire alla prima metà del XIX secolo, ma fa senz'altro parte di un “blocco” di canti tradizionali omologhi che sovente, al posto di “Vida” presentano “Jana”. Il nome “Vida”, diffuso in tutti i balcani, è di antica origine veneziana (significa “vita”). Il modo in cui tale testo ci è pervenuto è spiegato da Flavio Poltronieri in un suo commento; la trascrizione era però improponibile ed è stata rifatta assieme al testo in alfabeto cirillico, basandosi anche e soprattutto sull'ascolto diretto. In Rete non si trova traccia di tale testo, che quindi questo sito propone per la prima volta; ma diversi frammenti di frasi si trovano sparsi qua e là, a sottolineare che si tratta di una tradizione diffusa. [RV]
Видо, Видо, бяла видо
(Continues)
Contributed by Flavio Poltronieri 2014/5/30 - 16:32

U metetore

U metetore
[1952]
Canto di mietitura di autore anonimo, raccolto adattato e tradotto da Rocco Scotellaro.
Nella sezione “Canti popolari” della raccolta “Tutte le poesie (1940-1953)”, Milano, Oscar Mondadori, 2004.
Testo e traduzione trovati su Rabatana, bagatelle e cammei tricaricesi.

«Sono note le condizioni di vita dei mietitori migranti che riposano, appunto, sulle pubbliche piazze»
«Falce a solo è il mietitore isolato, che non è in gruppo (paranza) solitamente composto da cinque mietitori»
«Si dice andare ‘penna penna’ di chi non ha mestieri e preoccupazioni, di chi si pavoneggia passeggiando» (note di Rocco Scotellaro dal volume sopra citato)
Vurria arreventane cavallette,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/5/30 - 14:28

Canzone della Rabata

Canzone della Rabata
[immediato secondo Dopoguerra]
Si tratta di alcune strofe - qui non complete - scritte da Rocco Scotellaro insieme ad alcuni contadini (fra i quali tali Rocco Tammone, Giuseppe Cetani e Giuseppe Paradiso) della Ràbata, antico quartiere di origine araba di Tricarico, provincia di Matera, Basilicata.

Una canzone “di dolore e di ribellione, di rampogna e di minaccia”, un testo fluido che “ha continuato a nascere e crescere, ribelle a qualsiasi lavoro di fissazione definitiva”, come ebbe a dire Ernesto De Martino nel suo “Furore, simbolo, valore” (Il Saggiatore, 1962), saggio nato frequentando i quartieri poveri dei paesi poverissimi della Lucania, da cui traggo le strofe che vado a contribuire.

“La strofa esige alcune delucidazioni per la comprensione. La Rabata, dice, è tutta una rovina e in essa, come in una specie di bolgia, gli uomini si vanno tendendo le mani l'uno verso l'altro, chiedendosi... (Continues)
La Rabata è tutta ruvinata
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/5/30 - 13:05
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Santa Maria del pallone

Santa Maria del pallone
1996
La grande famiglia

" Se l'Italia avesse vinto la Coppa del Mondo nel 1994, oggi, dove saremmo?". Questa dichiarazione dei nostri vagabondi ai tempi dell'uscita del cd è quanto mai attuale...
Non è, come pensano molti fan, un "grido" contro il gioco del calcio, ma un'accusa contro il potere che usa il calcio per "rincoglionirci".
La voce femminile in coro con Cisco è di Mara Redeghieri degli Ustmamò.
"Campionamento" musicale da un tradizionale macedone.

Oggi posto questa canzone anche per dare risalto alle proteste contro i Mondiali di calcio in Brasile.
È un oppio che mischia il sudore con l'incenso
(Continues)
Contributed by DoNQuijote82 2014/5/30 - 00:43
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Don Salvatò

Don Salvatò
(2009)
Album: Napoletana

Meravigliosa devozione dialettale contemporanea scritta da Enzo Avitabile nel cemento della Napoli che non si vede
(ovviamente quando ci si prende confidenza con Dio, mica ci si può risparmiare, anzi...)
Don Salvatò ca nce guardate ra coppa
(Continues)
Contributed by Flavio Poltronieri 2014/5/30 - 00:15
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Mal d'Africa (Ilaria, Miran e i sentieri delle banane)

Mal d'Africa (Ilaria, Miran e i sentieri delle banane)
Album: "Il diavolo di mezzogiorno" (2003)


Ilaria Alpi e Miran Hrovatin



"Ilaria e Miran uccisi per un traffico rifiuti-armi. Ma è una verità troppo scomoda per l'Italia"


"In 20 anni di indagini", spiega la madre della giornalista del Tg3 uccisa a Mogadiscio con il suo operatore, "mi sono scontrata con un muro di silenzi, depistaggi, documenti spariti e strani decessi di persone legate al duplice omicidio". Il governo potrebbe desecretare gli 8 mila documenti raccolti dai nostri Servizi. "Credo servirà a poco", sostiene la signora Alpi, "a me basta trovare i mandanti e guardarli in faccia"

Io so perché Ilaria e Miran sono stati uccisi. Dopo 20 anni di indagini inutili e faticose, di menzogne, depistaggi, sparizioni, altre morti sospette, ho bisogno solo di conoscere i nomi dei mandanti di quel duplice omicidio. Non li voglio vedere dietro le sbarre. Mi basta guardarli in faccia".... (Continues)
Non c'è verso di conoscere il vento
(Continues)
Contributed by Flavio Poltronieri 2014/5/30 - 00:03
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Disamparados

Disamparados
[1991]
Parole e musica di Luigi Marielli dei Tazenda
Nel disco intitolato “Murales”

Gabriella Carlucci (conduttrice del Cantagiro, edizione 1991): “Cominciamo dal titolo: chi sono i disamparados?”
Andrea Parodi: “Disamparados significa rifiutati, emarginati, abbandonati... Sono i bambini che si lasciano sulle autostrade, sono i vecchi che si trascurano, sono tutta quella parte del mondo che vive con i rifiuti della nostra società.”
Notte ‘e anneu
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/5/29 - 21:30

Orta Nova 1948

Orta Nova 1948
[1975]
Testo e musica di Nadia Furlon e Mario Acquaviva
Album: Quarto Stato
Lyrics and music by Nadia Furlon and Mario Acquaviva
Album: Quarto Stato



"E' stato uno dei primi gruppi della Cooperativa L’Orchestra, l'etichetta musicale degli Stormy Six. Il loro disco, che prendeva il nome Quarto Stato, uscito nel 1975, ha avuto un certo ruolo nel campo della nuova musica politica, grazie alle numerose esibizioni, sostenute anche all’estero, soprattutto in Germania. Il disco era firmato dai due componenti del Quarto Stato, Nadia Furlon e Mario Acquaviva, che provenivano dalla Commissione Culturale del Movimento Studentesco, e si avvaleva del contributo di musicisti occasionalmente strappati al terreno jazzistico, Gaetano Liguori, Roberto Del Piano. C’erano alcuni pezzi che si elevavano sopra gli altri, Il brigante, Luca Marano (ripresi dalle tradizioni popolari del sud) e Non è tempo...... (Continues)
Dieci giorni alla bonifica e dodici all’azienda
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2014/5/29 - 18:51
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Ruanda

Ruanda
[1995]
Brano strumentale nell’album intitolato “Sanacore”

In Ruanda, dal 6 aprile alla metà di luglio del 1994, per circa 100 giorni, vennero massacrate sistematicamente - a colpi di armi da fuoco, machete pangas e bastoni chiodati - almeno 500.000 persone (secondo le stime di Human Rights Watch), in stragrande maggioranza appartenenti all’etnia minoritaria dei Tutsi (ma anche Hutu moderati). I carnefici, organizzati in milizie finanziate, armate ed equipaggiate dal Governo, erano di etnia Hutu. La stima delle vittime salì in seguito fino a raggiungere una cifra pari a circa 800.000 o 1.000.000 di persone.

Un’immagine emblema del genocidio ruandese:

Durante un notiziario del 2000 il quotidiano britannico The Guardian rivelò che l’allora Segretario Generale dell'ONU, l’egiziano Boutros Boutros-Ghali [in carica tra il 1992 ed il 1996 e quindi anche durante il genocidio ruandese], giocò... (Continues)
[strumentale]
Contributed by Bernart Bartleby 2014/5/29 - 14:57
Song Itineraries: 1994: The Rwanda Genocide
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Tall el Zataar

Tall el Zataar
[1976]
Atlantic Records, T 50324.
Ristampato in CD nel 2003
e nuovamente in vinile nel 2012 da BTF.

Si tratta di un brano strumentale jazz rock progressive che gli Agorà, storica band marchigiana ancora in attività (fondata nell'estate del 1974) dedicò al Massacro di Tell al-Zataar, avvenuto durante la guerra civile libanese il 12 agosto 1976. Tell al-Zaatar (in arabo تل الزعتر) era un campo di rifugiati palestinesi gestito dall'UNRWA, e ospitava circa 50000-60000 rifugiati nella zona nordorientale di Beirut; il suo nome significa "La collina del timo", ed è traslitterato in vari modi. Gli Agorà, scossi dal terribile massacro di profughi inermi perpetrato dalle milizie "cristiane" libanesi con il coinvolgimento diretto della Siria di Hafez al-Assad (il padre dell'attuale presidente siriano), provocò migliaia di vittime.
Contributed by Riccardo Venturi 2014/5/29 - 12:42
Song Itineraries: The Palestinian Holocaust
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Larimer Street

Larimer Street
[1973]
Parole e musica di Utah Phillips.
Nel songbook “Starlight On The Rails and Others Songs – The Golden Voice of the Great Southwest”, raccolta di canzoni scritte da Bruce ‘Utah’ Phillips tra anni 60 e primi 70.
Poi anche in dischi successivi come “El Capitan” del 1975.

Una canzone sulla trasformazione di Larimer Street, un tempo la “skid row” di Denver, Colorado, la strada più vecchia della città.
Piccoli negozi, barucci, bordelli e camere a buon mercato dove i diseredati potevano trovare un minimo di conforto furono spazzati via alla fine dei 60 per fare spazio al “progresso”, alle sedi di grosse compagnie, della camera di commercio, a ristoranti di lusso e boutiques… E i poveracci vennero cacciati e relegati ai margini della città… “Così ho capito”, dice Utah Phillips, “che c’è un solo genere di guerra, quella tra i ricchi e i poveri. Non so molto di classi sociali, ma so che quella alta e quella media possono anche baciarmi il culo…”
Your bulldozers rolling through my part of town
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/5/29 - 12:09
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The Two Bums

The Two Bums
[1973]
Parole e musica di Utah Phillips.
Ispirata al volume di George Milburn (1906-1966, scrittore dell’Oklahoma) intitolato “The Hobo's Hornbook”, una raccolta di ballate di homeless vagabondi incontrati nei suoi viaggi.
Nel songbook “Starlight On The Rails and Others Songs – The Golden Voice of the Great Southwest”, raccolta di canzoni scritte da Bruce ‘Utah’ Phillips tra anni 60 e primi 70.
Poi anche in dischi successivi come “We Have Fed You All for a Thousand Years” del 1983.

I due fannulloni scansafatiche parassiti della società sono, il primo, un homeless vagabondo, una piccola pulce che viaggia aggrappato agli assi dei merci, mentre il secondo è il “parassita di lusso”, la sanguisuga sociale che gozzoviglia alle spalle dei lavoratori, accumulando profitti e ricchezze. Quale dei due è il più fastidioso, il più pericoloso? Ancora oggi, come sempre, grazie ai benpensanti, ai fascisti,... (Continues)
The bum on the rod is hunted down
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/5/29 - 09:00
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Jungle Sermon & Dump the Bosses Off Your Back

Jungle Sermon & Dump the Bosses Off Your Back
[1973]
Parole di Utah Phillips.
Sulla melodia di inni religiosi come “Take It to the Lord in Prayer” o "What a Friend We Have in Jesus”.
Nel songbook “Starlight On The Rails and Others Songs – The Golden Voice of the Great Southwest”, raccolta di canzoni scritte da Bruce ‘Utah’ Phillips tra anni 60 e primi 70.
Poi anche in dischi successivi come “All Used Up: A Scrapbook” (1979) e “We Have Fed You All for a Thousand Years” (1983)

Una “tirata” sulla necessità dell’organizzazione fatta da uno di quegli organizzatori/agitatori alla Joe Hill che anche il nostro Utah Phillips conobbe bene e che sono stati ormai, purtroppo, consegnati alla Storia. Gente che conosceva bene il lavoro, i lavoratori, i loro problemi e che naturalmente, non per investitura dall’alto, diveniva leader. Non come i sindacalisti di oggi, giacca e cravatta, indaffarati in continue riunioni nei palazzi del potere, con... (Continues)
I guess you think I'm gonna preach a sermon,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/5/28 - 17:49

The Pride of Northern Mexico

The Pride of Northern Mexico
[1973]
Parole di Utah Phillips.
La melodia è quella di una “ranchera” composta da Hoyle Osborne, poliedrico pianista e compositore.
Nel songbook “Starlight On The Rails and Others Songs – The Golden Voice of the Great Southwest”, raccolta di canzoni scritte da Bruce ‘Utah’ Phillips tra anni 60 e primi 70.

“Here's a different kind of bandit. Northern Mexico is that part of Mexico north of the Rio Grande: Texas, New Mexico, California, Utah, Nevada, and Colorado. That's the half of the infant republic of Mexico which we stole in 1847, during the first of our imperialist wars.
The people who were left behind became virtual slaves. They were disfranchised, they lost their wealth, they lost their land, they lost everything. It's their descendants who are living on the back sides of the cities in the slums, and who are working as migrants in the fields.
This song is about a wise-ass Mexican... (Continues)
You have heard them sing of Jesse and William Bonney, too.
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/5/28 - 15:40
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Jesse James Farewell Blues

Jesse James Farewell Blues
[1973]
Parole di Bruce 'Utah' Phillips.
Sulla melodia di “Farewell Blues”, un brano di Glenn Miller.
Nel songbook “Starlight On The Rails and Others Songs – The Golden Voice of the Great Southwest”, raccolta di canzoni scritte da Bruce ‘Utah’ Phillips tra anni 60 e primi 70.

“Now we come to an occupation highly honored among people in the old and new West. At the end of the Civil War a lot of guys came home to the border states, Kansas and Missouri, found out their stock had been run off and their land had been expropriated, or the mortgage had been foreclosed, and they didn't have any home to come back to. They figured, ‘For this I went off and fought for the Union? Maybe got an eye or an arm shot off. I spent four years of my life to find out I don't have a home anymore.’
A lot of these angry young fellows decided to become outlaws, bank robbers and train robbers. I always did feel... (Continues)
Jesse James he lived in Arkansas,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/5/28 - 14:45
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Fratelli

Fratelli
1994
corrispondance

testo e musica di François Castiello
Siamo tutti fratelli
(Continues)
Contributed by donquijote82 2014/5/28 - 13:22
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All About Preachers

All About Preachers
[1973]
Parole e musica di Utah Phillips.
Nel songbook “Starlight On The Rails and Others Songs – The Golden Voice of the Great Southwest”, raccolta di canzoni scritte da Bruce ‘Utah’ Phillips tra anni 60 e primi 70.

“E’ tutto previsto nei piani di Dio. Saremo tutti insieme lassù in cielo”. Frasi simili, pronunciate brandendo la Bibbia di fronte alle vedove e agli orfani di minatori ed operai morti sul lavoro, hanno fatto spesso di preti e predicatori il braccio “celeste” di padroni e sfruttatori…
Here comes the preacher with his long black coat
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/5/28 - 10:07
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Mrs. McGrath

Anonymous
Mrs. McGrath
MME MCGRATH
(Continues)
Contributed by donquijote82 2014/5/28 - 09:20
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Różne rozmowy z życiem

Różne rozmowy z życiem
Grazie a tutti, specialmente a Donquijote82, al grande Riccardo, a Lorenzo, Bart, Gian Piero e Flavio, lasciamo perde le femmine. Sto chiudendo 'na tappa nella mia vita e vi voglio augurare ogni bene, pace e prosperità. Questa qua vi tocca tradursela da soli, ma vale la pena. Poi, se le frontiere permangono, pazienza, fu sempre così. Un abbraccio forte... e a riscriverci, nel non più definito futuro.
Krzysiek
Krzysiek Wrona 2014/5/28 - 06:07
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Prośba o piosenkę

Prośba o piosenkę
28.05.2014
E che Julian Tuwim mi perdoni...che non capì più un cazz
LA PREGHIERA PER UNA CANZONE
(Continues)
Contributed by krzyś³ 2014/5/28 - 03:23
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Płyń mój bluesie płyń

Płyń mój bluesie płyń
Rysiek nacque in Alta Slesia, una regione delle miniere di carbone nella Polonia meridionale. Allora procurarsi la morfina era quasi impossibile...se no, forse sarebbe ancora fra di noi...così va la vita :)
E questo blues parla di luogo dove nacque
krzyś 2014/5/28 - 00:47
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Back Home In Derry

Back Home In Derry
POTESSI TORNARE A DERRY
(Continues)
Contributed by Flavio Poltronieri 2014/5/27 - 22:40

Secret, secret

Secret, secret
Secret, secret

Canzone française – Secret, secret – Marco Valdo M.I. – 2014

Le Livre Blanc 3

Opéra-récit contemporain en multiples épisodes, tiré du roman de Pavel KOHOUT « WEISSBUCH » publié en langue allemande – Verlag C.J. Bucher, Lucerne-Frankfurt – en 1970 et particulièrement de l'édition française de « L'HOMME QUI MARCHAIT AU PLAFOND », traduction de Dagmar et Georges Daillant, publiée chez Juillard à Paris en 1972.

Voici donc, Lucien l'âne mon ami, le troisième épisode de cette curieuse histoire d'Adam Juracek, l'homme qui vainquit la pesanteur. Il te souviendra – on le sait par la déposition du professeur de physique au commissariat, celle qui se termine par

« Pourquoi ? Ô pourquoi t'ai-je quittée Elisabeta ?
Pour ce merdeux de Newton ... »,

il te souviendra donc qu'Adam était monté au plafond en plein conseil de professeurs du lycée de K, où il enseigne la gymnastique et... (Continues)
De là-haut, hého, de là-haut
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2014/5/27 - 21:17
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Mutation

Mutation
Translated by Steven Birkbeck
The Cavalryman’s Farewell
(Continues)
Contributed by Steven Birkbeck 2014/5/27 - 20:29
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L'Histoire du Soldat

L'Histoire du Soldat
Pare che anche qua il diavolo centri :)
krzyś 2014/5/27 - 20:25
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Dyktator

Dyktator
27.05.2014
IL DITTATORE
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2014/5/27 - 20:08
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The Miner's Lullaby

The Miner's Lullaby
[1973]
Parole e musica di Bruce 'Utah' Phillips.
Nel quadruplo disco compilativo intitolato “Starlight On The Rails: A Songbook” pubblicato nel 2005.

Lavorando per la società storica di Salt Lake City, ad Utah Phillips capitò di fare un sopraluogo in un villaggio di minatori abbondonato all’inizio del 900. Quasi tutto era rimasto fermo ad allora, intatto. In una drogheria, fra le mercanzie e gli oggetti ancora allineati sugli scaffali, Utah Phillips trovò alcune piccole scatole di metallo ermetiche da portarsi alla cintura. Scoprì che si trattava di contenitori per fiale di morfina che i minatori si portavano in galleria per potersi suicidare nel caso fossero rimasti intrappolati in galleria in seguito a frane, esplosioni ed incidenti. Una pratica consueta, di cui però non si poteva parlare, essendo molte famiglie cattoliche, religione che condanna come peccato imperdonabile alzare la mano su sé stessi…
Once, long ago, he was handsome and tall
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/5/27 - 17:10

Ride Away

Ride Away
[seconda metà dell’800]
Testo tradizionale del Sud degli USA
Arrangiamento e musica di Bruce “Utah” Phillips (1973)
Nel quadruplo disco compilativo intitolato “Starlight On The Rails: A Songbook” pubblicato nel 2005.

Una canzone che Utah Phillips ascoltò dalla voce di un’anziana donna in qualche Stato del Sud.
Una giovane donna, rimasta sola ad accudire un vecchio in una villa ormai decadente nel Sud degli USA, risponde ad una lettera del suo amato che è partito in cerca di fortuna all’Ovest…

In apparenza si tratta solo di una storia di amore e di abbandono ma in realtà racconta di quali furono le conseguenze della Guerra Civile americana (1861-1865), la cruenta guerra fratricida che causò più di 600.000 morti e 400.000 feriti. I reduci della Confederazione sconfitta spesso non avevano nemmeno più una casa o una proprietà dove tornare e ricostruirsi una vita: i reduci dell’Unione vittoriosa... (Continues)
Remember the morning got spurred your great stallion
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/5/27 - 16:27
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Катюша

Катюша
Anche nel brano "Russian Reggae", tra le citazioni e vocalizzi della cantante Nina Hagen, dopo le note della canzone popolare russa, la "Kalinka", viene ripresa la melodia del "Эй, ухнем!", il canto dei battellieri del Volga.
Nonché la forza espressiva paragonabile ai lanciarazzi russi : D
krzyś 2014/5/27 - 14:36
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It Could Be a Wonderful World

It Could Be a Wonderful World
[anni 50]
Parole di Lou Singer (Louis C. Singer, 1912-1966), songwriter newyorkese.
Musica di Hy Zaret (Hyman Harry Zaritsky, 1907–2007), liricista e compositore newyorkese.
Nel disco di Pete Seeger del 1963 intitolato “Children's Concert At Town Hall”
Incisa anche dalla folksinger Rosalie Sorrels nel suo disco intitolato “Somewhere Between” del 1964.
If we could consider each other
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/5/27 - 13:38
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Il gioco dei grandi

Il gioco dei grandi
1999
Grazie di tutto
Giocano con te ma non ti vedono
(Continues)
Contributed by Donquijote82 2014/5/27 - 12:57
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U.S.A.

U.S.A.
1999
Grazie di tutto
I fumi che si alzano da una terra bruciata
(Continues)
Contributed by Donquijote82 2014/5/27 - 12:49
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Coraggio amor mio

Coraggio amor mio
2009
Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto vol. III

Un lamento italiano contro la guerra composto probabilmente al tempo della prima coscrizione obbligatoria napoleonica intorno al 1800, frutto sempre della ricerca di Gastone Pietrucci.

Non serve una traduzione in quanto è assolutamente comprensibile.

si trova nel volume Canti popolari romani di Giggi Zanazzo Torino/Roma 1907 (pagina 107, numero 200)

L' informatrice di Gastone Pietrucci è stata Anna Maria Centi Teodosi (1944) che ha sentito questo canto dalla madre Giuseppina Centra Centi (1904-1995) originaria di Montelanico (Roma)
Sei bella nell'occhi
(Continues)
Contributed by Flavio Poltronieri 2014/5/27 - 12:46




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