Markos Vamvakaris, Μαρκος Βαμβακαρης (1905.1972) fu uno dei massimi musicisti del "rebetico", e autentico "rebetis" fu lui stesso, non per scelta snobistica, ma per le più crude necessità della vita.
Nacque nell'isola egea di Siro ed era un "frangosirianòs", cioè un cattolico di Siro, e "Frangos" fu a lungo soprannominato. La sua famiglia, di contadini, era molto numerosa e molto povera, ma vocata alla musica. Il padre suonava la "pipiza", una specie di flauto di legno dal suono acuto, e il nonno componeva canzoni. Presto Markos cominciò ad accompagnare il padre con il tamburo detto daùli nelle feste di paese. Assorbiva come una spugna le pochissime nozioni scolastiche che le condizioni economiche della famiglia gli permettevano, e così non rimase semianalfabeta, ma acquisì una capacità di scrittura efficace , riscontrabile nella sua vivacissima autobiografia, che è anche un documento... (Continues)
Pensierini di un bambino riflessivo. A scuola la Gelmini vuole che ci insegnino Dio Patria e Famiglia. Ma ho sentito dire che è in Famiglia che noi bambini più rischiamo il culetto. Allora ci rifugiamo nella casa di Dio, la Chiesa: ma anche da lì non arrivano buone notizie. Della Patria non mi sono ancora occupato, né la Patria di me: ma non sarà anche quella un'inculata ?
Gian Piero Testa 2010/3/27 - 22:45
Stamattina, ascoltando una rassegna stampa mentre mi facevo la doccia, mi è giunta dall'altra stanza la lettura di qualche stralcio di un articolo scritto da un santo Vescovo per non so quale quotidiano. Ho colto che: 1) i fattacci di cui oggi si parla appartengono ad assai tempo fa; 2) che in quell'assai tempo fa anche alcuni preti o aspiranti tali venivano influenzati dalle teorie di liberazione sessuale diffuse da Cohn-Bendit, e in seguito dai radicali, e infine dal Grillini; 3) che anche in altre Chiese, dove non vige la costrizione del celibato, la mala pianta è rigogliosa non meno che in quella Cattolica. E io pensavo, rischiando di sbagliare la citazione perché il "cartaceo" non è indicato per letture accompagnate da shampoo-doccia, al bell'Amazan di Voltaire (secolo XVIII) che, venuto di Gangaride per conoscere la nuova civiltà europea e capitato nei Sacri romani palazzi, viene circondato... (Continues)
Quelle histoire, mes aïeux !, dit Lucien l'âne. C'est pas chez nous les ânes que de telles dépravations se trouveraient. Bien sûr, je dirais même que nous avons en la matière des idées larges et qu'une belle cavale nous sourit toujours. Les ânesses ont l'œil humide en voyant un bel étalon, fût-il zèbre et tout ça se passe dans une aimable connivence. Et je ne dis rien des bonobos... qui m'ont l'air d'être de joyeux lurons. Cela dit, nous n'avons – nous, les ânes – pas la prétention d'être à l'image de Dieu (au fait, qui c'est celui-là ? On ne le voit jamais et il prétend tout régenter. Comme on dit maintenant, il se la pète ! D'autre part, si j'ai bien compris, il serait universel et ce serait lui qui serait à l'origine de tout ce bazar; donc, y compris de ces sympathiques congrégations si friandes d'éducation sexuelle)... Mais trêve de... (Continues)
Volevo dire che di Cat Power mi fa cacare la cover di Dylan... quest'altra cover, con cicca, Dylan a pelle e pelo in vista invece a me mi piace abbastantemente, direbbe il segretario del PDP (Partitu Du Pilu) Cetto Laqualunque...
Nacque nell'isola egea di Siro ed era un "frangosirianòs", cioè un cattolico di Siro, e "Frangos" fu a lungo soprannominato. La sua famiglia, di contadini, era molto numerosa e molto povera, ma vocata alla musica. Il padre suonava la "pipiza", una specie di flauto di legno dal suono acuto, e il nonno componeva canzoni. Presto Markos cominciò ad accompagnare il padre con il tamburo detto daùli nelle feste di paese. Assorbiva come una spugna le pochissime nozioni scolastiche che le condizioni economiche della famiglia gli permettevano, e così non rimase semianalfabeta, ma acquisì una capacità di scrittura efficace , riscontrabile nella sua vivacissima autobiografia, che è anche un documento... (Continues)