Questa canzone mi è uscita dalla pancia qualche giorno fa ed esce a mezzanotte. Grazie a tutte le persone che da tutta Italia hanno detto insieme a me che questo genocidio non è in nome nostro, e nessuna altra guerra. Non smettiamo di dirlo e di urlarlo mai. Grazie di cuore fino all’Iraq ai magnifici Alaa Sandouk (oud ) ed Elaf (voce), fino alla Spagna alla cara Giovanna Ranaldi per il dono di questa illustrazione potente e ovviamente al supereroe Francesco Franz Fabiano (per tutte cose). Occorre prendere posizione o dichiararla ancora più forte.
(2024)
Chiara Patronella & Diplomatico e il Collettivo Ninco Nanco
Chiara Patronella: testo, musica, arrangiamenti, voci, chitarre, tamburi;
Francesco Scatigna: voci;
Francesco Franz Fabiano: registrazione, sequenze, post-produzione;
Annamaria Moro: violoncello;
Riccardo Saracini: grafica copertina.
Non so a che servirà o se servirà a qualcuno, non so nemmeno dove arriverà, ma questo canto vuole essere un grido di scuse per tutti coloro che continuano a lottare per sopravvivere. Queste morti e queste guerre ci riguardano tutti.
'Già domani' è un canto di pace e se fosse un desiderio sarebbe un cessate il fuoco.
Ha già un anno, ma ha voglia di uscire adesso in questa nuova veste.
Grazie a Mattia Salvadori per averci messo le sue trombe, grazie a Francesco Franz Fabiano per avermi accompagnata con i suoni su tutti i miei strumenti e le mie voci e a chi questo canto l'ha coccolato nel tempo.
Grazie anche a chi la pace la regala a me ogni giorno con la sua presenza.
Il testo vuole trasmettere l’augurio che l’immaginaria donna coi vestiti di seta e rame, cantata dall’artista, possa portare carezze a tutti coloro che stanno attraversando momenti di dolore. tarantobuonasera
Chanson italienne — Come le rondini — Chiara Patronella — 2017
Dialogue Maïeutique
Tu vois, Lucien l’âne, quand on crée la version française d’une chanson, on est confronté à l’imaginaire d’une autrice ou d’un auteur, qui eux-mêmes sont mis en face des cheminements de leur imagination. En sorte que, finalement, il y a superposition des imaginations. On pourrait certainement évoquer la dérivation poétique, à la manière dont un bateau dérive sur l’océan poussé par un courant, tiré par le vent, égaré par les idées du capitaine.
Comme j’entends, dit Lucien l’âne, on est très loin de la traduction technique ou scientifique, dans lesquelles ce genre de dérive est assurément à proscrire ; là, il s’agit de trouver et d’employer le mot juste, sans trop se soucier de la sensation finale, de l’émotion et de ce genre de choses. Il s’agit d’être concret et pratique, il s’agit aussi d’être précis.
Chiara Patronella, 5 giugno 2025